A Predappio
Inaugurato il progetto per il museo fascista
Presente anche il sindaco di Forlì, dopo l'aggressione di Forza Nuova agli antifascisti

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Sabato 9 dicembre il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti (PD) ha inaugurato l’ennesima mostra all’interno della casa natale di Mussolini, dove da anni il comune di Predappio organizza mostre sul fascismo e su Mussolini, esponendo acriticamente materiale fascista e personale appartenente al duce o che lo ritrae o riguarda. Una sporca operazione “d’immagine” per sfruttare la sua nascita in questo luogo per attrarre “turisti” e guadagnarsi un po’ di visibilità, a spese però della memoria di chi ha combattuto il fascismo, di chi è morto, è stato torturato o perseguitato per essere antifascista, ma anche dell’antifascismo di oggi perché Predappio è teatro di manifestazioni fasciste e sede di diversi negozi di mercanzia fascista.
Quella appena inaugurata non è però una mostra come le altre, vengono infatti esposti i progetti per la realizzazione di un ulteriore museo fascista questa volta da realizzarsi nella ex sede della Casa del fascio.
Per il momento si tratta solo di un progetto, occorrono ben 5 milioni di euro per realizzarlo, ma pian piano sta prendendo forma grazie ai contributi economici già stanziati da più parti (500 mila euro il Comune di Predappio che ne ha già spesi 300 mila per la messa in sicurezza dell’edificio, altrettanti la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, 2 milioni dovrebbero arrivare dalla Regione, altri dallo Stato) e al lavoro degli “storici” Marcello Flores e Alberto De Bernardi delll’Istituto per la Storia e le Memorie del Novecento Parri Emilia-Romagna di Bologna, incaricato di occuparsi dei contenuti, che tentano di mettersi al riparo dalle critiche che da più parti arrivano giustificandosi così: “L’esposizione permanente si fonda su alcuni punti fermi. Racconteremo il carattere violento, illiberale, totalitario del fascismo fin dai suoi esordi, con il preciso intento di smontare documentando scientificamente i luoghi comuni che ancora esistono e si tramandano”.
Ma al di là di come lo si vuole presentare sarà un museo del fascismo, in un luogo simbolico per il fascismo e in un paese teatro di manifestazioni fasciste e sede di diversi negozi di mercanzia fascista. Un museo al quale avevano inizialmente dato il loro appoggio addirittura l’Anpi locale (ma con la contrarietà dell’Anpi nazionale) e l’Istituto Storico della Resistenza, ma che poi strada facendo si sono ricredute, scrivendo in un comunicato dell’11 novembre scorso (assieme alla Fondazione Alfred Lewin, Associazione Mazziniana Italiana, CGIL, UDU, Associazione Luciano Lama): “Rileviamo che l’intera operazione è stata portata avanti con una impronta dirigista da un pugno di persone, senza che si aprisse un confronto costruttivo con il territorio, sull’impostazione e i contenuti del 'museo' e sul contesto, particolarmente delicato, in cui esso sorgerà.
Pochi giorni fa, il 28 ottobre, circa 2.000 fascisti, la maggior parte in camicia nera, hanno sfilato per Predappio, riempiendo poi tutti i ristoranti della vallata. Appare grave la noncuranza con cui amministratori e progettisti continuano ad affrontare il problema del contesto in cui il ' museo' nascerà.
In queste condizioni, il progetto di centro di documentazione, anziché essere una risorsa per lo sviluppo culturale e sociale del Forlivese e della Romagna, una opportunità di crescita per studenti e ricercatori italiani e stranieri, rischia di essere un clamoroso autogoal servito su un piatto d’argento a un turismo di nostalgici e di 'curiosi'. Le realtà associative e culturali firmatarie di questo comunicato avrebbero potuto e voluto dare suggerimenti e indicazioni, porre in evidenza criticità e contraddizioni, se ci fosse stato un confronto democratico e plurale. Ma così non è stato, e non abbiamo quindi intenzione di farci carico, o avallare con il silenzio, una condotta che non ci convince e che troviamo pericolosa”.
Il 9 dicembre la Presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo ha ribadito che “l'ANPI ribadisce la sua ferma contrarietà ad una iniziativa che rischia di configurarsi come celebrativa della dittatura fascista, seppure al di là dell'intenzione dei promotori. L'esigenza di raccontare quell'epoca - a scopi didattici, informativi e formativi di una forte coscienza collettiva antifascista - è di assoluta necessità e importanza ma il luogo che dovrebbe ospitare una struttura adeguata a questa finalità non può essere la casa natale del duce. Già oggi Predappio è infatti meta di vergognosi pellegrinaggi nostalgici che sarebbero sicuramente favoriti e intensificati dal museo così come prospettato. Presentare poi un 'progetto' che non è stato discusso con nessuno e tanto meno con l'ANPI e le altre associazioni combattentistiche e partigiane appare come una forzatura. Invitiamo i soggetti istituzionali, coinvolti nel progetto, ad una riflessione più approfondita e accorta anche in presenza di un clima nazionale di crescente, violento e preoccupante dinamismo neofascista e neonazista”.
Il PMLI si è invece espresso da subito in maniera netta e ferma contro la realizzazione di tale museo, anche con un intervento del compagno Denis Branzanti, Segretario della Cellula “Stalin” di Forlì, al Congresso dell’Anpi di Forlì-Cesena che si tenne il 12 marzo 2016, al quale però allora il Presidente provinciale dell’Anpi rispose che ci avrebbero pensato loro a vigilare affinchè il museo non prendesse la deriva che puntualmente ha poi invece preso.
I lavori per la sua realizzazione potrebbero partire entro il 2020 ma il sindaco megalomane Frassineti, finito più volte anche sui giornali internazionali per questo suo attivismo revisionista, ha fretta di partire per assumersene i “meriti” da rivendicare in qualche altra sede, visto che è in scadenza di mandato.
Di fronte alle tante critiche che gli sono piovute addosso ha avuto l’ardire di ammonire “Basta con le critiche e con gli attacchi. Basta puntarci il dito contro. Qui siamo tutti antifascisti! Qui stiamo solo cercando di recuperare quello che abbiamo mancato lasciando sola una intera generazione: l’educazione e la cultura”. Come se l’educazione e la cultura si facessero a suon di mostre fasciste nella città simbolo dei fascisti per la nascita del duce e meta di adunate nere!
Inizialmente Frassineti era riuscito a imbrogliare molti, ma non certo il PMLI, con la giustificazione che bisognerebbe “studiare la storia” e “uscire dall’isolamento” ma più avanti va il progetto e più diventa chiaro che si tratta dell’ennesima opera di revisionismo storico aggravato dal luogo simbolico che ne fa l’ennesimo servizio reso ai fascisti!
All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della provincia di Forlì-Cesena e sindaco di Forlì Davide Drei (PD) che all’indomani dell’aggressione condotta a colpi di bastone dagli squadristi di Forza Nuova a Forlì contro un gruppo di antifascisti non ha trovato niente di meglio da fare che andare a Predappio all’inaugurazione di una mostra su un progetto di museo fascista nella casa natale di Mussolini!

13 dicembre 2017