Marciamo sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista
LIBERIAMO LA SICILIA
dal capitalismo, dalla mafia, dal sottosviluppo, dalla disoccupazione, dalla povertà, dalla corruzione, dagli imbroglioni politici con e senza stelle
ASTIENITI

La bella, radiosa e tanto amata Sicilia, sempre più oppressa da sottosviluppo, disoccupazione, povertà, corruzione e mafia, il 5 novembre andrà alle urne per il rinnovo del parlamento regionale e l’elezione del governatore, una tornata elettorale particolarmente importante anche in vista delle prossime elezioni politiche. Nei cinque anni dalle ultime elezioni, come nei decenni precedenti, questi mali generati dal capitalismo non hanno trovato alcuna risposta anzi si sono aggravati con la politica del governo Crocetta, vista anche la crisi economica che sta devastando il Meridione più di ogni altra parte del Paese. Il fatto è che tanto i governi borghesi della “sinistra” quanto quelli della destra e i partiti borghesi che ieri come oggi li hanno sostenuti, compresi quelli riformisti e falsi comunisti, hanno fatto sempre gli interessi del capitalismo e della borghesia e non quelli del proletariato, delle masse popolari, pensionate, femminili e giovanili.
Su questo fertile terreno la mafia, che è un tutt’uno col capitalismo e con le istituzioni rappresentative borghesi, ha continuato a spadroneggiare nei consigli comunali e nell’Assemblea regionale, piazzandovi i suoi uomini e condizionando direttamente o indirettamente i vari politicanti sostenuti elettoralmente. I casi dei governatori condannati per mafia, solo per ricordare gli esempi più clamorosi, Cuffaro (UDC) lunga mano di Casini, ora di nuovo impegnato a manovrare dietro le quinte dopo aver scontato la pena, e Lombardo, legato prima al “centro-destra” e poi al “centro-sinistra”, tuttora in azione tramite sue pedine anche per questa tornata elettorale, ne sono la prova più lampante.
Di fronte a questa situazione, che a livello nazionale è frutto delle controriforme istituzionali, economiche, politiche, sociali e militari adottate prima dal governo del nuovo duce Renzi e poi da quello antipopolare, piduista e fascista del suo sodale politico Gentiloni, che hanno ulteriormente aggravato la fascistizzazione del Paese e le disuguaglianze di classe, se si vuole uscirne e cambiare la Sicilia e l’Italia bisogna capire che la sola via percorribile è la via dell’Ottobre, combattere il capitalismo, le sue istituzioni, i suoi governi e i partiti borghesi, togliersi dalla testa ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista e pacifista e comprendere che l’unico voto che rappresenta gli interessi degli operai e lavoratori, dei disoccupati, dei giovani precari e senza lavoro, dei pensionati, dei poveri, delle masse anticapitaliste e di tutti gli sfruttati e gli oppressi da questa disumana società capitalistica, è l’astensionismo disertando le urne, oppure annullando la scheda o lasciandola in bianco.

I candidati dei partiti borghesi
I deputati regionali che saranno eletti sono 70, di cui 62 scelti col sistema proporzionale su base provinciale. Mentre 7, tra cui il presidente e altri 6 vengono eletti di diritto col premio di maggioranza al candidato presidente più votato. Infine uno si assicura la poltrona quale miglior candidato presidente non eletto. La scheda è unica ma è possibile il voto disgiunto, cioè a una lista e al candidato di un altro partito.
I candidati a governatore sono 8, di questi sono 4 quelli che possono superare lo sbarramento del 5%, mentre sono addirittura 35 i simboli elettorali depositati. Nell’ultima seduta prima dello scioglimento dell’Assemblea siciliana si sono poi formati furbescamente 6 nuovi gruppi parlamentari con la denominazione delle liste per le elezioni regionali, sfuggendo così all’obbligo di raccogliere le firme per la loro presentazione.
