Col servizio civile obbligatorio
Pinotti vuole militarizzare e sfruttare i giovani
Ci vuole il lavoro

Forse la ministra della Difesa Roberta Pinotti (PD) pensava veramente di riuscire a prendere in giro qualcuno nell'annunciare da Treviso, il 16 maggio, durante l'adunata nazionale degli alpini, la sua intenzione di spingere a favore di una legge che ricostituisca la leva obbligatoria, da svolgere o nelle Forze armate con compiti ausiliari o nel Servizio civile.
Noi, ha detto Pinotti (mandata in avanscoperta da Gentiloni?), “abbiamo bisogno di militari professionalmente preparati e qui la leva obbligatoria non sarebbe lo strumento più idoneo. Ma l'idea di riproporre a tutti i giovani e alle giovani di questo Paese un momento unificante, non più solo nelle Forze armate (!), ma con un servizio civile in cui i giovani possono scegliere dove meglio esercitarlo, è un filone di ragionamento che dobbiamo cominciare ad avere”.
Che non si tratti di una semplice estemporanea della ministra ma di un'idea condivisa che già fa proseliti fra i vertici militari italiani, lo conferma il capo di Stato maggiore, il generale Claudio Graziano: appurato che la leva militare è stata sospesa (non abolita, come generalmente si crede) perché i militari di leva “non potevano essere impiegati in determinate operazioni, visto che l'impiegabilità deriva anche dall'addestramento e dalla capacità di operare in ambiti internazionali”, ossia nelle nuove guerre d'aggressione a cui partecipa l'imperialismo italiano in barba alla stessa Costituzione, il generale appoggia la proposta della Pinotti perché “le forze armate... oltre ad avere una chiara vocazione per la democrazia sono tornate a fare i militari e nelle operazioni di pace. Abbiamo forze in Iraq, in Afghanistan, in mare”. Cioè impegnate in aggressioni imperialiste, contrasto alla resistenza antimperialista e operazioni che fanno tutt'altro che onore, basti pensare alla vicenda marò nell'Oceano Indiano.
Oltre alle Forze armate, un'apertura arriva anche dalla Cnesc (Consulta nazionale enti servizio civile) che, abbagliata dalle rassicurazioni verbali sulla differenza fra l'obbligo di un'eventuale leva e la volontarietà del Servizio civile, afferma: “accogliamo pienamente la sfida di rendere complementari il servizio civile e quello militare, per una comune difesa della patria”.
Naturalmente bisognerà attendere un'eventuale proposta di legge per conoscere i dettagli, ma già da ora si può capire che l'intenzione è di mettere insieme il lavoro “volontario” e praticamente gratuito del Servizio civile, che serve allo Stato come comodo tappabuchi dei servizi sociali che non garantisce più o che ha privatizzato, e l'indottrinamento nazionalistico e patriottardo della leva obbligatoria, alla quale cioè nessuna ragazza e nessun ragazzo potrebbe sottrarsi. Idee simili erano state partorite dalle menti mussoliniane di La Russa, Meloni e Salvini, ma potrebbe essere la piddina Pinotti a portarle a realizzazione: ancora una volta, il PD supera a destra perfino Berlusconi.
Tra l'altro lo stesso Servizio civile, tramite il quale lo Stato capitalista già sfrutta la passione e l'impegno per la solidarietà di tantissimi giovani per coprire le falle del proprio welfare sempre più sforbiciato e indebolito, perderebbe così la propria natura di volontariato e sarebbe messo definitivamente alle dipendenze del governo.
Comunque non vi è unanimità nel governo riguardo a questa misura, in particolare si è espresso apertamente contrario il sottosegretario alle politiche sociali Luigi Bobba, uno dei principali promotori della riforma del “terzo settore” (ne abbiamo parlato anche nell'articolo pubblicato sul n. 25/2016), che chiede di finanziare prima il Servizio civile universale e di mantenerlo volontario. Anche se si sa che per la spesa militare, quindi anche quella per la leva, non c'è taglio, spending review e vincoli di stabilità che tengano: nei mesi scorsi Pinotti ha infatti assicurato che l'Italia porterà la spesa militare al 2% del Pil, come chiesto da Trump.
Insomma, al posto del lavoro dignitoso, stabile e tutelato, Gentiloni e Pinotti per i giovani hanno in serbo il ritorno della leva obbligatoria e irreggimentata, per mettere i giovani a lavorare gratis o quasi e intanto indottrinarli alla difesa della patria e alla sacralità dell'imperialismo italiano nelle sue “missioni di pace”. Guerra e lavoro gratis: ecco le soluzioni del governo alla disoccupazione giovanile che si aggira fra il 35 e il 40% e che la dice lunga su quanto in realtà vogliano veramente risolvere l'emergenza occupazionale che minaccia i giovani. Ci vuole invece il lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato.
Al di là di come andrà a finire la proposta della Pinotti, essa si inserisce nella politica estera e militare del governo Renzi-Gentiloni sempre più guerrafondaia, al servizio degli interessi imperialistici italiani e in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione. Un'operazione di riarmo di fatto davanti alla quale i movimenti antifascisti, antimperialisti e pacifisti non possono stare a guardare.

24 maggio 2017