Marx su Marx
Citazioni tratte dal Carteggio di Marx

Tra parentesi quadre […] compaiono le note dei curatori.
 
1844
 
Le sarei molto obbligato, se al massimo entro martedì volesse informarsi se Frank vuole assumersi la pubblicazione dell'opuscolo contro Bauer [“La sacra famiglia”] oppure no.
Mi è completamente indifferente, in che modo vorrà decidersi.
Io sono in grado di avere in ogni momento un editore straniero. Solo, proprio questo opuscolo, per il quale anche la singola parola è importante, mi piacerebbe vederlo stampare sotto i miei occhi e poterlo correggere io stesso.
(Marx, Lettera a Heinrich Börnstein, autunno 1844, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 430)
 
1845
 
Ho appreso da fonti sicure che alla Prefettura di polizia esistono ordinanze contro di Lei, me e alcuni altri, secondo le quali dobbiamo lasciare Parigi e la Francia tra ventiquattro ore, entro il lasso di tempo più breve possibile.
(Marx, Lettera a Arnold Ruge, gennaio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 433)
 
L'editore Leske è stato da me poco fa. Egli pubblica a Darmstadt una rivista trimestrale esente da censura. Io, Engels, Hess, Herwegh, Jung, ecc. collaboreremo. Mi ha pregato di chiederLe la Sua collaborazione, in poesia o in prosa. Ella certamente non rifiuterà, giacché bisogna che sfruttiamo ogni occasione di arrivare anche in Germania.
Tra tutte le persone che io lascio qui, lasciare Heine è la cosa che più mi dispiace. Se potessi La impacchetterei, per portarLa via con me.
(Marx, Lettera a Heinrich Heine, 12 gennaio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 434)
 
Mia moglie manda a Lei e alla Sua consorte molti saluti. Ieri l'altro sono stato all'Administration de la sûreté publique [pubblica sicurezza (polizia)] di qui, e ho dovuto dichiarare per iscritto di non pubblicare nulla su questioni di politica attuale nel Belgio.
(Marx, Lettera a Heinrich Heine, 24 marzo 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 435)
 
La prego di inviare – sul mio conto, Lei potrà spiccare una tratta su di me comprendente anche l'importo di questa lettera, - tre esemplari della “Sacra Famiglia” a mio nome immediatamente a Parigi al Signor Herwegh, rue Barbet-Jouy, Faub. St. Germain, al Signor Heine rue du Faub. Poissonnière Nr. 46, e al Signor Bernays, 12, rue de Navarin. Da molte parti mi sono giunte lamentele per lettera sul fatto che a Parigi non si trovino esemplari.
(Marx, Lettera a Löwenthal, 9 maggio 1845, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 436)
 
1846
 
Da quando ho lasciato Parigi, mi sono proposto più volte di scriverLe; circostanze indipendenti dalla mia volontà me lo hanno tuttavia impedito fino ad ora; La prego di credere che gli unici motivi del mio silenzio sono il troppo daffare, fastidi collegati a un cambiamento di domicilio ecc.
E ora entriamo subito in medias res [in argomento]. Insieme ai miei due amci, Friedrich Engels e Philippe Gigot (ambedue a Bruxelles), ho organizzato una corrispondenza regolare con i comunisti e socialisti tedeschi, la quale si occuperà sia della discussione di questioni scientifiche, sia di fornire un panorama critico degli scritti popolari, sia – infine – della propaganda socialista che è possibile svolgere in Germania con questo mezzo. Lo scopo principale della nostra corrispondenza sarà, tuttavia, quello di stabilire il collegamento dei socialisti tedeschi con i socialisti francesi e inglesi, di tenere al corrente gli stranieri sui movimenti socialisti che si svilupperanno in Germania e informare i tedeschi in Germania sul progresso del socialismo in Francia e in Inghilterra. In questo modo potranno venire alla luce le divergenze di opinioni, e si giungerà ad uno scambio di idee e ad una critica imparziale. Questo è il passo che il movimento sociale deve fare nella sua forma di espressione letteraria onde liberarsi della limitatezza nazionale . E nel momento dell'azione è sicuramente di grande utilità per tutti l'essere informati sullo stato delle cose all'estero con la stessa esattezza che su quello nel proprio paese.
La nostra corrispondenza abbraccerà, oltre i comunisti in Germania, anche i socialisti tedeschi a Parigi e a Londra. I nostri collegamenti con l'Inghilterra sono già stabiliti; per quanto riguarda la Francia, noi crediamo tutti che non potremmo avere costà un corrispondente migliore di Lei: Lei sa che gli inglesi e i tedeschi hanno saputo finora apprezzarLa meglio dei Suoi concittadini.
Lei vede dunque che si tratta solo di stabilire una corrispondenza regolare e di garantirle i mezzi per seguire il movimento sociale nei vari paesi, onde giungere a risultati ricchi e molteplici, quali il lavoro di un singolo individuo mai sarebbe in grado di ottenere.
Nel caso che Ella voglia accettare la nostra proposta, le spese postali delle lettere che Lei riceverà, come pure di quelle che Lei ci invierà, saranno sostenute da noi, poiché le collette organizzate in Germania sono destinate a coprire le spese di corrispondenza.
L'indirizzo di qui a cui dovrebbe scrivere è: Signor Philippe Gigot, 8, rue Bodenbroek. Questi firmerà anche le lettere da Bruxelles.
Non ho bisogno di aggiungere che tutta quanta la corrispondenza richiede il massimo segreto da parte Sua, giacché i nostri amici in Germania debbono agire con la massima circospezione per non compromettersi.
Ci risponda presto e creda alla sincera amicizia del Suo devotissimo Karl Marx.
(Marx, Lettera a Pierre-Joseph Proudhon, 5 maggio 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 444-445)
 
Il secondo volume [dell'“Ideologia tedesca”] è quasi finito. Sarebbe estremamente opportuno che la stampa cominciasse, non appena arrivano i manoscritti del primo volume (la cosa migliore è spedirli in due mandate). (…)
Per quanto riguarda la parte in comune, Engels – qui vicino a me – sta rispondendoti. Ti confesso francamente che le notizie che mi dai mi hanno colpito assai sgradevolmente.
Tu sai che io mi trovo in gravi difficoltà finanziarie. Per tirare avanti qui negli ultimi tempi, ho venduto le ultime cose d'oro e d'argento e una gran parte della biancheria di lino. Per risparmiare ho rinunciato, per il momento, anche ad avere casa per conto mio e mi sono trasferito qui nel Bois Sauvage. Altrimenti avrei dovuto trovare una nuova domestica, perché l'ultima bambina viene ora svezzata.
Inutilmente ho cercato a Treviri (presso mia madre) e a Colonia da uno dei suoi amici in commercio di ottenere 1.500 franchi, che mi sono necessari per rimettermi a posto. Le notizie editoriali sono per me tanto più sgradevoli, in quanto speravo di ottenere questa somma come anticipo sull'Economia.
Certo, a Colonia esistono altri borghesi, che forse mi anticiperebbero il denaro a una certa scadenza. Solo che questa gente, da un bel pezzo, ha preso un indirizzo che è esattamente opposto ai miei princípi, e io non vorrei esser loro obbligato in alcun modo.
Quanto all'onorario di questa pubblicazione, come sai, a me spetta solo la metà per il primo volume.
Come se non bastassero i miei fastidi personali, sono bombardato, nella mia veste di curatore della pubblicazione, di lettere di sollecito da tutte le parti ecc. (…)
Come vedi, da tutte le parti miseria! In questo momento non so che fare.
Un'altra volta ti scriverò una lettera di risposta. Scusami per il mio silenzio, considerando che alla massa di lavoro, ai doveri familiari ecc. si è aggiunta anche tutta questa pressione finanziaria.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 14 maggio 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 447-448- 449-450)
 
Alla lettera, nella quale Ella mi spiegava le Sue riserve a proposito della pubblicazione [“Critica della politica e dell'economia politica”], Lei ha ricevuto risposta a giro di posta. Per quanto riguarda la Sua domanda a proposito della “scientificità”, io Le rispondevo: il libro è scientifico, ma non scientifico nel senso del governo prussiano ecc. Se ha la bontà di ricordarsi della Sua prima lettera, ricorderà anche di avere scritto molto impaurito a causa della diffida prussiana e della perquisizione poliziesca che da poco era avvenuta a casa Sua. Al tempo stesso io Le scrissi che mi sarei occupato di trovare un altro editore.
Io ho ricevuto da Lei una seconda lettera, nella quale Ella da un lato annullava il contratto editoriale, dall'altro era d'accordo che l'anticipo fosse rimborsato sotto la forma di un pagamento all'eventuale nuovo editore.
A questa lettera Ella non ha ricevuto una ulteriore risposta, perché credevo di poterLe dare in breve tempo una risposta positiva, cioè l'annuncio che si era trovato un altro editore. Come tutto ciò sia andato per le lunghe, verrà a saperlo subito. Che io abbia accettato la Sua proposta riguardante il rimborso dell'anticipo come cosa del tutto naturale , lo può desumere dalla circostanza che, nell'unica sede dove ho fatto dei passi per la pubblicazione, ho fatto dichiarare al tempo stesso che, alla consegna del manoscritto, a Lei avrebbero dovuto essere rimborsati 1.500 franchi. La prova di tutto ciò può essere fornita in ogni momento . Del resto ne sono testimoni anche Engels e Hess.
D'altro lato, Ella ricorderà che, vuoi a Parigi vuoi nel contratto scritto, nulla era stato stabilito sulla forma più o meno rivoluzionaria del mio scritto. Che al contrario allora io ritenevo di dover pubblicare contemporaneamente i due volumi, perché la pubblicazione del primo volume avrebbe comportato il divieto o la confisca del secondo. Heinrich Bürgers di Colonia era presente e può testimoniarlo. Parlando giuridicamente , dunque, Lei non aveva il diritto di porre nuove condizioni o di rifiutare l'edizione, allo stesso modo che io, dal punto di vista giuridico, non sono obbligato né a rimborsare l'anticipo, né ad accettare le Sue nuove proposte, né a modificare il mio lavoro. Ma sul fatto che io non potrei pensare neppure per un momento di comportarmi con Lei secondo il punto di vista giuridico , in particolare perché Ella non era affatto obbligata contrattualmente a pagarmi un anticipo che io piuttosto dovevo considerare ed ho considerato come un atto di pura amicizia: su questo fatto mi pare non sia necessario intrattenersi. Come finora io ho liberato degli editori (per esempio Wigand e Fröbel, quando si stampavano i “Deutsch-Französische Jahrbücher”, ed altri editori come presto Le dirò) dagli obblighi assunti contrattualmente e giuridicamente esigibili senza fare storie e nonostante gravi perdite pecunarie, così non mi è mai passato per la testa di togliere un centesimo a un editore qualsiasi, anche quando lo potevo fare dal punto di vista giuridico. Non si vede assolutamente per qual ragione avrei dovuto fare un'eccezione con Lei, che mi ha reso un favore particolare.
Per quanto riguarda il ritardo della risposta, ho da dirLe quanto segue:
Alcuni capitalisti in Germania avevano accettato di pubblicare vari scritti miei, di Engels e di Hess. Vi era perfino la prospettiva di un vasto accordo formale editoriale, che doveva essere esente da ogni riguardo verso la polizia. Attraverso un amico di quei signori, mi era inoltre stata praticamente assicurata la pubblicazione della mia “Critica dell'economia” ecc. Lo stesso amico si è trattenuto a Bruxelles fino a maggio per portare al sicuro oltre confine il manoscritto del primo volume della pubblicazione [“L'ideologia tedesca”] curata sotto la mia redazione e con la collaborazione di Engels ecc.. Una volta in Germania, egli avrebbe dovuto inoltre scrivere definitivamente se l'“Economia politica” fosse stata accettata oppure no. Giunsero invece notizie indefinite o nessuna notizia e, dopo che la maggior parte del manoscritto del secondo volume di quella pubblicazione era già stato inviato in Germania, quei signori hanno scritto finalmente, da pochissimo tempo, che tutta la faccenda è finita nel nulla , poiché essi hanno impegnato altrove il loro capitale. Da ciò la risposta definitiva a Lei è stata ritardata. Una volta che tutto era stato deciso, mi misi d'accordo con il signor Pirscher di Darmstadt, che si trovava qui, per fargli trasmettere una mia lettera per Lei.
A causa di quella pubblicazione combinata con i capitalisti tedeschi io avevo rimandato l'elaborazione della “economia”. Mi sembrava infatti molto importante far precedere alla mia argomentazione positiva uno scritto polemico contro la filosofia tedesca e contro il socialismo tedesco fino ad oggi. Questo è necessario per preparare il pubblico al punto di vista della mia economia, la quale si contrappone risolutamente a tutta quanta la scienza tedesca fino ad oggi. Si tratta del resto dello stesso scritto polemico di cui Le avevo scritto, in una delle mie lettere, che avrebbe dovuto essere terminato prima di pubblicare l'“economia”.
Tanto di tutto ciò.
Alla Sua lettera di questi giorni rispondo come segue:
I. Nel caso che Ella non pubblichi l'opera, dichiaro che Ella riceverà senza discussioni l'anticipo nel modo che vorrà indicare.
Altrettanto indiscutibile è però che, nel caso io ricevessi da un altro editore una somma inferiore all'onorario stipulato con Lei, Ella dovrebbe partecipare alla perdita nella stessa misura di me, poiché il ricorso ad un altro editore è stato provocato da Lei, non da me.
II. Vi sono prospettive per la pubblicazione del mio libro. Ieri l'altro ho ricevuto una lettera dalla Germania, nella quale mi si annuncia che si vuole fondare una casa editrice per azioni destinata alla pubblicazione di opere comuniste, la quale volentieri aprirebbe le pubblicazioni con la mia opera. Tuttavia io considero la faccenda ancora così indeterminata che, in caso di necessità, mi rivolgerò anche ad altri editori.
III. Poiché il manoscritto quasi concluso del primo volume della mia opera è rimasto qui da tanto tempo, non lo farò stampare senza sottoporlo ancora una volta ad una revisione di contenuto e di stile. Si capisce che un autore, il quale continua a lavorare, non può più lasciare stampare letteralmente dopo sei mesi ciò che ha scritto sei mesi prima.
A ciò si aggiunga che i “Fisiocrati”, due volumi in folio, sono apparsi solo alla fine di luglio e arriveranno qui solo tra alcuni giorni, sebbene la pubblicazione ne fosse stata annunciata già durante il mio soggiorno a Parigi. A questo punto è necessario tenerne assolutamente conto.
Il libro ora verrà rielaborato in modo tale, da potere essere pubblicato anche nella Sua casa editrice. Del resto, presa visione del manoscritto, Lei è libero di farlo pubblicare sotto il nome di un'altra casa.
IV. Per quanto riguarda il tempo, ho da dire quanto segue: a causa della mia salute assai malandata, sono costretto a prendere dei bagni di mare a Ostenda durante il mese di agosto e inoltre sono occupato dalla preparazione dei due volumi della pubblicazione suddetta. Nel mese di agosto dunque non potrà accadere gran che.
La revisione del primo volume sarà pronta per la stampa alla fine di novembre . Il secondo volume, che ha un carattere più storico, potrà seguire immediatamente.
V. In una delle mie lettere passate Le ho già scritto che il manoscritto aumenterà di 20 sedicesimi rispetto a quelli stabiliti, sia a causa del materiale aggiunto in Inghilterra, sia per le esigenze derivate dalla rielaborazione.
Poiché tuttavia il contratto era concluso, ero deciso, come Lei si ricorderà da una delle mie lettere passate, a contentarmi dell'onorario già stabilito, nonostante che il numero dei sedicesimi fosse aumentato di circa un terzo. Avrebbe nociuto al libro, se io avessi pubblicato a parte il materiale nuovo. Neppure avrei esitato a sopportare lo svantaggio commerciale nell'interesse dell'opera. Io non volevo né rompere il contratto né nuocere al successo del libro.
Poiché invece, secondo la Sua scorsa lettera, sono io a dover decidere di riprendere il contratto, dovrei aggiungere come nuova condizione che i sedicesimi in più di quelli stabiliti mi vengano compensati in proporzione. Io credo che questa richiesta sia tanto più equa, in quanto il mio guadagno sarà già di per sé assai scarso, sia a causa del viaggio e del soggiorno in Inghilterra richiesti dalla mia opera, sia perché ho dovuto procurami un gran numero di pubblicazioni molto care.
Per concludere: io desidero che la mia opera appaia presso di Lei, purché ciò avvenga a condizioni in qualche modo ragionevoli e perché Ella ha sempre dimostrato liberalità e amicizia nei miei riguardi.
Se ce ne fosse bisogno, potrei dimostrarLe, in base a numerose lettere giuntemi dalla Germania e dalla Francia, che questa opera è attesa con grande curiosità dal pubblico.
(Marx, Lettera a Carl Wilhelm Leske, 1° agosto 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 453-454-455-456-457)
 
Avrei risposto già da molto tempo alla Sua lettera del 1° novembre, se il mio libraio non mi avesse inviato il libro di Proudhon “Philosophie de la misère” solo la settimana scorsa. L'ho scorso in due giorni, onde poterLe comunicare immediatamente la mia opinione. Siccome ho letto il libro molto in fretta, non sono in grado di scendere in particolari e non posso che comunicarLe l'impressione generale che mi ha fatto. Se Lei lo desidera, potrei addentrarmi in particolari in una seconda lettera.
Le confesserò apertamente che, in generale, trovo questo libro cattivo, anzi pessimo. (…)
L'unico punto nel quale io mi trovo completamente d'accordo con Proudhon, è il suo disgusto per il sentimentalismo socialista. Già prima di lui, io mi sono attirato molte inimicizie per aver preso in giro il socialismo imbecille, sentimentale, utopistico. Ma Proudhon, a sua volta, non è preda di illusioni singolari, quando contrappone il suo sentimentalismo di piccolo borghese, intendo dire le sue smancerie sulla vita familiare, l'amore coniugale e tutte queste banalità al sentimentalismo socialista, che, per esempio in Fourier, ha molta più profondità delle banalità presuntuose del nostro buon Proudhon? (…)
Proudhon è dalla testa ai piedi filosofo, economista della piccola borghesia. (…)
Avrei voluto poterLe mandare, insieme a questa lettera, il mio libro sull'economia politica [“Critica della politica e dell'economia politica”], ma finora non mi è stato possibile fare stampare questa opera né le critiche ai filosofi e ai socialisti tedeschi, di cui Le avevo parlato a Bruxelles. Ella non può immaginarsi quali difficoltà incontri in Germania una pubblicazione simile, da parte della polizia da un lato, dall'altro da parte degli editori, i quali sono poi i rappresentanti interessati di tutte le correnti che io combatto. E per quanto riguarda il nostro partito, non solo esso è povero, ma un gruppo assai forte all'interno del partito comunista tedesco me ne vuole, perché io mi oppongo alle sue utopie e declamazioni.
(Marx, Lettera a Pavel Vasilevič Annenkov, 28 dicembre 1846, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 458-468-469-470)
 
1847

Tu sai che Vogler dal principio di maggio è in prigione ad Aquisgrana. Ciò ha reso per ora impossibile la stampa dell'opuscolo [“Lo status quo in Germania”] che tu ci hai spedito. Il primo terzo di esso mi è piaciuto molto. Agli altri due bisogna in ogni caso apportare mutamenti. Su questo punto sarò più dettagliato la prossima volta. (…)
Per il momento sono in tali strettezze finanziarie che devo ricorrere a spiccar cambiali. (…)
Circa dodici giorni fa Breyer mi fece un salasso, ma al braccio destro invece che al sinistro . Siccome ho seguitato a lavorare come se nulla fosse, la ferita, invece di cicatrizzarsi, è andata in suppurazione. La cosa avrebbe potuto divenir pericolosa e costarmi il braccio. Adesso è quasi guarita. Ma il braccio è ancora debole. Non devo affaticarlo.
(Marx, Lettera a Engels, 15 maggio 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 91-92)
 
Mi affretto a confermarti l'arrivo della tua lettera. Da essa non ricevo altro che la conferma di ciò che sapevo già in anticipo, che cioè tutta la faccenda è un pettegolezzo miserabile. Volevo solo un paio di righe da parte tua, onde poter far vedere a Engels nero su bianco di qual natura sono le chiacchiere tedesche piccolo-borghesi a Parigi. Ti assicuro che da quando ho lasciato Parigi, nonostante tutte le mie precauzioni per rendermi introvabile e inaccessibile, queste vecchie comari mi hanno continuamente perseguitato con insulsaggini del genere. Solo con la massima sgarbatezza è possibile tenere a distanza questi imbecilli.
Mi dispiace solo di averti importunato nel tuo ritiro con questa roba. (…)
Ai miei manoscritti succede pressappoco ciò che capita alla “Brϋsseler-Zeitung”, e questi asini hanno anche il coraggio di scrivermi tutti i giorni, chiedendomi come mai non stampo nulla e addirittura rimproverandomi di aver preferito scrivere in francese piuttosto che non scrivere nulla. Dovremo ancora per lungo tempo espiare la colpa di essere nati teutoni.
Addio. Saluta tua moglie e te stesso cordialmente da parte di mia moglie e mia.
A Parigi troverai ancora un elenco degli errori di stampa nella mia roba francese [“Miseria della filosofia”]. Certi passi sono incomprensibili senza questo elenco.
Appena hai un'ora libera e niente di meglio da fare scrivi al tuo Marx.
(Marx, Lettera a Georg Herwegh, 8 agosto 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 473-474-475)
 
Avrei dovuto dare a Engels una lettera per te, ma prima della tua partenza ci sono state tante di quelle cose da sbrigare, che questa fu trascurata e dimenticata.
La contessa Hatzfeldt mi aveva inoltre pregato di scriverti alcune righe di raccomandazione per lei. Credo che nel frattempo ne avrai già fatto la conoscenza. Per essere una tedesca, questa donna ha dimostrato molta energia nel duello con suo marito.
Qui a Bruxelles abbiamo fondato due associazioni democratiche pubbliche.
1. Una Associazione operaia tedesca che conta già circa 100 iscritti. Le discussioni sono in questa associazione del tutto parlamentari e ci si dedica anche a trattenimenti in società come canto, declamazione, teatro e altre cose del genere.
2. Una associazione più piccola di carattere cosmopolitico-democratico, di cui fanno parte belgi, francesi, polacchi, svizzeri e tedeschi. Se verrai qua, vedrai che nel piccolo Belgio si può fare di più per la propaganda immediata che nella grande Francia. Inoltre credo che, per quanto piccola, l'attività abbia su tutti un effetto assai vivificante.
3. È possibile che ci attendano vessazioni poliziesche, dato che ora il governo liberale è al timone dello Stato e i liberali sono sempre gli stessi.
Ma verremo a capo anche di loro. Qui non è come a Parigi dove gli stranieri si trovano isolati davanti al governo.
Data l'impossibilità di utilizzare in un modo qualsiasi il commercio librario in Germania nelle condizioni attuali, ho fatto i primi passi, d'accordo con alcuni tedeschi di Germania, onde fondare una rivista mensile sostenuta mediante contributi azionari. Nella provincia renana e nel Baden si è già messo insieme un certo numero di azioni. Cominceremmo immediatamente, appena raccolto il denaro necessario per tre mesi.
Se i contributi lo permettessero in qualche modo, si stabilirebbe qui una tipografia in proprio da utilizzare anche per la stampa di opere separate.
Da te vorrei sapere:
1. Se anche tu hai intenzione di raccogliere qualche azione per conto tuo (ogni azione è di 25 talleri).
2. Se vuoi collaborare e figurare come collaboratore sulla testata.
Ma ti scongiuro, dato che già mi sei debitore di una lettera da un bel pezzo, di superare questa volta la tua ripugnanza verso lo scrivere e di rispondere presto. Vorrei inoltre pregarti di chiedere a Bakunin per quale via, sotto quale indirizzo e in che modo, io possa far giungere una lettera a Tolstoi.
(Marx, Lettera a Georg Herwegh, 26 ottobre 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 478-479)
 
Ragioni di partito, che qui non posso spiegare, mi hanno indotto a partire per Londra. Ho utilizzato questo viaggio anche per stabilire contatti tra l'Associazione democratica di Bruxelles e i cartisti inglesi, e arringare questi ultimi in un comizio pubblico. Forse ne ha letto qualche notizia nei giornali inglesi e francesi.
Ma quando partii, - e io sono costretto a rimanere ancora alcuni giorni qui, - la mia famiglia si trovava nella situazione più difficile e disperata. Non solo, mia moglie e i bambini sono malati. La mia situazione economica in questo momento è talmente critica, che mia moglie viene sottoposta dai creditori a una vera e propria persecuzione e si trova in miserevoli ristrettezze finanziarie.
La spiegazione di questa crisi è semplice. I manoscritti tedeschi [“L'ideologia tedesca”] non vengono stampati per intero. Ciò che se ne stampa, io lo cedo gratis solo per renderlo noto. Il mio opuscolo contro Proudhon [“Miseria della filosofia”] si è venduto assai bene. Ma riceverò una parte delle entrate solo a Pasqua.
Le entrate di mia moglie non bastano da sole, e da un certo tempo io sono in trattative con mia madre per ottenere almeno una parte del mio patrimonio. Sembra che ciò possa avvenire tra poco. Ma tutte queste cose sul momento non servono a nulla.
In questa situazione, che non mi vergogno di svelarLe apertamente, Lei mi salverebbe davvero dal peggio, se potesse fare avere a mia moglie una somma tra i 100 e 200 franchi. Naturalmente potrò restituirla, non appena le questioni finanziarie con la mia famiglia saranno regolate.
(Marx, Lettera a Pavel Vasilevič Annenkov, 9 dicembre 1847, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 480)
 
1848
 
Qui si è costituito un Comitato centrale, [della Lega dei comunisti a Parigi] dato che Jones, Harney, Schapper, Bauer, Moll si trovano qui. Io sono stato nominato presidente, e Schapper segretario. Sono membri Wallau, Lupus, Moll, Bauer ed Engels.
(Marx, Lettera a Engels, circa 12 marzo 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 126)
 
In questi giorni non ho un momento di tempo per scrivere più dettagliatamente. Mi limito al necessario.
Flocon è molto ben disposto verso di te.
I “vagabondi” di qui ti dedicano tutti più o meno le loro ire. (Rissa con Scherzer ecc.)
Per quanto riguarda le mie cose, prendile con te fino a Valenciennes e là falle sigillare. Riceverò tutto franco di porto. Per quanto riguarda l'argento, ha già avuto il bollo qui a Parigi. Ma tu devi ad ogni modo andare a Valenciennes dalla persona che abita all'indirizzo che ti accludo. Per consiglio di Vogler mia moglie le ha mandato le chiavi dei bauli (che sono a Bruxelles), ma senza bollettino di spedizione. Queste chiavi devi andarle a prendere da lui, perché se no alla dogana di qui ci forzano tutte le serrature.
Per quanto riguarda i denari, spiega a Cassel che ti deve restituire la cambiale se non la vuole pagare. Poi forse Baillut la pagherà.
Fa fare i conti a Gigot e fagli pagare almeno il resto.
Per quanto riguarda Breyer, devi andare ancora una volta da lui e mostrargli che volgarità sia sfruttare la mia iattura per non pagarmi. Almeno una parte te la deve procurare. La rivoluzione non gli è costata un soldo.
Qui la borghesia torna ad essere terribilmente sfacciata e reazionaria, mais elle verra [ma ne vedrà delle belle].
Bornstedt e Herwegh si comportano da mascalzoni. Hanno fondato qui un'associazione nero-rosso-oro contre nous [contro di noi]. Il primo sarà cacciato oggi dalla Lega.
(Marx, Lettera a Engels, 16 marzo 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 127-128)
 
