I meriti di Stalin sono eccezionali per la lotta del movimento comunista internazionale e per il socialismo
In Italia il PMLI è il partito che ha reso onore a Stalin e alla sua opera e lo ha collocato tra i Grandi Maestri del proletariato internazionale

di Alberto Signifredi, simpatizzante di Parma del PMLI
Il 5 Marzo del 1953 moriva a Mosca Giuseppe Stalin. Ricordare Stalin, il suo pensiero e il suo ruolo nella storia, è fondamentale per i marxisti-leninisti di oggi, in quanto sostenitori inflessibili della rivoluzione e della società socialista di cui Stalin è stato il dirigente che più di tutti ha contribuito alla sua costruzione in Unione Sovietica. Egli ha sviluppato nella teoria e nella pratica il marxismo-leninismo e indicato la via da seguire alle classi e ai popoli sfruttati di tutto il mondo.
In questo breve articolo voglio ricordare alcuni tratti dell'opera di Stalin per dare un contributo alla conoscenza corretta della storia e per sfatare le falsificazioni ricorrenti della storiografia occidentale e trotzkista.
Una delle chiavi di lettura più attendibili per valutare e capire l'evoluzione dell'Unione Sovietica ai tempi di Stalin è seguirne attentamente l'opera scritta nei saggi e nei discorsi politici. Le analisi che Stalin espone nei suoi scritti evidenziano un'attitudine particolare alla conoscenza dei problemi trattati e delle capacità di risolverli, usando costantemente un marxismo-leninismo creativo e antidogmatico. Le dicerie di Trotzki di uno Stalin mediocrità del partito o di un Isaac Deutscher, per il quale Stalin non sapeva scrivere e non valeva niente come teorico non reggono perché, al contrario, il pensiero, l'analisi e la scrittura di Stalin offrono continuamente l'esempio di un'intelligenza in cui il ragionamento, orientato dal marxismo-leninismo, arriva sempre a conclusioni razionali. Nei suoi discorsi non vengono decretati degli ordini immotivati e prettamente autoritari, bensì direttive che sono la logica conseguenza di un'analisi minuziosa delle tante sfaccettature dei temi trattati. E le discussioni non avvenivano nella sola mente di Stalin, ma erano frutto di un intenso dibattito nel Partito bolscevico da cui Stalin e il gruppo dirigente traevano le logiche conclusioni.
L'opera scritta di Stalin evidenzia la sua grande capacità di trattare argomenti complessi rendendoli altamente comprensivi, un metodo espositivo adatto per farsi capire dalle masse popolari sovietiche e non. Qualità queste dovute a una predisposizione naturale alla didattica e alla dialettica, unite alla sua vasta esperienza di rivoluzionario professionale, costantemente a contatto con gli operai delle città del Caucaso, quindi sempre vicino alle masse, sempre maestro e allievo di esse.
La caratteristica di questo indissolubile rapporto con le masse lavoratrici è pienamente evidenziato nelle conclusioni del "Breve corso del partito comunista bolscevico dell'URSS", dove Stalin rievoca il mito di Anteo per far capire che i comunisti sono e saranno forti e invincibili se manterranno i contatti con le masse popolari che li hanno nutriti e messi al mondo e mai si devono staccare da esse, dalle loro esigenze, dalle loro aspettative. La forza dei comunisti sta dunque in questo rapporto particolare fra partito e popolo. Viceversa se i legami con le masse venissero a mancare, se i comunisti si staccassero dalle loro esigenze prioritarie allora farebbero la fine di Anteo che, sollevato da terra, la terra che era sua madre e il suo punto di forza, venne vinto dal suo rivale Ercole. Questa metafora semplice ma significativa chiude il "Breve corso" a cui accennavo prima. Se teniamo conto che il testo in questione era indirizzato ai militanti comunisti di tutto il mondo, siamo in grado di capire la portata formativa eccezionale dei concetti espressi, resi accessibili, chiari e significativi dalle indubbie capacità comunicative di Stalin.