Per il “centro-destra” si presenta di nuovo, con la sua lista “Diventerà bellissima” e con i sondaggi che lo danno in testa, Nello Musumeci, già appartenente al MSI e AN, che si è definito orgogliosamente fascista, il quale ha l’appoggio senza riserve di Berlusconi il cui nome figura nel simbolo di FI e immagina la coalizione che lo sostiene un modello da esportare per le elezioni politiche. Ne fanno parte oltre a Forza Italia una larghissima coalizione di partiti: Fratelli d’Italia in lista unica con Noi con Salvini sostenitori per primi della sua candidatura, Energie per l’Italia di Stefano Parisi, UDC, Cantiere popolare, MpA, Nuovo CDU, Movimento Sicilia Nazione e IdeaSicilia-Popolari-Autonomisti. Ne fa parte anche il movimento “Rinascimento” di Vittorio Sgarbi sponsorizzato da Totò Cuffaro il quale, così come Raffaele Lombardo, ha fatto inserire nelle varie liste un gran numero di propri uomini fidati. Tra i candidati sono presenti politicanti di lungo corso come Gianfranco Micciché, coordinatore regionale di FI il cui padrino è stato Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. E ancora Luigi Genovese per FI, imberbe figlio del deputato Francantonio, quest’ultimo accreditato di un sostanzioso pacchetto di voti da passare al figlio, visto che lui è incandidabile, transitato dal PD a FI nel corso della legislatura, arrestato e condannato a 11 anni, in primo grado, per i cosiddetti corsi d’oro della formazione professionale.
Giancarlo Cancelleri si presenta per la seconda volta per il Movimento 5 Stelle, che nei sondaggi contende il primato a Musumeci, nonostante la sua affermazione alle Regionarie sia stata sospesa dalla magistratura per irregolarità, ha goduto dell'imprimatur decisivo di Grillo e Di Maio e di un’intensa campagna elettorale a suo favore, da parte di quest’ultimo e di Alessandro Di Battista nel corso dell’estate. Sulle sue spalle grava lo scandalo pentastellato delle 200 firme falsificate e utilizzate nel 2012 dai Cinque Stelle per presentare la lista alle elezioni comunali di Palermo. Nella sua lista di candidati non manca per altro anche chi ha cambiato casacca all’ultim’ora, è il caso di Angelo Cambiano già sindaco di Licata eletto con l’appoggio del “centro-destra” e che era in forse se schierarsi con Musumeci, ora designato futuro assessore in caso di vittoria del suo mentore. Non male per chi si presenta come il nuovo rispetto alle vecchie volpi della politica.
In terza posizione tra i papabili troviamo Fabrizio Micari per il “centro-sinistra” in continuità della giunta Crocetta, grande fautore del Ponte sullo Stretto e messo lì da Renzi. Si è sospeso temporaneamente dalla carica di rettore dell’Università di Palermo. È sostenuto dal PD, AP di Alfano, Centristi per l’Europa di Ferdinando Casini, Sicilia Futura, PSI , Next, Sinistra siciliana e la lista Micari presidente – Arcipelago Sicilia. Della coalizione di Micari faceva parte anche la lista Megafono di Crocetta, che alla fine è confluita in quella di Micari presidente.
