Importanti cortei a Roma e Milano
Studenti in piazza contro gli Stati generali dell'alternanza scuola-lavoro

Sono state piazze roventi quelle di Roma e Milano, che nelle date del 15-16 dicembre hanno visto massicce mobilitazioni studentesche e universitarie contro i famigerati “Stati generali dell'alternanza” organizzati dal Miur e promossi dalla ministra dell'istruzione pubblica Valeria Fedeli che si sono tenuti a Roma il 16 dicembre.
In migliaia, studentesse, studenti, universitarie e universitari hanno sfilato per le strade delle due più grandi cittià italiane.
A Milano nella mattinata di venerdì 15 dicembre, un corteo partito da Largo Cairoli di centinia di studenti, ha marciato per le vie della città protestando con striscioni, cori e fumogeni contro gli “Stati generali”, il governo, e l'alternanza scuola-lavoro. Durante il corteo che si è concluso davanti la sede di Assolombarda, dove gli studenti hanno gettato secchi di calcinacci in strada e apposto un cartello con la denuncia: "Siete la distruzione della scuola pubblica", sono stati presi di mira con striscioni, fumogeni, lancio di pomodori e scritte in vernice, altri simboli dello sfruttamento e del precariato selvaggio riconosciuti giustamente come tali dagli studenti: Poste italiane, Agip, Pam e Mc Donald's. Gli studenti accusano queste aziende, che hanno aderito all'alternanza, di essere tra le maggiori sfruttatrici della manodopera studentesca.
Alcune ore dopo la fine della manifestazioni, intorno alle 14, alcuni studenti hanno fatto irruzione nello store di Eataly (il cui proprietario è l'amicone del neoduce Renzi, Oscar Farinetti, uno degli entusiasti sostenitori dell'alternanza). Dopo essere entrati hanno esposto uno striscione di protesta bloccando per alcuni minuti le casse del supermercato.
A Roma sabato 16 dicembre gli studenti hanno marciato compatti verso il ministero dell'istuzione dove si tenevano gli “Stati generali” dell'alternanza scuola-lavoro. In testa al corteo molti studenti marciavano indossando una tuta blu simbolo della classe operaia, e con le mani incatenate, come incatenate sono le loro vite allo sfruttamento con l'alternanza scuola-lavoro. Una di queste tute blu è stata consegnata simbolicamente anche alla ministra ex Cgil Fedeli che ha ricevuto una delegazione di studenti dell'Unione degli studenti che ha poi preso parte al dibattito all'interno degli “Stati generali”. Tanti gli slogan e le voci di protesta che si sono alzate dalla piazza, denunciando le situazioni di sfruttamento, vessazzione, e frustrazione di cui sono vittime i giovani studenti.
In piazza anche gli universitari e i ricercatori precari. Degno di nota un flash mob dal tetto della sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Piazzale Moro, organizzato dai precari del CNR di Roma per chiedere la stabilizzazione per gli oltre 10.000 assegnisti, tecnologi e borsisti a termine che reggono la ricerca pubblica del nostro Paese.
Il PMLI saluta con gioa ed entusiasmo rivoluzionario queste grandi e combattive mobilitazioni studentesche che devono intensificarsi e radicarsi su tutto il terrotorio nazionale!
Il PMLI ritiene che quella degli “Stati generali” dell'alternanza scuola-lavoro promossa dal governo e dalla sua ministra non sia altro che un misero tentativo da parte di quest'ultimi di illudere le masse studentesche a proposito di una possibilità di spazio democratico, nel quale discutere alla pari le problematiche ed avanzare evenutali proposte poste a migliorare l'alternanza ( Carta dei Diritti e dei Doveri delle studentesse e degli Studenti in Alternanza; “Bottone rosso” per segnalare criticità e malfunzionamenti nell'alternananza, ecc.)
Dovrebbe essere ben chiaro a tutte le studentesse e gli studenti che queste aperture e misure apparentemente migliorative non sono altro che fumo negli occhi per tentare di fiaccare e far rientrare la protesta delle masse studentesche. Due anni di alternanza ci hanno dimostrato il vero carattere schiavista e sfruttatore di questo sistema, e non saranno due norme risibili elemosinate al governo a modificarne la natura. Soprattutto in un paese come il nostro dove più di una volta ci è stato dimostrato come attraverso, cavilli burocratici, tagli allo Stato sociale e corruzione, e promesse da marinaio, anche le più piccole conquiste e concessioni fatte dai governi borghesi e dal padronato siano state poi aggirate e tradite.
Pertanto il nostro invito è sempre quello di non dare tregua al governo Gentiloni e alla sua ministra Fedeli, di non cadere nella trappola dei contentini e delle briciole che il governo ha messo sul piatto agli “Stati generali”, di non dare la benché minima fiducia alle parole dei governanti borghesi su possibili aperture al dialogo ma al contrario di intensificare e moltiplicare le iniziative di lotta di massa e di piazza, di occupazione delle scuole, e azioni dimostrative di protesta, consci che solo con la lotta e non con la richiesta di concessioni si potrà arrivare a delle vittorie! Sicuramente, il primo punto da porre alla lista delle rivendicazioni non è un miglioramento dell'alternanza scuola-lavoro come propongono la quasi totalità delle organizzazioni sindacali, politiche, ed i collettivi studenteschi, ma la totale abrogazione dell'alternanza!
Nel frattempo, nella lotta generale per abolire l'alternanza, le masse studentesche devono battersi tenacemente per strappare ogni possibile conquista realmente migliorativa al governo ed ai padroni che li costringono a questa forma di sfruttamento. Qui di seguito riportiamo i punti già rivendicati da tempo dal PMLI e che riproponiamo oggi:
Massimo di 4 ore lavorative per le studentesse e gli studenti sottoposti all'alternanza scuola-lavoro.
Un salario base non inferiore al 70% di quello del lavoratore regolarmente impiegato per le stesse mansioni, stabilito in base alle ore lavorate e tenendo conto del contratto nazionale di categoria.
Formazione di commissioni scolastiche composte dagli studenti in maggioranza e dai docenti in minoranza, eletti direttamente, per definire i progetti di alternanza e valutarne gli esiti.
Le studentesse e gli studenti dovranno essere impiegati a livello lavorativo nei loro specifici settori di competenza e non utilizzati per lavori generici privi di qualsiasi reale attinenza agli studi effettuati.
Distanza massima di 20km tra l'azienda e l'istituto frequentato dallo studente.
Obbligo da parte dell'azienda di farsi carico a livello economico del viaggio che lo studente deve intraprendere per raggiungere l'azienda, attraverso il rimborso delle spese o la messa a disposizione di mezzi (pulmini, auto aziendale, ecc).
Sia ben chiaro, il PMLI non è contrario alla partecipazione degli studenti al lavoro produttivo, ma la sostiene quando ha come obiettivo quello di consentir loro di conoscere la realtà della società e di ridurre il divario fra lavoro intellettuale e lavoro manuale. A ben pensare, ciò potrà pienamente realizzarsi dopo esserci liberati del capitalismo e conquistato il socialismo. Siamo invece totalmente e incondizionatamente contrari a regalare gli studenti alle imprese come manodopera gratuita da sfruttare per il profitto dei padroni, com'è il caso dell'alternanza scuola-lavoro.
 

20 dicembre 2017