Alla nota presentata dai signori Bornstedt ecc. stamattina, serva di risposta quanto segue:
1. A Marx non passa neppure per la testa di rispondere a chicchessia per un qualsiasi articolo di giornale tedesco.
2. A Marx non passa neppure per la testa di rispondere per un comitato o una deputazione dell'Associazione democratica tedesca, con cui egli non ha nulla a che fare.
3. Se i signori Bornstedt e Herwegh pretendono dichiarazioni, a titolo personale e non come membri di un comitato o di una associazione quale che sia, allora bisogna dire che già una volta in via privata e un'altra pubblicamente è stato detto al signor Bornstedt a chi deve rivolgersi.
(Marx e Engels, Lettera a Adalbert von Bornstedt e altri (copia scritta da Engels), 1º aprile 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 487)
 
Qui abbiamo già sottoscritto parecchio [Si riferisce alle azioni della “Neue Rheinische Zeitung”] , e quindi potremo cominciare presto. Ma ora è necessario che tu avanzi delle richieste al tuo vecchio e che in generale tu spieghi definitivamente quel che c'è da fare a Barmen e a Elberfeld. (…)
Quasi quasi verrei costà, se da voi non ci fosse tutta questa paura.
(Marx, Lettera a Engels, prima del 25 aprile 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 132)
 
Siccome la tua lettera arriva solo ora ch'è sera, non c'è più tempo di mettersi in giro per delle cambiali. Non c'è neanche più tempo di andare a casa mia. Ti mando quanto accludo, che è per l'appunto quello di cui dispongo, e inoltre un assegno di 50 talleri di Schulz a nome di un cittadino di Ginevra, dove tu puoi anche trovare altri aiuti.
Già da lungo tempo ho mandato a te e a Dronke a Parigi 50 talleri, e contemporaneamente il tuo passaporto a Gigot a Bruxelles.
Il giornale torna ad uscire, tale quale, dall'11 ottobre. Non è ora il momento di scriverti più in particolare, perché è necessario affrettarsi. Appena in qualche modo potrai, scrivi corrispondenze e articoli di una certa lunghezza. Ora, siccome sono tutti via eccetto Weerth, e Freiligrath è entrato solo da qualche giorno, io sono immerso nel lavoro fin sopra gli occhi, non arrivo a fare lavori più dettagliati, e oltre a ciò il tribunale fa di tutto per rubarmi il mio tempo.
Del resto il tuo vecchio ha scritto a Gigot chiedendo dove sei. A quel che dice ti vuole spedire del denaro. Io gli ho mandato il tuo indirizzo.
(Marx, Lettera a Engels, circa il 26 ottobre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 137)
 
Sono veramente sorpreso che tu non abbia ancora ricevuto denaro da me. Ti ho spedito io (non l'amministrazione) 61 talleri da tempo incalcolabile, 11 in moneta, 50 in cambiali a Ginevra, in busta all'indirizzo dato. Informati dunque e scrivi subito. Ho la ricevuta della posta e posso reclamare per riavere il denaro.
Inoltre avevo spedito 20 talleri a Gigot e più tardi 50 a Dronke per voi, sempre dalla mia cassa. Totale : 130 talleri circa.
Domani ti spedirò di nuovo qualcosa. Ma informati del denaro. Nella cambiale c'era insieme una raccomandazione per te ad un ricco filisteo di Losanna.
Io sono a corto di denaro. 1.850 talleri li avevo portati con me dal mio viaggio; 1.950 li ho ricevuti dai polacchi. 100 li ho consumati nel viaggio stesso. 1.000 talleri li ho anticipati al giornale (con quelli a te e agli altri profughi). 500 da pagare ancora per la macchina entro questa settimana. Restano 350. E inoltre non ho ancora ricevuto neppure un centesimo dal giornale.
Per quanto riguarda voi come redattori, io 1) ho comunicato subito fin dal primo numero che il comitato rimane lo stesso, 2) ho dichiarato a quegli scemi degli azionisti reazionari che restavano liberi di non considerarvi più come appartenenti al personale di redazione, ma che io restavo libero di pagare onorari tanto alti quanto io volessi, e che perciò loro dal punto di vista finanziario non avrebbero guadagnato nulla.
Sarebbe stato più ragionevole che io non avessi anticipato la grossa somma per il giornale, perché posso avere sulle spalle da tre a quattro processi per violazione della legge sulla stampa, posso essere imprigionato da un giorno all'altro e poi posso strillare per aver denaro come il cervo per aver l'acqua fresca. Ma si trattava di mantenere a tutti i costi questa fortezza e di non mollare la nostra posizione politica.
La cosa migliore – dopo che avrai sistemato a Losanna i tuoi affari pecuniari – è di andare a Berna e di eseguire il piano prestabilito. Inoltre puoi scrivere per tutto ciò che vuoi. Le tue lettere arrivano sempre abbastanza presto.
Che io abbia potuto piantarti in asso sia pure per un momento, è pura fantasia. Resti sempre il mio intimo, come spero di restare io per te.
Il tuo vecchio è un porco, a cui scriveremo una letteraccia degna di lui. K. Marx
(Marx, Lettera a Engels, metà novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 138-139)
 
Nel vostro Club democratico-monarchico [cioè l'Assemblea permanente di Düsseldorf, nella quale si trovavano membri del Club democratico popolare, dell'Associazione per una monarchia democratica e della Guardia civica] prendete queste decisioni:
1) Rifiuto generale di pagare le tasse – da propagandare specialmente nelle campagne;
2) gruppi di volontari a Berlino;
3) invio di denaro al Comitato centrale democratico di Berlino.
A nome del Comitato democratico della provincia di Renania [fondato nel luglio 1848 e presieduto da Marx] K. Marx
(privatamente)
Caro Lassalle,
se puoi mandarmi del denaro, siano i 200 telleri o anche il denaro per i buoni di prestito, te ne sarò molto obbligato. Mandalo a mia moglie, Cecilienstrasse 7. Oggi ho ricevuto un mandato di comparizione, è opinione generale che domani verrò arrestato. [Il 14 novembre 1848 Marx fu interrogato dal giudice istruttore per un articolo comparso nella “Neue Rheinische Zeitung”, ma non fu arrestato].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 13 novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 493)
 
I giornali ti sono stati spediti. Se non è stato fatto prima, la colpa è tutta di quel somaro di Korff che, essendo io affaccendatissimo, cosa che viene ancora aggravata da continui mandati di comparizioni, non aveva fino ad ora eseguito i miei ordini. Per ora rimani a Berna. Appena puoi venire, te lo scriverò. Sigilla meglio le tue lettere. Una era stata aperta, come ho segnalato nel giornale (naturalmente senza nominarti).
Scrivi in modo esauriente su Proudhon , e dato che sei un buon geografo, sulla merda ungherese (questo sciame di popoli). Nel Proudhon non dimenticarmi, poiché ora i nostri articoli passano in moltissimi giornali francesi.
Scrivi anche contro la repubblica federale, per il che la Svizzera offre l'occasione migliore.
K. Heinzen ha pubblicato la sua vecchia robaccia contro di noi.
Il nostro giornale si muove sempre sul piano della sommossa, ma malgrado tutti i mandati di comparizione evita nella sua rotta il code penal [codice penale]. Ora è molto en vouge [in voga]. Pubblichiamo anche tutti i giorni dei manifesti. La révolution marche [la rivoluzione va avanti]. Scrivi regolarmente.
Ho progettato un piano sicuro per spremere denaro dal tuo vecchio, poiché ora non ne abbiamo affatto. Scrivi una lettera bussando a denari (il più disperatamente possibile, a me), raccontando i casi che ti sono capitati fino ad ora, ma in modo che io la possa comunicare a tua madre. Il vecchio comincia ad aver paura.
Spero di rivederti presto.
(Marx, Lettera a Engels, 29 novembre 1848, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 140-141)
 
Il nostro giornale in questo momento è sans sou [senza un soldo]. Ma gli abbonati. [… parola non decifrata]. Quei somari si accorgono finalmente che le nostre profezie erano sempre giuste; se il governo non ci sopprime, ai primi di gennaio saremo a posto, e allora farò di tutto per ricompensarLa delle Sue collaborazioni. Le Sue corrispondenze sono indiscutibilmente le migliori che riceviamo, esse rispondono in pieno alla nostra tendenza, e poiché dal nostro giornale sono passate in giornali francesi, italiani o inglesi, Ella ha contribuito molto ad illuminare il pubblico europeo.
Non posso neppure descriverLe i sacrifici di denaro e di pazienza che ho dovuto sopportare per tenere in piedi il giornale. I tedeschi sono dei somari scriteriati.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 5 dicembre 1848), Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 494)

1849

Egregio Signore,
ieri l'altro due sottufficiali dell'8ª compagnia del 16º reggimento di fanteria sono venuti a casa mia per parlarmi in privato. Io ero partito per Düsseldorf. Perciò non furono ricevuti. Ieri pomeriggio sono venuti di nuovo due di questi signori chiedendo un colloquio privato.
Li feci entrare in una stanza nella quale li seguii immediatamente. Pregai i signori di accomodarsi e chiesi loro che cosa desideravano. Essi dichiararono di desiderare il nome dell'autore dell'articolo (n. 233 della “Neue Rheinische Zeitung” in data 28 febbraio) contro il signor capitano von Uttenhoven. Ai signori risposi: 1) che l'articolo in questione non mi riguardava, perché si trattava di una inserzione; 2) che essi erano liberi di pubblicare una controdichiarazione gratis; 3) che essi erano liberi di procedere legalmente contro il giornale. All'osservazione di questi signori, secondo cui l'intera ottava compagnia si riteneva offesa da quella inserzione, io replicai che solo le firme di tutti gli appartenenti dell'ottava compagnia avrebbero potuto convincermi dell'esattezza di questa affermazione, la quale del resto era irrilevante.
I signori sottufficiali mi dichiararono a questo punto che, se non avessi “consegnato” quell'uomo, essi non avrebbero potuto “trattenere i loro uomini”, e “sarebbe capitato un guaio”.
Replicai a quei signori che l'uso di minacce e intimidazioni era il meno adatto per ottenere qualcosa da me. Al che essi se ne andarono borbottando tra i denti.
(Marx, Lettera al Colonnello Engels, 3 marzo 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 505)
 
In questa lettera non ti scrivo per esteso. Prima mi devi rispondere se è arrivata intatta. Credo che le lettere vengano di nuovo aperte con amore.
Qui imperversa una reazione monarchica più sfacciata che sotto Guizot, paragonabile soltanto con quella dopo il 1815. Parigi è morne [cupa]. Inoltre il colera che infuria straordinariamente. Ciononostante mai a Parigi è stata più vicina di ora una colossale eruzione del cratere rivoluzionario. I particolari su di ciò più tardi. Sono a contatto con tutto il partito rivoluzionario e tra qualche giorno avrò a mia disposizione tutti quanti i giornali rivoluzionari. (…)
Da parte mia debbo chiedere che tu mi scriva almeno due volte la settimana regolarmente, e poi non appena accade qualche cosa d'importante.
Nella pagina letteraria della “Kölnische Zeitung” sul movimento del Palatinato, datato Dürkheim sulla Hardt, si dice tra l'altro:
“Il signor Marx, redattore della “Neue Rheinische Zeitung”, non è visto di buon occhio. Pare che egli stesso abbia dichiarato al Governo provvisorio che non è ancora venuto il momento suo, e che per ora si terrà in disparte”. Come va la faccenda? Questi disgraziati tedeschi di qui, coi quali del resto evito ogni incontro, cercheranno di diffondere la cosa a Parigi. Ritengo perciò opportuno che voi diciate addirittura in una corrispondenza sulla “Karlsruher” o sulla “Mannheimer Abendzeitung” che io sono a Parigi in qualità di rappresentante del Comitato centrale democratico . Lo ritengo utile anche perché per il momento, finché non è possibile raggiungere alcun risultato immediato, bisogna far credere ai prussiani che qui si macchinino terribili intrighi. Il faut faire peur aux aristocrates [bisogna far paura agli aristocratici].
Ruge qui è uno zero.
Che fa Dronke?
Del resto tu devi cercare di scovare in qualche parte del denaro per me. Tu sai che io ho dato via le ultime somme incassate, pour faire honneur aux obligations de la “Nouvelle Gazette Rhénane”, [per rispettare gli impegni della “Neue Rheinische Zeitung”], e nelle circostances [circostanze] attuali non posso né vivere del tutto ritirato, né tanto meno trovarmi in ristrettezze finanziarie.
Se ti è in qualche modo possibile, mandami un articolo in francese in cui riassumi tutta la faccenda ungherese.
(Marx, Lettera a Engels, 7 giugno 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 147-148-149)
 
Sono qui con la mia famille sans le sou [famiglia senza un soldo]. Eppure mi si è offerta una occasione con cui in un paio di settimane potrei fare dai 3 ai 4 mila franchi. Il mio opuscolo contro Proudhon, [“Miseria della filosofia”] che egli ha cercato di fare ignorare con tutti i mezzi, comincia infatti ad essere venduto qui, e dipende da me far pubblicare recensioni nei giornali più importanti, tanto da rendere necessaria una seconda edizione. Ma, perché questo mi sia utile, bisognerebbe che io comprassi gli esemplari ancora giacenti a Bruxelles e a Parigi e ne divenissi l'unico propriétaire [proprietario].
Con 3 o 400 talleri potrei fare questa operazione e contemporaneamente mantenermi qui per i primi tempi. Forse tu potresti aiutarmi in questo senso. (…)
Se da qualche parte non mi viene aiuto, sono perdu [perduto], perché anche la mia famiglia è qui, e gli ultimi gioielli di mia moglie hanno già preso la via del monte dei pegni.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 13 luglio 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 509-510)
 
Ti confesso che il comportamento di Lassalle desta il mio massimo stupore; mi ero rivolto personalmente a lui, e poiché io avevo prestato ad un dato momento del denaro alla contessa, e d'altra parte conosco la simpatia di Lassalle per me, ero ben lontano dal prevedere che sarei stato compromesso in questo modo. Al contrario, io gli avevo raccomandato la massima discrezione. Preferisco trovarmi nelle peggiori difficoltà che mendicare in pubblico. Gli ho scritto in proposito.
Questa faccenda mi fa andare su tutte le furie.
Parlons de politique, [parliamo di politica] perché così si dimenticano le porcherie private. In Svizzera la situazione si fa sempre più complicata, e adesso si aggiunge da parte italiana anche la Savoia. Sembra che l'Austria abbia il piano di ricuperare alla peggio in Italia ciò che ha perso con l'Ungheria. L'annessione austriaca del regno di Savoia costerebbe all'attuale governo francese la sua esistenza, se esso la tollerasse.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 31 luglio 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 513)
Sono stato molto in pena per te e mi sono proprio rallegrato nel ricevere ieri una lettera di tua mano. Avevo fatto scrivere da Dronke (che è qui) a tuo cognato per avere informazioni. Naturalmente non sapeva nulla.
Tutta la mia famiglia è qui, il governo ha tentato di confinarmi nel Morbihan, le paludi pontine della Bretagna. Finora ho evitato l'esecuzione della sentenza. Ma se devo scriverti con maggior precisione sia sulla situazione in cui mi trovo qui che sulla situazione generale, devi mandarmi un indirizzo più sicuro, perché qui le cose vanno molto male.
Ora tu hai l'occasione migliore per scrivere una storia o un pamphlet sulla rivoluzione del Baden-Palatinato. Senza la tua partecipazione alla guerra stessa noi non avremmo potuto farci avanti con le nostre opinioni su questa buffonata. Nel far ciò puoi sostenere brillantemente la posizione della “Neue Rheinische Zeitung” di fronte al partito democratico in generale. Io sono convinto che la cosa andrebbe e ti frutterebbe del denaro.
Ho avviato delle trattative per metter su a Berlino un periodico (mensile) di economia politica, che dovrebbe essere scritto principalmente da noi due.
Anche Lupus è in Svizzera, credo a Berna. Weerth è stato qui ieri, impianterà una agenzia a Liverpool. Il rosso Wolff abita qui da me.
La situazione finanziaria è naturalmente dissestatissima.
Freiligrath è ancora a Colonia. Se mia moglie non fosse in un état par trop intèressant, [stato troppo interessante] lascerei volentieri Parigi, appena mi fosse finanziariamente possibile.
Addio. I migliori saluti a Willich e scrivi a giro di posta all'indirizzo: M. Ramboz, rue de Lille 45.
(Marx, Lettera a Engels, (circa il 1° agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 150-151)
 
Da Engels ho ricevuto ieri una lettera; si trova in Svizzera ed ha partecipato come aiutante di Willich a quattro scontri.
La spada di Damocle pende ancora sulla mia testa: la mia espulsione non è stata annullata, né per ora essa viene eseguita.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, (intorno al il 1° agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 516)
 
Accetto volentieri la proposta di Rühl, se egli si assume tutto l'aspetto commerciale, del quale io non capisco nulla e per il quale riceverà provvigioni. (…)
Avresti già potuto ricevere l'articolo, se la malattia di mia moglie e di tutti i miei figli non mi avesse ridotto per otto giorni ad una specie di infermiere.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, (metà agosto) 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 518)
 
Non so se tu abbia regolarmente ricevuto la mia prima lettera – risposta alla tua prima lettera inviata a mia moglie – dato che il tuo indirizzo era molto approssimativo. Avrei anche già risposto alla tua seconda, se tutta la mia famiglia qui presente non fosse stata malata ed io perciò nell'impossibilità di farlo. Ti ripeto ancora una volta che pena mia moglie ed io abbiamo passato per causa tua e con che gioia e sorpresa abbiamo ricevuto notizie sicure da te.
Dalla data vedrai che il ministro degli interni, in seguito al mio reclamo, per il momento mi ha lasciato in pace a Parigi. Il dipartimento Morbihan, che mi era stato assegnato, in questa stagione è letale: le paludi pontine della Bretagna. Darti comunicazione scritta sull'affare del 13 giugno, non sarebbe prudente in questo momento. Io non credo, o almeno non so, se il segreto epistolare venga rispettato.
(Marx, Lettera a Engels, 17 agosto 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 152)
 
Sono stato relegato nel dipartimento del Morbihan, le paludi pontine della Bretagna. Capirai che non mi presto a questo mascherato tentativo di omicidio. Perciò lascio la Francia.
Per la Svizzera non mi danno il passaporto, perciò debbo partire per Londra, e precisamente domani. Intanto la Svizzera sarà presto chiusa ermeticamente, i topi sarebbero presi in trappola con un sol colpo.
Oltre a ciò: a Londra ho prospettive c o n c r e t e di fondare un giornale tedesco. Una parte del denaro è sicura.
Tu dovrai dunque venire subito a Londra. Lo esige inoltre la tua sicurezza. I prussiani ti fucilerebbero due volte: 1) per il Baden, 2) per Elberfeld. Che stai a fare in quella Svizzera in cui non puoi far nulla?
Non hai alcuna difficoltà a venire a Londra, sia sotto il nome di Engels che sotto il nome di Mayer. Appena dichiarerai di voler venire in Inghilterra, otterrai dall'ambasciata francese un foglio di via per Londra.
Ci conto come cosa certa. Tu non puoi restare in Svizzera. A Londra faremo affari.
Per ora mia moglie resta qui. Scrivile sempre allo stesso indirizzo: 45, rue de Lille, M. Ramboz.
Ma ancora una volta, io conto con sicurezza che tu non mi pianterai in asso.
(Marx, Lettera a Engels, 23 agosto 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 155)
 
Posso scriverti solo alcune righe, perché da quattro-cinque giorni ho una specie di colerina e sono terribilmente indebolito.
Mia moglie mi ha scritto di accusare ricevuta della tua lettera con i 100 franchi. Pensa quanto è infame la polizia parigina; hanno infastidito perfino mia moglie, e solo con difficoltà le è riuscito ottenere il permesso di rimanere a Parigi fino al quindici settembre, la data fino a cui avevamo affittato là la nostra abitazione.
Adesso mi trovo veramente in una situazione difficile. Mia moglie è in stato di avanzata gravidanza, il quindici deve lasciare Parigi e io non so dove trovare i soldi necessari per la sua partenza e il suo trasferimento qui.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 5 settembre 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 522)
 
Ti scrivo dopo un mucchio di tempo. Vessazioni borghesi di ogni genere, molte cose da sbrigare e infine la difficoltà con cui in generale scrivo lettere, debbono spiegarti il lungo silenzio. Finalmente sono riuscito a mettere in piedi la mia “Revue” post tot discrimina rerum, [dopo tante vicende di cose, Virgilio, Eneide] cioè ho uno stampatore e speditore ad Amburgo. Per il resto tutto viene fatto in conto privato. Il male è che in Germania passa sempre tanto tempo prima che si riesca a stampare.(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 19 dicembre 1849, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 525)
 
1850
 
Engels, Seiler, Weerth, Willich ed io non verremo all'assemblea stabilita per il 3 gennaio, e ciò tra l'altro per i motivi seguenti:
1. La lista dei profughi politici invitati è stata fatta in modo arbitrario. Così mancano per esempio C. Schramm e F. Wolff.
2. Non è stato invitato neppure uno degli operai che da anni sono alla testa della democrazia tedesca a Londra.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 1º gennaio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 530)
 
Sia per la nostra “Revue”, come anche per la sua trasformazione graduale in rivista bisettimanale e poi settimanale e quindi, secondo le circostanze, in un giornale quotidiano – e parimenti per gli altri nostri interessi di propaganda – abbiamo bisogno di denaro. Denaro lo si può avere solo in America, dove adesso tutti i rivoluzionari a metà – per esempio un certo Anneke che nel Palatinato se l'è data vergognosamente a gambe ed ha dimostrato di non essere neppure un soldato – fanno mèsse di pomi d'oro.
Perciò abbiamo deciso di mandare immediatamente C. Schramm in America come emissario. Per questo viaggio, nell'estensione in cui lo progettiamo, abbiamo bisogno di almeno 150 talleri.
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 10 gennaio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 531)
 
Dopo la lettera che Ella ha scritto ieri all'Associazione operaia, dovrei sfidarLa a duello, se Ella fosse ancora all'altezza di dare soddisfazione dopo le vergognose calunnie contro Engels e dopo il fondato verdetto di espulsione del comitato operaio. Io La attendo su di un altro terreno, per strapparLe dal viso l'ipocrita maschera del fanatismo rivoluzionario, dietro la quale Ella fino ad oggi è riuscita a nascondere abilmente i Suoi interessi meschini, la Sua invidia, la Sua vanità insoddisfatta e la Sua rabbia biliosa per il misconoscimento della Sua grande genialità da parte del mondo: un misconoscimento che ebbe inizio quando Ella fu bocciata all'esame di laurea.
Se avesse riflettuto un po', avrebbe dovuto presumere che, costretto in quanto testimone a comunicare una circostanza aggravante contro di Lei, nulla avrei tralasciato da parte mia per evitare uno scandalo che doveva compromettermi doppiamente: agli occhi dell'Associazione operaia, cui Ella fu raccomandata da me , agli occhi del pubblico per il quale Ella esiste solo grazie alla Sua collaborazione al mio giornale [“Neue Rheinische Zeitung”].
Le lettere che Lei mi ha scritto e che sono a disposizione per la pubblicazione, dimostrano che Ella ha tentato di tutto per impormi la parte del “Dalai-Lama democratico e proprietario del futuro”. Come può Ella provare che io abbia mai accettato una simile parte disgustosa? L'unica cosa che Lei poteva rimproverarmi era di non aver rotto immediatamente i rapporti con Lei e di non averLa denunciata agli altri dopo l'affare Klapka, sul cui carattere compromettente io Le dissi immediatamente e senza ambagi la mia opinione in presenza di testimoni. Confesso la mia debolezza. Solo la dichiarazione di Becker, secondo cui Ella quattro settimane prima dell'uscita del Suo opuscolo contro la “Westdeutsche Zeitung” sarebbe tornato a fargli profferte di collaborazione a quel giornale, questa dichiarazione, appoggiata dalle testimonianze di Freiligrath e Hagen, e solo le Sue calunnie contro Engels, inventate di sana pianta, mi hanno convinto del fatto che ciò che io avevo considerato come isolata sconsideratezza, era invece parte integrante di tutto un sistema. Del resto è stata una accortezza da parte Sua che Ella ieri abbia finito per non presentarsi alla data ultima, fissata da Willich su Sua richiesta. Ella sapeva che cosa aveva da attendersi da un confronto con me.
(Marx, Lettera a Eduard Müller-Tellering, 12 marzo 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 537-538)
 
Anche il Comitato dei profughi mi incarica di fare appello al vostro comitato. Noi abbiamo ora 60 profughi sulle spalle; alcune centinaia di espulsi dalla Svizzera sono già annunciati. Ben presto ci troveremo perciò ad avere esaurito la cassa per i profughi fino all'ultimo centesimo, e allora quella gente si troverà di nuovo in mezzo alla strada.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 9 aprile 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 539)
 
Come va la nostra “Revue”? E in particolare che fanno i soldi? La questione diventa tanto più urgente in quanto qui si fanno, da parte prussiana, tutti i passi presso il governo inglese per esiliarmi anche dall'Inghilterra. Se non mi trovassi senza un soldo, mi sarei già ritirato nell'interno dell'Inghilterra e il governo mi avrebbe perso d'occhio.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 8 giugno (nell'originale:maggio) 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 547)
 
Manda il denaro a Naut. Costui è un ingenuo somaro. Ti spiegherò la faccenda un'altra volta. Non prendertela per le lettere agitate di mia moglie; essa allatta e la nostra situazione qui è di una miseria talmente eccezionale, che perdere la pazienza diventa qualcosa di perdonabile.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 27 giugno 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 548)
 
Quando la rivoluzione di Giugno [insurrezione del proletariato parigino 23-26 giugno 1848] era attaccata da tutti i botoli ringhiosi della classe borghese, io ho difeso pubblicamente quei giorni terribili, che sono per me la manifestazione massima della lotta che la classe operaia conduce contro la classe dei capitalisti.
Se oggi non sarò presente a questa festa di emigrati, ciò avviene perché un malessere mi impedisce assolutamente di venire; ma il mio cuore è con voi.
(Marx, Lettera al presidente di una assemblea di profughi a Londra, 30 giugno 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 549)
 
Sulle mie vicende private e le svariate avventure che […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] un'altra volta.
Questa volta mi rivolgo a te per una questione privata […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato], che se ti è possibile, non mi negherai il tuo appoggio. Con la mia famiglia avevo stabilito di regolare le mie questioni finanziarie […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] settimane in Olanda con mio zio Philips, e a questo scopo dovevo partire per l'Olanda. Una […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato] malattia di mia moglie ha reso il mio viaggio sempre […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato]. Ora io potrò recarmi laggiù solo tra qualche settimana, perché due figlie di mio zio si sposano a brevi intervalli presso di lui, sicché le questioni finanziarie possono essere regolate solo qualche settimana più tardi.
Nel frattempo, confidando in questa faccenda, io avevo fatto una cambiale di 20 sterline (500 franchi), sulla base di questo arrangiamento, a una casa commerciale qui a Londra. La cambiale scade lunedì o mercoledì. Se non potessi pagarla avrei da aspettarmi un pubblico […] [Il margine destro del foglio è danneggiato e in parte strappato], che, data la situazione dei partiti quaggiù e dati i miei rapporti con la legazione prussiana e il governo inglese, potrebbe avere conseguenze assai sgradevoli.
Ora vengo a sapere che in questo momento Goegg dispone a Parigi di un notevole capitale. Vuoi scrivergli a giro di posta, spiegargli la situazione e chiedergli se può anticiparmi il denaro contro un impegno scritto o una cambiale. Periculum in mora [pericolo nel ritardo].
Fino alla sistemazione delle mie cose in Olanda sono letteralmente sprovvisto di un centesimo.
(Marx, Lettera a Karl Blind, 17 luglio 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 550-551)
 