Inizialmente Crocetta aveva stipulato un patto direttamente con Renzi per rinunciare a ricandidarsi governatore, dato che era troppo inviso all’elettorato e con scarse possibilità di essere rieletto per le sue disastrose responsabilità di governo, ciò però in cambio di una poltrona garantita, probabilmente da deputato, alle prossime elezioni politiche e presentazione di liste del Megafono alla Camera e al Senato, e nel contempo la possibilità di correre anche alle regionali siciliane con il medesimo simbolo. Per accaparrarsi voti e rafforzare la sua posizione elettorale Crocetta non ha esitato ad adottare a fine legislatura, ai limiti dell’illegalità, tutta una serie di misure clientelari con un valzer di nomine di suoi fedelissimi in enti pubblici, trasferimenti e assunzioni e provvedimenti e trattative varie al chiaro fine di raccogliere consensi elettorali, poi ci sarà da vedere passata la festa che esito avranno. Si tratta del rinnovo tramite l’Aran del contratto dei lavoratori regionali scaduto da 10 anni e della stabilizzazione dei precari Asu. Poi però il fatto nuovo che Leoluca Orlando, promotore della lista Micari presidente non è riuscito a darle una sufficiente consistenza di candidati, Crocetta previe serrate trattative col PD e presumibile ulteriore tornaconto, si è prestato a soccorrere Micari e a confluire nella sua lista con i propri candidati, un mercato di poltrone e benefici da ambo le parti senza alcun pudore. Per altro nell’ambito della coalizione si troverà in “buona” compagnia visto che per Alternativa Popolare di Alfano, il cui braccio destro Giuseppe Castiglione è sotto processo per lo scandalo delle gare di appalto truccate al Cara Mineo, figura capo lista e probabile vice di Micari quel Giovanni La Via, già assessore regionale all’agricoltura sia nel governo di Cuffaro che in quello di Lombardo, che come si vede le mani in pasta ce l’hanno eccome anche nel “centro-sinistra”.
Infine fra coloro che dovrebbero superare lo sbarramento c’è il candidato Giuseppe Fava, vicepresidente della commissione parlamentare antimafia, che si presenta con la lista di “sinistra”, ma senza falce e martello, Cento Passi per la Sicilia e che si era presentato già nel 2012 poi escluso per un cavillo burocratico. Lo sostengono Articolo 1-Mdp, di cui è membro in parlamento, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Possibile di Civati, Socialisti Siciliani e Verdi. In realtà tutti o quasi questi partiti erano orientati ad affiancare il PD e sostenere Micari come governatore, ma una volta che quest’ultimo ha ricevuto il sostegno anche di Alfano, si sono dissociati (dopo però che a Palermo per le comunali non avevano avuto remore a stringere la medesima alleanza) e hanno iniziato a preparare un’altra lista. Erano della partita anche il PCI e Risorgimento socialista, che però messi all’angolo nella scelta del candidato governatore e per divergenze sulla composizione della lista si sono poi ritirati. Resta la fondata impressione che alla fin fine l’accordo con Micari e il PD potrebbe comunque essere fatto da Fava e la sua coalizione dopo le elezioni, e che la sua lista abbia fondamentalmente la funzione di rastrellare i voti degli astensionisti di sinistra che considerano indigeribili Micari e compari. Il Campo progressista di Pisapia per ora non ha detto per chi voterà, ma presumibilmente voterà per Micari.
Vari aspetti accomunano le liste presentate da questa accozzaglia di imbroglioni politici, tra cui la presenza al loro interno di corrotti, corruttori e infiltrazioni più o meno manifeste da parte della mafia. Non pare un caso che nei moduli per la presentazione delle candidature non è fatto esplicito riferimento alle norme della legge Severino che precludono la candidabilità per i reati tra l’altro di istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, sottrazione o danneggiamento di beni sottoposti a sequestro penale, come quelli sequestrati alla mafia, e traffico di influenze illecite. Inoltre è significativa la circostanza che la Commissione parlamentare antimafia abbia annunciato che provvederà al controllo dei candidati delle varie liste elettorali siciliane.
Risulta anche una verità incontrovertibile che tra i candidati di tutti gli schieramenti si contano innumerevoli voltagabbana, a dimostrazione dell’omologazione e dell’intercambiabilità dei vari partiti borghesi che oltretutto, mentre si sono affannati a comprare e sottrarre alle liste avversarie vari candidati, non hanno finora presentato all’elettorato nemmeno uno straccio di programma, basandosi solo sulla capacità dei politicanti acquisiti di assicurare un congruo bottino di voti clientelari.
