76 candidati inquisiti. 41 di “centro-destra”, 30 PD e altri

Insieme alle centinaia di candidati impresentabili di dubbia condotta morale, politica e istituzionale, le cosche parlamentari sia della destra che della “sinistra” del regime neofascista hanno candidato nelle loro liste anche una pletora di pregiudicati, ladri, mafiosi, ex galeotti e delinquenti della peggior specie tutt'ora indagati e/o in attesa di giudizio per reati gravi e infamanti che vanno dalla corruzione, al voto di scambio, abuso d'uffico, appropriazione indebita di finanziamenti pubblici e chi più ne ha più ne metta.
Si tratta nella quasi totalità dei casi di condannati e plurinquisiti che puntano a essere eletti in parlamento, e quindi godranno dell'immunità parlamentare e la faranno franca. Poiché sono in grado di controllare interi pacchetti di voti, i partiti e i movimenti a cui questi voti sono stati promessi li hanno piazzati in cima alle rispettive liste e/o in collegi superblindati sia alla Camera che al Senato.
La cosca parlamentare col maggior numero di condannati e inquisiti è senza dubbio il “centro-destra” del neoduce Berlusconi e dei caporioni fascisti, xenofobi e razzisti Salvini e Meloni nelle cui liste sono candidati oltre la metà dei circa 76 candidati totali che vantano una fedina penale a dir poco indecente.
In cima troviamo boss politici del calibro di Lorenzo Cesa candidato con Noi con l'ltalia in Campania già arrestato per concussione. Umberto Bossi , candidato al Senato come capolista nel listino proporzionale a Varese, ha subito due condanne: per truffa e per appropriazione indebita per l’utilizzo illecito dei fondi pubblici per la Lega. Roberto Formigoni condannato a 6 anni per corruzione è candidato al Senato sempre in Lombardia. In Emilia Romanga è candidato il provocatore anticomunista Vittorio Sgarbi condannato in via definitiva a 6 mesi e 10 giorni per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. Per uno scranno in Lombardia corre anche il boss Paolo Romano condannato per peculato. Sotto indagine per peculato c'è anche il capobastone pugliese Raffaele Fitto candidato in Puglia tra le file di NCI. Ugo Cappellacci , ricandidato da FI per la Camera a Cagliari, e Michele Iorio , (Noi con l’Italia), entrambi ex presidenti di regione (Sardegna e Molise) condannati rispettivamente a 2 anni e mezzo per il crac milionario della società di vernici Sept e a sei mesi per abuso e interdizione per un anno dai pubblici uffici. Salvatore Sciascia , ex capo dei servizi fiscali Fininvest, condannato a 2 anni e mezzo per le tangenti alle Fiamme Gialle, in lizza come senatore in Veneto. Domenico De Siano alla sbarra per un'inchiesta su appalti e rifiuti e per il quale il senato respinse la richiesta di arresto. Nunzia De Girolamo , accusata di associazione a delinquere, concussione e voto di scambio nel verminaio Asl di Benevento e in attesa di giudizio. Segue Luigi Cesaro indagato per voto di scambio ma candidato in Campania. Per voto di scambio è indagata anche Flora Beneduce , candidata in Campania. In Campania è candidato anche Pietro Foglia rinviato a giudizio per “Rimborsopoli”. Nel Lazio corre l'ex governatrice fascista Renata Polverini indagata per lo sperpero di denaro del sindacato di polizia Ugl. Al suo fianco c'è l’imprenditore Antonio Angelucci schierato per il terzo mandato nonostante una condanna a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa; quindi Mario Abbruzzese imputato nella tangentopoli regionale. In Puglia per il Senato corre anche Domenico Scilipoti che vanta una condanna per documenti falsi prodotti per non pagare un debito da 230mila euro. In Sicilia Berlusconi schiera Urania Papatheu , ex commissaria della Fiera del Mediterraneo, ha sul groppone una sentenza per sperperi nella gestione della Fiera in Sicilia ed è in corsa a Messina. Ester Bonafede NCI indagata per gli appalti Anas. Antonello Antinoro prescritto nel processo per corruzione elettorale. Antonio D'Alì sotto processo per mafia.
In Calabria sono candidati Antonio Daffinà sotto inchiesta per turbativa d'asta e truffa. Pino Gentile indagato per la gestione dei fondi ex Gescal. Mimmo Tallini imputato per abuso d'ufficio in “Multopoli”. Domenico Furgiuele , in lizza con la Lega, con precedenti di polizia e Daspo. Massimo Ripepi candidato tra le file di Fratelli d'Italia (FdI) denunciato e ammonito dal questore per stalking. In Emilia Romanga sono candidati il leghista Giovanni Tombolato che ha patteggiato una condanna per firme false; Galeazzo Bignami e Enrico Aimi entrambi di FI e entrambi a processo per spese pazze. In Piemonte per Fdl corre Augusta Montaruli condannata per finanziamento illecito. In Veneto tra le file di FdI troviamo Maria Carretta e Sergio Berlato tutti e due imputati nello scandalo dei falsi tesseramenti dell’ex Pdl. Il leghista Massimo Garavaglia indagato per turbativa d'asta. In Friuli corre per FdI il fascista Luca Ciriami accusato di disboscamento in Val Rosandra. In Liguria la Lega schiera in un collegio sicuro della Camera il segretario regionale Edoardo Rixi , attuale assessore della giunta Toti, sotto processo per peculato per oltre 19mila euro di spese ingiustificate. Sotto processo anche il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone , anche lui candidato col Carroccio. Al loro fianco corre il berlusconiano Sandro Biasotti indagato per le spese regionali. Nelle Marche sono in lizza Graziella Ciriaci e Francesco Aquaroli entrambi indagati per le spese pazze in Regione mentre Jessica Marcozzi è indagata per bancarotta. In sardegna tra le file di NCI Mauro Contini e Giorgio Oppi entrambi rinviati a giudizio per peculato e bancarotta.