Ti prego di sbrigare per conto mio il seguente affare:
Prendi in prestito da Schuster o da qualcun altro il denaro necessario per ritirare il mio argento al monte dei pegni di Francoforte, vendi poi l'argento a un orefice o a chiunque altro possa essere venduto a Francoforte, restituisci il denaro a colui che te lo avrà prestato per ritiralo e mandami il resto qua.
Tu e l'altra persona non correrete alcun rischio, perché se tu non potessi vendere la roba a un prezzo superiore, basta che tu la riporti al monte dei pegni.
D'altra parte la mia situazione adesso è tale, che io devo trovare denaro a tutti i costi, persino per poter continuare a lavorare.
Gli unici oggetti che ti prego di riportare al monte dei pegni, poiché non hanno un valore di vendita, sono 1. un piccolo bicchiere d'argento, 2. un piatto d'argento, 3. una piccola forchetta e coltello che si trovano in un astuccio – tutte cose della piccola Jenny.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 29 ottobre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 552)
 
Ti scrivo solo due righe. Stamattina alle dieci il nostro piccolo congiurato delle polveri, il piccolo Fox, [figlio di Marx] è morto . Improvvisamente, per una delle convulsioni che aveva avuto spesso. Pochi minuti prima ancora rideva e scherzava. La cosa avvenne in modo del tutto inaspettato. Puoi immaginarti il nostro stato. A causa della tua lontananza, proprio in questo momento siamo molto soli.
(Marx, Lettera a Engels, 19 novembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 157)
 
La tua lettera ha fatto molto bene a mia moglie. Si trova in uno stato davvero pericoloso di agitazione e di deperimento. Aveva allattato lei stessa il bambino e se l'era tenuto in vita nelle condizioni più difficili e coi più grandi sacrifici. Inoltre il pensiero che il povero piccolo è stato una vittima della miseria borghese, sebbene non sia mancata a lui particolarmente nessuna cura.
Il signor Schramm si è del tutto inseilerito [allusione a Sebastian Seiler] e si trova in uno dei suoi periodi più schifosi. Per due giorni, cioè il 19 e il 20 novembre non si è fatto vedere per niente da noi, poi venne un minuto e subito riscomparve dopo alcune frasi insulse. Nel giorno dei funerali aveva annunciato che ci avrebbe accompagnato, viene un momento prima dell'ora stabilita, non dice una parola dei funerali, ma racconta a mia moglie che ha molta fretta di andarsene per non arrivare troppo tardi a pranzo da suo fratello. Capirai come con l'attuale stato d'irritazione di mia moglie il comportamento di quest'uomo, che ha goduto di tanta amicizia in casa nostra, debba offenderla.
(Marx, Lettera a Engels, 23 novembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 158)
 
Per alcuni giorni sono stato seriamente malato, e così ricevi questa lettera con l'avviso che ho ricevuto i due post office orders [vaglia postali] più tardi di quanto fosse nei miei desideri. A Seiler ho fatto arrivare i 7 scellini e mezzo. Per quanto riguarda l'“Indépendance”, per il momento noi due non siamo in debito di nulla con lui, perché lui a tempo opportuno s'è fatto cacciar fuori dal suo padron di casa, e in compenso delle 10 sterline che gli deve, non gli ha lasciato altro che l'“Indépendance” non pagata, 18 pence di beni mobili e due o tre libri cha ha avuto in prestito da me e da altri. Lui possiede veramente in a high degree [alto grado] il talento di liquidare all'americana l'eccedenza delle sue uscite sulle sue entrate.
Il grande Heilberg è arrivato qui con una soi-disant [sedicente] giovane moglie. Non ho ancora avuto l'onore di vedere questo favoloso personaggio, che naturalmente ci è stato restituito dal di là dell'oceano molto ingrandito: un concorrente pericoloso per Seiler. Ha completamente messo sotto sequestro Bamberger, lo chiama “fratellino” e chiama “zietta” la vecchia Amschel.
Della nostra “Revue” non ho ancora né visto né sentito nulla. Sto in trattative con Colonia per la pubblicazione della rivista trimestrale.
In parte per la mia indisposizione, in parte di proposito mi trovo nei Pulteney stores [magazzini Pulteney] con gli altri ormai soltanto nei giorni di riunione ufficiale. Siccome i signori hanno tanto discusso se questa compagnia sia fastidiosa o no, lascio naturalmente a loro stessi il mettersi d'accordo l'uno con l'altro sulle gradevolezze della loro conversazione. Ma io mi rendo prezioso. Noi due abbiamo fatto l'esperienza che con queste persone si diminuisce di valore nella stessa misura in cui ci si accosta a loro liberamente. Inoltre io sono stanco di loro e voglio impiegare il mio tempo nel modo più produttivo possibile. (…)
Quando lessi il manifesto Ledru-Rollin, Mazzini, Ruge ecc. ai tedeschi, nel quale li si invita a cantare i canti del Bardo e si ricorda loro che i loro antenati si chiamavano “Franchi”, e in cui il re di Prussia aveva già convenuto di lasciarsele suonare dall'Austria, credetti che non fosse possibile niente di più stupido. (…)
Devi riflettere seriamente su che cosa vuoi scrivere. L'Inghilterra non va, perché ci sono già due lavori in proposito, forse tre con quello di Eccarius. Anche sulla Francia non c'è molto da dire. Non potresti magari prendere una buona volta di petto i pidocchiosi italiani con la loro rivoluzione, riallacciandoti alle ultime cose di Mazzini? (il suo “Repubblica e monarchia ecc.” ; e la sua religione, il papa ecc.).
[Poscritto di Jenny Marx]
Caro Signor Engels,
la Sua affettuosa partecipazione alla sorte che ci ha così gravemente colpito con la perdita del nostro caro piccino, la mia povera creaturina, mi ha fatto molto bene, tanto più che nelle ultime dolorose giornate ebbi motivo di lamentarmi molto amaramente del nostro amico Schramm. Mio marito e noi tutti abbiamo sentito molto la Sua mancanza e abbiamo tanto desiderato di averLa tra noi. Tuttavia mi rallegro molto che Lei sia lontano di qui e sulla via di diventare un grande Cotton-lord [magnate del cotone]. (...)
Speriamo di vederLa a Natale.
Sua Jenny Marx
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1850, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 162-163-166-167-168)
 
1851
 
Ti sarò molto obbligato se tu, s'il est possible [se è possibile], mi spedirai subito il denaro. La mia padrona di casa è very poor [molto povera]; sono già due settimane che non la pago, e lei insiste in modo terribilmente energico.
Ieri nella riunione del circolo è comparso Wolff; ma non Liebknecht e Scharmm. Accolti i nuovi statuti [della Lega dei Comunisti formulati da Marx ed Engels], ho aggiornato questa merda a tempo indeterminato.
La nostra “Revue” probabilmente uscirà in una nuova edizione in Svizzera. Prepara dunque something [qualcosa], affinché in caso di necessità io abbia ready [pronto] il manoscritto.
(Marx, Lettera a Engels, 6 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 173)
 
Ti scrivo oggi per sottoporti una quaestiuncula theoretica, naturalmente naturae politico-economicae [questioncina teorica, naturalmente di natura politico-economica].
Tu sai, per cominciare ab ovo [dalle origini], che secondo la teoria di Ricardo sulla rendita, questa non è altro che la differenza tra i costi di produzione e il prezzo del prodotto del terreno, o, come anche egli si esprime, la differenza tra il prezzo a cui la terra peggiore deve vendere per rifarsi le spese (calcolando sempre nelle spese il profitto e gli interessi dell'affittuario), e quello a cui può vendere la terra migliore.
Secondo lui il salire della rendita, stando all'esposizione che lui stesso fa della sua teoria, dimostra:
1) Che si fa ricorso a terreni di qualità sempre peggiore, oppure che la stessa quantità di capitale, investita successivamente nello stesso terreno, non dà lo stesso prodotto. In una parola: la terra peggiora nella stessa misura in cui la popolazione è costretta a chiederle di più. Diventa relativamente meno fertile. Nel che Malthus ha poi trovato la base concreta per la sua teoria della popolazione, e i suoi scolari cercano ora la loro ultima ancora di salvezza.
2) Che la rendita può salire soltanto quando sale il prezzo dei cereali (almeno restando nella legalità economica ); deve calare quando questo cala.
3) Che quando la rendita totale di tutto un paese sale, la cosa si può spiegare soltanto col fatto che si sia messa a coltura una grandissima estensione di terreno relativamente peggiore.
Ora, la storia contraddice dappertutto a queste tre propositions [affermazioni].
1) Non vi è dubbio che col progresso della civiltà vengano messi a coltura terreni di qualità sempre peggiore. Ma non vi è neanche dubbio che, in seguito al progresso della scienza e dell'industria, questi terreni di qualità peggiore siano relativamente buoni in confronto a quelli buoni di prima.
2) Dal 1815 il prezzo dei cereali è calato in modo irregolare, ma costante, da 90 a 50 scellini e anche meno, prima dell'abolizione delle leggi sul grano. La rendita è salita in modo costante. Questo in Inghilterra. Mutatis mutandis [fatte le dovute differenze] in ogni paese del continente.
3) In tutti i paesi troviamo, come già notò Petty, che, quando il prezzo dei cereali calava, la rendita totale del paese saliva.
Ciò che maggiormente importa in tutta questa faccenda è che si compensi la legge della rendita col progresso della produttività dell'agricoltura in generale, e questo è l'unico modo con cui si possano in primo luogo spiegare i fatti storici, e in secondo luogo si possa scartare la teoria di Malthus del peggioramento non solo delle braccia, ma anche della terra.
Credo che la cosa sia semplicemente da spiegare nel modo seguente.
Poniamo che a un dato grado di sviluppo dell'agricoltura il prezzo del quarter di grano sia di 7 scellini e che un acro di terra, della migliore qualità, che dà una rendita di 10 scellini, produca 20 bushels [misure di capacità inglesi]. Il reddito dell'acro è dunque = 20x7, cioè 140 scellini. I costi di produzione comportano in questo caso 130 scellini, 130 scellini è dunque il prezzo del prodotto del peggiore dei terreni messi a coltura.
Poniamo ora che abbia luogo un generale miglioramento dell'agricoltura. Presupponendo questo, ammettiamo contemporaneamente che la scienza, l'industria e la popolazione siano in fase di sviluppo. Una produttività del terreno, generalmente accresciuta attraverso miglioramenti, presuppone queste condizioni, a differenza di una produttività dovuta soltanto al caso di una stagione favorevole.
Il prezzo dei cereali cali da 7 a 5 scellini per quarter. Il terreno migliore, n. 1, che prima produceva 20 bushels, produca ora 30 bushels. Adesso frutta dunque, invece di 20x7, cioè 140 scellini, 30x5, cioè 150 scellini. Cioè una rendita di 20 scellini invece della rendita di 10 scellini di prima. Il terreno peggiore, che non dà nessuna rendita, deve produrre 26 bushels, perché, secondo la nostra precedente supposizione, il prezzo necessario per esso è di 130 scellini e 26x5 = 130. Se il miglioramento, cioè il generale progresso della scienza che va di pari passo col progresso complessivo della società, della popolazione ecc., non è tanto generale che il terreno peggiore che si debba mettere a coltura possa produrre 26 bushels, allora il prezzo dei cereali non può calare a 5 scellini per quarter.
I 20 scellini di rendita esprimono, come prima, la differenza tra i costi di produzione e il prezzo dei cereali sul terreno migliore oppure quella tra i costi di produzione del terreno peggiore e quelli del terreno migliore. Il primo terreno rimane – relativamente – sempre altrettanto poco produttivo, in confronto al secondo, quanto lo era prima. Ma la produttività generale è aumentata.
Supponiamo semplicemente che, se il prezzo dei cereali cala da 7 a 5 scellini, il consumo – cioè la domanda – cresca in misura corrispondente, cioè che la produzione non superi la domanda che è lecito attendersi dato il prezzo di 5 scellini. Quanto questa supposizione sarebbe falsa, nel caso che il prezzo fosse calato da 7 a 5 in seguito a un raccolto eccezionalmente rigoglioso, tanto essa è necessaria nel caso di un aumento di produttività graduale e realizzato dai produttori stessi. In tutti i casi si tratta soltanto della possibilità economica di questa ipotesi.
Ne segue:
1) Che la rendita può salire, sebbene il prezzo del prodotto del terreno cali, e che tuttavia la legge di Ricardo rimane giusta.
2) Che la legge della rendita, come Ricardo la presenta in una formula semplicissima, a prescindere da come la sviluppa, non presuppone la diminuzione della produttività del terreno, ma soltanto, malgrado la produttività del terreno generalmente crescente con lo sviluppo della società, una differente produttività dei terreni o un differente risultato del capitale successivamente investito nello stesso terreno.
3) Che quanto più generale è il miglioramento del suolo, tanto più numerose qualità di terreni abbraccerà, e la rendita totale di tutto il paese può salire, sebbene il prezzo dei cereali in generale cali. Posto p. es. l'esempio su riferito, quel che conta è soltanto il numero dei terreni che producono più di 26 bushels a 5 scellini senza doverne per l'appunto produrre 30, cioè la maggiore o minore varietà della qualità dei terreni che stanno tra il migliore e il peggiore. Ciò non riguarda la ratio [l'ammontare] della rendita del terreno migliore. Non riguarda affatto direttamente la ratio della rendita.
Tu sai che tutto il segreto della rendita sta nel fatto che essa è generata dall'equiparazione del prezzo per risultati di differenti costi di produzione, ma che questa legge del prezzo del mercato non è altro che una legge della concorrenza borghese. Rimarrebbe tuttavia, anche dopo l'abolizione della produzione borghese, il punto nero, che la terra diverrebbe relativamente meno produttiva, che con lo stesso lavoro si produrrebbe successivamente di meno, anche se il terreno migliore non producesse più, come in regime borghese, prodotti così vari come il terreno peggiore. Questa difficoltà cadrebbe con quanto s'è detto sopra.
Ti prego di dirmi la tua opinione su questo punto.
Poiché ti ho annoiato con questa merda, ti mando come refrigerio il seguente pacco di lettere del dott. Magnus Gross (o due volte grande Gross! Gross grande tra i grandi!) [gioco di parole con l'aggettivo “gross”] da Cincinnati. Troverai che se Monsieur Gross non è grand, è in ogni caso gros [grand francese = grande; gros (francese) = grasso)]. Tellering II in nuce [in piccolo]. Davvero tutti i coblenzesi si assomigliano. Rimandami questa roba e se vuoi e ne hai tempo e voglia, con una riga per Dronke.
(Marx, Lettera a Engels, 6 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 174-175-176-177)
 

Tu sei taciturne comme la mort [taciturno come la morte]. Ti mando qui acclusa 1) una dichiarazione di Oswald Dietz contro Pfänder e Bauer nella “Nationalzeitung” di Basilea, 2) un pettegolezzo che il signor A. Ruge ha confezionato contro di noi insieme con Struve e Willich. Mi devi rimandare questo sudiciume al massimo fra due giorni, e dirmi che cosa dobbiamo fare contro il n. 2. Se vuoi stendere una specie di dichiarazione, mandami anche quella.
(Marx, Lettera a Engels, 22 gennaio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 181)
Studi fisiologia sulla Mary o su altri testi? Nel primo caso capisco che questo n'est pas de l'hébreux [non è ebraico ] e neanche russo.
Per ora la mia nuova teoria della rendita mi ha soltanto procurato quella fiera coscienza di sé a cui ogni galantuomo necessariamente aspira. Comunque, sono contento che tu ne sia contento. Il rapporto inversamente proporzionale tra la fecondità della terra e la fecondità umana doveva impressionare profondamente un padre di famiglia dalle reni gagliarde com'io sono, e tanto più che mon mariage est plus productif que mon industrie [il mio matrimonio è più produttivo della mia professione].
Ora ti presento soltanto una illustrazione della teoria della currency [circolazione monetaria], il cui studio da parte mia potrebbe essere caratterizzato dagli hegeliani come studio dell' “altro da sé” dell' “estraneo”, in breve del “sacro”.
La teoria del signor Loyd e tutti frutti [tutti gli altri] da Ricardo in poi consiste in quanto segue:
Poniamo di avere una currency puramente metallica. Se all'interno fosse esuberante, i prezzi salirebbero, e quindi l'esportazione di merci diminuirebbe. La loro importazione dall'estero aumenterebbe. Così le importazioni supererebbero le esportazioni. Quindi bilancia commerciale sfavorevole. Cambio sfavorevole. Si esporterebbe denaro contante, la currency si contrarrebbe, i prezzi delle merci cadrebbero, le importazioni diminuirebbero, le esportazioni aumenterebbero, riaffluirebbe denaro, in breve, la situazione tornerebbe all'antico equilibrio.
Altrettanto, mutatis mutandis [fatte le dovute differenze], nel caso contrario.
Morale: poiché la carta moneta deve seguire il movimento della metallic currency, poiché qui deve intervenire una regolamentazione artificiale al posto di quella che nell'altro caso è legge naturale, la Bank of England deve aumentare l'emissione di carta moneta quando affluisce il bullion [oro e argento in verghe] (p. es. con l'acquisto di government securities, Exchequer bills [titoli di Stato, Buoni del tesoro] ecc.) e diminuirla quando il bullion cala, riducendo il suo sconto o vendendo titoli di Stato. Ora io affermo che la banca deve agire, al contrario, aumentare il suo sconto quando il bullion diminuisce, e lasciarlo andare per la sua strada quando quello cresce. Sotto pena di intensificare senza necessità la crisi commerciale che si sta sviluppando. Ma tornerò sull'argomento une autre fois [un'altra volta].
Quello che io voglio qui spiegare riguarda i fondamenti elementari della questione. Io affermo infatti che, anche in caso di una currency puramente metallica, l'ammontare della stessa, la sua estensione e contrazione non hanno niente a che fare con l'afflusso e il deflusso dei metalli preziosi, con la favorevole o sfavorevole bilancia commerciale, col cambio favorevole o sfavorevole eccetto che in casi estremi, i quali praticamente non si verificano mai, ma che sono determinabili in teoria. Tooke fa la stessa affermazione; ma io non ne ho trovato alcuna prova nella sua “History of prices” per il 1843-1847.
Vedi che la cosa è importante. In primo luogo tutta la teoria della circolazione ne resta invalidata nei suoi fondamenti. In secondo luogo resta dimostrato come il corso delle crisi, per quanto il sistema creditizio ne sia una condizione, ha a che fare con la currency solo in quanto pazzi interventi del potere statale per regolarla possono aggravare, come nel 1847, la crisi già esistente.
(Marx, Lettera a Engels, 3 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 191-192)
 
Quando scrivevi che sarebbe venuto presto il momento di attaccare Louis Blanc, eri a dir poco clairvoyant [chiaroveggente].
(Marx, Lettera a Engels, 10 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 201)
 
Proprio adesso vengo a sapere che questa sera ha avuto luogo un comizio nella Tottenham Court Road per la morte di Bem . Alla tribuna sedevano: Presidente: Schapper ecc., Louis Blanc e gli altri membri del nuovo comitato della Lega fra i popoli. Nelle prime file dell'uditorio sedevano Harney e signora. La Great Windmill Street formava il grosso dell'uditorio stesso. Schapper tenne tra gli applausi, in lingua inglese, il suo inevitabile discorso: war to the knife! [guerra al coltello!] Louis Blanc non parlò meglio. Vive la guerre! [Viva la guerra!] Tausenau, anche lui presente, parlò di Bem. Harney tenne una lunga e a quanto si dice buona chiacchierata, a conclusione della quale gridò evviva a Blanqui, Barbès e per buon ultimo a Louis Blanc, come al messia socialista.
Qu'en dis-tu? [Che ne dici]
Se tu intervenissi a un comizio presieduto da Th. Clark Esq., e se dessi veramente peso con la tua presenza e i tuoi discorsi al comizio, l'amico Harney riterrebbe ciò cosa leale?
Non basta dunque ch'egli amoreggi nel suo “Friend of the People” con Ruge, deve amoreggiare indirettamente anche con gli Schapper-Willich.
Domenica scorsa mi aveva fatto chiamare. Lo scopo era di indurre Jones ad accettare il titolo di “Friend of the People”. Io non ci sono andato. Per questo scopo si può rivolgere a L. Blanc, Landolphe, Schapper o Willich. Io sono fatigué [stanco] di questo incenso con cui Harney non si stanca di aspergere pubblicamente les petits grands hommes [i piccoli grandi uomini].
A prescindere da questo incidente che anche tu Brute [tu Bruto] (Harney), se non prendi partito contro di noi, almeno reciti la parte dell'apartitico, mentre Engels lavora per te a Manchester, Eccarius scrive sul tuo giornale ed io all'occasione mi lavoro Jones per te; a prescindere da questo, mi piace molto il pubblico autentico isolamento in cui ci troviamo ora noi due, tu ed io. Corrisponde del tutto alla nostra posizione e ai nostri princìpi. Il sistema delle reciproche concessioni, dei mezzi termini tollerati per correttezza, e il dovere di assumersi davanti al pubblico la propria parte di ridicolaggine nel partito insieme con tutti quei somari, son cose finite.
Ebbene, ti prego di rispondere presto anche a queste righe. Qui mi incontro quasi soltanto con Pieper, e vivo in assoluto ritiro. Capirai dunque che sento tanto più la tua mancanza e che ho il bisogno di aprirmi con te.
(Marx, Lettera a Engels, 11 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 203-204)
 
Da una settimana non hai avuto nessuna mia notizia, in primo luogo perché aspettavo i documenti da Colonia e te li volevo comunicare, poi perché dovevo aspettare particolari più precisi sul nostro ex friend [ex amico: Harney]. Gli uni non sono ancora arrivati. Sull'altro ora sono informato più esattamente.
Harney ha ricevuto puntualmente la tua lettera.
A quanto mi racconta Tessier du Mothay, che ora è qui, la storia di Louis Blanc ha avuto questa origine:
La società della Church Street si fece passare per una società filantropica per l'aiuto ai réfugiés [profughi] politici francesi. Ledru-Rollin, L. Blanc, Adam, in breve ognuno vi prese parte con questo pretesto. La politica ne era esclusa in base agli statuti. Si aprì poi la prospettiva del 24 febbraio. Sai che una simile occasione di rendersi importante viene considerata dai francesi con tanto margine di tempo e con tanta solennità quanto, putacaso, il parto di una donna incinta. Anche se la società è solo una società filantropica, si disse, però i membri di essa nella loro qualità di francesi dovevano festeggiare il 24 febbraio. Fu stabilita una serata per il dibattito di questa grossa faccenda. Ledru-Rollin e Blanc erano presenti tutti e due a questa serata. Quest'ultimo tenne un lungo discorso gesuitico, preparato da tempo, combinato secondo le regole dell'arte, nel quale cercò di dimostrare che un banchetto politico contrastava con gli statuti della società, avrebbe mostrato alla Francia soltanto i dissensi di essa, ecc. E tra molti gemiti sulla fraternité [fratellanza] questo gnomo còrso diede sfogo alla sua rabbia per non essere stato ammesso nel Governo provvisorio da Ledru-Rollin e Mazzini. Gli fu risposto. Malgrado il suo discorso, di cui il più schietto ammiratore fu lui stesso, fu deciso di tenere il banchetto.
(Marx, Lettera a Engels, 23 febbraio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 211-212)
 
Devi avere degli specialissimi ronzini alla posta, poiché tutte le mie lettere arrivano tardi.
Saprai benissimo, se hai letto per bene tutte le lettere che hai ricevuto, che tutto quello che tu consigli è già avvenuto; ad eccezione dello schiaffo a Landolphe, che io non approvo. Se c'è uno che deve essere offeso, questi dev'essere il piccolo scozzese-hip-hip-hip-hurrà George Julian Harney e nessun altro, e poi è Harney che deve imparare a tirar con la pistola.
Avevo davanti a me le tue due lettere per Harney; ho spedito la prima , perché secondo la mia opinione era scritta meglio ed era più adatta della seconda edizione riveduta e corretta.
Tanto a Harney che a Landolphe si è già minacciato abbastanza un'azione legale. Il tuo timore che Landolphe testimoni contro Schramm è infondato. Piuttosto giurerà che Schramm si è rivolto a lui, membro del comitato, prima dello scandalo, per mettere ordine tra la masnada.
Poiché dunque la “minaccia” dell'azione legale è vana, que faire [che fare], se non incassare tranquillamente bastonate, il titolo di spia e il trionfo di Schapper e Willich?
Tutti i tuoi timori di uno scandalo sono giusti. Ma si avrà un avvocato sharp [cavilloso] anche dalla parte nostra. Un po' meno o un po' più di discredito può essere del tutto indifferente per Schramm. Ma se lascia stare la cosa ora, dopo che i francesi della Church Street vi si sono immischiati, è perdu [perduto], a meno che non ottenga pubblicamente soddisfazione dai cartisti o che non porti la cosa in tribunale. Una delle due.
Jones, come ti ho scritto, non era al comizio di lunedì. Avevo fissato con lui un incontro a casa mia, ma già martedì mi precipitai da lui, non lo trovai, gli lasciai un biglietto, che per carità venisse mercoledì. Non venne. Andai giovedì. Non fui introdotto. Lasciai un biglietto con cui lo invitavo. Non venne. Giovedì sera gli scrissi una lettera dettagliata, nella quale gli narravo, in modo pacato, semplice, chiaro, tutta questa merda a cominciare dalle origini, gli davo una visione prospettica di quel succedersi di eventi nauseabondi, gli chiedevo pubblica soddisfazione e infine lo invitavo a venirmi a trovare per parlarne. Non viene, sebbene fosse in città, e non arriva neanche risposta da parte sua. Dunque Jones è stato palesemente lavorato dal piccolo intrigante scozzese [Harney], che teme di farlo incontrare con me. Vedi dunque: da parte dei cartisti nessuna prospettiva di avere pubblicamente soddisfazione. Resta soltanto l'azione legale. Adviendra qui pourra [Avvenga qualunque cosa]. Soltanto, la cosa è spiacevole, perché con questa storia Pieper ci rimette il posto, e noi forse ci troviamo addosso plus ou moins [più o meno] la plebaglia cartista.
L'introduzione della legge per gli stranieri sarebbe l'avvenimento più gradevole per noi. Che sono quegli asini senza dimostrazioni pubbliche quotidiane?
C'è soltanto un mezzo ancora per sistemare la faccenda, senza spingerla all'estremo dello scandalo, ed è che tu venga qui immediatamente , ma senza indugi. Potresti alloggiare da me, poiché adesso ho affittato due stanze in più. Altro mezzo, te lo dichiaro una volta per tutte, non c'è.
Le lettere confondono, mandano per le lunghe, non combinano nulla.
(Marx, Lettera a Engels, sabato 1° marzo 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 232-233)