Per tutti questi imbroglioni politici con e senza stelle il nemico da battere è l’astensionismo che temono come la peste perché li smaschera, sfiducia e confina lor signori nel Palazzo d’Orleans. Musumeci si augura che non ci sia astensionismo, Micari se gli va male e gli mancano i voti pensa già di tornare a fare il rettore, Di Maio a fianco di Cancelleri ha detto che l’obiettivo dei Cinque Stelle è chiedere di andare a votare, lo slogan di Fava è quello per un voto utile, anche i vescovi siciliani hanno lanciato un appello agli elettori perché rinuncino all’astensionismo.

La situazione della Sicilia e la proposta del PMLI
La situazione della Sicilia è tragica sotto molteplici aspetti, al contrario di ciò che vanno sostenendo il governatore uscente Crocetta e il PD che gli ha retto il sacco e che ora, con le elezioni alle porte, al pari di tutte le altre coalizioni partitiche chiedono il voto per altri cinque anni di disastri.
La realtà è che i livelli di reddito e di vita delle famiglie siciliane sono le peggiori in confronto a quelle nazionali. Il reddito medio familiare è di circa 22 mila euro contro la media nazionale di 30 mila euro, ma più della metà delle famiglie vive con meno di 18 mila euro. Il 53% dei residenti ritiene peggiorata la propria situazione economica familiare rispetto a cinque anni fa.
Il tasso di disoccupazione nei primi mesi di quest’anno è salito al 22,1%, quello giovanile, dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni, è al massimo storico del 57,2%. Agricoltura e pesca, rispetto al 2008 hanno visto la chiusura di 28 mila imprese, la produzione industriale e edilizia sono in regresso del 41%, a conferma del progressivo processo di deindustrializzazione regionale.
La corruzione dilaga e la mafia è infiltrata nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione, e inquina anche le liste dei candidati di questa tornata elettorale regionale. Contro questo stato di cose, occorre lottare senza tregua contro il capitalismo che, perseguendo solo il massimo profitto economico, è responsabile del divario tra il Sud e il Centro-Nord, della disoccupazione, del lavoro precario, dei bassi salari, della povertà e di ogni altra ingiustizia sociale.
A questo fine il PMLI propone di marciare sulla via della Rivoluzione d’Ottobre, di cui quest’anno ricorre il Centenario, per andare verso l’Italia unita, rossa e socialista. È questa l’unica via che consente al proletariato di liberarsi dal capitalismo e dalla borghesia, di conquistare il potere politico e di costruire la propria società, il socialismo nel quale saranno create le condizioni per eliminare tutte le cause economiche, istituzionali, politiche, culturali e morali dell’esistenza delle classi, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, delle diseguaglianze sociali, di genere e territoriali, delle ingiustizie sociali, della disoccupazione, della miseria, della violenza dell’uomo sulla donna, del fascismo, del razzismo, della xenofobia, dell’omofobia, delle guerre imperialiste, della devastazione ambientale.
Seguire la via dell’Ottobre per conquistare il socialismo, essendo ormai assodato che la via elettorale e parlamentare è impraticabile, significa preparare le condizioni soggettive necessarie alla rivoluzione proletaria e nell’immediato battersi all’interno delle fabbriche, dei campi e luoghi di lavoro, nelle scuole e università e nelle piazze per reclamare migliori condizioni di vita, di lavoro, di studio e tutti i diritti negati ai lavoratori, ai disoccupati, alle masse popolari, pensionate, femminili e giovanili. Nel contempo occorre isolare e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi, a cominciare dal parlamento siciliano, negando loro la fiducia e la delega in bianco elettorale, impugnando l’arma dell’astensionismo. Tale lotta va inserita in quella più ampia a livello nazionale contro il governo Gentiloni e il PD del nuovo duce Renzi, dalle cui politiche dipende anche la disastrata situazione economica e sociale della Sicilia, come di tutta l’Italia.
