Non si ferma il “genocidio bianco” nell’hinterland partenopeo
Morti 8 bimbi in 20 giorni nella “Terra dei fuochi”
Le responsabilità della giunta regionale De Luca richiamano quelle locali di Bassolino e Caldoro e quelle nazionali di Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni

 
Redazione di Napoli
Si tratta di un vero e proprio “genocidio bianco” quello che si sta consumando lentamente, silenziosamente e da anni nell’hinterland napoletano con decine di morti che riempiono i muri della città del cosiddetto “triangolo della morte”, ossia nella parte che va da Nola ad Acerra e precisamente vicino all’inceneritore inaugurato dal rinnegato Bassolino con il beneplacito del neoduce Berlusconi, fino alla zona del giuglianese e del casertano dove il pentito Schiavone ha individuato centinaia di rifiuti tossici e nucleari mai smaltiti negli ultimi dieci anni con le giunte antipopolari Bassolino e Caldoro.
Un disastro che vede la indomita protesta dei Comitati territoriali ambientali e ora delle madri di queste terre che hanno visto nell’ultimo periodo la scomparsa della loro prole. Si tratta di 8 bimbi che in un colpo e nel giro di pochi giorni dall’inizio dell’anno sono morti nella maniera più atroce, dilaniati da tumori e leucemie, nell’indifferenza delle istituzioni nazionali e locali in camicia nera. Clamoroso quello che sta avvenendo a Casalnuovo, un comune di 50mila abitanti alle porte di Napoli, dove è raddoppiata la mortalità per cancro dei giovani da 1 a 14 anni. Un dato che è confermato dal progetto “Sentieri” del 2016 dell’Istituto Superiore della Sanità che parla di un “eccesso di tumori sui bambini già all’età di un anno, in particolare viene interessato il sistema nervoso centrale”, ossia tumori al cervello già in tenera età. Tutta “colpa” dell’aria si potrebbe dire che secondo uno studio del Cnr e dell’Università “Parthenope” di Napoli in solo tre mesi di osservazione era carica di un flusso di anidride carbonica di 5.500 kg l’ora, pari a quasi 2mila automobili che scaricano nell’ambiente.
Tra i responsabili di questo inferno si può citare Mario De Biase, ennesimo commissario per la bonifica della vasta area di Giugliano in Campania che ha il compito di mettere in sicurezza 30mila tonnellate di materiale tossico interrato; così si giustifica: “i lavori per il risanamento della discarica Resit vanno a rilento, siamo stati fermi due anni perché la ditta vincitrice dell’appalto, la '3R', venne indicata in rapporti con soggetti di Mafia capitale e poi revocata l’interdittiva antimafia”.
Quando poi si chiede come affrontare il dramma delle ecoballe, 5 milioni e 60mila tonnellate di spazzatura impacchettata, De Biase lancia la boutade che in cinque anni i terreni delle zone interessate saranno di nuovo coltivabili (sic!). Ormai si è fissi sulla politica dello scaricabarile, ma rimangono chiare a noi marxisti-leninisti le responsabilità politiche di questo genocidio che non risparmia nemmeno bimbi, giovani e giovanissimi e che si dividono equamente gli ultimi governi nazionali (in particolare Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) e quelli locali in camicia nera, ossia Bassolino, Caldoro e ora De Luca, incapaci di dare una concreta risposta alla questione ambiente, cominciando con l'assunzione immediata degli operatori ecologici formati con il progetto “Bros” e finendo per la bonifica immediata e sistematica delle zone del giuglianese, del casertano e del vesuviano.

15 febbraio 2017