LeU esclude Bassolino e la sua compagna e deputata uscente Carloni
Masnada di inquisiti, pregiudicati, massoni, rinnegati del comunismo si candidano per il parlamento nero in Campania
Che i sinceri comunisti scelgano l’astensionismo per spazzare via il regime neofascista

 
Redazione di Napoli
Anche la Campania non si sottrae alla squallida kermesse di politici impresentabili, diversi dei quali addirittura inquisiti, condannati, pregiudicati cui si aggiungono ex sedicenti “marxisti-leninisti”, fascisti e nazisti, trasformisti e doppiogiochisti di ogni risma. Con la nuova legge elettorale in Campania ci sono 22 collegi uninominali per la Camera e 14 collegi uninominali per il Senato; ci sono poi tre collegi plurinominali per la Camera per l'elezione di 20 deputati e altri tre collegi per il Senato per l'elezione di 18 senatori. Con la raccolta delle firme, 10 liste hanno ottenuto il pass per la candidatura al parlamento nero.
Nel Movimento 5 Stelle per la Camera si candidano Luigi Di Maio, proveniente da una famiglia fascista con il padre Antonio dirigente prima del MSI e poi di AN, il presidente uscente della Commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico come capilista nei collegi plurinominali della circoscrizione Campania 1, corrispondente alla provincia di Napoli. Da qualche giorno è scoppiata la grana per i pentastellati del massone (o ex?) in sonno candidato in Campania Catello “Lello” Vitiello, “Oratore” della loggia napoletana “Sfinge”, col numero 1.283 aderente all'obbedienza del Grande Oriente d'Italia. Inserito nel collegio uninominale di Campania 3 direttamente dal direttorio, Catello Vitiello è un avvocato penalista stabiese, figlio di Salvatore, ex democristiano e candidato a sindaco nel 2013 proprio a Castellammare. Vitiello non avrebbe neppure partecipato alle parlamentarie perché al punto 6h del regolamento del M5S sarebbe espressamente vietata l'iscrizione a logge massoniche. Vitiello però asserisce di essere “in sonno” che nel linguaggio massonico è l'espressione usata per descrivere chi non vuole più partecipare ai lavori: durante questo “assonnamento” il massone perde i suoi diritti all'interno della loggia, ma mantiene la sua qualità di iniziato e può richiedere in seguito di essere riammesso. Fino al 23 gennaio Vitiello era tra gli “attivi e quotizzati” della loggia napoletana, poi ha lasciato per dedicarsi a pieno regime alla campagna elettorale. Nella serata dell’11 febbraio il M5S ha diffuso questa nota: “Essendosi rifiutato di rinunciare spontaneamente alla candidatura e all’elezione con il M5S, Lello Vitiello viene diffidato dall’utilizzo del simbolo del M5S. Vitiello non può essere eletto con il M5S a causa della sua adesione in passato al Grande Oriente d’Italia e per non averlo comunicato al Movimento 5 Stelle all'atto della candidatura dichiarando quindi il falso”.
Se nei pentastellati campani vi sono parvenze di massoneria, non si può dire che va meglio nel PD di Renzi e Gentiloni. Nonostante che Paolo Siani, pediatra e fratello del giornalista de Il Mattino Giancarlo, ucciso dalla camorra nel 1985, avesse chiesto, quale condizione imprescindibile per la sua candidatura, l’assoluta trasparenza e pulizia delle liste elettorali del Partito Democratico in Campania, tutto ciò è rimasto inevaso nella regione in mano all’arrogante e narcisista presidente Vincenzo De Luca. Tanto è vero che il nome più eclatante che compare nelle liste è proprio quello del figlio, Piero De Luca, capolista nel collegio plurinominale di Caserta e accusato di bancarotta fraudolenta per il crac di Ifil (società satellite nel sistema degli appalti pubblici nel Comune di Salerno). Altro nome vicino a De Luca è quello della candidata numero due nella circoscrizione Salerno-Scafati-Battipaglia, Eva Avossa imputata per abuso d’ufficio nel filone d’inchiesta sulla costruzione del Crescent in piazza della Libertà a Salerno, dove ricopre attualmente la carica di vicesindaco. Un avviso di chiusura indagine per tentata concussione e voto di scambio è stata invece recapitata all’ex sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti uscente, l’ex PSI Umberto Del Basso De Caro: l’attuale capolista nel collegio plurinominale di Avellino-Benevento avrebbe esercitato pressioni per favorire la carriera della compagna presso l’ospedale Rummo.