Per la lotta contro il governo siciliano, qualsiasi sarà la sua colorazione e gli imbroglioni politici con e senza stelle che lo comporranno e occuperanno gli scranni del parlamento siciliano, noi marxisti-leninisti proponiamo come rivendicazioni principali:
- Piano straordinario per la piena occupazione, soprattutto giovanile, contro il precariato e per un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato.
- Piani straordinari per lo sviluppo economico della regione per i vari settori produttivi e dei servizi: industria, agricoltura, silvicoltura, pesca, edilizia e turismo.
- Una casa a tutti coloro che non ce l’hanno, tramite la costruzione di abitazioni a basso costo e il risanamento dei centri storici, con la messa in sicurezza antisismica delle vecchie costruzioni.
- Difesa del diritto alla salute, rafforzare il servizio sanitario pubblico, no alla chiusura dei piccoli ospedali ma loro incremento e creazione di strutture di pronto soccorso nelle località dove sono carenti, garantire tutta l’assistenza socio sanitaria agli anziani che ne necessitano.
- Trasformare l’erogazione dell’acqua potabile e per l’irrigazione in servizio pubblico; interventi di risanamento e nuovi impianti della rete idrica per garantire la fornitura giornaliera regolare, diffusa e senza interruzioni.
- Incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti, per ora solo al 21%, e creare gli impianti di compostaggio per il trattamento della parte umida che ancora finisce in larga parte mescolata con altri rifiuti nelle discariche.
- Abrogazione del numero chiuso nelle università, lotta alla dispersione scolastica che è al 23,5%, la più alta tra tutte le regioni, ampliamento del tempo pieno scolastico che è assente per il 92% di coloro che ne potrebbero usufruire e mensa per tutti gli alunni che oggi non vi hanno accesso e sono l’80% del corpo scolastico, adeguato servizio di trasporto per gli studenti pendolari, ammodernamento degli edifici scolastici e incremento della dotazione di attrezzature didattiche.
- Stop a ogni ipotesi di rilancio del progetto del Ponte sullo Stretto e investimento di fondi adeguati per l’ammodernamento e l’incremento dei servizi di trasporto ferroviario, navale e aereo, con interventi in particolare per i collegamenti stradali e autostradali carenti e in continuo disfacimento.
- Piano straordinario di risanamento idrogeologico e delle aree industriali a cominciare da quelle di Augusta, Melilli e in particolare di Priolo che è una delle zone più inquinate d’Italia, il Paese con più morti d’Europa per inquinamento dell’aria.
- Chiusura sull’isola di tutti i CIE, centri di identificazione e espulsione dei migranti, loro adeguato soccorso in mare e piena accoglienza e integrazione una volta sbarcati a terra.
- Appoggio al movimento NO MUOS per la chiusura dell’impianto di telecomunicazioni statunitense a Niscemi e smilitarizzazione del territorio siciliano a cominciare dalle basi aeree di Sigonella e di Birgi.
- Estromissione da cariche istituzionali degli inquisiti per reati di mafia, corruzione e malversazione. Emolumenti del governatore e dei parlamentari non superiori al triplo del salario medio operaio e abolizione dei vitalizi.
- Lotta antifascista, mettere fuori legge i gruppi fascisti e nazifascisti, “no” alla concessione di spazi pubblici a qualunque organizzazione di stampo fascista, xenofoba, razzista, omofoba. Pretendere che venga attuata la XII disposizione transitoria, primo comma, della Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
Per queste rivendicazioni e per tutte le giuste lotte delle masse lavoratrici e popolari, i marxisti-leninisti siciliani, al di là di ogni differenza ideologica e strategica, sono pronti ad allearsi con tutte le forze che si richiamano al socialismo, in un modo o in un altro, in particolare con quelle che hanno la bandiera rossa con la falce e martello, ma anche con partiti e movimenti democratici borghesi che sono disponibili a difendere gli interessi e a prendersi cura delle necessità del popolo siciliano.