In queste poche righe ho cercato di rendere evidenti le caratteristiche dell'approccio ai problemi politici e non di Stalin. E i problemi, nell'epoca della costruzione del socialismo in Unione Sovietica, erano all'ordine del giorno. Leggendo in modo cronologico gli scritti di Stalin questi problemi li troviamo tutti. Li vediamo affrontati e trattati con l'insolita capacità di un grande marxista-leninista che ha dato tutto se stesso alla causa del partito della classe operaia, della rivoluzione e della costruzione socialista. Nell'opera di Stalin si entra in contatto con tutte le fasi della rivoluzione sovietica, dalla guerra civile alla NEP, dai piani quinquennali alla politica estera, dalle deviazioni di destra e di sinistra all'interno del partito, ai sabotaggi nell'industria, alle questioni ideologiche e letterarie e alla tattica militare nella guerra mondiale e nella successiva guerra fredda e a tante altre questioni che sarebbe troppo lungo elencare.
Da tutto ciò risulta chiaro che Stalin è stato il continuatore della politica di Lenin, colui che ha correttamente interpretato quello che il leninismo ha apportato al marxismo, al di la delle polemiche sterili sul "Testamento di Lenin" dei trotzkisti e di tutte le provocazioni e falsificazioni della storiografia occidentale, in apparenza "libera" in realtà serva del capitale e delle "grandi democrazie" dell'Occidente.
Il colpo di Stato di Krusciov nel 1956 e il "rapporto segreto" al ventesimo congresso del PCUS hanno creato un'immagine completamente distorta della figura di Stalin e della sua opera teorica e pratica. Hanno aiutato enormemente l'imperialismo nella lotta contro il socialismo e deviato tanti partiti comunisti, al potere e non, favorendone la disintegrazione. In Italia dopo il 1956 la pubblicazione delle opere scritte di Stalin venne sospesa al decimo volume. La sua immagine danneggiata. Un'operazione di guerra fredda culturale senza precedenti dove si è arrivati a preferire Hitler a Stalin, a poter dire contro di lui tutto e il contrario di tutto.
I sinceri marxisti-leninisti non possono che rendere onore ai meriti eccezionali di Stalin nell'ambito della lotta del movimento comunista internazionale. In Italia il PMLI è il partito che ha reso onore a Stalin e alla sua opera e lo ha collocato fra i Grandi Maestri del proletariato internazionale. Seguendo le analisi di Mao su Stalin e la denuncia di Mao del deviazionismo di Krusciov e dei suoi successori, il Partito si è impadronito della corretta interpretazione della storia e dell'ideologia marxista-leninista e ha correttamente previsto la degenerazione e l'implosione del cosiddetto "più grande partito comunista d'Occidente" (il PCI) e la successiva deriva di Rifondazione comunista e dei suoi tanti rivoli.
Per finire ritorno al "Breve corso" di Stalin, dove sempre nelle "conclusioni" parla del pericolo che le fortezze vengano espugnate dall'interno. Proprio dall'interno, sulla scia di Krusciov, Gorbaciov poté espugnare gli u!timi residui di socialismo nella fortezza Unione Sovietica e favorire l'espansione del capitalismo a livello mondiale. Stalin aveva previsto anche questa possibilità, a dimostrazione che le correnti cospiratrici all'interno del partito sovietico erano ancora presenti e che Gorbaciov assomiglia tanto a un esponente politico della corrente di Bucharin, noto cospiratore interno al partito.
Come ha scritto il compagno Scuderi in un suo articolo, "Teniamo alta la rossa bandiera di Stalin" sicuri che egli rappresenta un grande baluardo per la ripresa della lotta di classe, perché portatore di una storia che ci appartiene e che è la chiave del nostro futuro: il socialismo.
Gloria eterna al compagno Stalin!
Con Stalin per sempre!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 

8 marzo 2017