Terrorismo fascio-leghista a Macerata, 6 immigrati feriti
Salvini “comprende”, Traini è stato candidato per la Lega, Forza Nuova con l'aggressore razzista. Di Maio: “meglio tacere”
Sabato 10 manifestazione nazionale antirazzista a Macerata

La vigliaccheria e il terrorismo fascisti tornano a colpire con una forma che per gravità e metodicità non ha precedenti. Così va letta la strage compiuta sabato 3 febbraio a Macerata da Luca Traini, 28enne già candidato nella vicina Corridonia per la Lega alle comunali dell'anno scorso (prese ben zero preferenze), ora – pare – vicino a Casa Pound e Forza Nuova.
Il terrorista fascio-leghista si è messo alla guida della sua auto e, armato di una pistola semi-automatica Glock calibro 9, si è messo a sparare indiscriminatamente alle persone di pelle nera che trovava, in zone da lui scelte secondo un piano criminale elaborato nei minimi dettagli. Il bilancio è di sei feriti, originari di Ghana, Nigeria e Mali, nessuno in pericolo di vita per pura fortuna. Il “movente” era la vendetta per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne fatta a pezzi, all'inizio era stato accusato uno spacciatore nigeriano, ma in realtà si è trattato di mero e barbaro odio razziale, che ha colpevolizzato un'intera comunità, tra l'altro ignorando che l'arresto del nigeriano è stato reso possibile anche grazie alle testimonianze di un nordafricano e che la comunità nigeriana aveva organizzato un sit-in in memoria della giovane per il 4 febbraio, poi annullato per via dell'attentato.
Come se ciò non bastasse, Traini ha voluto chiarire del tutto la matrice ideologica del proprio gesto terminando la sua “impresa” avvolgendosi in un tricolore davanti al Monumento ai Caduti, facendo il saluto romano e gridando “viva l'Italia”, poco prima di essere arrestato.
Matteo Salvini, chiamato in causa sia per ovvi motivi, sia perché Traini era di fatto uno della Lega, ha capovolto vittime e carnefici scaricando la colpa su “un'immigrazione fuori controllo” che “porta allo scontro sociale”. Semmai lo scontro, che in questo caso non è sociale ma razziale, è foraggiato da ripugnanti esponenti politici come lui, sempre pronti a soffiare sull'odio razziale per tornaconto elettorale. Ma anche da buona parte della grancassa mediatica di regime, spesso a creare allarmismo e a presentare la delinquenza come se fosse commessa solo da immigrati.
Per Di Maio, che non vuole scontentare né i suoi elettori razzisti né quelli antirazzisti (ma questi ultimi farebbero bene a chiedersi a che opportunista si stanno accodando), è “meglio tacere” “nel rispetto della vittima di qualche giorno fa e dei feriti di oggi”. Tutt'altro! Dobbiamo parlarne e dare alle cose il loro nome!
Il primo punto politico da mettere in evidenza è che non si è trattato del gesto di “una persona squallida e folle”, come sostenuto da Renzi e da gran parte dei notiziari. Si è trattato di terrorismo fascio-leghista. Negarlo significa fare un favore enorme ai fascisti, ai razzisti e ai leghisti.
In secondo luogo, lo sdoganamento dei fascisti ha raggiunto una gravità tale che nessuno nelle istituzioni ha battuto ciglio davanti a Forza Nuova che si è schierata apertamente con Traini. Che tra l'altro ha tatuato il fronte il simbolo di Terza Posizione, il gruppo terroristico fascista degli anni '70 da cui viene il leader di FN Roberto Fiore. Dove sono ora tutti quelli che a “sinistra”, PD in primis, hanno dato legittimità a questi gruppi negli scorsi anni? Hanno qualcosa da dire? Come minimo dovrebbero accusare FN, Lega e compagnia brutta di favoreggiamento al terrorismo e incitamento all'odio razziale, ma non ci risulta l'abbiano fatto. Non hanno nemmeno parlato di “attacco ai valori dell'Occidente” né preteso esplicite prese di distanza dalla Lega.
In ogni caso la recrudescenza delle violenze fasciste contro migranti, ma anche giovani di sinistra, dei centri sociali e lgbt, è in atto da tempo. Ora il caso è ancora più eclatante perché è stato compiuto con armi da fuoco, dimostrando che non è da escludere che i fascisti stiano raccogliendo un arsenale. La tentata strage di Macerata è stata finora un gesto isolato, per quanto ne sappiamo, ma dal punto di vista ideologico è stata assolutamente pianificata, voluta e fomentata e probabilmente stimolerà l'emulazione di altre simili canaglie fasciste. La scritta apparsa a Perugia che dice “Macerata è solo l'inizio” lo conferma.
Ormai non è più irrimandabile una forte, decisa e unitaria risposta politica e di massa antifascista. In questo quadro appoggiamo la manifestazione nazionale antirazzista indetta a Macerata per sabato 10 febbraio. Ma è chiaro che occorre formare un vasto fronte unito che contrattacchi la recrudescenza fascista, isoli questi gruppi e ne pretenda la messa fuori legge.
Comunque è ancora una volta evidente che i fascisti non sono altro che il rabbioso cane da guardia del capitale, che nella razializzazione dello scontro sociale attraverso la divisione degli oppressi sulla base della razza ci sguazza. Dirlo, ridirlo, spiegarlo e rispiegarlo è un dovere di tutti gli anticapitalisti e gli antirazzisti coscienti, affinché sempre più giovani evitino la trappola fascio-leghista e individuino non nell'immigrazione ma nel sistema economico capitalista vigente la causa del disagio sociale.

7 febbraio 2018