Retata in Calabria di 'ndranghetisti e politici
Arrestati il presidente della provincia di Crotone e il sindaco di Cirò Marina

Nuovo terremoto politico-giudiziario in Calabria che svela lo strapotere della 'ndrangheta nella regione più povera d'Italia.
Il 9 gennaio è scattata l'operazione “Stige” (dal nome di uno dei cinque fiumi degli Inferi della mitologia greca) coordinata dalla DDA di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e dai magistrati De Gregorio, Luberto, Guarascio, Rapino e Prontera e che ha portato all'arresto e al fermo di 170 persone nell'ambito delle indagini sulle 'ndrine del crotonese Farao-Marincola di Cirò Marina, Giglio di Strongoli e Tallarico di Casabona e il loro strapotere in Calabria a cavallo fra le province di Cosenza e Crotone e relative ramificazioni nel resto d'Italia e all'estero, in particolare in Germania.
I reati ipotizzati vanno dall'associazione mafiosa all'estorsione, favoreggiamento, corruzione elettorale, turbativa d'asta, riciclaggio, emissione di false fatture.
Le 'ndrine gestivano un enorme giro d'affari: dal mercato del pane e del pesce ai servizi portuali, dai servizi di lavanderia industriale a quelli della distribuzione di prodotti alimentari, dalla gestione dei migranti allo smaltimento dei rifiuti tossici, provenienti in particolare dall'Ilva di Taranto e scaricati in territorio calabrese. E poi ancora agenzie di slot-machine e gioco d'azzardo, distribuzione di bevande, servizi di onoranze funebri, la gestione dei lidi balneari, gli appalti per il taglio dei boschi della Sila, la gestione della centrali a biomasse e altro ancora, anche grazie alla complicità dei politicanti borghesi locali.
Fra gli arrestati infatti, oltre agli uomini delle 'ndrine e a esse collegati, diversi amministratori locali: sindaci, vicesindaci, consiglieri comunali di Cirò, Strongoli, Mandatoriccio, San Giovanni in Fiore, Casabona e il presidente della provincia di Crotone e sindaco di Cirò Nicodemo Parrilla, uomo di paglia (come il sindaco di Crotone Ugo Pugliese) della potente famiglia Sculco di Crotone e membro del loro movimento “I Demokratici”.
Flora Sculco, consigliere regionale in maggioranza con il governatore Oliverio del PD, eletta nella lista “Calabria in rete-Campo democratico”, è la figlia di Enzo Sculco, “ras” di Crotone (ex PDL, oggi leader de “I Demokratici”), ex-segretario regionale della Cisl, eletto consigliere regionale con la Margherita nel 2010 e poi arrestato e condannato in via definitiva per truffa, turbata libertà degli incanti, corruzione e concussione nell’ambito dell’inchiesta sulla provincia di Crotone di cui era vicepresidente. Proprio in questi giorni Enzo Sculco, in accordo con Oliverio, ha cercato di imporre la candidatura alla Camera della figlia Flora nel collegio di Crotone alle prossime politiche.
Parrilla, si legge negli atti, è stato eletto presidente anche ''grazie alle pressioni ‘ndranghetistiche esercitate sui consiglieri comunali del Comune di Casabona” (ricordiamo che i consiglieri provinciali e il presidente della provincia sono oggi eletti in secondo grado, come prevede la “riforma” Delrio che ha ristretto gli spazi di democrazia borghese).
Insieme a Parrilla, arrestati a Cirò Marina il vicesindaco Giuseppe Berardi, il presidente del consiglio comunale Giancarlo Fuscaldo, l’ex sindaco Roberto Siciliani e il fratello Nevio, ex assessore.
Arrestato anche Michele Laurenzano, sindaco di Strongoli (Crotone) del PD, il quale, secondo i pm avrebbe fornito un “concreto, specifico, consapevole e volontario contributo ai componenti dell’associazione mafiosa”. Michele è il fratello di Alfonso Laurenzano, galoppino ben stipendiato del neofascista e corrotto Gino Crisci, rettore dell'Università della Calabria situata nella frazione di Rende,.
Motivazioni analoghe portano in carcere anche il vicesindaco di Casabona (Crotone) Domenico Cerrelli, parente di Francesco Tallarico referente della cosca dei cirotani proprio a Casabona.
Per gli inquirenti avrebbe agevolato la consorteria sia come pubblico ufficiale sia in quanto imprenditore, destinando proventi di alcune imprese di carburante alla cosca.
A Crucoli (Crotone) agli arresti l'assessore comunale Tommaso Arena e il consigliere comunale Gabriele Cerchiara per intestazione fittizia di beni collegabili a membri della cosca “cirotana”. Alla sbarra, sempre per favoreggiamento della cosca Farao, anche sindaco e vicesindaco di Mandatoriccio (Cosenza) Angelo Donnici e Filippo Mazza. Quest'ultimo è particolarmente vicino al renzianissimo segretario regionale del PD calabrese, “don” Ernesto Magorno, ex sindaco di Diamante, vicino alla 'ndrina Muto di Cetraro, oggi deputato e membro della commissione parlamentare antimafia (sic!).
In galera anche l'ex vicesindaco di destra di San Giovanni in Fiore (Cosenza) Giovambattista Benincasa, oggi in FdI della Meloni, accusato di avere fatto gli interessi della ditta del mafioso Pasquale Spadhafora nella gestione dello sfruttamento delle risorse della Sila.
Siamo di fronte all'ennesimo spaccato dello strapotere della temibile mafia calabrese nella regione e della sua espansione a livello nazionale e internazionale. Evidente il coinvolgimento e la copertura dei vertici del PD, in particolare del filomafioso governatore regionale Mario “palla-palla” Oliverio, il quale deve dimettersi al più presto!
Anche in chiave antimafiosa è necessario il prossimo 4 marzo delegittimare le corrotte e irriformabili istituzioni nazionali e locali borghesi del regime neofascista, votando per il PMLI e il socialismo astenendosi.
 
 

17 gennaio 2018