Mentre tu ti dai alla storia militare, io conduco una piccola guerra nella quale rischio di soccombere by and by [a poco a poco] e nella quale né Napoleone né lo stesso Willich – il Cromwell comunista – avrebbero trovato una via d'uscita.
Tu sai che il 23 marzo dovevo pagare 31 sterline e 10 scellini al vecchio Bamberger, e il 16 altre 10 sterline all'ebreo Stiebel, tutto per cambiali in corso. Per prima cosa avevo fatto chiedere a mia suocera direttamente da Jenny. La risposta fu che il signor Edgar è stato di nuovo spedito nel Messico col resto dei denari di Jenny e che io non potevo spremere neanche un centesimo.
Poi scrissi a mia madre, le minacciai di spiccare una tratta su di lei e in caso di mancato pagamento di andare in Prussia e farmi mettere in gattabuia. Quest'ultima cosa l'avevo davvero in mente per questa eventualità, ma questa risorsa veniva naturalmente a mancare dal momento in cui i somari cominciarono a ragliare sui giornali sull'allontanamento degli operai da me, sul crollo della mia popolarità e su cose del genere. Altrimenti la cosa avrebbe avuto l'apparenza di un colpo di scena politico, come una più o meno premeditata imitazione di Gesù Cristo-Kinkel. A mia madre avevo notificato come termine il 20 marzo.
Il 10 marzo mi scrisse che avrebbero scritto ai parenti; il 18 marzo scrive che i parenti non avevano scritto, il che doveva significare: la faccenda è chiusa. Le risposi subito che si restava alla mia prima lettera.
A Stiebel pagai il 16 marzo le sue 10 sterline con l'aiuto di Pieper. Il 23 marzo, dopo che ebbi fatto una quantità di passi inutili, la cambiale del vecchio Bamberger dovette esser protestata. Ebbi una scena orribile col vecchio, che oltre a ciò ha inveito orribilmente contro di me dal degno Seiler. Quel somaro aveva chiesto informazioni su di me dal banchiere Lautz per mezzo del suo banker [banchiere] di Treviri. Questo tipo, banchiere della mia vecchia e mio nemico personale, scrisse naturalmente le più grosse sciocchezze su di me e inoltre montò la mia vecchia contro di me.
Di fronte al vecchio Bamberger non mi restava altro che rilasciargli due cambiali, una a nome suo a Londra, con la scadenza quattro settimane dopo il 24 marzo, l'altra a nome della mia vecchia a Treviri con scadenza a tre settimane, per coprire la prima. Ne detti subito comunicazione alla mia vecchia. Oggi ricevo insieme alla sua lettera una della mia vecchia, nella quale essa si scaglia contro di me in modo impertinentissimo e per di più pieno di indignazione morale, e mi dichiara positivamente che protesterà ogni cambiale fatta da me a suo nome.
Così dunque per il 21 aprile devo aspettarmi le cose peggiori dal vecchio Simon Bamberger inferocito.
Nello stesso tempo, il 28 marzo, mia moglie ha partorito. Il parto è stato facile, però lei ora sta molto male, per motivi più borghesi che fisici. Inoltre non ho in casa, verbalement [letteralmente], neanche un farthing [quattrino], ma tanto più ho conti col piccolo commercio, dal macellaio, dal fornaio, and so forth [e così via].
Dalla Scozia avrò una copia del testamento fra sette o otto giorni. Se c'è qualche cosa da fare in questo senso, il piccolo Bamberger la farà, nel suo proprio interesse. Ma io non ci posso fare assegnamento.
Concederai che tutta questa merda è passablement [discretamente] gradevole e che io sto immerso fino alla cima dei capelli nello schifo piccolo-borghese.
E inoltre avremmo anche sfruttato gli operai! e tenderemmo alla dittatura! Quelle horreur! [Che orrore!]
Mais ce n'est pas tout! [Ma non è tutto!] L'industriale che da Treviri mi prestò denaro quando ero a Bruxelles, mi sta alle costole e lo rivuole indietro, perché la sua ferriera andrebbe male. Tant pis pour lui [Tanto peggio per lui]. Non posso far niente per lui.
Ma infine, per dare alla vicenda una punta tragicomica, ci si aggiunge anche un mystère [mistero], che ora ti svelerò en très peu de mots [in pochissime parole]. Ma proprio ora mi interrompono e debbo andare da mia moglie per far l'infermiere. Sicché l'altra cosa, nella quale anche tu hai una parte, per la prossima volta.
A proposito! Come calcolano i commercianti, fabricants [industriali] ecc. la parte del loro introito che consumano loro stessi? Anche questo denaro lo si prende dal banker o come ci si regola? Ti prego di rispondermi sull'argomento.
(Marx, Lettera a Engels, 31 marzo 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 246-247-248)
 
Il tuo vaglia mi è arrivato proprio a proposito. E questa volta la rapidità ha decuplicato il capitale, come le rendite ferroviarie du Signore [del Signore] Proudhon.
Puoi immaginarti che io non sto ozioso. E con gli anticipi che tu fai, spero di mettere insieme da diverse parti del mondo quanto manca.
Sul mystère [mistero] non ti scrivo, perché, coûte que coûte [costi quel che costi], alla fine di aprile verrò in ogni caso da te. Debbo uscire di qua per otto giorni.
La cosa peggiore è che ora sono improvvisamente ostacolato nei miei studi in biblioteca. Sono tanto avanti che entro cinque settimane sarò pronto con tutta la merda economica. Et cela fait [E fatto ciò], porterò a termine a casa il lavoro sull'Economia e nel British Museum mi butterò su di un'altra scienza. Ça commence à m'ennuyer. Au fond [Questa roba comincia ad annoiarmi. In fondo] questa scienza da A. Smith e D. Ricardo in poi non ha più fatto progressi, per quanto molto anche si sia fatto in singole ricerche, spesso prelibatissime.
Rispondimi alla domanda che ti ho posto nella mia ultima lettera.
Poiché ora ti occupi di scienza militare, non potresti studiare di nuovo le campagne ungheresi, con l'aiuto della “Neu Rheinische Zeitung”, del blue book di Palmerston ecc? Ça serait très utile [Ciò sarebbe utilissimo]. Entro un tempo più o meno breve pubblicherò due volumi di 60 fogli di stampa, e allora questo starebbe proprio al posto suo. Se vuoi sapere particolari su intrighi, battaglie, personalità, non hai bisogno d'altro che di mandarmi le lettere – aperte – con l'indirizzo: Alla signora Baronessa von Beck. Ho stretto relazione con lei. Era una spia di Kossuth. Ed è una vera cronaca per le porcherie ungheresi. Il faut l'exploiter [Bisogna sfruttarla].
È troppo stupida per saper nascondere la verità. Ho fatto esperimenti in questo senso.
(Marx, Lettera a Engels, 2 aprile 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 249-250)
 
… I comunisti debbono far vedere che le verità tecnologiche già raggiunte possono diventare pratiche solo nelle condizioni del comunismo...
(Marx, Lettera a Roland Daniels, maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 565)
 
Ti mando qui sotto una copia dell'articolo sull'impiego dell'elettricità nell'agricoltura, in inglese, parola per parola. Abbi la bontà di scrivermene a giro di posta:
1) Che cosa ne pensi.
2) Spiegami la faccenda, perché non riesco a capirla bene, in plain German [spiegandoti bene] (...)
In questo momento Tupman porta una lettera di Miquel, dalla quale risulta che i democratici tedeschi – anche alcuni comunisti – con a capo il merdoso giornale bremese di Ruge sono instancabili nelle loro calunnie contro di me, e una cosa del genere va naturalmente a ruba tra i filistei e i “vagabondi” tedeschi. Questi bei tipi devono avere proprio una paura birbona di me, dal momento che impiegano fin d'ora ogni mezzo per rendermi impossibile il soggiorno in Germania.
(Marx, Lettera a Engels, 5 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 268-270)
 
La tua lettera che arrivò l'altro ieri sera, la ricevetti troppo tardi per risponderle. Infatti ero già al Museum, prima che si facesse vedere il postman [postino], e tornai a casa soltanto alle sette di sera. Ieri poi, con tutta la buona volontà, non ti ho potuto scrivere, perché ho avuto tali imbarazzi intestinali che quasi mi scoppiava la testa, come il tamburo al negro di Freiligrath.
La confusione di cui sopra deriva semplicemente dal fatto che io avevo dato ad uno dei due girandoloni (Schramm), appena ricevuta la tua prima lettera, un biglietto per te da consegnare alla posta. Lui se l'era portato a spasso, e ancora ieri quelle poche righe si trovavano ancora nel suo portafoglio.
Per quanto riguarda l'electricity [elettricità], la notizia in proposito si trova nell'“Economist” del 1845. Del resto non vi si trova altro che quello che ti ho comunicato, col racconto che l'esperimento è stato fatto col più grande successo in Scozia. (…)
Per l'intervento del mio degno cognato-ministro la stampa dei miei manoscritti, come anche quella della “Revue”, ha subito un intoppo.
(Marx, Lettera a Engels, 16 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 280-281)
 
Io me ne sto dalla mattina alle dieci fino alla sera alle sette in biblioteca e riserbo l'Esposizione industriale per il tuo arrivo
(Marx, Lettera a Engels, 21 maggio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 287)
 
È stata fatta una perquisizione in casa di Daniels, e lui è stato arrestato. Non credo che si sia trovato qualche cosa da lui.
Stamattina ho ricevuto una lettera, evidentemente scritta da Daniels, ma senza firma, nella quale mi si comunica quanto sopra e nello stesso tempo mi si invita a mettere al sicuro tutte le lettere, perché si saprebbe da fonte “sicura” (così nell'originale) che avrebbero luogo perquisizioni anche qui in Inghilterra.
Se questo sia legalmente possibile, non lo so. In ogni caso metterò tutto al sicuro. Anche tu farai bene se, di tutte le lettere che hai, quelle irrilevanti le bruciassi e le altre, che contengono qualche dato di fatto, le sistemassi sigillate dalla Mary o dal vostro commesso.
(Marx, Lettera a Engels, 16 giugno 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 296)
 
Per lo più io sono dalle 9 del mattino alle 7 della sera al British Museum. Il materiale a cui sto lavorando è così maledettamente ramificato, che nonostante tutto l'impegno non riuscirò a concludere prima di 6-8 settimane. A ciò si aggiungono continui disturbi pratici, inevitabili data la situazione miserabile in cui qui si vegeta. Nonostante tutto la cosa si avvicina alla conclusione.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 27 giugno 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 572)
 
Ho rimandato di giorno in giorno la mia lettera, per darti in forma completa i documenti che ti vengono comunicati qui sotto. Poiché però la completezza sarà possibile soltanto tra qualche giorno, ti scrivo oggi per non farti aspettare ancora più a lungo la risposta.
D'abord [Prima di tutto]. Mi sembra che dalla tua lettera risulti che durante la presenza del vecchio a Manchester tu non hai potuto sapere che nella “Kölnische Zeitung” era stato riprodotto un secondo documento, dal titolo: “La Lega dei comunisti”. Era il messaggio alla Lega compilato da noi due [nel marzo 1850]: au fond [in fondo] nient'altro che un piano di guerra contro la democrazia. Da una parte la pubblicazione di esso era un bene, in contrapposizione al documento di Bürgers plus ou moins [più o meno] assurdo quanto alla forma e poco confortante quanto al contenuto. (…)
La cosa più buffa in tutta la faccenda è e rimane lo sforzo immenso di Ruge e della sua cricca per imporsi al pubblico con sempre nuove combinazioni. Se non va come ABCDEF, andrà sicuramente come FEDCBA. Calcola un po' quante variazioni e permutazioni del genere sono ancora possibili. Si è mai vista una cricca di somari più impotente e ridicolmente piena di pretensione?
A proposito, ho ricevuto le 5 sterline. Sono arrivate come un deus ex machina [evento inaspettato e risolutivo di una situazione difficile], perché le circumstances [circostanze] sono “schifose” ed è difficile prevedere come se ne potrà uscire.
(Marx, Lettera a Engels, 13 luglio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 301-305)
 

Ricevo in questo momento la tua lettera, che apre prospettive molto gradevoli per la crisi commerciale.
Da circa due settimane non ho scritto nulla, perché tutto il tempo che non passavo in biblioteca avevo sempre qualcuno alle costole e così, nonostante la buona volontà, venivo sempre distolto dallo scrivere.
Dopoché i due Bamberger, padre e figlio, mi ebbero tirato la cosa per le lunghe, da una settimana all'altra – prima da un mese all'altro – con la promessa di scontarmi una cambiale, dopoché finalmente sabato scorso ero stato invitato ad andare nella baracca di quegli ebrei e avevo già portato con me lo stamped paper [carta bollata], il giovane mi rivelò che il vecchio, il quale anche era presente, non poteva ecc. ecc.
Rimpiango moltissimo di non aver potuto schiaffeggiare questi due ebrei per questo loro infame tirar per le lunghe, per questa perdita di tempo, e per avermi messo in una fausse position [posizione falsa] di fronte a terzi.
Del resto debbo al signor Conrad Schramm, se non il fatto , certo il principio di queste fregature veramente alla Sancho, che ho prese prima per mesi e poi di nuovo nelle ultime sei settimane.
Tu sai che questo bel soggetto se ne è andato a Parigi da quattro o cinque settimane. Come sempre con questi nostri nobili amici di qua, soltanto ora si viene a sapere da loro, p. es. da quel babbeo di Hain, ciò che loro sapevano già da tempo intorno a quel mascalzone. Ora però proibisco loro di “strillare”, perché ormai non può che danneggiarci e non può più giovarci a nulla. Sicché – non so se te l'ho già scritto – una sera vengo a sapere che il signor Schramm aveva l'intenzione di partire entro quarantott'ore. Decisi dunque di prendere le misure necessarie per le carte della Lega e per le altre che si trovassero ancora in possesso del signor Conrad. La stessa sera vengo a sapere da Liebknecht che il signor Conrad non vuole tirar fuori queste carte, ma che le ha consegnate sigillate al signor Louis Bamberger. E, ciò che rendeva ancor più necessario di operare prontamente: quando il giorno seguente uscii dal Museum, si venne a sapere che il signor vagabondo non sarebbe partito nel temine di quarantott'ore ma già entro le prime ventiquattro, cioè proprio alle due di notte dello stesso giorno. Il nobile Conrad mi aveva chiesto un appuntamento privato per la sera stessa, cosa che io però evitai prendendo con me Lupus, Liebknecht, Pieper.
C'eravamo appena settlati [accomodati] in una insulated [solitaria] birreria, quando chiesi al signor Conrad di dare una spiegazione su quello che stava combinando con le carte ecc. Come sempre quando ha fatto un passo falso, il tipo va su tutte le furie, dichiara di non voler tirar fuori le carte, perché ne ha bisogno lui per giustificarsi, ed altre sciocchezze. Lui era la Lega così come tu ed io, anche lui poteva compiere atti di salvataggio. Lui non sapeva affatto se io fossi direttore del circolo di Londra. Poi aggiunse cose da Stirner sulla sua unicità nel partito. Gli altri, soprattutto Lupus, montarono su tutte le furie, lui minaccia di andarsene, grida, strepita: tutto connu [conosciuto]. Sedai di nuovo il tumulto, e poiché so come trattare il giovanotto, dal momento che tutti gli scandali non servivano a nulla, ma si trattava di avere le carte, specialmente in questo momento, indussi con le minacce e con le parole melliflue il signor Conrad a rilasciarmi un biglietto per Bamberger con cui incaricarlo di consegnarmi il pacchetto sigillato.
E lo ebbi il giorno seguente. Dentro vi si trovava tutto. Tra l'altro perfino la tua e la mia dichiarzione contro A. Ruge, che il nobile Conrad non aveva dunque mandato alla “Staatszeitung”, probabilmente perché aveva detto tanto bugie a suo fratello che temeva ogni dichiarazione pubblica.
Sicché nello stesso tempo questo mascalzone – credeva di poter così far meglio i suoi affari – ha messo in guardia i Bamberger contro di me, ha detto loro che avevo dato fondo alle mie ultime risorse per pagare la mia ultima cambiale ecc. ecc. In generale ha intrigato contro di noi e ha mentito in ogni maniera, nella maniera più canagliesca.
Ora – dato che tutto ciò è un fait accompli [fatto compiuto] – non si deve strillare e indignarsi come dei bravi galantuomini, come volevano e come facevano i babbei di qui, ma lasciar che per ora, il vagabondo continui a credere alle sue buone relazioni con noi, finché non si abbia la forza e l'occasione per levarselo dai piedi, d'une manière ou de l'autre [in un modo o nell'altro]. In questo momento il giovanotto potrebbe divenire molto pericoloso per i nostri compagni tedeschi, se ci si comportasse in qualche modo con lui come gente che è a conoscenza della sua disonestà.
Mi crederai del resto, senza che io ci aggiunga parole, che sono maledettamente stanco della mia situazione. Ho scritto in America se è possibile fare di qui insieme con Lupus il corrispondente per qualche dozzina di giornali, poiché è impossible [impossibile] seguitare a vivere così.
Per quanto riguarda le trattative con Ebner a Francoforte, lui scrive che Cotta probabilmente prenderà la mia Economia – di cui gli ho mandato lo schema – e che in caso contrario scoverà un altro libraio. Da tempo avrei finito con la biblioteca. Ma le interruzioni e i disturbi sono troppo grandi, e a casa, dove tutto è sempre in stato d'assedio e rivoli di lacrime mi infastidiscono e mi rendono furente per notti intere, naturalmente non posso far molto. Mia moglie mi fa pena. Su lei ricade il peso principale, e au fond [in fondo] ha ragione. Il faut que l'industrie soit plus productive que le mariage [Bisogna che il lavoro sia più produttivo del matrimonio]. Nonostante tutto ti ricorderai che io sono per natura très peu endurant [assai poco paziente] e perfino quelque peu dur [un po' duro], sì che di tanto in tanto la mia impassibilità se ne va.
Julius è stato sepolto circa una settimana fa. Fui presente alla sepoltura. Il nobile Kinkel sbrodolò un suo sproloquio sulla tomba. Julius era il solo nell'emigrazione che studiasse e passasse sempre più dall'idealismo al campo nostro.
Il nobile Dulon si trova qui.
Heinzen e Ruge proseguono a strepitare contro i comunisti e soprattutto contro di noi, nella “Schnellpost” di New York. Ma son cose talmente stupide, che è impossibile rispondere altrimenti che raccogliendo a tempo opportuno le cose più ridicole dei pasticci di Ruge, per rivelare ai tedeschi chi ora li dirige, malgré eux [malgrado loro].
Hai letto forse l'ultimo scritto di Proudhon?
Weydemeyer mi ha scritto da Zurigo. Karstens è in gattabuia a Magonza. Aveva fatto un vano tentativo di fuga.
Vale faveque [Addio e voglimi bene].
(Marx, Lettera a Engels, 31 luglio 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 316-317-318-319)
 
Il signor Heinzen, insieme al degno Ruge, suona tutte le settimane la fanfara sulla “Schnellpost” di New York contro i comunisti, in modo particolare contro di me, Engels, ecc. Tutta quanta la marmaglia democratica di qui mantiene la fossa in cui deposita il suo guano, che se non fa fiorire abbondantemente semi e frutti, certo lo fa per l'erbaccia. (…)
Puoi immaginarti che la mia situazione è molto grigia. Mia moglie si rovinerà, se le cose continuano a lungo in questo modo. Le preoccupazioni continue, la lotta più meschina nelle condizioni borghesi la logorano. E a ciò si aggiungano le infamie dei miei nemici, che fino ad ora non hanno mai neppure tentato di attaccarmi oggettivamente, e cercano di vendicarsi per la loro impotenza gettando su di me sospetti e diffondendo le infamie più indicibili sul mio conto. Willich, Schapper, Ruge e una massa di altre canaglie democratiche hanno fatto di ciò un affare. Basta che qualcuno venga dal Continente, che subito viene preso e lavorato, affinché partecipi a questa stessa attività.
Alcuni giorni fa il “famoso” referendario Schramm incontra per strada un conoscente e subito gli sussurra: qualunque sia l'esito della rivoluzione tutti sono d'accordo su di un fatto: Marx è perdu [perduto]. Rodbertus, che ha le migliori prospettive, lo fa subito fucilare – e così sono tutti. Naturalmente, quanto a me, potrei ridermela di tutto questo pattume; del resto non mi lascio turbare da ciò un solo momento nei miei lavori, ma capirai che mia moglie, che è sofferente e vive nella peggiore angustia privata, dalla mattina alla sera, mentre il suo sistema nervoso è già intaccato, non è certo incoraggiata dal fatto che ogni giorno stupidi mediatori le raccontino le emanazioni pestilenziali della cloaca democratica. La mancanza di tatto di certa gente è talora colossale. (…)
Quando sarai a New York, va da A. Dana della “New York Tribune” e salutalo da parte mia e di Freiligrath. Forse potrà esserti utile. Appena arrivi scrivimi, ma sempre all'indirizzo di Engels, poiché di noi due è lui quello che può meglio sopportare le spese postali.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 2 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 577-578)
 
Scuserai se non ti ho scritto prima e se non ho contemporaneamente accusato ricevuta delle 5 sterline. La pressure from without [pressione dall'esterno] è stata così forte questa settimana, che non sono riuscito a scrivere. Per il momento ho evitato d'esser cacciato fuori di casa firmando un bill al landlord [cambiale al padrone di casa].
Con questa lettera ti mando un numero della “Schnellpost”, dove potrai vedere lo stupido ed infame armeggío e lo spettegolare di quella bagascia di Ruge & Co. Appena avrai letto questo sudiciume, rimandamelo. Per spiegarti quella lettera della quale quel villanzone di Heinzen dà degli estratti – proveniente in ogni caso da Fickler – ti dico brevemente: già da due o tre settimane quei somari – gli emigrati – tengono riunioni, comizi, per “venire a un accomodamento”, per arrivare a formare una intera “dozzina” e per “organizzarsi” a vicenda come i grandi uomini del futuro. Oggi c'era la loro seduta definitiva. Sentirò il risultato e te lo comunicherò. Il seme della discordia prospera però già così abbondantemente, che il signor Sigel mi ha fatto annunciare una sua visita da Schabelitz, che è ora qui per l'Esposizione.
La “New York Tribune” ha invitato me e Freiligrath a collaborare a pagamento. È il giornale più diffuso del Nord-America. Se ti è possibile farmi avere un articolo scritto in inglese sulla situazione tedesca entro venerdì mattina (15 agosto), sarebbe un inizio stupendo.
Di Schramm sappiamo che è in continua corrispondenza con suo fratello. Ha scritto a Bamberger di non comunicarci il suo indirizzo.
Giornalmente arrivano nuove notizie sul modo infame in cui si è comportato quando era qui.
Il rosso Wolff è di nuovo diventato “irlandese”.
E ora alla “Idée générale de la Rèvolution au XIX siècle” par J.-J. Proudhon. Quando ti ho scritto la prima volta su questo libro, ne avevo letto soltanto degli estratti spesso anche inesatti. Ora te ne posso mandare lo σӽԑλԑʈόѵ [scheletro]. Per ora. Il libro contiene attacchi bene scritti contro Rousseau, Robespierre, la Montagna ecc. (…)
Scrivimi dettagliatamente che cosa pensi di questa ricetta.
(Marx, Lettera a Engels, 8 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 322-323-331)


Tra uno o due giorni ti manderò proprio il Proudhon, che però mi restituirai appena lo avrai letto. Voglio infatti – per far denaro – pubblicare due o tre fogli di stampa su questo libro. Perciò mi comunicherai le tue opinioni più dettagliatamente di quanto tu non soglia fare quando scrivi in fretta .
Tutto lo spirito di Proudhon – e l'insieme è soprattutto una polemica contro il comunismo, per quanto egli ne rubi e per quanto esso gli appaia nella trasfigurazione operata da Cabet e Blanc – si riassume a parer mio nel ragionamento seguente:
Il vero nemico, quello da combattere, è il capitale. La pura affermazione economica del capitale è l'interesse. Il cosiddetto profitto non è altro che una forma particolare di salario. L'interesse lo eliminiamo trasformandolo in una annuité, cioè in un annuo acconto del capitale. Così alla classe operaia – leggi la classe industriale – viene assicurato per sempre la preminenza, e la vera e propria classe capitalistica viene condannata a una esistenza che tende progressivamente a scomparire. Le differenti forme dell'interesse sono l'interesse per un capitale liquido, la pigione, l'affitto. Così la società borghese viene conservata, giustificata e soltanto privata della sua mauvaise tendance [cattiva tendenza].
La liquidation sociale [liquidazione sociale] è semplicemente il mezzo per poter ricominciare da capo la “sana” società borghese. Presto o tardi, peu nous importe [poco ci importa]. Sulle contraddizioni, le incertezze e le oscurità di questa liquidation stessa voglio prima sentire il tuo giudizio. Ma il vero balsamo salutare della società ricominciata da capo consiste nell'abolizione dell'interesse, cioè nella perenne trasformazione dell'interesse in una annuité. Posto ciò non come mezzo, ma come legge economica della società borghese riformata, risultano naturalmente due conseguenze:
1) Trasformazione dei piccoli capitalisti non industriali in capitalisti industriali; 2) costituzione per l'eternità della classe dei grandi capitalisti, poiché au fond [in fondo], se si prende quel che avviene in media, la società in generale – detratto il profitto industriale - non paga mai altro che l'annuité. Se fosse vero il contrario, il calcolo dell'interesse-degli-interessi del dott. Price sarebbe una realtà, e il globo intero non basterebbe a pagare gli interessi del più piccolo capitale che datasse dall'età di Cristo.
Nella realtà però si può affermare con sicurezza che p. es. in Inghilterra – quindi nel paese più beatamente borghese – da 50 a 100 anni in qua il capitale investito o in terreni o comunque sia non è stato ancora mai ammortizzato, perlomeno secondo il prezzo, che è quanto qui ci interessa. Si prenda p. es. la più alta valutazione della ricchezza nazionale dell'Inghilterra, p. es. 5 miliardi. Sicché l'Inghilterra produce annualmente 500 milioni. Sicché tutta la ricchezza dell'Inghilterra è soltanto = al lavoro annuo dell'Inghilterra moltipicato per 10. Sicché non soltanto il capitale non paga i propri interessi, ma neanche si riproduce, quanto al valore. E per questa semplice legge. Il valore è originariamente determinato dai costi di produzione originari, secondo il tempo di lavoro che era originariamente necessario per produrre l'oggetto. Ma una volta prodotto questo, il prezzo del prodotto viene determinato dai costi che sono necessari per riprodurlo . E i costi della riproduzione cadono costantemente e tanto più rapidamente quanto più l'epoca è industrializzata. Sicché legge della costante svalutazione del valore stesso del capitale, con la quale si dà scacco alla legge delle rendite e dell'interesse, che se no porterebbe all'assurdo. Questa è anche la spiegazione della tesi da te avanzata, che nessuna fabbrica copre i suoi costi di produzione. Sicché Proudhon non può rinnovare la società, introducendo una legge che essa au fond [in fondo] segue già ora senza il suo consiglio.
Il mezzo con cui Proudhon realizza tutto è la banca. Il y a ici un qui pro quo [Qui vi è un equivoco]. L'attività bancaria la si può risolvere in due parti: 1) La conversione del capitale in denaro. Qui io dò semplicemente denaro in cambio del capitale, e questo può comunque accadere ai semplici costi di produzione, sicché a ½ o a ¼%. 2) Anticipo di capitale sotto forma di denaro, e qui l'interesse si regolerà sulla quantità del capitale. Quello che il credito può fare qui è soltanto di trasformare ricchezza esistente ma improduttiva in capitale reale e attivo per mezzo della concentrazione ecc. ecc. Proudon ritiene che il n. 2 sia tanto facile quanto il n. 1, e au bout du compte [in fin dei conti] toverà che, assegnando un'illusoria massa di capitale sotto forma di denaro, nel caso migliore non ha fatto che ridurre l'interesse del capitale, per alzarne il prezzo nella stessa proporzione. Col che non si è guadagnato altro che il discredito della propria carta moneta.
Che relazione ci sia tra la dogana e l'interesse te lo lascio gustare nell'originale. La cosa era troppo gustosa per sciuparla con delle mutilazioni. Il signor Proudhon non spiega esattamente né come va la faccenda della partecipazione del comune alle case e ai terreni – e proprio questo avrebbe dovuto fare di fronte ai comunisti – né come gli operai vengano in possesso delle fabbriche. In ogni caso lui vuole “des compagnies ouvrières puissantes” [compagnie operaie potenti], ma ha però una tale paura di queste “corporazioni” industriali, che riserva non propriamente allo Stato, ma alla sociétè, il diritto di scioglierle. Da perfetto francese limita l'association alla fabbrica, perché non conosce né un Moses and son [grossa ditta di confezioni per uomo a Londra] né un midlothian farmer [agricoltore del Midlothian (contea della Scozia medidionale)]. Il contadino francese, il calzolaio, il sarto, il merchant [commerciante] francesi gli appaiono come des données éternelles et qu'il faut accepter [dati eterni che bisogna accettare].
Ma quanto più mi occupo di questo sudiciume, tanto più mi convinco che la riforma dell'agricoltura, e dunque anche questa merda della proprietà che si fonda su di essa, è l'alfa e l'omega della futura rivoluzione. Senza questo il padre Malthus ha ragione.
Nei confronti di Louis Blanc ecc. lo scritto è gustoso, particolarmente per gli sfoghi impertinenti contro Rousseau, Robespierre, Dio, la fraternité [fratellanza] e simili scipitaggini.
Per quel che riguarda poi la “New York Tribune”, tu mi devi aiutare, ora che sono tutto preso dall'Economia. Scrivi una serie di articoli sulla Tedescheria dal 1848 in poi. Spiritosi e disinvolti . I signori sono molto sfacciati nel dipartimento degli esteri.
Fra qualche giorno ti manderò due volumi su Roma. Cioè “Economie politique des Romains”, par Dureau de la Malle. Ho fatto venire il volume (eruditissimo) da Parigi. Ti si farà luce anche sul sostrato economico delle guerre dei Romani, che non era altro che il catasto . Qual è il modo più economico per spedirteli? I due volumi sono grossi. L'articolo della “Lithographische Korrespondenz” devi procurartelo, o cercare di averne una copia. Non appena Weydemeyer sarà là, bisognerà mettere alla gogna quei somari a New York. A ciò serviranno tutti i documenti. Faucher è corrispondente della “Neue Preussische Zeitung”. Sigel non si è ancora fatto vedere. Willich è naturalmente membro unificatore dell'affratellamento dell'emigrazione. Venerdì avevano la loro prima assemblea generale. Noi vi avevamo una spia. La seduta fu aperta con la lettura (fatta dal generale Haug) dell'articolo contro di noi della “Lithographische Korrespondenz”. Loro infatti vivono, si muovono e sono soltanto intorno a noi. Poi si decisero una quantità di noiose relazioni su beghe interne. Per la Prussia si annunciò il signor Meyen, per l'Inghilterra Oppenheim, per la Francia Ruge, Kinkel per l'America... e l'avvenire. Del resto sarò molto contento di sentire il tuo parere su tutta la faccenda.
(Marx, Lettera a Engels, 14 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 339-340-341-342)
 
