In un comunicato la Cellula “Vesuvio Rosso” condanna con forza la repressione dei disoccupati, studenti e dei Centri sociali napoletani
La polizia di Minniti carica i contestatori di Gentiloni a Napoli
De Magistris dal palco avalla la linea del premier sull'occupazione giovanile e non denuncia il manganellamento dei contestatori

La Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI condanna fermamente le cariche avvenute ieri mattina a Napoli fuori al Teatro Mercadante in piazza Municipio contro precari, disoccupati e studenti. Mentre si svolgeva l’iniziativa “Avere 20 anni a Napoli” tenutasi nello storico teatro partenopeo alla presenza del fantoccio di matrice renziana Gentiloni, il governatore della Campania De Luca, il neopodestà De Magistris e i presidenti del CNR e di Confindustria. I disoccupati del movimento “7 Novembre”, i precari “Bros”, Partenope ribelle, Usb, studenti e movimenti che agiscono sul territorio partenopeo hanno protestato ricevendo per risposta le violente cariche poliziesche del Ministro dell’Interno Minniti, il nuovo Scelba.
I marxisti-leninisti partenopei, nel ribadire la propria solidarietà ai manifestanti, ripudiando qualsiasi modello di sviluppo capitalista liberista, sottolineano ancora una volta che priorità per Napoli e Campania sono il lavoro, il risanamento delle periferie, lo sviluppo e l’industrializzazione coadiuvate da bonifiche del territorio sotto il controllo di comitati popolari e l’immediato potenziamento e rinvigorimento dei servizi ospedalieri. Ma solo col socialismo si potrà veramente avere “20 anni a Napoli”, e non secondo le ricette capitalistiche che vogliono Gentiloni, De Luca e De Magistris.
La Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI
Napoli, 12 dicembre 2017
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A protezione del convegno, organizzato dal fogliaccio dei Caltagirone “Il Mattino”, il nuovo Scelba Minniti ha schierato un ingente dispositivo di sicurezza con l'ordine perentorio di reprimere qualsiasi contestazione.
Cinonostante un gruppo di manifestanti fin dalle prime ore del mattino è riuscito a penetrare nella “zona rossa” attraverso un cantiere di fronte al Mercadante e a inscenare una clamorosa contestazione contro i massimi responsabili dello sfacelo economico e sociale che condanna intere generazioni alla precarietà e al supersfruttamento capitalista e il Mezzogiorno alla fame.
La reazione dei manganellatori di Gentiloni e Minniti non si è fatta attendere. Tre violentissime cariche a suon di manganello si sono abbattute su decine di giovani, studenti e disoccupati inermi. Tre ragazzi, Carmine, Vincenzo e Mario, sono stati fermati e denunciati dalla Digos. Le loro colpe sono di aver denunciato pubblicamente il supersfruttamento dell'alternanza scuola-lavoro, il lavoro nero e precario e di lottare per ottenere un futuro migliore.
Mentre dal palco il premier Gentiloni, con perfetta faccia di bronzo, tesseva le lodi dell'odiosa politica economica antipopolare fatta di lacrime e sangue soprattutto per le regioni del Sud, inaugurata dal nuovo duce Renzi col varo del famigerato Jobs Act e perseguita dall'attuale esecutivo con la controriforma pensionistica, i pesanti tagli alla scuola e alla sanità pubbliche e le privatizzazioni, a tutto vantaggio dei padroni che si riempiono le tasche di benefici e sgravi fiscali attraverso l'istituzione delle cosiddette Zone economiche speciali e tutte le altre agevolazioni contenute nel pacchetto impresa 4.0; mentre i lavoratori, i giovani e famiglie al Sud languono nella miseria e nella disocuppazione.
La ricetta di Gentiloni basata sul “binomio turismo-cultura, green economy, innovazione e ricerca, Il Mediterraneo” non prevede investimenti né tantomeno un piano straordinario per l'occupazione e il rilancio del Mezzogiorno, ma addirittura suona come una vera e propria beffa al cospetto di un territorio che da sempre detiene il record di giovani disoccupati in Europa e che proprio di recente si è visto scippare dal governo importanti commesse nei cantieri navali di Castellamare per favorire le produzioni di Fincantieri al Nord.
Tale politica economica che riserva a milioni di giovani un futuro precario, malpagato e senza prospettive è stata avallata anche dal neopodestà di Napoli De Magistris il quale, durante il suo intervento non solo si è guardato bene dal denunciare dal palco il violento manganellamento dei contestatori e dall'incalzare il governo perché vari urgentemente un piano straordinario per il lavoro, lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno. Ha persino omaggiato Gentiloni perché, a suo dire, proprio “Grazie alla leale cooperazione istituzionale tra Governo, Regione e Città i giovani stanno avendo occasioni occupazionali nei settori della cultura e del turismo... Il 70-80 per cento degli studenti di istituti alberghieri di Napoli – dice - stanno trovando lavoro grazie alla rinascita culturale e turistica della nostra città. I segnali della ripresa – conclude – arrivano dal turismo, dalla cultura, dal commercio e dall’artigianato oltre che da un avvicinamento dei ragazzi all’agricoltura”. Omettendo furbescamente che ormai le pochissime occasioni di lavoro che i giovani meridionali riescono a trovare sono in stragrande maggioranza di tipo stagionale, a termine, precario, malpagato, senza alcun diritto e tutela sindacale, al limite dello schiavismo.
 
 

13 dicembre 2017