Sciopero generale in Grecia contro la politica di lacrime e sangue del governo Tsipras
La polizia reprime i manifestanti ad Atene

Il governo della “sinistra” borghese guidato da Alexis Tsipras continua come quelli dei suoi predecessori socialisti o della destra a applicare la politica di lacrime e sangue imposta dall'Unione europea (Ue) alle masse popolari greche, che non hanno nessuna responsabilità nella bancarotta del Paese, per avere in cambio i soldi necessari a pagare la mole immane degli interessi dei vecchi prestiti. I sindacati e le masse popolari, come sotto i precedenti governi, continuano a protestare e a scendere in piazza.
L'ultima manifestazione si è svolta in occasione dello sciopero generale del 17 maggio indetto dal sindacato dei lavoratori del settore privato, Gsee, dei dipendenti pubblici Adedi e dal Pame, l’organizzazione sindacale del partito comunista revisionista greco Kke, contro l'ultimo progetto governativo di tagli. Le manifestazioni a Atene si sono concluse ancora una volta con l'intervento della polizia che ha protetto con cariche e lacrimogeni il palazzo del governo e del parlamento in piazza Sintagma.
Lo sciopero era stato indetto in particolare contro l'annunciato taglio delle pensioni di circa il 10% della cifra sopra i 700 euro e l’abbassamento della soglia di reddito esente dalle tasse da 8.636 a 5.681 euro annui; un nuovo colpo a pensioni e salari, ai redditi già ridotti al minimo delle famiglie. Nella trattativa con i rappresentanti della Ue e delle istituzioni finanziarie imperialiste, il governo Tsipras avrebbe ottenuto in cambio la possibilità di reintrodurre i contratti collettivi di lavoro ma solo a partire dall’autunno del 2018. Da subito avrà invece i circa 7,4 miliardi di euro necessari a pagare i prestiti in scadenza a luglio; le banche e le istituzioni finanziarie capitaliste creditrici non possono aspettare oltre.
Così la sera del 18 maggio il governo di Tsipras tirava dritto, sordo alle proteste di piazza, e faceva approvare i nuovi tagli in parlamento, con una maggioranza risicata di 153 voti su 300, grazie al sostegno dei deputati del partito conservatore dei Greci indipendenti che si univano a quelli della coalizione governativa tra Syriza e la destra di Anel.

24 maggio 2017