Se l'emigrazione affratellata ha un punto qualsiasi di concordia, questo è il suo odio fanatico comune contro Marx, un odio che non rinuncia ad alcuna scempiagginie, bassezza, ad alcun intrigo per sfogare la rabbia contro questa loro bête noire [bestia nera]. E infatti costoro non hanno esitato a mettersi in collegamento persino con Beta ovvero Bettziech, un vecchio collaboratore del “Gesellschafter” di Gubitz, per gettare il sospetto di spionaggio su Marx a causa della sua parentela con il ministro prussiano von Westphalen, servendosi di questo grande scrittore e patriota sull'organo del gaio oste Louis Drucker. L'unico contatto che il signor von Westphalen ebbe con Marx fu quello di impedire, mettendo sotto sequestro la tipografia di Becker e cacciando in prigione A. Becker a Colonia, la pubblicazione di una raccolta di articoli di Marx, che Becker si era assunta e di cui era già uscito un primo fascicolo, e in pari tempo di impedire la pubblicazione di una rivista che era già in stampa. L'odio contro Marx venne ancora accresciuto con la pubblicazione del messaggio comunista da parte del governo sassone, poiché egli ne fu ritenuto l'autore. Marx, che del resto si occupava esclusivamente del lavoro, iniziato da anni, alla critica e storia dell'economia politica, non aveva né tempo né voglia – proprio come Freiligath e i comuni amici – di dare importanza alle chiacchere dell'emigrazione affratellata.
(Marx, Lettera a Hermann Ebner, (seconda metà di agosto) 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 590)
 
Farai bene a leggerti presto il Proudhon, perché ho bisogno di riaverlo presto. Del Dureau ho fatto tutti gli estratti di cui avevo bisogno.
A proposito! Scrivi dunque una buona volta a Fischer a New Orleans . (Ora Liebknecht è suo corrispondente fisso). Questo è tanto più importante, in quanto i Kinkel, Ruge ecc. hanno in mente di spillar sussidi proprio a New Orleans. Non dimendicare dunque di scrivere a questo signore, che in una lettera a Liebknecht si lamenta del tuo silenzio.
(Marx, Lettera a Engels, circa il 20 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 343)
 
D'abord mes remercîments pour ton article [prima di tutto i miei ringraziamenti per il tuo articolo]. Nonostante il male che ne hai detto, era stupendo e ha alzato le vele per New York così com'era. Hai azzeccato in pieno il tono per la “Tribune”. Appena ne avremo il primo numero, te la manderò e da allora in poi seguiterò regolarmente.
Maintenant [Ora] ho un carico intero di letame dell'emigrazione da spedirti, e se conosci nei dintorni un agricoltore che abbia bisogno per concime del guano di questi begli uccelli, puoi fare un affare. (…)
Quello che tu devi far subito è di scrivere a Fischer a New Orleans, spiegargli tutto questo sudiciume e fargli sapere che ormai deve raccogliere denaro soltanto presentandosi come ditta “Freiligrath ”, che è popolarissima. Il nostro partito ne ha assoluto bisogno. È l'unico partito attivo, l'unico che sta in lotta con la Dieta e con dio e col diavolo, e non abbiamo un soldo per l'agitazione. D'altra parte bisogna procurare denaro per i nostri che sono in carcere, che in gran parte sono assolutamente senza mezzi. Questi due punti di vista mi pare che si possano facilmente chiarirglieli. Se può, deve del resto far le collette in segreto , poiché ogni indiscrezione giornalistica non fa che danneggiare l'efficacia della nostra azione.
Vale faveque [Addio e voglimi bene].
(Marx, Lettera a Engels, 25 agosto 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 347-354)
 
Ritengo che la politica di Mazzini sia fondamentalmente sbagliata. Col suo insistere affinché l'Italia si metta ora in movimento, egli fa il giuoco dell'Austria. D'altra parte, trascura di rivolgersi a quella parte dell'Italia che è oppressa da secoli, ai contadini, e in tal modo prepara nuove riserve alla controrivoluzione. Il signor Mazzini conosce soltanto le città con la loro nobiltà liberale e i loro citoyens éclairés [cittadini illuminati]. Naturalmente i bisogni materiali delle popolazioni agricole italiane – dissanguate e sistematicamente snervate e incretinite come quelle irlandesi – sono troppo al di sotto del firmamento retorico dei suoi manifesti cosmpolitico-neocattolico-ideologici. Certo ci vorrebbe del coraggio, per dichiarare ai borghesi e alla nobiltà che il primo passo, per fare l'indipendenza d'Italia, è la completa emancipazione dei contadini e la trasformazione del loro sistema di mezzadria in libera proprietà borghese.
A quanto pare per Mazzini un prestito di 10 milioni di franchi è più rivoluzionario che conquistare 10 milioni di uomini.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 11 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 592)

Hai ricevuto la mia lettera durante la presenza di tuo fratello? Lo domando perché tu non la citi, non per quel che contiene. Contiene soltanto pettegolezzi, quantunque sia bene che questi vengano archiviati. Ma non vorrei saperli finiti in mano d'estranei.
Le tue diverse lettere, compresa quella delle cinque sterline, sono arrivate qui puntualmente. (…)
Anche il comitato italiano si è scisso. Una notevole minoranza è uscita. Mazzini racconta con dolore questo avvenimento nella “Voix du Peuple” [Marx intende dire probabilmente “Voix du Proscrit”]. I motivi principali dovrebbero essere: d'abord Dio. Ils ne veulent pas de Dieu. Ensuite, et c'est plus grave, ils reprochent à Maître Mazzini de travailler dans l'intérêt autrichien en prêchant l'insurrection, cioè en la précipitant. Enfin: ils insistent sur un appel direct aux interérêts matériels des paysans italiens, ce qui ne peut se faire sans attaquer de l'autre côté les intérêts matèriels des bourgeois et de la noblesse libérale, qui forme la grande phalange mazzinienne [Prima di tutto Dio (in italiano nel testo). Essi non vogliono Dio. Inoltre, ed è la cosa più grave, rimproverano al maestro Mazzini di lavorare nell'interesse degli austriaci predicando l'insurrezione, cioè facendola precipitare. Infine: essi insistono su di un appello diretto agli interessi materiali dei contadini italiani, ciò che non può avvenire senza, d'altro canto, intaccare gli interessi materiali dei borghesi e della nobiltà liberale, che formano la grande falange mazziniana]. Quest'ultima cosa è di enorme importanza. Se Mazzini, o chiunque si metta alla testa dell'agitazione italiana, non trasforma questa volta franchement e immédiatement [francamente e immediatamente] i contadini da métaires [mezzadri] in liberi proprietari – la situazione dei contadini italiani è spaventosa, ora ho sgobbato a fondo su questa merda – allora il governo austriaco in caso di rivoluzione farà ricorso a mezzi galiziani. Ha già minacciato nel “Lloyd” una “completa trasformazione della proprietà” e “l'annientamento della irrequieta nobiltà”. Se a Mazzini non si aprono ancora gli occhi, è un bestione. Senza dubbio c'entrano gli interessi dell'agitazione. Da dove prendere i 10 milioni di franchi, se egli si mette contro i borghesi? Come conservare la nobiltà ai suoi servizi, se le deve annunziare che si tratta anzitutto della sua espropriazione? Queste sono difficoltà per siffatti demagoghi della vecchia scuola.
(Marx, Lettera a Engels, 13 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 368-369)
 
Col documento parigino succede una cosa cretinissima. I giornali tedeschi, la “Kölnische” e l' “Augsburger”, come ci si può aspettare da questi cani sprovvisti di senso critico, ce lo affibbiano a noi. Dall'altra parte quel miserabile di Willich & Co. diffonde la voce che noi avremmo fatto denunciare per mezzo di nostri conoscenti tutto quel sudiciume di Pargi. Qu'en dis-tu? [che ne dici?].
Anche C. Schramm è stato messo dentro. Habeat sibi [Gli sta bene]. La prossima volta - dopo che avrò ricevuto qualche altra notizia – ti scriverò dell'altro sul sudiciume di qui. Per oggi ti faccio il regalo del seguente riassunto delle molte colonne di un manifesto del cittadino Techow nella “New Yorker Staatszeitung” intitolato: “Lineamenti della guerra dell'avvenire. Londra, 7 agosto” . (Scritto male, in modo dottrinario, con reminiscenze d'ogni genere dalla nostra “Revue” e in apparenza svolto intelligentemente, ma piatto nel contenuto, senza movimento nella forma, niente che colpisca.) Ti faccio grazia di quanto Techow snocciola, per cominciare, sulla rivoluzione del 1849.
(Marx, Lettera a Engels, 23 settembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 376)
 
Avrai visto dalla “Kölnische Zeitun” che ho fatto una dichiarazione contro i pettegolezzi della “Allgemeine Zeitung” di Augusta. Le chiacchere passavano i limiti. Quello che quei mascalzoni avevano di mira con gli ultimi continui attacchi che scagliavano da tutti i giornali tedeschi, era, come so con certezza, di mettermi di fronte a un dilemma. Io avrei dovuto o sconfessare pubblicamente la cospirazione e così i nostri amici di partito, o riconoscerla apertamente, e così commettere un tradimento “giuridico”. Tuttavia questi signori sono troppo goffi per prenderci in castagna. (…)
Anche Edgar Bauer dicon che sia qui. Non l'ho ancora visto. Una settimana fa Blind arrivò qui con signora (Madame Cohen), otto giorni fa, per visitare l'Esposizione, sabato scorso è ripartito. Da lunedì non l'ho più rivisto e per l'appunto per il seguente sciocco incidente, che ti dimostrerà quanto quel disgraziato sia tenuto a bacchetta dalla moglie. Oggi ho ricevuto una lettera per città, in cui mi annuncia la sua partenza. Lunedì scorso – di questo si tratta – era stato da me con la signora. Presenti oltre a loro: Freiligrath, il rosso Wolff (che, sia detto di passaggio, si è di nuovo riaccostato quatto quatto, e che per di più si è anche sposato con una saccentona inglese), Liebknecht e quel disgraziato di Pieper. La moglie è una vivace ebrea, e noi ridemmo e chiacchierammo proprio di buon umore, quando lo spirito del male portò il discorso sulla religione. Lei si dette delle arie con l'ateismo, Feuerbach ecc. Io attaccai Feuerbach, ma naturalmente con molto garbo e amichevolmente. Al principio mi sembrò che l'ebrea prendesse gusto alla discussione, e questo naturalmente fu il solo motivo per cui io mi indussi a parlare di questo argomento per me noioso. Nel frattempo la mia eco dottrinaria e saccente, il signor Pieper, sentenziava, bisogna dirlo, con non troppo tatto.
D'improvviso vedo che la donna è in un mare di lacrime. Blind mi lancia delle malinconiche occhiate espressive, lei se ne va: e non la si vide più, ni lui non plus [e tanto meno lui]. Un'avventura simile non l'avevo ancora vissuta pur con la mia lunga esperienza. (…)
Il signor Ewerbeck pubblica un'opera immortale: “L'Allemagne et les Allemands”. Va da Arminio il Cherusco (così mi scrive testualmente) fino all'anno del Signore 1850. Mi chiede notizie biografiche, letterarie e storiche sui tre personaggi: F. Engels, K. Marx e B. Bauer.
È già cominciata la stampa di questa merda. Que faire! [Che fare!] Io temo che, se non gli si risponde per niente, lui diffonda per il mondo le più grandi sciocchezze sul conto nostro. Scrivimi che cosa ne pensi. (…)
Tu mi devi finalmente comunicare le tue vues [idee] su Proudhon, sia pur brevemente. Mi interessano tanto più, in quanto ora sto lavorando all'Economia. Del resto negli ultimi tempi ho sgobbato nella biblioteca, che seguito a frequentare, soprattutto sulla tecnologia e la sua storia, e sulla agronomia, per avere almeno una specie di idea di queste porcherie.
(Marx, Lettera a Engels, 13 ottobre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 386- 387-388- 389)
 
Hai ricevuto la mia lettera di lunedì scorso? Data la tua grande esattezza nello scrivere, il tuo silenzio mi inquieta.
(Marx, Lettera a Engels, 25 ottobre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pag. 398)
 
Capirai che, dato che la situazione familiare è molto imbrogliata, ti mando qualche riga soltanto ora.
Ti ricorderai che Pieper scriveva nella sua ultima lettera che il contratto per il mio Anti-Proudhon sarebbe stato vicino alla conclusione. Dalla sua lettera acclusa vedrai che di questo manoscritto non si parla più per niente. Questa è la solita maniera con cui da sei mesi i nostri cari fedeli mi portano per le lunghe. D'altra parte Ebner mi ha scritto che Löwenthal vorrebbe fare il tentativo con un solo volume, ma non ricordava neanche il fatto che io dovrei cominciare con la “Storia dell'economia”. Questo sarebbe un capovolgimento di tutto il mio piano. Poi Ebner scrisse che Löwenthal poteva dare soltanto un compenso “scarso”. Io ne sono contento, se lui pubblica quello che io voglio pubblicare per prima cosa. Ma se mi costringe a disfare tutto il mio piano, mi deve pagare come se io scrivessi direttamente per incarico suo. Tuttavia per ora lascio che faccia Ebner. Mi ha comunicato che non concluderà senza il mio beneplacito. Qu'en penses-tu? [Che ne pensi?] (…)
Io so che ora tu stesso sei in bolletta e che la mia irruzione e la mia razzia a Manchester ti ci hanno ficcato ancor più profondamente, almeno per questo mese. Tuttavia ti devo chiedere se in caso di necessità mi puoi procacciare ancora 2 sterline. Infatti prima della mia partenza da Londra ho preso in prestito 2 sterline e nello stesso tempo ho dichiarato per iscritto che le avrei rimborsate prima di dicembre. In ogni caso ti prego di scrivermi a giro di posta se la cosa va o no. (…)
Qualche giorno fa ho letto in biblioteca le elucubrazioni del signor Proudhon sulla gratuité du crédit contro Bastiat. Supera ogni altra opera di quest'uomo, per ciarlataneria, millanteria, fracassoneria e inconsistenza. (…)
Ho qui letto ancora una volta la tua critica. È un peccato qu'il n'y a pas moyen [che non vi sia mezzo] di farla stampare. Quando io ci avessi aggiunto anche una pisciatina di mio, potrebbe del resto uscire coi nostri due nomi, supposto che ciò non procuri seccature alla tua ditta commerciale.
(Marx, Lettera a Engels, 24 novembre 1851, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXVIII, pagg. 403-404-405)
 
1852
 
Auguri per l'anno nuovo. Falli anche a tua moglie da parte mia e di mia moglie.
Ti ho potuto mandare l'articolo [“Il18 Brumaio di Luigi Bonaparte”] solo ora, interrotto come ero non solo dal susseguirsi tumultuoso degli avvenimenti, ma ancor più da questioni personali. D'ora in poi, regolarità.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 1° gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 497)
 
Oggi, per la prima volta dopo quattordici giorni, mi sono alzato dal letto. Di qui puoi vedere che il mio malessere – ancora non del tutto superato – era una cosa seria. Questa settimana perciò non ti ho potuto mandare, nonostante i migliori propositi, il numero III del mio articolo su Bonaparte [“Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”].
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 16 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 502)
 
Purtroppo il mio malessere non mi ha ancora permesso questa settimana di scrivere a te, vale a dire per il tuo giornale. A fatica ho messo insieme alla meglio un articolo per Dana, che da sei settimane e forse di più non aveva ricevuto nulla da me. Da alcuni anni a questa parte nulla mi ha così abbattuto come questa dannata malattia di emorroidi, neppure il recente fatto inglorioso in Francia. Enfin [insomma], d'ora in poi mi sentirò meglio, per quanto fosse duro essere costretto a non andare in biblioteca per quattro settimane.
Adesso riceverai sul 18 Brumaio altri 2 articoli [“Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”, capitoli III e V], il primo dei quali partirà in tutti i modi venerdì prossimo, seguito immediatamente dall'altro, nel caso che non lo mandi insieme.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 23 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 504)
 
Il tuo articolo per Dana [“Rivoluzione e controrivoluzione in Germania, art. VII] è stupendo.
Da quando te ne sei andato ho potuto spedire al poor [povero] Weydemeyer soltanto un articolo ancora. Questa volta le emorroidi mi hanno assillato più della rivoluzione francese. Starò a vedere che cosa riuscirò a fare la settimana prossima. Gli impedimenti posteriori non mi consentono ancora di andare in biblioteca.
(Marx, Lettera a Engels, 24 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 12-13)
 
La colpa principale è di tutta quanta la miserabile “stampa” che non dice una sillaba. Alcuni articoli nella “Kölnische Zeitung”, nella “National-Zeitung”, nella Breslauer Zeitung” - e il Senato di accusa a Colonia non avrebbe mai rischiato uyna cosa del genere. Ma quei cani di democratici e liberali sono giubilanti, perché i loro avversari comunisti vengono in tal modo liquidati. E noi non siamo forse intervenuti a favore dei Temme e di tutti gli straccioni democratici di questo mondo, tutte le volte che si trovavano in conflitto con la polizia e i tribunali?
(Marx, Lettera a Ferdinand Freiligrath, 26 gennaio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 512)


Per quanto riguarda la situazione del commercio, non ci capisco più niente. Ora sembra che la crisi sia alle porte e che la City sia a terra, ora tutto va di nuovo a gonfie vele. Io so che tutto questo non impedisce affatto la catastrofe. Ma, per seguire il movimento attuale, Londra non è in questo momento il posto migliore.
(Marx, Lettera a Engels, 4 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 21)
 
Accludo la continuazione del mio articolo [Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, capitolo IV]. La cosa mi si sviluppa sotto le mani, adesso riceverai altri 2 articoli in proposito. Inoltre ti manderò col massimo invito postale qualcosa sul signore Mazzini. (…)
I nostri amici stanno in celle, separati l'uno dall'altro e dal mondo, non possono ricevere né lettere né visite e nemmeno libri, cosa che in Prussia non viene mai negata nemmeno ai delinquenti comuni.
La vergognosa sentenza del Senato di accusa sarebbe stata impossibile, se la stampa si fosse occupata sia pure minimamente della faccenda. Ma i fogli liberali come la “Kölnische” hanno taciuto per vigliaccheria e quelli “democratici” (anche la “Lithographierte Correspondenz”, che Kinkel fa stampare con quattrini americani) per odio contro i comunisti, per paura di perdere importanza, per rivalità contro i “nuovi” martiri. Questo è il ringraziamento dei cani verso la “Neue Rheinische Zeitung” che ha sempre difeso il canagliume democratico nei suoi conflitti col governo (per esempio Temme, ecc.). Questo è il ringraziamento del signor Kinkel alla “Westdeutsche Zeitung”, su cui Becker lo ha lodato e Bürges difeso. Les canailles! Il faut les attaquer à mort [Quelle canaglie! Bisogna attaccarle a morte].
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 13 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 517-518)
 
Questa settimana non posso mandarti nulla, per la semplice ragione che da 8 giorni sono in difficoltà tali col maledetto denaro, che non posso continuare i miei studi in biblioteca e ancor meno scrivere articoli.
Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 20 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 522)
 
Da una settimana sono nella piacevole condizione di non potere più uscire per mancanza degli abiti impegnati al Monte di Pietà e di non potere più mangiare carne per mancanza di credito. Tutto questo è una merda, ma temo che questo sudiciume vada a finire in uno scandalo. L'unica buona notizia l'abbiamo ricevuta dalla cognata ministeriale, la notizia della malattia dell'indistruttibile zio di mia moglie. Se questo cane adesso muore sarò fuori dei pasticci.
(Marx, Lettera a Engels, 27 febbraio 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 30)
 
Per quanto mi riguarda, non a me compete il merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella società moderna e la loro lotta reciproca. Molto tempo prima di me, storiografi borghesi hanno descritto lo sviluppo storico di questa lotta delle classi ed economisti borghesi la loro anatomia economica. Ciò che io ho fatto di nuovo è stato: 1) dimostrare che l'esistenza delle classi è legata puramente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione ; 2) che la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato ; 3) che questa dittatura medesima non costituisce se non il passaggio all'abolizione di tutte le classi e a una società senza classi . Mascalzoni ignoranti come Heinzen, i quali non solo negano la lotta, ma persino l'esistenza delle classi, dimostrano soltanto, nonostante i loro latrati sanguinari e le loro pose umanistiche, di ritenere le condizioni sociali nelle quali la borghesia domina come il prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, di non essere che servi della borghesia, una servitù che è tanto più ripugnante, quanto meno questi straccioni riescono a capire anche solo la grandezza e la necessità transitoria del regime borghese stesso.
(Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 5 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 537)
 
Evviva il nuovo cittadino del mondo! Non è possibile venire al mondo in un'epoca più formidabile che oggigiorno. Quando si viaggerà in sette giorni da Londra a Calcutta ci avranno tagliato la testa a tutti e due da moltissimo tempo o avremo delle teste tremanti. E Australia e California e l'oceano Pacifico! I nuovi cittadini del mondo non riusciranno più a capire quanto piccolo era il nostro mondo.
Marx, Lettera a Joseph Weydemeyer, 25 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 539)
 
Il signor Mazzini infatti, da due anni papa della chiesa democratica in partibus, ritenne che fosse finalmente venuto il tempo di dare sfogo in lingua francese ai suoi veleni contro il socialismo e la Francia, ed esattamente nella “Nation” di Bruxelles, che ha comprato, d'accordo con Ledru-Rollin, per 10.000 franchi dei fondi italiani. Là riversa sui socialisti la colpa del 2 dicembre, della presa di Roma, in breve di tutta la controrivoluzione, e nella sua altisonante maniera da domenicano strepita contro gli eritici, le sètte, il materialismo, lo scetticismo, la babele francese, con altrettanta decisione con quanta qui a Londra lecca il sedere ai borghesi liberali.
(Marx, Lettera a Engels, 30 marzo 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 43-44)
 
Louis Blanc, come prevedevo, cerca di sfruttare la dichiarazione comune contro Mazzini per formare un nuovo “réseau d'action” [“rete d'azione”] e per imporsi come capo del partito rivoluzionario. Voleva attrarre perfino me nella sua fusione di tutti i socialisti “francesi” e mi ha fatto invitare a una riunione. Naturalmente non l'ho nemmeno degnato d'una risposta, ma ho soltanto manifestato all'intermédiaire il mio stupore per questa indelicatezza. Dato che arriva Proudhon, un'alleanza con me sarebbe molto comoda al piccolo.
(Marx, Lettera a Engels, 5 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 48)
 
Nella settimana scorsa ho avuto a che fare con uno schifo di cui non puoi farti un'idea. Il giorno del funerale [della figlioletta Franziska, nota dei curatori] i denari promessimi da tutte le parti non vennero, sicché alla fine fui costretto a correre da alcuni miei vicini francesi per pagare i beccamorti inglesi.
Marx, Lettera a Engels, 24 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 54)
 
Avevo dato a Bangya, per Szemere, alcune brevi biografie dei grandi uomini tedeschi di Londra. Questa lettera, non so come, è stata letta a un libraio tedesco, senza che gli si facesse il mio nome. Ora lui chiede dei “profili” di questi uomini, e, a quanto dice Bangya, sarebbe pronto a dare 25 sterline per alcuni fogli a stampa. Naturalmente anonimi o pseudonimi. Ora, qu'en penses-tu [che ne pensi]? Veramente dovremmo fare insieme un simile romanzo umorisitico. Io ho qualche scrupolo. Se tu credi che io debba acconsentire a questa merda, devi fare una raccolta delle mie lettere e degli altri scritti che tu hai sottomano, dove si trovino frammenti atti a caratterizzare quei cani. In ogni caso mi dovresti mandare alcune glosse su Willich “in azione” e “nella Svizzera”.
(Marx, Lettera a Engels, 30 aprile 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 63-64)
 
Siccome da settimane, ma specialmente dagli ultimi quattordici giorni, debbo correre sei ore al giorno per procurarmi da mangiare e inoltre sono di nuovo torturato dalla landlady [padrona di casa], non m'è restato altro che scrivere ieri a Johnson per chiedergli se mi vuole scontare una cambiare sulla “Tribune”.
(Marx, Lettera a Engels, 5 agosto 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 99)
 