L’astensionismo e le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Il PMLI sostiene tatticamente l’astensionismo elettorale per delegittimare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi e per elevare la coscienza politica anticapitalista e anti-istituzionale e la combattività delle masse. Le istituzioni rappresentative borghesi, di cui fa parte anche l’Assemblea regionale siciliana, sono al servizio del sistema capitalista, il paravento “democratico” dietro cui si nasconde la dittatura della classe dominante borghese e sono finalizzate a ottenere con l’inganno il consenso elettorale e il sostegno del popolo, dandogli ad intendere che col suo voto ai partiti borghesi della “sinistra”, del centro e della destra che le compongono, possa avere voce in capitolo sulle scelte di governo e risolvere i propri problemi. Una illusione che, ormai è ampiamente dimostrato nella pratica, non corrisponde mai alla realtà dei fatti.
Per questo il PMLI invita le astensioniste e gli astensionisti, quelli di sinistra in particolare, a qualificare politicamente il loro astensionismo considerandolo come un voto dato al PMLI e al socialismo.
L’astensionismo elettorale spontaneo, che pure ha il suo valore di protesta e sfiducia nei confronti dei politicanti e delle istituzioni borghesi, può maturare e sbocciare in una coscienza politica ancora più elevata. Si tratta di quella che invita ad acquisire il PMLI con la sua proposta astensionista, che ha un forte carattere di classe e si colloca all’interno della complessiva strategia rivoluzionaria per il socialismo, sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista.
A questo fine l’astensionismo cosciente, avente carattere anticapitalista, antifascista, antirazzista, antiomofobo, è estremamente utile per smascherare, delegittimare, indebolire e disgregare l’ Assemblea regionale di Palazzo Orleans e il suo governatore, così come ogni altra istituzione rappresentativa borghese.
Occorre dare seguito all’astensionismo e continuare la lotta contro di esse giorno dopo giorno unendosi in un organismo politico di massa. È per questo che il PMLI propone all’elettorato di sinistra, anche a chi astensionista non è ma aspira al socialismo, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, che sono le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e sono disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse popolari, eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria. I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale rappresentano il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
Lo scopo fondamentale dei Comitati popolari è quello di guidare le masse, anche se non fanno parte delle Assemblee popolari, nella lotta politica per strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti che migliorino le condizioni di vita e che diano alle masse l'autogestione dei servizi sanitari e sociali e dei centri sociali, ricreativi e sportivi di carattere pubblico.
Lo strumento organizzativo, il principio regolatore della vita, delle attività, delle decisioni e dell'azione dell'Assemblea popolare e dei Comitati popolari è costituito dalla democrazia diretta, che mette al centro la volontà delle masse organizzate e subordina a questa volontà chi è di volta in volta, o per un certo tempo, delegato a rappresentarle, che esclude quindi la delega in bianco e permanente, senza controlli e verifiche, e l'egemonismo e la prevaricazione di singoli e gruppi di potere, praticando un rapporto stretto tra eletto ed elettore e si basa sul coinvolgimento costante delle masse e sul loro protagonismo.
I Comitati popolari non devono essere confusi con i comitati di lotta o altri tipi di comitati, come i comitati civici, i comitati popolari spontanei, ecc. Mentre i Comitati popolari sono a carattere permanente e costituiscono gli organismi di direzione politica delle masse fautrici del socialismo, gli altri tipi di comitati sono in genere a carattere temporaneo, sono costituiti da chi accetta o non accetta il capitalismo e il partecipazionismo elettorale borghese, nascono su questioni particolari e specifiche e muoiono quando hanno raggiunto il loro scopo o hanno finito le loro funzioni.
Lottiamo per la vittoria dell’astensionismo anticapitalista e per il socialismo!
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi!
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo!
Liberiamo la Sicilia dal capitalismo, dalla mafia, dal sottosviluppo, dalla disoccupazione, dalla povertà, dalla corruzione, dagli imbroglioni politici con e senza stelle!
Marciamo sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!
L’Ufficio politico del PMLI
Firenze, 6 ottobre 2017