Lo certifica l'Inail
Aumentano i morti sul lavoro
Fillea Cgil: “Molti sono anziani sulle impalacature”

Il Jobs Act di Renzi e Gentiloni unito alla cancellazione delle norme e delle tutele sindacali, alla controriforma Fornero e al supersfruttamento capitalista sono la miscela mortale per migliaia di lavoratori che quotidianamente perdono la vita o rimangono gravemente infortunati nei luoghi di lavoro.
Secondo gli ultimi dati Inail pubblicati a metà ottobre infatti, nei primi nove mesi del 2017 ci sono stati 769 morti, con un aumento del 2,1% rispetto al 2016. Sono state presentate circa 472 mila denunce, 594 casi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le vittime sono soprattutto i lavoratori più anziani tra le cui file si registra un sensibile aumento delle denunce. A farne le spese sono in particolare le fasce di età comprese tra i 55 e i 69 anni con circa quattromila casi in più rispetto al 2016.
«Chi si dovesse sorprendere di questa tragica impennata di infortuni e morti sul lavoro, o vive su un altro pianeta o è in malafede», commenta la segreteria generale della FIllea Cgil. «È drammatico il dato dei casi di infortuni tra i 55 e i 69 anni, cresciuti di 4 mila unità, si tratta del 38% del totale. Moltissimi dei quali sono muratori e lavoratori delle costruzioni, costretti a stare sulle impalcature o in cava o sul muletto oltre ogni limite umano possibile. Una strage che ha un solo responsabile: una riforma delle pensioni che non tiene conto dell’evidenza, e cioè che i lavori non sono tutti uguali».
La Fillea Cgil inoltre denuncia il rifiuto di ben “il 75% delle domande per l’Ape Social, quasi tutte di edili, perché i paletti imposti – in primis quello che prevede almeno 20 anni di contributi e 6 anni di lavori gravosi negli ultimi sette – sono troppo stretti per queste categorie di lavoratori... Il governo non ne ha voluto tener conto. Degli oltre 20 mila over 60 registrati nelle casse edili solo poche centinaia potranno andare in pensione, gli altri staranno sulle impalcature fino a 70 anni”. Se non moriranno di lavoro prima.
In forte aumento anche le denunce di infortunio presentate all’Inail che evidenzia come nei primi tre trimestri 2017 l’aumento infortunistico è stato pari allo 0,1% tra i lavoratori (330 casi in più) e allo 0,2% tra le lavoratrici (+264). Gli incremmenti maggiori si sono registrati al Nord (oltre tremila casi in più) con alla testa la Lombardia (+1.794 denunce) ed Emilia Romagna (+1.238).

13 dicembre 2017