Da una delle accluse lettere di Cluss vedrai che il signor Kinkel aveva proclamato a Cincinnati in un circle [circolo] di borghesi che “Marx ed Engels non sarebbero dei rivoluzionari, ma piuttosto due mascalzoni che a Londra sarebbero stati cacciati dagli operai fuori dalle osterie”.
(Marx, Lettera a Engels, 6 agosto 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 103)
 
Mia moglie è malata, la piccola Jenny è malata, Lenchen ha una specie di febbre nervosa. Il dottore non potevo e non posso chiamarlo, perché non ho denaro per le medicine. Da otto o dieci giorni ho nutrito la famiglia con pane e patate, ed è anche dubbio che io riesca a scovarne oggi. Questa dieta non era naturalmente vantaggiosa con le condizioni climatiche di ora. Articoli per Dana non ne ho scritti perché non avevo il penny per andare a leggere i giornali. (…)
Quando ero da te e tu mi dicesti che mi avresti potuto procurare una somma un po' più grande per la fine di agosto, io lo scrissi a mia moglie per tranquillarla. La tua lettera di tre o quattro settimane fa accennava che non c'erano molte speranze, ma ne lasciava ancora qualcuna. Così io avevo preso tempo fino al principio di settembre con tutti i creditori, ai quali, come sai, vengono sempre pagati soltanto dei piccoli acconti. Ora c'è l'assalto generale.
Ho tentato ogni via, ma invano. In primo luogo quel cane di Weydemeyer mi frega 15 sterline. Scrivo a Streit in Germania (perché lui aveva scritto a Dronke in Svizzera). Questo bestione non risponde neppure. Mi rivolgo a Brockhaus e gli offro per la “Gegenwart” articoli di contenuto innocuo. Rifiuta in una lettera molto cortese. Finalmente la settimana scorsa corro dattorno il giorno intero con un inglese che voleva farmi scontare le cambiali di Dana. Pour le roi de Prusse [Per il re di Prussia, cioè: inutilmente].
La cosa migliore e più desiderabile che potrebbe accadere sarebbe che la landlady mi cacciasse di casa. Perlomeno in tal caso mi libererei di un debito di 22 sterline. Ma riesco appena a crederla capace di tanta cortesia. Inoltre il fornaio, il lattaio, quello del tè, il greengrocer [il verduraio], e ancora un vecchio debito col macellaio. Come debbo fare a farla finita con tutta questa merda del diavolo? Finalmente, negli ultimi otto o dieci giorni ho preso in prestito qualche scellino e qualche pence da certi zoticoni, il che è stato per me la cosa più noiosa, ma era necessario per non crepare.
Avrai visto dalle mie lettere che, come al solito, io navigo con grande indifferenza tra la merda quando io stesso ci sto dentro, purché non ne senta parlare neanche da lonano. Ma, que faire [che fare]? La mia casa è un lazzaretto, e la crisi comincia a disturbare talmente che mi costringe a dedicarle la mia altissima attenzione. Que faire?
(Marx, Lettera a Engels, 8 settembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 135-136)
 
Per la nostra corrispondenza dobbiamo provvedere altrimenti. È certo che nel ministero Derby c'è uno che legge le nostre lettere. Inoltre (di sera), almeno a titolo di prova, si piazza una sentinella davanti a casa mia. Perciò non posso assolutamente scriverti cose che io non ritenga consigliabile che il governo prussiano venga a sapere in questo momento.
(Marx, Lettera a Engels, 25 ottobre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 168)
 
Ieri ho impegnato il vestito che mi feci a Liverpool, per comprare della carta da scrivere.
(Marx, Lettera a Engels, 27 ottobre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 175)
 
Se ti è possibile, fa per venerdì un articolo per la “Tribune” sull'affare di Colonia [Su richiesta di Marx Engels scrisse l'articolo “Il processo contro i comunisti di Colonia” con la firma di Marx]. Ora tu conosci tutto il materiale altrettanto bene quanto lo conosco io, e da quattro o cinque settimane ho tanto trascurato la merda di casa mia per il public business [la questione di interesse comune] che per questa settimana, con tutta la buona volontà, non posso rimettermi al lavoro.
(Marx, Lettera a Engels, 16 novembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 203)
 
Ricevete in allegato: 1. Un manoscritto mio: Rivelazioni sul processo dei comunisti a Colonia . Questo manoscritto è partito ieri per la Svizzera, onde essere colà stampato e poi scagliato in Germania come strenna per i signori prussiani. Dovresti stamparlo costì, se credi di poterne ricavare almeno i costi di produzione sul mercato americano. Se più, tant mieux [tanto meglio]. In questo caso, bisognerebbe cominciare già a parlarne sulla stampa, per fomentare la curiosità. L'opuscolo, nel caso fosse pubblicato, dovrebbe essere stampato anonimo in America così come avviene in Svizzera. Sarete in grado di valutare l'umore di questo opuscolo, se riflettete che il suo autore, per mancanza di sufficiente copertura alle spalle e ai piedi, è stato praticamente internato e oltre a ciò era minacciato di veder piombare ad ogni momento sulla sua famiglia davvero una insopportabile miseria . Il processo mi ha ancor più impelagato, giacché per cinque settimane, invece di lavorare per guadagnarmi il pane, ho dovuto lavorare per il partito contro le macchinazioni del governo. Oltre a ciò mi ha totalmente alienato editori tedeschi, con cui speravo di concludere un contratto per la mia Economia. Infine l'arresto di Bermbach mi ha tolto la prospettiva di ricavare qualcosa dai “Brumai”.
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 7 dicembre 1852, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 594)
 
Per tutto questo tempo ti ho fatto compagnia con le emorroidi. Soltanto, per fortuna mia questa volta, le mie, siccome sono capitate in un momento di magra, non hanno un processo “maligno” . In caso di bisogno devi applicare delle sanguisughe. C'est le grand moyen [Questo è il mezzo migliore].
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1852, Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 212)
 
1853

Per quanto questa storia di Milano [insurrezione di Milano] sia miserevole come conclusione dell'eterno cospirare di Mazzini, e per quanto io creda che lui personalmente ne subisca un danno, tuttavia mi sembra sicuro che nell'insieme l'avvenimento sia favorevole al movimento rivoluzionario. Soprattutto per la maniera brutale con cui gli austriaci sfruttano [.?.carta danneggiata]. Se Radetzky avesse imitato il modo di procedere di Strassoldo, avrebbe lodato la cittadinanza di Milano per il suo “comportamento esemplare”, stigmatizzato tutta la faccenda come il miserevole colpo di mano di alcuni “miscreants” [mascalzoni], e allentato in apparenza le briglie come segno della sua fiducia; e così il partito rivoluzionario era squalificato davanti a cani e porci. Ma così, introducendo un perfetto sistema di saccheggio, fa dell'Italia quel “cratere rivoluzionario” che Mazzini non è riuscito a evocare con le sue declamazioni.
(Marx, Lettera a Engels, 23 febbraio 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 227-228)
 
Ricevute le 5 sterline.
Questa settimana per un pelo non son crepato. Si trattava di una infiammazione al fegato o qualche cosa di molto vicino. È cosa ereditaria nella mia famiglia. Mio padre ne è morto. Nei quattro anni da che sto in Inghilterra la cosa non s'era più fatta sentire ed era come scomparsa. Tuttavia ora la crisi è superata, e, quel che più conta, sans médecin [senza medico]. Sono però ancora un po' debole.
(Marx, Lettera a Engels, 10 marzo 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 234)
 
Il tuo articolo sulla Turchia [la parte sulla Turchia dell'articolo di Marx ed Engels, “Politica britannica – Disraeli – I profughi – Mazzini a Londra – Turchia”], stupendo.
(Marx, Lettera a Engels, 22-23 marzo 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 241)
 
Engels, quando non deve starsene in ufficio, è tutto assorbito dallo studio, e anche sembra non si sia ancora rimesso dalle punzecchiature che gli si bisbiglia nella stampa americana. Il nostro partito purtroppo è molto pauvre [povero].
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 17 aprile 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 620)
 
Se il tempo di cui disponi te lo permette, mi sarebbe molto gradito avere per venerdì un articolo sulla Svizzera. Tu hai trattato l'argomento un numero infinito di volte, mentre io non conosco le personalità ecc.; però l'articolo non dovrebbe avere continuazione. Un solo articolo sulla Svizzera è sufficiente, data la grandezza del paese.
(Marx, Lettera a Engels, 23 aprile 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 248)
 
Per i miei desideri, in ogni modo, il movimento arriva troppo in anticipo (credo che in primavera comincerà il commercial downfall [declino commerciale] come nel 1847). Avevo sempre sperato di riuscire ancora prima a ritirarmi in solitudine per un paio di mesi, e poter lavorare a fondo per la mia Economia. Sembra che non ci riuscirò. Il continuo scrivere per i giornali mi infastidisce. Mi prende troppo tempo, mi disperde, e in fin dei conti è un bel nulla. Indipendenti quanto si vuole, si è pur sempre legati al giornale e al pubblico, specialmente quando si riceve pagamento in contanti come me. Lavori puramente scientifici sono qualcosa di puramente diverso.
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, 15 settembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 629)
 
Ti fai maledettamente silenzioso.
Siccome ieri aspettavo your article [il tuo articolo], avevo soltanto buttato giù come introduzione le ultime notizie, e siccome la lettera non è arrivata, una corrispondenza è andata perduta.
Per due settimane a cominciare da oggi debbo assolutamente fare affidamento sulla tua collaborazione. Infatti Piepier oggi se ne va per due o tre settimane: non propriamente in convento, ma nell'ospedale tedesco, una specie di carcere sanitario, dove lo si curerà radicalmente delle conseguenze e degli strascichi dei peccati carnali. Siccome a causa delle mie corse da quello spilorcio di Spielmann sono stati saltati tre o quattro articoli, ora devo scriverne ogni martedì e ogni venerdì, affinché la prossima cambiale non sia troppo magra. Ci sono speranze che Freiligrath mi trovi un commerciante suo amico che le sconterà regolarmente.
Se nel frattempo tu scriverai qualche cosa, ti mando il resto perché tu lo riveda, e allora non avrai che da aggiungere al principio o alla fine le ultime notizie sulla Turkey [Turchia], che potrai eventualmente vedere nel “Débats” o altrove, o se ci sono dispacci telegrafici di particolare importanza, e poi spedire la m... a Liverpool.
Per martedì aspetto da te un articolo.
(Marx, Lettera a Engels, 17 settembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 304)
 
D'abord [prima di tutto] ti devo pregare - se possibile - di mandarmi a giro di posta almeno un minimo di denaro. Due settimane fa finalmente Spielmann pagò con uno sconto di quasi 2 sterline. Nel frattempo il peso dei debiti era naturalmente tanto salito, tutto il necessario era trasmigrato al Monte di Pietà talmente al completo, e la famiglia era talmente mal ridotta, che già da dieci giorni non c'è più un soldo in casa. (...) le giornate di venerdì e di oggi se ne sono andate al diavolo soltanto con le mie corse in cerca di denaro. L'articolo di venerdì [“La questione della guerra - Affari finanziari - Scioperi”] l'ho scritto di notte; poi, dalle sette del mattino fino alle undici, ho dettato a mia moglie, e poi me ne sono andato a piedi nella City.
(Marx, Lettera a Engels, 8 ottobre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 315)
 
Engels è veramente sovraccarico di lavoro; ma poiché egli è un vero lessico universale, capace di lavorare ad ogni ora del giorno e della notte, sbronzo o sobrio che sia, vivace come il diavolo nello scrivere e nel comprendere le cose, si può attendersi da lui qualcosa per questa faccenda...
(Marx, Lettera a Adolf Cluss, metà ottobre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 635)
 
Qui accluse le parolacce del grande Karl Heinzen nel suo “Herold des Westens” contro di me e contro il comunismo.
(Marx, Lettera a Engels, 6 novembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 324)
 
Non vuoi venire a Natale, e stare da me ? Ora ho una cameretta per te. Forse per l'occasione puoi scrollarti di dosso il vecchio.
(Marx, Lettera a Engels, 21 novembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 325)
 
Se noi due - tu ed io - avessimo cominciato a tempo giusto a fare a Londra il mestiere dei corrispondenti inglesi , tu non te ne staresti a Manchester, tormentato dall'ufficio, e io non sarei tormentato dai debiti.
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1853, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 332)
 
1854
 
Da New York mi è arrivata, per mezzo di Dana, la proposta di mandare per una rivista, a 12 sterline al foglio, articoli sulla storia della filosofia tedesca da Kant till now [fino ad oggi]. Ma si richiede: 1) sarcastica e divertente; 2) che non contenga niente against the religious feeling of the country [contro i sentimenti religiosi del paese]. Come fare? Se ora noi due stessimo insieme - però bisognerebbe avere dei libri - potremmo guadagnare in fretta 50 o 60 sterline. Da solo non mi azzardo a far questo lavoro.
(Marx, Lettera a Engels, 25 gennaio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 339)
 
È schifoso prevedere che dovrò passare la primavera e l'estate prossime di nuovo nella stessa cronica miseria delle precedenti, poiché non mi è possibile eliminare le passività del passato col semplice provento della “Tribune”. Delle volte vado su tutte le furie per questa porcheria che non finisce mai.
(Marx, Lettera a Engels, 9 marzo 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 343)
 
Ho ricevuto senza intoppi la tua lettera del 7 marzo. Devo farti alcune osservazioni in primo luogo sulle tue idee militari e in secondo luogo sulle tue idee diplomatiche.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 6 aprile 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 642)
 
Adesso nelle ore libere studio spagnuolo. (...) Trovo che con lo spagnuolo, in principio, si ha più bisogno del dizionario che con l'italiano.
“Archivio triennale delle cose d'Italia dall'avvenimento di Pio IX all'abbandono di Venezia” ecc... m'è capitato tra mano per caso. Il meglio che io abbia letto del partito rivoluzionario italiano.
(Marx, Lettera a Engels, 3 maggio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 373)
 
È stato bene che tu non sia venuto sabato. La mia storia - vecchia ora di due settimane - era giunta alla crisi. Io riuscivo appena a parlare, e mi fa male perfin ridere, a causa del grosso ascesso tra naso e bocca, che stamattina almeno si è ridotto a dimensioni del tutto ragionevoli. Anche le labbra enfiantissime si sono ridotte pressappoco alle loro dimensioni normali ecc.; in breve, ci sono tutti i sintomi di una rapida guarigione. Neanche il diavolo sopporterebbe una m... del genere alla testa per due settimane. C'è poco da ridere. Negli ultimi otto giorni ho dovuto smettere completamente di leggere e di fumare, ed oggi aspetto Freund per sapere se posso di nuovo fumare un sigaro, tanto per fare una prova.
Per maggior sventura da venerdì (giovedì notte) tutti e tre i bambini hanno il morbillo, sicché la casa si è tramutata in un vero ospedale.
Qui accluso Cluss. Il tramonto della “Reform” schifoso.
Confido che ancora per tutta la settimana tu scriva per me il servizio per l'America, perché io sono ancora assolutamente incapace di scrivere, e ho già perso 6 sterline per questa m..., il che è molto amaro.
Aspetto nel frattempo qualche riga da te.
(Marx, Lettera a Engels, 22 maggio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 379)

Sono stato seriamente malato le ultime due o tre settimane; come se non bastasse, i tre bambini hanno avuto il morbillo, da cui si sono appena ripresi, sicché la casa era trasformata in un ospedale. Sono solo due giorni che esco di nuovo, e poiché avevo mal di testa e ogni conversazione mi affaticava, durante questo periodo non ho lasciato che mi fossero fatte visite.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 1° giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 645)
 
Ora che io sono di nuovo in gamba e i bambini di nuovo tutti alzati, pure se non escono ancora, mia moglie, probabilmente in seguito alle veglie e all'assistenza ai malati, è molto giù, e il peggio è che non vuole sentire il dottore, ma si ordina le medicine da se stessa, col pretesto che i rimedi di Freund - due anni fa, con un malessere simile - la avrebbero fatta star peggio. Se non migliora, alla fine interverrò d'autorità. Per questo io non sono in grado di mandare la corrispondenza del martedì, perché per quel giorno Pieper, a causa delle sue lezioni, non può servirmi da segretario, e mia moglie, nelle sue attuali condizioni, non la posso tormentare con lo scrivere. Vedi che sono diventato proprio Peter Schlemihl [protagonista di un racconto di Adalbert von Chamisso, che vende la propria ombra al diavolo]. Tuttavia l'intera famiglia è stata per anni benissimo, e spero che tornerà ad esserlo quando questa crisi sarà passata. Au fond [in fondo] è bene che tutta la famiglia passi a turno questa prova. (...)
L'“Archivio delle cose d'Italia” ho finito di leggerlo. Le “Considerazioni” dell'autore, messe in appendice, cercano, in contrasto con i documenti da lui stesso raccolti, di dimostrare che la Giovane Italia e consequently [conseguentemente] Giuseppe Mazzini sono stati l'anima del movimento nel 1848.
(Marx, Lettera a Engels, 3 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 380-381)
 
Mia moglie è a letto. Ieri finalmente ho ottenuto di far venire il dott. Freund. Lui vuole che vada in Germania non appena sarà in condizione di farlo, cosa che coincide col desiderio di mia suocera e che finora s'è urtata soltanto in difficoltà finanziarie, ma che deve esser fatta assolutamente. I bambini oggi sono di nuovo a scuola.
(Marx, Lettera a Engels, 13 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 385)
 
Dall'acclusa lettera vedrai che sono nei guai fin sopra ai capelli. Mentre la malattia di mia moglie è nel pieno di una crisi, il bravo dott. Freund si assenta e mi manda un conto di 26 sterline, e augura di giungere a un “chiaro accordo” sui suoi “rapporti professionali” con me. Siccome le condizioni di mia moglie erano gravi - e sono ancora serie - sono stato naturalmente costretto a capitolare col caro Freund e a promettergli per iscritto di pagargli 8 sterline per la fine di questo mese e il resto di sei in sei settimane. Se non m'avesse attaccato così à l'imprévu [inaspettatamente] non mi avrebbe sorpreso in questa maniera. Ma che dovevo fare? Ad ogni altro medico serio dovrei pagare immediatamente le visite, e oltre a ciò, anche se questo fosse possibile, non si possono cambiare i medici come camicie nel bel mezzo di una malattia, senza essersi informati in precedenza sulle loro capacità ecc.
Così, sono dunque in un fix [pasticcio]. So che anche tu sei in bolletta. Credi che per la rata che scade alla fine di questo mese io possa magari avere in anticipo da Dronke qualche sterlina? Quando è stato qui l'ultima volta, mi accennò che ci si poteva rivolgere a lui quando ci si trovasse in difficoltà. Tuttavia voglio prima sapere la tua opinione. Questa prima rata debbo in ogni caso pagarla a quel tale nel termine convenuto, e la mia cambiale per gli ultimi mesi è già tratta: naturalmente subito spesa, dato che avevo da pagare 12 sterline in casa, e l'importo totale era notevolmente ridotto a causa degli articoli saltati, e inoltre questa volta la farmacia da sola ha inghiottito una notevole somma.
Alla fine di questa settimana, se mia moglie si sentirà forte abbastanza, porterò lei coi bambini a Lenchen per due settimane nella villa del signor Seiler, Edmonton. Poi, grazie all'aria della campagna, si rimetterà forse abbastanza per poter andare a Treviri.
Ti assicuro che con queste ultime petites misères [meschine miserie] sono diventato a very dull dog [proprio un cane battuto].
(Marx, Lettera a Engels, 21 giugno 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 387-388)
 
L'alternativa con cui tu spieghi il mio lungo silenzio è esatta [cfr. Engels a Marx, 20 luglio 1854]. In ogni caso sarebbe stato più piacevole essere impedito dallo studio. 3 sterline le ho aggiunte alle 5 per pagare al “Freund” la prima rata, e di circa 8 sterline ho avuto bisogno per il viaggio di mia moglie, che non si poteva più rinviare e che ha reso necessario tutto un nuovo equipaggiamento, perché naturalmente non poteva andare a Treviri come una stracciona. Queste spese straordinarie mi hanno quindi messo di nuovo in conflitto coi miei creditori perpetui e “normali”, and so forth [e così via]. “È una vecchia storia”.
(Marx, Lettera a Engels, 22 luglio 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 394)
 
Ti chiedo d'urgenza di vedere se è in qualche modo possibile scovare del denaro per me. Le 11 sterline di spese extra che ho avuto da sei settimane in qua, mi hanno fatto piombare nella più estrema destitution [miseria]. Inoltre, durante tutto questo tempo, e di sicuro ancora per due o tre settimane, Pieper, sans sou [senza un soldo], abita e vive da me. C'est dur [È duro].
(Marx, Lettera a Engels, 8 agosto 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 403)
 
Ormai bisognerà ben dire qualche cosa nella “Tribune” sugli avvenimenti della guerra asiatica. In certo modo ho sbagliato strada quando ho dichiarato in una delle ultime letters [lettere] che le news [notizie] della totale sconfitta dei turchi a Kars erano una invention [invenzione] di Vienna. Comunque, il dispaccio telegrafico era falso, tuttavia aveva fondamenti veraci.
Ora il mio principal study è la Spain [studio principale è la Spagna]. Finora ho sgobbato, in gran parte su fonti spagnole, sul periodo dal 1808 al 1814 e dal 1820 al 1823. Ora sto rrivando al periodo dal 1834 al 1843. La storia è piuttosto complicata. Più difficile è arrivare a coglierne lo sviluppo. In ogni caso avevo cominciato a tempo col “Don Chisciotte”. Tutta la faccenda occuperà circa sei articoli per la “Tribune”, se molto concentrata. In ogni caso è un progresso che at this moment [in questo momento] si riceva del denaro per one's studies [i suoi studi].
Purtroppo dal 1° al 7 settembre la biblioteca resterà chiusa. Oltre agli altri vantaggi che ha, è il solo luogo fresco di Londra.
(Marx, Lettera a Engels, 2 settembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 406-407)
 
Devo ancora una volta bussare a quattrini da te, per quanto la cosa mi sia davvero penosa, ma la pressure from without [la pressione delle circostanze esterne] mi ci costringe. Le mie cambiali non le posso trarre prima di qualche settimana, perché Freiligrath, in consequence of [in seguito a] seccature che ebbe a causa di ciò da Bischoffsheim, non trae più cambiali al di sotto di 25 sterline. Tutto sommato, così è anche meglio, perché col trarne sempre di piccole la dette flottante [debito fluttuante] resta sì coperta, ma cresce il debito fisso. Ci si aggiunge che devo sottrarre dalla prossima cambiale 8 sterline per Freund, perché nelle attuali circumstances [circostanze] mia moglie ha tanto più bisogno di cure. Gli extraordinary means [mezzi straordinari] ai quali il bilancio familiare soleva far ricorso durante le crisi, sono again [di nuovo] esauriti, e tutto da noi è impegnato come nel bilancio dello Stato spagnuolo.
Del resto, per quanto riguarda “il bilancio” en général , ho ridotto i debiti complessivi a meno di 50 sterline, sicché circa 30 sterline meno che al principio di quest'anno. Da qui puoi vedere che abbiamo fatto grandi giuochi di prestigio finanziari. Se riesce una negotiation [trattativa] che ho iniziato con Lassalle, e se lui mi presta 30 sterline, e tu il resto, sarei di nuovo a cavallo, e cambierei tutto l'andamento di casa, mentre ora ho da pagare al solo Monte di Pietà il 25%, e in generale non arrivo mai a sistemarmi a causa degli arretrati. Con la mia vecchia, come si è dimostrato ancora una volta a Treviri, non c'è niente da fare finché non le starò proprio alle costole.
Dans ce moment [In questo momento] la completa mancanza di denaro è tanto più schifosa – a prescinder dal fatto che i family wants [bisogni della famiglia] non cessano un istante – perché Soho è il quartiere prediletto del colera, il mob [plebaglia] crepa a destra e a sinistra (p. es. nella Broadstreet in media tre persone per casa), e la migliore difesa contro questa merda sono i “viveri”.
(Marx, Lettera a Engels, 13 settembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 408-409)
 
La settimana prossima comincio la corrispondenza per la “Neue Oder Zeitung”. Per il momento 30 talleri al mese. Ma suppongo che quella gente si contenti di tre corrispondenze alla settimana. Dato che non ho un soldo per comprarmi dei libri non posso assolutamente dar l'addio ai miei studi nel Museum per 30 talleri al mese. Per quanto la cosa sia per me spiacevole, l'ho accettata per tranquillizzare mia moglie. I suoi prospects [prospettive] sono comunque gloomy [scure].
(Marx, Lettera a Engels, 15 dicembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 437)
 
Per quanto ne so, e io conosco praticamente tutti i gabinetti di lettura più importanti di Londra, qui la “N.O.-Z” [“Neue Oder-Zeitung”] non si trova in nessun posto. Bisogna dunque che per il momento me la mandi direttamente. Forse mi riuscirà introdurLa in un gabinetto di lettura o in un caffé.
(Marx, Lettera a Moritz Elsner, 20 dicembre 1854, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 648)

1855

Questa lettera sarebbe stata scritta otto giorni prima, se mia moglie non avesse messo al mondo una nuova cittadina [Eleonor Marx] e nel trouble [confusione] non mi fosse rimasto che poco tempo libero, come potrai facilmente capire. Madre e figlioletta stanno bene.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 23 gennaio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 650)
 
Accuso ricevuta anzitutto del “bullion” [oro in barre] e in secondo luogo quello stupendo articolo [probabilmente articolo di Engels “I combattimenti in Crimea”] di oggi. Per quattro o cinque giorni sono stato impossibilitato a scrivere, quindi anche a te, per una forte infiammazione agli occhi, che non è ancora del tutto domata, e la mia usual secretary [segretaria permanente (cioè Jenny Marx)] a causa del tempo freddo non ha lasciato il letto così presto come altrimenti soleva accadere. Tuttavia, penso, potrà ritornare tra poco al suo posto. Mi sono preso questo male agli occhi rileggendomi tutti i miei appunti di economia, se non per dare l'ultima mano a tutta la faccenda, in ogni caso per esser padrone del materiale e averlo ready [pronto] per la stesura definitiva.
(Marx, Lettera a Engels, 13 febbraio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 453)
 
Il dottore dichiara che mi è necessario cambiar aria, dato che da due anni non ho lasciato i precincts of Soho Square [confini del quartiere di Soho]. Perciò verrei volentieri a Manchester, prima che mia moglie parta di nuovo per Treviri. Se per l'imminente arrivo del vecchio o per qualche altro motivo tu non dovessi essere a tuo agio con la tua casa, potrei prendermi in affitto una camera a Manchester. In ogni caso – naturamente soltanto dopo che qui sia di nuovo tutto in ordine – dovrò una buona volta andarmene per un po' di tempo perché l'intorpidimento fisico mi istupidisce anche il cervello.
(Marx, Lettera a Engels, 3 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 456-457)
 
Tempo fa mi sono riguardato la storia romana (antica) fino al tempo di Augusto. La storia interna si risolve plainly [chiaramente] nella lotta tra la piccola e la grande proprietà fondiaria, naturalmente modificata in modo specifico dai rapporti derivanti dalla schiavitù. I rapporti tra debitori e creditori, che hanno una parte così grande dalle origines [origini] della storia romana in poi, si presentano soltanto come conseguenze connaturate della piccola proprietà fondiaria.
(Marx, Lettera a Engels, 8 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 459)
 
Devi scusare se scrivo soltanto queste poche righe. Sono stanco come un cane per le lunghe veglie di notte, perché sono l'infermiere di Musch [Edgar Marx].
(Marx, Lettera a Engels, 27 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 462)
 