Piene di delinquenti anche le liste delle altre cosche in lizza a cominciare dal PD che schiera fra gli altri il ministro dello Sport Luca Lotti candidato nel collegio uninominale della Camera a Empoli e plurindagato nello Scandalo Consip per favoreggiamento e violazione del segreto d'ufficio.
Molto rumore ha fatto negli ultimi giorni anche l'avviso di garanzia per corruzione e turbativa d'asta che hanno colpito Filippo Caracciolo assessore della giunta regionale pugliese guidata da Emiliano e soprattutto candidato nell'uninominale del collegio 4 Barletta, Andria, Canosa, Trani, perché considerato una “potente macchina da preferenze”.
In Campania è in lizza fra gli altri Piero De Luca, figlio del governatore campano Vincenzo, sotto processo per il crac dell’immobiliare Ifil. Il capo dello staff Francesco Alfieri alla sbarra perché quando era sindaco di Agropoli ha ostacolato la confisca dei beni e degli immobili alle famiglie camorristiche. Umberto Del Basso De Caro indagato per tentata concussione. Eva Avossa , già vicesindaca di Salerno con De Luca padre, è sotto processo in una delle tante inchieste legate alle varianti urbanistiche. Nicola Marrazzo imputato per peculato. In Emilia Romagna è candidato il capobastone Piero Fassino sotto processo per turbativa d'asta. In Lombardia corre per il PD anche Paolo Alli , già braccio destro di Formigoni è anche lui sotto inchiesta per abuso d’ufficio nel processo sulle tangenti nella sanità; esponente di spicco di Comunione e Liberazione è candidato nel “centro-sinistra” nel collegio uninominale del Senato a Mantova con la lista Civica popolare della ministra della Sanità Beatrice Lorenzin. Nel Lazio è candidato Angelo D’Agostino indagato eccellente nell'inchiesta per le mazzette alla società di certificazione Axosa. In Calabria è candidato Antonio Scalzo imputato per la “Rimborsopoli”. In Basilicata il PD schiera anche Vito De Filippo indagato per le “spese pazze”. Ferdinando Aiello e Brunello Censore entrambi imputati nel processo per “Rimborsopoli”. in Molise c'è Vittorio Facciolla indagato per falso e truffa fondi terremoto. In Puglia Luciano D'Alfonso indagato per corruzione e abuso d'ufficio. Al suo fianco Francesco Spina indagato per abuso d'ufficio e falso. Nel Lazio il PD schiera Micaela Campana indagata in Mafia capitale; Claudio Mancini , Bruno Astorre , Carlo Lucherini e Claudio Moscardelli tutti indagati a vario titolo nella rimborsopoli laziale. In Liguria corre per il PD anche Vito Vuattone , rinviato a giudizio per le spese pazze in Regione. Nelle Marche sono candidati Paolo Petrini PD e Maura Malaspina (Civ. Pop) entrambi indagati per la rimborsopoli regionale.
In Sardegna il PD ha candidato per Montecitorio anche il prodiano Luciano Uras , ex senatore di Campo Progressista, indagato insieme ad altri sei ex consiglieri per il periodo in cui era consigliere regionale con Rifondazione comunista. Dovrà comparire il 6 aprile 2018 davanti ai giudici del seconda sezione del Tribunale di Cagliari per rispondere di peculato aggravato. A Uras la Procura contesta spese per 70 mila euro. Al suo fianco corrono Gianfranco Ganau , Gavino Manca e Francesco Sabatini tutti e tre in attesa di rinvio a giudizio per peculato.
Anche Leu ha tra le sue file una buona percentuale di delinquenti a cominciare dall’ex assessore comunale di Avellino Giancarlo Giordano candidato alla Camera ma accusato di abuso d’ufficio per la mancata bonifica di Isochimica. In Puglia corre Gabriele Abbaterusso prescritto in un processo per truffa all'Inps. In Piemonte Leu Candida Erika Faienza , condannata per firme false.
A chiudere Claudia Mannino , ex parlamentare dei Cinquestelle imputata per le firme false del Movimento di Di Maio è ora capolista nel collegio di Palermo per la Camera di Insieme, la lista creata dai Verdi, dai socialisti e dagli ex esponenti di Campo progressista di Giuliano Pisapia. Per Autodeterminazione-Sardegna sono il lizza Anthony Muroni e Pierfranco Devias , condannati rispettivamente per diffamazione e associazione sovversiva.

14 febbraio 2018