Ho rimandato da un giorno all'altro l'invio di un bollettino sanitario, perché la malattia procedeva talmente ad alti e bassi che io stesso cambiavo opinione quasi di ora in ora. Alla fine però la malattia ha preso il carattere di una tubercolosi intestinale, ereditaria nella mia famiglia, e pare che anche il medico abbia perduto ogni speranza. Mia moglie da una settimana in qua è stata ammalata come mai prima d'ora di agitazione nervosa. E anche a me sanguina il cuore e brucia il capo, sebbene io debba naturalmente darmi un contegno. Durante la malattia il bambino non smentisce un solo istante il suo carattere particolare, cordiale e nello stesso tempo indipendente.
Non posso ringraziarti abbastanza per l'amicizia con cui lavori in vece mia, e per l'interesse che senti per il nostro bambino.
Se dovesse eventualmente sopravvenire un miglioramento, ti scrivo subito.
(Marx, Lettera a Engels, 30 marzo 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 463)
 
Il povero Musch non è più. Si è addormentato (nel vero senso della parola) tra le mie braccia oggi tra le 5 e le 6. Non dimenticherò mai come la tua amicizia ci ha reso più leggero questo terribile periodo. Il mio dolore per il bambino tu lo capisci. Mia moglie ti manda i più affettuosi saluti. È probabile che, se vengo a Manchester, la prenda con me per una settimana, nel qual caso naturalmente andremmo a stare in un albergo (o anche in un private lodging [alloggio privato] per noi). In ogni caso devo trovare un mezzo per farle superare questi primi giorni.
(Marx, Lettera a Engels, 6 aprile 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 464)
 
Penso di partire mercoledì con mia moglie per Manchester; bisogna che lei cambi ambiente per qualche giorno. Se non scrivo in contrario, resta inteso per questa data. Comunque lunedì scrivo ancora.
La casa è naturalmente del tutto desolata e vuota dopo la morte del caro bambino che ne era l'anima. Non si può dire come il bambino ci manchi a ogni istante. Ho già sofferto ogni sorta di guai, ma solo ora so che cosa sia una vera sventura. Mi sento broken down [a pezzi]. Per fortuna dal giorno del funerale ho avuto dei mal di testa così tremendi che non ho più avuto né modo né voglia di pensare a nulla.
Tra tutte le pene terribili che ho passato in questi giorni, il pensiero di te e della tua amicizia, e la speranza che noi abbiamo ancora da fare insieme al mondo qualche cosa di ragionevole, mi hanno tenuto su.
(Marx, Lettera a Engels, 12 aprile 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 465)
 
Se il tempo di cui disponi non dovesse permetterti di fare quest'ultimo, mi dovresti mandare il materiale, e lo farei io. È vero che in quest'ultimo caso, data la mia nessuna conoscenza dell'argomento, sarebbe pietoso, ma non posso lasciarmi sfuggire le 10 sterline che c'è da guadagnarci, perché da una parte i denari dell'eredità non arrivano ancora, dall'altra le spese sono grandissime, ed io ho perduto degli articoli.
(Marx, Lettera a Engels, 15 giugno 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 470)
 
Quando avrai letto i fogliettacci che ti accludo, dirai: multa instead of multum [molte parole invece di molte cose]. Ed a ragione. Non sono riuscito a trovare la cosa più importante: il numero dei cannoni e il loro calibro per la Spagna, sebbene abbia sfogliato tutto il libro delle Ordenanzas. Qualche cosa in proposito per l'artiglieria da montagna la troverai in una nota. A quanto si può concludere da un passo della “Revista Militar” portoghese, l'artiglieria spagnuola dal punto di vista del materiale era in tutto e per tutto all'altezza di quella francese.
Ho raccolto materiale di ogni genere, perché l'una o l'altra cosa può servire.
(Marx, Lettera a Engels, 29 giugno 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 473)
 
Ricevute lunedì le 5 sterline.
Per tre giorni ho sfogliato una quantità di roba al Museum, senza arrivare a scovar nulla sull'esercito napoletano (…)
Qui da me la situazione domestica è sempre triste. Mia moglie ancora molto sofferente. Il ricordo del povero caro bambino è tormentoso e presente anche nei giuochi delle sue sorelle. Di dolori simili ci si può consolare soltanto lentamente, col passar del tempo. Anche per me la perdita è ancora viva come al primo giorno, e posso perciò comprendere il dolore di mia moglie. Se il denaro scozzese dovesse ancora arrivare in tempo, andrei per parecchie settimane nel Kent, dove pare che ci sia abbondanza di bei posti a buon mercato.
(Marx, Lettera a Engels, 3 luglio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 474-475)
 
Bacone dice che gli uomini veramente notevoli hanno tante relazioni con la natura e il mondo, tanti oggetti d'interesse da poter superare facilmente il dolore di ogni perdita. Io non appartengo alla categoria di questi uomini. La morte di mio figlio mi ha profondamente sconvolto il cuore e il cervello, e io sento la perdita così vivamente come il primo giorno. La mia povera moglie è pure completamente down-broken [affranta].
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 28 luglio 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 655)
 
Mi è impossibile descriverLe il dolore di cui mi ha riempito la notizia della scomparsa del caro, indimenticabile Roland. Sebbene le ultime notizie prevenutemi attraverso Steffen non fossero affatto confortanti, mai, neppure per un istante, avevo perduto la speranza che il Suo buon marito guarisse. Era una natura delicata, finemente strutturata, assolutamente nobile: carattere, talento e manifestazione estetica in rara armonia. In mezzo alla gente di Colonia, Daniels mi appariva sempre come la statua di un dio greco, gettata dal capriccio del caso tra una massa di ottentotti. La sua scomparsa prematura è una perdita irreparabile, non solo per la sua famiglia e i suoi amici, ma anche per la scienza, in cui egli prometteva i successi più belli, e per la grande massa sofferente dell'umanità che aveva in lui un fedele campione.
Conosco sufficientemente la Sua natura eroica, da essere persuaso che il dolore perenne non Le impedirà di rimanere come la fedele custode dei pegni preziosi lasciati da Roland. Nei figli Ella restituirà in doppia misura il padre al mondo.
La notizia di questa nuova perdita ha risvegliato in mia moglie così vivamente il ricordo della morte del nostro unico figlioletto, che il suo stato d'animo non le permette di scriverLe in questo momento. Piange e geme come una bambina.
Non mi sento di cercare di confortarLa, in quanto anche io sono e rimarrò inconsolabile per la perdita di un amico che personalmente ho amato più di ogni altro. Dolori del genere non si lasciano togliere, ma solo condividere. Appena sarò riuscito a dominare l'empito dei primi sentimenti, scriverò sulla “New York Tribune” un necrologio per i numerosi amici dello scomparso in America. Speriamo che un giorno le circostanze ci permettano di vendicarci più severamente che non con un necrologio sui colpevoli che hanno abbreviato la sua vita.
Non c'è bisogno che Le assicuri che Ella potrà sempre disporre di me come di un amico fedele e devoto.
(Marx, Lettera a Amalie Daniels, 6 settembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pagg. 656-657)
 
Mi è stato impossibile scriverLe la scorsa settimana a causa di un procedimento giudiziario intentatomi dal degno Dr. Freund. Sono costretto da costui a tenermi lontano all'incirca una settimana da Londra. Ciò naturalmente non cambia nulla quanto alla possibilità di fare il corrispondente, dato che il parlamento non si riunisce. Questo mese dunque apra per me i Suoi conti solo a partire dall'11 settembre.
Si capisce che, nel caso il Suo giornale non potesse più pagare, ma potesse continuare ad esistere, Ella potrebbe disporre come sempre dei miei articoli. (…)
Se non avessi troppo timore di compromettere dei conoscenti, anche solo per posta, avrei già da molto tempo scritto in Renania nell'interesse del Suo giornale.
(Marx, Lettera a Moritz Elsner, 11 settembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 658)
 
Ero così tormentato dai più infami dolori di denti che mi era successo ciò che Hegel pretende dalla coscienza sensibile nello stadio in cui essa deve passare di gran carriera nell'autocoscienza: cioè non ci sentivo ne ci vedevo più e nemmeno potevo scrivere.
Per quanto riguarda la tua domanda a proposito del libro intitolato “Les mystères de la Bourse” di Coffinières, credo che questa miserabile compilazione si trovi ancora tra i libri che ho lasciato in patria. Durante il mio primo soggiorno a Parigi mi lasciai indurre dal titolo a comprare e poi a leggere questa roba. Il signor Coffinières è un avvocato che au fond [in fondo] non capisce nulla della Borsa, e si limita solo a mettere in guardia contro le frodi “giuridiche” degli “agents de change” [“agenti di cambio”]. Dunque non è possibile cavar nulla da questo libro: né fatti né teoria e nemmeno aneddoti divertenti. Per di più ora è assolutamente invecchiato. “Lascialo andare o nobile signora” cioè il Coffinières. “Ei non è degno della tua collera”.
(Marx, Lettera a Ferdinand Lassalle, 8 novembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 663)
 
L'arresto in casa comincia a diventare noioso. Non ho ancora preso una boccata di aria fresca. Tuttavia ieri ho di nuovo mandato via 1.000 [parola indecifrabile nel manoscritto] Jones finalmente dovrebbe venire oggi.
L'altro ieri sera ho ricevuto una visita che non indovinerai. Venne Edgar Bauer, che non avevo visto da un anno, e con lui... Bruno.
(Marx, Lettera a Engels, 14 dicembre 1855, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XXXIX, pag. 491)
 
1856
 
Vuotata oggi la sesta ed ultima bottiglia di medicina. In complesso sono di nuovo in gamba, soltanto ancora vigliacchissime emorroidi.
(Marx, Lettera a Engels, 18 gennaio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 5)
 
Al Museum ho fatto alcune scoperte storiche sui primi decenni del diciottesimo e sulla fine del diciassettesimo secolo, in relazione alla lotta tra Pietro I e Carlo XII e alla parte decisiva che l'Inghilterra ha avuto in questo dramma. Allora la politica estera dei tories e dei whigs si distingueva semplicemente in questo, che quelli si vendevano alla Francia, questi alla Russia. (...)
Le faccende francesi mi hanno molto interessato; e ti prego di mandarmi l'“Examiner” tutte le volte che porta qualche cosa del genere. Il “Guardian” è qui da Wylde. Scrivere per i giornali ora è molto noioso, perché in Inghilterra non accade nulla , e la piega della situazione economica è ancora molto poco chiara. In questo la cosa decisiva sono per il momento le truffe in borsa, sulle quali ci manca il materiale necessario.
(Marx, Lettera a Engels, 12 febbraio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 11-15)
 
Per tutta la settimana ho avuto qui in visita G. Levy di Düsseldorf, mandato qui come inviato dagli operai di laggiù. È partito soltanto ieri, e ha talmente preso tutto il mio tempo, che, malgrado la migliore buona volontà, non sono arrivato a scriverti. Ti informerò più a lungo qui avanti sulle comunicazioni, in parte importanti, di cui era carrier [latore]
Dei tre libri che tu volevi, Norgate and Williams non ne avevano ready [pronti] nessuno. Ho ordinato il “Canto della vittoria di Igor” , ma volevo prima informarti sugli altri due. (…)
Al Museum ho scovato e ho fatto estratti da cinque volumi in folio di manoscritti sulla Russia (soltanto sul secolo decimottavo). (…)
Gli scritti francesi più recenti sono, con poche eccezioni, quasi tutti intinti di panslavismo, sebbene antirussi. (…)
Oggi avevo cominciato la lettera con l'intenzione di scriverti una infinità di chiacchiere. Ma poiché mi sono cacciato in un'altra strada, e il tempo stringe, lascerò queste cose per domani e oggi mi accontenterò soltanto di comunicarti che (a quanto scrive Imandt) Heise è destinato a una rapida fine in conseguenza degli alcolici; che quell'Oswald del tabacco e dei profughi, che non sa una sola parola di francese, è aggregato all'University College di Londra come professore di lingua francese; che gli amici di Ruge vanno dicendo che lui è “idropico”, sebbene sia probabile che abbia l'acqua soltanto in testa; che alcuni puri tedesconi (Faucher, Meyen, Frank, Tausenau ecc.) si riuniscono domani nella trattoria Kerb, per arrivare a una entente cordiale [intesa cordiale] su quello che è necessario alla patria, e che “Meyen” ha espresso la speranza di poter indurre Bucher “a partecipare” a questa consultazione; infine, che Proudhon è diventato Reale e Imperiale Direttore delle ferrovie francesi.
(Marx, Lettera a Engels, 29 febbraio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 20-23-24)
 
La settimana prossima assoggetterò lo Heffter a un più attento esame. Se c'è del materiale, lo ordino. Un libro molto pietoso è: Eichhoff, “Histoire de la langue et de la littérature des Slaves”. Parigi, 1839. Eccettuata la parte grammaticale, che non sono in grado di giudicare (ma vedo che i lituani e i lettoni sono dichiarati slavi. Non è questo un assurdo?), il resto è per lo più un plagio da Shaffarik. (…)
Io, of course [naturalmente], ho dichiarato che, nel caso che la situazione lo permetta noi ci saremmo trovati al fianco degli operai renani; che ogni sommossa di loro testa, senza l'iniziativa di Parigi o Vienna o Berlino, è una balordaggine; che, qualora Parigi dia il segnale, sarebbe bene rischiar tutto in ogni caso, perché allora anche una momentana sconfitta potrebbe aver cattive conseguenze solo temporaneamente; che io avrei discusso seriamente coi miei amici il problema di quel che si potrà fare in Renania direttamente per iniziativa della popolazione operaia, e che fra qualche tempo loro dovrebbero di nuovo mandare qualcuno a Londra, ma non fare nulla senz'essersi prima intesi.
I conciatori di Elberfeld (o Barmen?), che nel 1848 e 1849 erano assolutamente reazionari, ora sono particolarmente rivoluzionari. Levy mi ha assicurato che tu personalmente sei considerato tra gli operai del Wuppertal come il “loro” uomo. Del resto pare che sul Reno la fede in una rivoluzione in Francia sia abbastanza diffusa, e perfino i filistei dicono: questa volta va in altro modo che nel 1848. Questa volta verrà gente come Robespierre ecc., invece che i chiacchieroni del 1848. Perlomeno, il credito della democrazia è caduto molto low [in basso] sul Reno.
(Marx, Lettera a Engels, 5 marzo 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 25-31-32)
 
In una prossima lettera risponderò alla tua ultima. Oggi soltanto una domanda, a cui desidero che tu risponda possibilmente a giro di posta. Oggi non ho mandato nessun articolo alla “Tribune”, perché non ho potuto finire di leggere il blue book su Kars: l'ho avuto tra mano soltano ieri sera tardi. Devo spedire il mio articolo venerdì insieme a quello che aspetto da te. E ora ad rem [veniamo al fatto]:
Una gran parte del blue book è di natura puramente militare; potrai vedere in seguito se se ne può far qualche cosa. Ma su di un punto desidero la tua opinione critica, perché è essenziale anche per la parte politica della questione, ed io ne devo parlare già nell'articolo di venerdì. I turchi, alla fine di giugno, proposero di mandare un esercito di soccorso a Redut Kale, per operare di là su Kutais ecc. Il governo inglese, da parte sua, voleva mandare truppe di rincalzo per Trebisonda ad Erzerum, a quanto pare abbandonando Kars come punto senza importanza e considerando Erzerum come centro della resistenza.
(Marx, Lettera a Engels, 25 marzo 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 35)
 
L'altro ieri ebbe luogo un piccolo banchetto per festeggiare l'anniversario del “People's Paper”. Questa volta, siccome sembrava che la situazione me lo richiedesse, accettai l'invito, tanto più che (as announced in the “Paper”) [come annunciato nel “Paper”] di tutta l'emigrazione ero stato invitato io solo , e anche il primo brindisi toccò a me, cioè dovetti levarlo io alla souveraineté du prolétariat dans tous les pays [sovranità del proletariato in tutti i paesi]. Tenni dunque un piccolo speech [discorso] in inglese, che tuttavia non farò stampare. Lo scopo che mi prefiggevo, è raggiunto. Il signor Talandier, che s'è dovuto comprare il suo biglietto per 2 scellini e mezzo, e tutto il resto della banda dell'emigrazione francese e degli altri, s'è convinto che noi siamo i soli “intimi” alleati dei cartisti e che, se ci asteniamo da dimostrazioni pubbliche e lasciamo che i Frenchmen civettino pubblicamente col cartismo, è in ogni momento in nostro potere riprendere la posizione che già storicamente ci compete.
(Marx, Lettera a Engels, 16 aprile 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 46-47)
 
Se puoi, manda qualche cosa a Pieper. Probabilmente ora troverà un posto di corrector [correttore] al “People's Paper”. Ora gli posso fornire soltanto assistenza in natura. Gli ho dato una seria lavata di capo per le sue stupidaggini che lo hanno di nuovo buttato sul lastrico. Sulla politica locale potrei comunicarti qualche cosa; ma sarebbe pericoloso farlo per posta.
(Marx, Lettera a Engels, 26 aprile 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 49)
 
La mia famiglia partirà, se le misure finanziarie da me prese non falliscono, al più tardi tra dieci o quindici giorni. Peccato che tu sia così sovraccarico di lavoro. Se no potremmo fare un petit tour [un piccolo giro] in Scozia.
Al Museum, appena ci tornerò. Mi occuperò di ciò che mi hai raccomandato.
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio (nell'originale aprile) 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 52)
 
La famiglia è partita ieri. Questa settimana sono stato incapace di lavorare, in parte per il trouble [disordine] in casa, in parte per un reumatismo alla schiena che non mi si era ancora presentato in questa forma.
Qui accluso il Bazancourt: il racconto “napoleonico” delle storie di Crimea. Non se ne potrebbe fare qualche cosa per “Putnam”? Mi è molto necessaro accaparrarmi questa ditta, perché le spese e il corredo per il viaggio mi hanno costretto ad accettare con la mediazione di Zitschke una cambiale di 30 sterline, con scadenza a tre mesi, tratta su di me. (…)
Oggi non sono in grado di scrivere, ma debbo consultarti per aver lumi intorno a uno scrupolo filologico. Nell' “Enrico IV” di Shakespeare si trova hiren per sirena, e, secondo una nota di quel pedante di Johnson, la forma hiren la si trova anche in altri antichi scrittori inglesi. Lo scambio di h e s è quite [assolutamente] a posto. Ma hiren non potrebbe essere in relazione con Hure [In tedesco: “puttana”], e così anche sirena? O con hoeren, auris [udire, orecchio] ecc.? Vedi to which low state of spirit sono depressed [fino a che punto di depressione di spirito sono] oggi, che mi interessa molto questo caso.
(Marx, Lettera a Engels, 23 maggio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 54-55)
 
Alla fine di questa settimana parto per la Scozia; da lì verrò da te dopo sei giorni; naturalmente t'avviserò. (…)
Sono giunto a questa decisione di venire da te passando dalla Scozia per due motivi:
1) di salute, perché so che il viaggio per mare mi metterà a posto, e il mio reumatismo è scomparso soltanto dall'altro ieri. Inoltre ho avuto delle eccessive perdite di sangue e altri inconvenienti del genere. Naturalmente ho anche consultato il mio surgeon [chirurgo] (…)
(Marx, Lettera a Engels, 5 giugno 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 61)
 
Mio caro tesoro,
ti scrivo di nuovo, perché sono solo e perché mi secca tenere continui dialoghi mentali con te, senza che tu ne sappia nulla o tu mi possa rispondere. Per quanto malriuscito il tuo ritratto mi rende i migliori servigi, e adesso capisco come persino le “madonne nere”, i ritratti più maltrattati della madre di Dio, potessero trovare adoratori indefettibili, e anzi più adoratori dei buoni ritratti. In tutti i modi certamente nessuno di questi quadri di madonne nere è mai stato baciato, occhieggiato e adorato più della tua fotografia, che certo non è nera, ma aspra e non riflette affatto il tuo caro, soave, adorabile “dolce” volto.
Ma io correggo i raggi di sole che hanno dipinto male, e trovo che i miei occhi, per quanto rovinati dalla luce artificiale e dal tabacco, sono in grado di dipingere non solo in sogno, ma anche da svegli. Io ti ho viva davanti a me e ti porto in palmo di mano, e ti bacio dalla testa ai piedi, e cado in ginocchio davanti a te, e sospiro: “Madame, io vi amo”. E davvero io vi amo, più di quanto abbia amato il Moro di Venezia. Il mondo falso e corrotto coglie tutti i caratteri in modo falso e corrotto. Chi dei miei numerosi calunniatori e nemici dalla lingua biforcuta mi ha mai rimproverato di essere chiamato a recitare la parte di primo amoroso in un teatro di seconda classe? Eppure è così. Se quei furfanti avessero avuto dello spirito, avrebbero dipinto da una parte “i rapporti di produzione e di commercio” e dall'altra me ai tuoi piedi. Look to this picture and to that [Guardate questo ritratto e quello] – vi avrebbero scritto sotto.
Ma furfanti stupidi sono costoro e rimarranno stupidi in seculum seculorum [per l'eternità].
Una assenza momentanea fa bene, perché quando si è presenti le cose sembrano troppo eguali per distinguerle. Persino le torri da vicino hanno proporzioni nanesche, mentre le cose piccole e quotidiane, considerate da vicino, crescono troppo. Così è per le passioni. Piccole abitudini le quali con la vicinanza che esse impongono assumono forma appassionata, scompaiono non appena il loro oggetto immediato è sottratto alla vista. Grandi passioni che per la vicinanza del loro oggetto assumono la forma di piccole abitudini, crescono e raggiungono di nuovo la loro proporzione naturale per l'effetto magico della lontananza. Così è con il mio amore. Basta che tu mi sia allontanata solo dal sogno e io so immediatamente che il tempo è servito al mio amore per ciò a cui servono il sole e la pioggia alle piante, per la crescita. Il mio amore, appena sei lontana, appare per quello che è, un gigante in cui si concentra tutta l'energia del mio spirito e tutto il carattere del mio cuore.
Io mi sento di nuovo un uomo, perché provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli e lamentosi e irrisoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo.
Mia cara, tu sorriderai e ti chiederai come mai tutto a un tratto divento così retorico? Ma se potessi stringere il tuo cuore al mio cuore, tacerei e non direi parola. Poiché non posso baciare con le labbra, sono costretto a farlo con il linguaggio e le parole. Davvero potrei addirittura scrivere versi e rifare i “Libri Tristium” di Ovidio, in tedesco libri del lamento. Egli era stato semplicemente bandito dall'imperatore Augusto. Io invece sono bandito da te, e questo Ovidio non l'ha capito.
In realtà molte donne sono a questo mondo, e alcune di esse sono belle. Ma dove ritrovo un volto nel quale ogni tratto, anzi ogni piega risveglia i ricordi più grandi e più dolci della mia vita? Nel tuo viso soave io leggo persino le mie sofferenze infinite, le mie perdite irreparabili, e quando bacio il tuo dolce viso riesco ad allontanare con i baci la sofferenza. “Sepolto nelle sue braccia, risvegliato dai suoi baci” - cioè nelle tue braccia e dai tuoi baci e io regalo ai bramini e a Pitagora la loro teoria della rinascita e al cristianesimo la sua teoria della risurrezione.
(Marx, Lettera a Jenny Marx, 21 giugno 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 560-561-562)
Capirai che sto sulle spine. Debbo procurarmi un appartamento per quando arriva la family, e non so né come uscire dal vecchio, né come entrare nel nuovo, dato che non ho né means [mezzi] in mano, né una qualsiasi prospettiva d'averne presto. La spazzola elettrica si sforza invano di annerirmi i capelli, perché l'atra cura [nera preoccupazione] li fa sempre più bianchi. Zitschke ha preso il volo, e così, per un tempo imprecisato, io sono alleggerito almeno del debito che ho con lui.
(Marx, Lettera a Engels, 28 luglio 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 65)
 
Ricevuta oggi una lettera di mia moglie. Pare molto scossa per la morte della madre. Dovrà passare otto o dieci giorni a Treviri per vendere all'asta l'eredità insignificante della madre e per dividere i proceeds [proventi] con Edgar. Ecco il programma che mi comunica: resterà poi ancora qualche giorno da un'amica nelle vicinanze di Treviri. Poi andrà a Parigi e da lì direttamente a Jersey , dove pensa che potremo passare il settembre e l'ottobre. Anzitutto per riposarsi lei stessa; poi perché è più a buon mercato e più piacevole che a Londra; infine perché le bambine imparerebbero a parlare il francese, ecc. Naturalmente lei non sa nulla di quanto è avvento qui. Per il momento le scrivo che il programma è eccellente, sebbene in pratica io non veda come attuarlo. (…)
P.S. Visti da Blind due volumi della geremiade dell'emigrazione di Simon di Treviri. Una nota insulsaggine, ogni parola un mosciume, un pasticcio da scolaretto, una fatua vigliaccheria, una pretesa ingenuità sdolcinata, una brodaglia da poveracci con dentro della verdura grüniana, prolissa banalità; non si è mai stampato nulla di simile. Ci mancava ancora, per dare l'ultimo calcio nel sedere al “parlamento tedesco” questa autodenudazione di uno dei suoi eroi. Naturalmente l'ho soltanto sfogliato. Leggerei questa roba con lo stesso piacere che proverei a bere acqua saponata o a brindare insieme al grande Zoroastro con dell'orina calda di vacca. Il nostro spettro ossessiona lui & Co. Continuamente. L. Blanc, Blanqui, Marx ed Engels sono la sua quaternità infernale, che lui non dimentica mai. Tra l'altro, noi due – i teorici dell'“uguaglianza dei diritti economici” - avremmo predicato “l'appropriazione armata (!) del capitale”. Anche i commenti ironici che noi abbiamo fatto nella “Revue” a proposito della Svizzera lo “indignano”. “Niente lista civile, niente esercito permanente, niente milionari, niente mendicanti”: “Marx ed Engels sperano che la Germania non cadrà mai a questo grado di abiezione”. È stranissimo come il tipo ci consideri al singolare : “Marx ed Engels dice ” ecc.
(Marx, Lettera a Engels, 1° agosto 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 67-68)
 
Avrei già da prima acknowledged [accusato] la tua ultima lettera, ma l'intera giornata, dalla mattina alla sera, da about [circa] due settimane, se n'è andata per le ricerche d'un appartamento. Nel vecchio buco non potevo a nessun costo restare. Finalmente abbiamo trovato un alloggio, una casa intera, che dobbiamo furnish [arredare] noi stessi. Sta al 9, Grafton Terrace, Maitland Park, Haverstock Hill, Hampstead Road. Affitto: 36 steline. Bisogna fare il trasloco il 29 settembre; questa settimana bisogna ammobiliarlo. Siamo alquanto in imbarazzo, perché abbiamo da pagare in città about 26 sterline, e molte di più per la nuova sistemazione. Cioè mi mancano dalle 10 alle 15 sterline, anche se solo per il momento, dato che mia moglie, in seguito all'eredità di Treviri, dovrà ancora ricevere da parte del fratello di Berlino una certa somma. Ieri lui scrisse di non poter ancora mandare il denaro perché le azioni della ferrovia della Bassa Slesia, nelle quali è investito il capitale spettante a mia moglie, dans ce moment [in questo momento] sarebbero negoziabili soltanto con gravi perdite. Inoltre il signor ministro [il fratello della moglie di Marx] fa la seguente melanconica osservazione: “Questo è davvero un momento sfavorevole, poiché tutti i titoli reali del genere sono considerevolmente in ribasso in seguito all'ondata di speculazione nel credito mobiliare e nelle società in accomandita”.
Se puoi fornirmi una parte del denaro mancante, penso di far scappar fuori il resto col Monte di Pietà, fino a che non arrivi la rimessa da Berlino. Il guaio è che non c'è tempo da perdere. (…)
La “Tribune” mi ha restituito gli articoli non stampati. Sono, all in all [tutto sommato], il Panslavismo e i miei articoli sulle Danubian principalities [principati danubiani]. Il signor Dana scrive che se non potessi piazzarli altrove, loro dovrebbero sostenere il “loss” [perdita] per legge, perché non li hanno rifiutati a tempo debito. In caso contrario aspettano la restituzione di part delle loro expenses [parte delle loro spese]. Nous verrons [Vedremo]. (…)
Pieper, che io avevo messo fuori, due giorni dopo l'arrivo di mia moglie s'è di nuovo ripresentato e si è sistemato in casa, cosa che ora non è affatto piacevole. Quando prenderò il nuovo appartamento lo sistemerò per bene nel piccolo buco a te noto di Dean Street, e lo lascerò con la mia garanzia.
(Marx, Lettera a Engels, 22 settembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 71-72)
 
La casa che ho preso in affitto è molto bella per il suo prezzo, e difficilmente l'avrebbero affittata così a buon mercato se i suoi dintorni immediati, strade ecc. non fossero somewhat unfinished [alquanto non sistemati]. Ora, quando verrai a Londra, troverai una home [casa] completa.
(Marx, Lettera a Engels, 22 settembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 75)
 
Dopo aver ricevuto il post office ordre [vaglia postale] abbiamo traslocato, e per le due prime settimane abbiamo dovuto correre su e giù in città per mettere un po' la casa in ordine. Da qui il mio silenzio.
Qui accluso un estratto da un libro di Mieroslawsky. Sai che non è privo di spirito; ma c'è anche molto esprit de mauvais aloi [spirito di cattiva lega], in questo scritto, soprattutto molto di quello stile amphigourique [confuso] che i francesi hanno adottato con tanta fatica da quando sono diventati “profondi” e non sono più dei superficiali volterriani. Anche molto di quell'untuoso entusiasmo con cui certe nazionalità “misconosciute” levano al cielo il loro passé [passato]. Odio contro la Russia, anche più contro la Germania; contro il panslavismo; invece di questo la libera confederazione delle nazioni slave coi polacchi come peuple Archimède. Mette decisamente in rilievo la rivoluzione sociale in Polonia come condizione fondamentale di quella politica; ma cerca di dimostrare con una deduzione storica, che dimostra proprio il contrario, che la strada vera è la creazione della vecchia comunità agraria (Gmina: la comunità russa latinizzata ).
Nelle ultime settimane ho anche studiato più attentamente la faccenda dell'argento, e all'occasione ti darò un resoconto.
(Marx, Lettera a Engels, 16 ottobre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 79)
 
Sto appunto dettando un articolo sulla Persia [“La guerra anglo-persiana”]. Perciò soltanto poche righe. Ricevute le tue 5 sterline. Non ti è possibile mandarmi in questa settimana qualche cosa di militare sulla Svizzera, perché io mi ci trovo un po' impacciato e non posso andare avanti coi miei articoli?
(Marx, Lettera a Engels, 30 ottobre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 81)
 
Mia moglie sta ancora in cura, e così c'è ancora un gran disordine in casa, di modo che mi è difficile mettermi a scrivere.
Pare che col Mieroslawsky ci sia stata una “partizione” provvidenziale, perché probabilmente la maggior parte degli estratti a te destinati (erano about [circa] due fogli di scrittura) sono stati strappati dal manoscritto per accendere la pipa. Tuttavia non perdi molto. Ho poi letto le “Considérations” di Lelewel, da non confondersi con la sua popolare storia. Costituisce propriamente, accanto al Maciejowski (?) (cito il nome a memoria) il materiale su cui Mieroslawsky ha profuso il suo spirito: del resto quello che nei miei recenti studi di storia polacca mi ha fatto subito, décidément [decisamente], propendere per la Polonia, è la realtà storica che dal 1789 in poi tutte le rivoluzioni hanno misurato con sufficiente certezza la loro intensità e la loro vitalità nel loro atteggiamento verso la Polonia. La Polonia è il loro termometro “esterno”. Lo si può dimostrare nei particolari nella storia francese. Nel breve periodo della nostra rivoluzione tedesca, ed altrettanto in quella ungherese, è una cosa che salta agli occhi. Di tutti i governi rivoluzionari, compreso Napoleone I, fa eccezione il comité du salut public solo in quanto rifiutarono l'intervento non per debolezza, ma per “diffidenza”. (…)
Per concludere, ti devo sottoporre ancora un caso di coscienza. Per la fine di dicembre ho da fare dei pagamenti abbastanza considerevoli. Ti è possibile procurarmi qualche cosa per allora? Il denaro di mia moglie se n'è andato in gran parte per arredare la casa e per coprire dei grandissimi vuoti nei nostri redditi.
Quando verrai qui?
(Marx, Lettera a Engels, 2 dicembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 88-90)
 
Se mi potessi mandare il denaro entro questa settimana, te ne sarei obbligatissimo. Sono stato proprio da Freiligrath per vedere se mi poteva anticipare qualche cosa su quanto mi resta di una cambiale scontabile tra due o tre settimane, mais impossible! [ma è impossibile!] Il denaro di Putnam l'aspettavo per oggi: ma non è arrivato. Con la miserabile banda di Urquhart – con cui ho dei crediti – le transactions [trattative] sono sempre in sospeso. Se non pago puntualmente il mio landlord [padrone di casa] la prima volta, sono entièrement discrédité [completamente screditato].
(Marx, Lettera a Engels, 22 dicembre 1856, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 91)
 
1857
D'abord [prima di tutto] buon Capodanno, quantunque in ritardo. In conseguenza dell'inchiostro sbiadito e perché ho scritto per più notti, mi si è così infiammato uno degli occhi che scrivere mi dà noia.
Ricevute tutt'e due le cose, le 5 sterline (secondo invio) e la Mountain warfare [l'articolo di Engels: “La guerra in montagna, nel passato e oggi”]. Per tutt'e due my best thanks [i miei migliori ringraziamenti]. (...)
Proudhon pubblica ora a Parigi una “Bibbia economica”, Destruam et aedificabo [distruggerò e edificherò]. La prima parte, a quanto lui dice, la ha sviluppata nella “Philosophie de la misère”. La seconda la “svelerà” adesso.
(Marx, Lettera a Engels, 10 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 93-94)
 

Ho proprio la disdetta addosso. Da circa tre settimane il signor Dana mi manda la “Tribune ” quotidiana; evidentemente soltanto con l'intenzione di mostrarmi che non stampano più nulla di mio. Ad eccezione di circa 40 righe sui moves della Banque de France [manipolazioni della Banca di Francia (“La crisi in Europa”)], non è stata accolta una sola mia riga. Io ho aspettato da una settimana all'altra a spiccare una cambiale sulla “Tribune” , perché credevo che gli articoli sarebbero, stati stampati in seguito, but nothing of the sort [ma niente del genere]. I miei articoli sulla Prussia, la Persia, l'Austria, tutti ugualmente rejected [respinti].
Dopo aver stampato per circa quattro anni col loro nome tutte le mie cose (e le tue too [anche ]), questi porci hanno così ottenuto di eclissare davanti agli yankees il mio nome, la cui fama cresceva e che mi avrebbe reso possibile cercare un altro giornale o minacciarli di passare a un altro giornale. Que faire? [Che fare?] A che partito appigliarsi in these circumstances? [in queste circostanze?]
Appena io spiccherò una cambiale, prenderanno il pretesto per congedarmi definitivamente, e scrivere due volte alla settimana con la probabilità che su dieci articoli ne venga stampato e retribuito forse uno, è un sistema troppo rovinoso per insisterci. E come posso spiccare cambiali se non mi si stampa nulla?
E poi un'altra disdetta. Mi sono guardato il “Putnam” di novembre, dicembre e gennaio. L'articolo sul Bazancourt non c'è. O è andato perduto (sebbene lo abbia portato io stesso al post-office [ufficio postale] centrale o uscirà solo in seguito. Che quei tipi lo abbiano ricevuto, ma non lo vogliano stampare e non me ne facciano cenno è un supporli troppo mascalzoni per pensarlo.
Con gli urquhartisti non sono ancora riuscito a ottenere delle condizioni precise, e inoltre il loro giornaletto è minuscolo e in un mese non dà che dei pezzettini di un articolo, che così spesso non riesce a portare a termine prima di cinque o sei settimane. Nel caso migliore può essere usato soltanto come piccola risorsa secondaria. Inoltre la “Tribune ” nei suoi leaders [editoriali] miserevolissimi e annacquatissimi formula dei pareri parecchio contrari a tutto quello che io le scrivo. La Russian influence [influenza russa] vi è evidente.
Così sto completamente a secco, in una casa nella quale ho messo le mie poche disponibilità liquide e nella quale è impossibile sbarcare il lunario da un giorno all'altro come in Dean Street; senza nessuna prospettiva e con le spese di casa in aumento. Proprio non so che cosa fare e sono in realtà in una situazione più disperata che cinque anni fa. Credevo di essermi già sorbita la quintessenza di questa merda. Mais non [Ma no]. E il peggio è che questa crisi non è temporanea. Non vedo come venirne fuori.
(Marx, Lettera a Engels, 20 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 97-98)
 
D'abord [prima di tutto] ti ringrazio di tutto cuore per la tua lettera così amichevole.
Ad Olmsted ho scritto circa dieci giorni fa; aspetto dunque risposta. Mi sembra che la collera di Dana perché Freiligrath è andato divulgando il suo segreto abbia a che fare col comportameto della “Tribune ” o piuttosto col fatto che Dana non ci abbia messo il suo zampino.
Collaborare col “New York Herald ” è impossibile; bisogna provare col “New York Times ”. Penso di far tastare il terreno, di sottomano, dal dott. Abraham Jacobi,che almeno è discreto e pare che generally [generalmente] si imponga agli yankees coi suoi modi riservati. Scriverò martedì prossimo a lui, ma insieme anche a Dana, in modo da metterlo in contrasto più spiacevole di quanto lui creda. Mi farebbe piacere se tu potessi mandare per martedì – probabilmente dopo martedì sospenderò la corrispondenza per la “Tribune ” fino a che non avrò notizie da New York – un articolo militare sulla Persia [“Prospettive della guerra anglo-persiana”]. Questa volta non è necessario approfondire l'argomento. Soltanto alcune views [idee] strategiche generali. Probabilmente la “Tribune ” s'immagina che io – liquidato da lei – mi rassegni a sgomberare del tutto il campo americano. La prospettiva di veder passare ad un altro giornale il suo monopolio “militare” e “finanziario” non le sorriderebbe davvero. Perciò oggi gli ho mandato un articolo “finanziario”. Una introduction alla “Persian war” [introduzione alla “Guerra persiana”], per quanto sbrigativa, sarebbe importante perché le si farebbe sentire che c'è sempre una “war” [“guerra”] con cui si può aiutare altri giornali a farsi belli. Naturalmente occorrerebbe accennare appena alle chances (militari) dei russi e degli inglesi.
Rimanderò dunque la rottura esplicita finché non abbia visto se si può riuscire in qualche altra parte a New York. In caso contrario, e se da parte sua la “Tribune ” non cambia, si dovrà naturalmente rompere. Ma io penso che in questa lurida schermaglia l'importante è guadagnare tempo. Mi sembra che la “Tribune ” sia arrivata alla convinzione di poter risparmiare tutte le spese extra (perlomeno quelle europee) da quando è avvenuta la “grande svolta” in America. In realtà è schifoso esser condannati a considerare una fortuna il fatto che un simile giornale ti prenda nella sua barca. Pestare delle ossa, macinarle, e cuocerne delle zuppe come i paupers nella workhouse [mendicanti nella casa dei poveri], ecco a che cosa si riduce il lavoro politico a cui si è bellamente condannati in un simile concern [impresa]. Sono insieme consapevole che, asino come sono, ho fornito fin troppo a questi giovanotti, per il loro denaro, se non proprio in questi ultimi tempi, certo per anni.
(Marx, Lettera a Engels, 23 gennaio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 102-103)
 
Ho riletto (non interamente) i tuoi articoli sul panslavismo, in parte per mia edificazione, in parte per appuntarmi i passi per i quali, se tu volessi eventualmente rifarli in tedesco, dovresti ancora ricorrere a fonti che sarebbe difficile scovare in Inghilterra, se non nel Museum di Londra. Con l'occasione ho scoperto che la stessa mano sconosciuta – che per il momento mi prendo la libertà di ritenere sia quella del rinnegato polacco Gurowski – che scriveva sui miei articoli intorno alle Danubian Principalities [Principati danubiani] che mi sono stati restituiti: “Tous ces chiffres sont exagérés”
[“tutte queste cifre sono esagerate”] ecc. ecc. (bel francese) ha ornato delle sue note marginali anche gli articoli sul panslavismo.
(Marx, Lettera a Engels, 16 febbraio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 106)
 
Mi devi scusare se non ti ho accusato prima ricevuta delle 5 sterline, come anche della tua lettera. Mia moglie sta molto male, e tutta la situazione di casa è in una crisi tale che ho la testa troppo confusa per scrivere.
(Marx, Lettera a Engels, 18 marzo 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 112)
 
Arrivata una lettera della “Tribune ”, che ti manderò appena le avrò risposto. La mia minaccia di scrivere per un altro giornale ha poi ottenuto il suo effetto, o almeno qualche effetto. Malgrado il tono molto cordiale , ci è stata fornita la prova che avevo capito bene i signori. Infatti ecco la proposta: pagano un articolo alla settimana. Lo stampino o no; il secondo lo mando a mio rischio e spicco una cambiale su di esso nel caso che loro lo stampino. Sicché au fait [in realtà] mi riducono il compenso alla metà. Tuttavia io acconsento, e devo acconsentire. Inoltre, se le faccende d'Inghilterra si sviluppano come io penso, fra qualche tempo risalirò ai vecchi introiti.
Mi dispiace molto di dover ancora per il momento pesare su di te, perché sono rimasto tanto in arretrato, al punto di aver impegnato quanto si poteva, ma la scomparsa di questi introiti potrà esser compensata soltanto appena mi sarò procurato nuove risorse. Inoltre, dato che non posso davvero nasconderti il fatto, mia moglie si trova in highly interesting circumstances [in stato estremamente interessante]. Tuttavia, con la mia ultima lettera non avevo affatto di mira anything else [nient'altro] se non di spiegarti il mio lungo silenzio. Capirai che anche i più calmi – ed io possiedo indeed [invero], in una situazione così schifosa,molta calma - perdono talvolta la pazienza e si lasciano andare soprattutto nei confronti degli amici.
(Marx, Lettera a Engels, 24 marzo 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 117-118)
 
Mi scuserai se ti rispondo con tanto ritardo. Mia moglie durante le ultime settimane è stata ancora più sofferente che negli ultimi mesi, e il trouble [il disordine] in casa è stato grande. Abbi la bontà di rimandarmi la lettera di Dana.
Ti mando per mezzo della parcel company [compagnia di spedizioni] una bottiglietta di mistura per gli occhi. Cornelius me ne ha portato una bottiglia da Parigi, dove è stato sofferente agli occhi. Io stesso da alcune settimane, in seguito all'eccessivo lavoro notturno, avevo una infiammazione agli occhi. Questa mi ha rimesso a posto in un paio di giorni, e farà a te lo stesso servizio. Non hai che da metterne qualche goccia nell'occhio sofferente quando t'alzi e quando vai a letto.
(Marx, Lettera a Engels, 9 aprile 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 126)
 
Ricevute 5 sterline.
Qui acclusa una lettera di Lassalle che, dopo averla comunicata a Lupus, mi rimanderai al principio della prossima settimana. Che atteggiamento devo tenere con questo tipo? Rispondere o no? Ti divertirà la buffa vanità del giovanotto che vuol diventare famoso di prepotenza e scrive senz'alcun motivo 75 fogli sulla filosofia greca. (...)
Se ti è possibile scrivere la settimana prossima qualche articolo militare sulla Persia o la Cina [“Persia-Cina”]. Mia moglie si avvicina alla catastrofe, e perciò il servizio di scrivana le diventa sempre più faticoso.
Per il dolor di denti ti consiglio di ricorrere allo stesso rimedio a cui son ricorso io dopo averci pensato un anno e mezzo, strappare quel delinquente. Avevo sempre creduto che il mio dolor di denti fosse reumatico. (…)
Con la primavera spuntano sempre alcune malattie tra i piccoli.
Così è accaduto questa volta, prima con la minore [Eleanor] e con Laura. Ora è la volta della piccola Jenny.
(Marx, Lettera a Engels, 8 maggio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 135-136)

 
Per tua consolazione posso comunicarti che da tre settimane e fino ad oggi, sono stato subissato di medicine e di pillole in conseguenza dei mie vecchi, e come credo, ereditari liver complaints [dolori di fegato]. Soltanto grazie a uno sforzo immenso ho provveduto alle necessità “commerciali” - intendo la “Tribune ” - e per ogni altra cosa sono stato quite disabled [del tutto inetto]. Per non perdere del tutto il tempo mi sono impadronito, faute de mieux [in mancanza di meglio], della sprog dansk [lingua danese], e ho aperto un'enorme emorroide di stato: “Af mit Livs og min Tids Histoire” af Ørsted [“Storia della mia vita e della mia epoca”, di Oersted] (l'ex ministro). Aprire delle ostriche sarebbe stato in ogni caso più divertente. Tuttavia, stando alle promesse del dottore, c'è la prospettiva di tornare ad essere un uomo per la settimana prossima. Per il momento, sono ancora giallo come una cotogna e molto più uggioso.
Ora, per quanto riguarda il tuo malessere, ho l'idea fissa che tutto provenga da un dente cariato che bisogna estirpare e che attraverso complicate strade provoca tutti gli altri sintomi di malattia. Of course [Naturalmente] Heckscher negherà. Tuttavia, quando verrai qui, cosa di cui mi rallegro molto, non potrà comunque esserci niente di male se mi accompagnerai da un vero bravo dentista che esamini la tua dentatura. La mia opinione si basa sul fatto che due anni fa io soffrii di dolori del tutto simili; che il dott. Freund dichiarò anche lui che io avevo mangiato troppa carne, e che infine con una coraggiosa spedizione dal dentista, alcuni mesi fa, si scoprì la fonte del male. Naturalmente in questo tengo principalmente conto del tuo periodico mal di denti.
Per la fine del mese si attende il parto di mia moglie, e questa volta non propriamente in piacevoli circumstances [circostanze]. Nel caso migliore non potrò, prima che fra tre settimane, trarre cambiali sulla “Tribune ”, dove ora mi ci vuol parecchio tempo prima di raggiungere una somma sufficiente. Ho fatto qui un tentativo di presentare nel frattempo una cambiale a mio nome. Ma son fallito in pieno. I veri e propri debiti per lo household [spese di casa] li rinvio, ma con le tasse la cosa può andare soltanto fino a un certo punto, e inoltre, date le circostanze, sono necessari certi preparativi per i quali bisogna sborsare denaro sonante. (…)
Dal tuo articolo su Cina e Persia [“Persia-Cina”] ho tolto via qualche cosa soltanto qua e là, e ho mutato qua e là qualche espressione. Sono d'accordo su tutto, soltanto non credo che le truppe di stanza in Persia vengano mandate in Cina tanto presto.
(Marx, Lettera a Engels, 22 maggio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 141-142-143)
 
Piangi o ridi, dormi o sei sveglio? [Ritornello da una famosa fiaba dei fratelli Grimm] Qui siamo seriamente in ansia per te. Scrivi, dunque come va la salute. Spero che non ti facciano più impacchi caldi, che sono un metodo di cura assolutamente antiquato e caduto più o meno in discredito . Ma nel caso che tu faccia uso soltanto di cure per bocca – che è cosa razionale e moderna – non vedo che bisogno hai di fare tanto il misterioso.
Mia moglie è molto sofferente. Ma ha dato troppo presto l'allarme e non è ancora successo nulla.
(Marx, Lettera a Engels, 15 giugno 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 148)
 
Puoi esser sicuro che, malgrado tutti i guai, io e mia moglie (che, sia detto di passaggio, è proprio in via di guarigione) eravamo meno angustiati per le nostre cose personali che per l'ultimo tuo bollettino sulle tue condizioni di salute. Sono contentissimo che tu vada meglio, ma vedo con vera e propria angoscia che tu progetti di nuovo di tornare in ufficio, e già in questa settimana. Eppure dovresti aver capito da tutto il decorso della tua malattia che il tuo fisico ha bisogno di corroborarsi, di riposarsi e di scuotere via per un po' di tempo tutta la polvere dell'ufficio. Devi andare al mare as soon as possible [al più presto possibile]. Se in questo momento così decisivo sei così puerile – perdonami la parola – da rinchiuderti di nuovo in ufficio, avrai altre ricadute e nello stesso tempo perderai sempre più la forza di resistenza contro questo male. In queste ricadute la malattia potrebbe alla fine attaccare i polmoni, e allora tutti i rimedi sarebbero inutili. Sicuramente non avrai l'ambizione di sacrificare te stesso sull'altare della ditta Ermen-Engels. Si compiangerebbe uno che, col tuo malanno, fosse costretto dalla sua situazione a essere incatenato di nuovo alla ditta invece che rimettersi in salute. Nel tuo caso invece non ci vuol altro che un'energica decisione per fare quel che è clinicamente necessario. Pensa da quanto lungo tempo già si trascina il male, quante ricadute hai avuto, e riconoscerai la necessità for some time to let Mr. Ermen shift for himself [di lasciare che il signor Ermen per qualche tempo se la sbrighi da solo], e di rimetterti con l'aria di mare e il relativo riposo. Spero che tu prenda la cosa sul serio e che tu abbandoni il vecchio sistema sbagliato di avvicendare le cure e l'ufficio. Sarebbe imperdonabile se tu ti intestardissi a far così.
Le circostanze che hanno accompagnato il parto di mia moglie e che mi hanno unnerved for some days [snervato per qualche giorno], posso comunicartele solo a voce. Non so scrivere queste cose.
(Marx, Lettera a Engels, 14 luglio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 158-159)
 
Se ti è in qualche modo possibile, mandami un po' di denaro. Per lunedì ho la minaccia del broker [ufficiale giudiziario] per le tasse e per il landlord [padrone di casa]. Inoltre l'assoluto want of cash [mancanza di contante] mi ha reso impossibile da due settimane procurare a mia moglie, la cui recovery [convalescenza] è lentissima, e che anzi si indebolisce di giorno in giorno, i piccoli comforts ordinatile dal dottore.
In questo frattempo non ho fatto che tentativi inutili o per scontare una cambiale, o, cosa comunissima a Londra, per ottenere un loan [prestito] da una loan-society. Per quest'ultima operazione ci vogliono due cittadini rispettabili, e ho fallito in pieno nel tentativo di scovarli.
I crediti che posso avanzare con la “Tribune” sono talmente insignificanti che non c'è da pensare ch'io possa spiccare una cambiale su di essa prima che fra due settimane. Sarebbero maggiori se da una parte io non fossi stato prima costretto a spiccare in eccedenza e se d'altra parte i guai familiari non avessero provocato alcune perdite.
Nulla può essermi più penoso che aduggiarti con le mie miserie mentre sei malato, ma sono così completamente isolato che non mi resta altro da fare.
Spero che al mare tu ti riprenderai presto. Non dimenticare di mandarmi subito il tuo indirizzo.
(Marx, Lettera a Engels, 24 luglio 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 161)
 
Mi rallegro molto che, com'era da attendersi, il mare ti faccia bene. Appena il tuo stato di permetterà di fare bagni, l'effetto sarà anche più rapido.
Il mare stesso è naturalmente la medicina principale. Tuttavia sono necessari pure alcuni medicamenti interni, in parte per prevenire, in parte, quando il male c'è, per fornire al sangue le sostanze che gli mancano, e, fondandomi su tutta la recente letteratura medica francese, inglese e tedesca, che ora ho letto a propostito della tua malattia, contrappongo alle affermazioni della tua lettera a mia moglie le seguenti che tu puoi sottoporre ad ogni collegio di medici o di chimici per eventuale esame:
1) Dove l'olio di fegato di merluzzo raggiunge l'effetto in tre mesi, il ferro lo raggiunge in tre settimane.
2) Olio di fegato di merluzzo e ferro non si escludono, ma si integrano nella cura.
3) La momentanea mancanza di ferro nel sangue è il carattere fondamentale della tua malattia. Occorre che tu prenda ancora del ferro, oltre i bagni di mare, anche quando tutti i sintomi esterni della malattia siano scomparsi.
4) L'elemento curativo per te nell'olio di fegato è lo iodio, poiché le sostanze grasse dell'olio di pesce non hanno importanza per te. Jodide of Iron [Ioduro di ferro ] unisce perciò tutt'e due gli elementi di cui hai bisogno, uno dei quali ti viene somministrato nell'olio di fegato di merluzzo. Nello stesso tempo con questa medicina eviti l'inutile zavorra per lo stomaco che è nell'olio di fegato di merluzzo.
Voilà mes thèses [Ecco le mie tesi]. E spero che le esaminerai seriamente, affinché dopo la guarigione non abbia delle ricadute successive, che si dice siano exceedingly [straordinariamente] spiacevoli.
Per la faccenda di Delhi mi pare che gli inglesi dovranno battere in ritirata appena la rainy season had set in [stagione delle piogge sia cominciata] sul serio. Ho osato esporre questa tesi sotto la mia responsabilità [“L'insurrezione indiana”], dato che per il momento ti ho dovuto sostituire come specialista militare nella “Tribune”. N. B. on the supposition [posto che] che i rapporti pervenuti sinora siamo esatti. È possibile che io ci faccia una figuraccia. Tuttavia potremo sempre cavarcela con un po' di dialettica. Naturalmente ho tenuto le mie considerazioni su un tono tale che avrò ragione anche in caso contrario.
 
(Marx, Lettera a Engels, 15 agosto 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pagg. 165-166)
 
Devi perdonare il mio silenzio e il mancato acknowledgment [riscontro] dei tuoi diversi plichi. Anzitutto molto lavoro e poi molti giri che ti rubano il tempo, fatti non davvero “per un intimo bisogno”. Spero che malgrado il cattivo tempo la tua salute migliori , e ancora non rinuncio alla notion [idea] che tu alla fine faccia uso anche di ferro. Temo soltanto che il molto scrivere ti faccia male.
(Marx, Lettera a Engels, 15 settembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 180)
 
Tante grazie per la lettera e per quel che vi era accluso.
Naturalmente desidererei moltissimo vederti ancora prima della tua partenza. Se la cosa andrà , verrò a Brighton. Il fatto è che alla fine del trimestre si accumulano tutte le difficulties [difficoltà] rinviate per tutta l'estate. La cosa più importante, e la sola che può cavarmi dai guai, è di procedere in fretta con l'enciclopedia. Quando verrà l'autunno sarà anche necessario ritirare qualche cosa dal Monte di Pietà. (…)
Qualche giorno fa, nell'andare al Museum, sono caduto così graziosamente a faccia avanti che la mia fronte ancora ne è deturpata.
Spero che tu prenda del ferro. Qualche giorno fa parlai col dott. Licktenberg dell'ospedale tedesco, un tipetto molto in gamba. Dichiarò che era indispensabile per completare la cura.
(Marx, Lettera a Engels, 23 settembre 1857, Opere Marx Engels, Editori Riuniti, vol. XL, pag. 196)

11 ottobre 2017