Tra i candidati nei collegi uninominali spuntano altri nomi che hanno problemi con la giustizia, come il consigliere regionale Nicola Marrazzo, candidato a Casoria, rinviato a giudizio nel maxi-processo sulla Rimborsopoli campana per peculato ai tempi in cui sedeva in Regione tra i banchi dell’Italia dei Valori dell’ex pm Di Pietro. L’accusa è di spese non documentate e non necessarie per un valore di 42 mila euro circa; l'udienza è fissata per il 6 marzo prossimo dinanzi al Tribunale di Napoli. Ancora: Angelo D’Agostino, parlamentare uscente dell’ex Scelta Civica, coinvolto con altre 77 persone nell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate all’Axsua da diverse società per ottenere certificazioni non dovute per accedere al sistema degli appalti pubblici. Infine, Francesco Alfieri, già sindaco di Agropoli e attuale capostaff del presidente De Luca, imputato per una presunta omissione di atti d’ufficio nella vicenda relativa alla gestione di 3 beni confiscati da parte del cosiddetto clan degli “zingari”.
Tra i candidati non inquisiti spuntano i nomi del potentissimo ex neopodestà di Villaricca, Raffaele Topo, candidato a Campania 1-Portici-Torre del Greco, cui si affianca l’ex Responsabile nazionale dei giovani comunisti-PRC il bertinottiano Gennaro Migliore (Campania 1-Acerra-Pozzuoli-Casoria). Non si risparmiano nemmeno i rinnegati del marxismo-leninismo come l’ex maestro di strada Marco Rossi Doria, divenuto seguace di Renzi. A questi si aggiungono fedelissimi bassoliniani che non hanno accettato la scelta del loro caporione di abbandonare il PD e rifugiarsi in LeU, come l’ex assessore alla Sanità, Teresa Armato, oppure il socialista Gennaro Oliviero, o anche la pluritrombata alle elezioni amministrative e politiche, Valeria Valente, cui si aggiungono l’ex PSI Gianni Pittella e l’ex responsabile regionale DS-PD Enzo Amendola. A chiudere la lista della Campania troviamo anche un candidato di LeU, Giancarlo Giordano, imputato per abuso d’ufficio (bonifica Isochimica).
Nelle liste di Liberi e Uguali si deve subito notare la clamorosa estromissione del clan Bassolino: sia l’ex presidente della Regione ed ex neopodestà di Napoli Antonio, nonostante il suo passaggio dal PD a LeU come “atto di responsabilità”; sia la compagna di vita di Bassolino, Annamaria Carloni, deputata uscente con il PD. Tra i candidati agli ordini dell'ex magistrato anticomunista Grasso vi sono l’ex PCI Elisabetta Gambardella, l’ex sindaco di Bacoli e vicino al M5S e oggi in quota DemA di De Magistris, Josi Della Ragione; al Senato e alla Camera i sempreverdi opportunisti attaccati alla poltrona, Peppe De Cristofaro, ex PRC e Arturo Scotto, ex DS e SeL.
Per quanto riguarda il “centro-destra” spicca la candidatura dei plurinquisiti per banda armata, lesioni e attentati incendiari Emanuela Florino, figlia dell’ex senatore fascista Michele, e Giuseppe Savuto, per la teppaglia nazifascista Casapound. Per il gruppo di “Fratelli d’Italia” della fascista Meloni, a Napoli nord, capolista alla Camera il deputato uscente, Marcello Taglialatela, mentre a Napoli città, il capolista è il consigliere regionale Luciano Passariello, ex FI; al Collegio 3 Luigi Mercogliano già appartenente al gruppo nazifascista “Area” e noto picchiatore degli anni ’90 degli antifascisti vomeresi, ha sempre frequentato gruppi extraparlamentari e da qualche tempo si è riconciliato con l’area della destra parlamentare. In ultimo si candida come senatore per l’ennesima volta anche l’ex guardiaspalle del fucilatore dei partigiani Giorgio Almirante, Luigi Rispoli.
Berlusconi candida un bel po’ di inquisiti e pregiudicati come Luigi Cesaro, parlamentare uscente, capolista al Senato per Forza Italia nel collegio che comprende una parte delle province di Napoli e Salerno. Cesaro, già autista di Cutolo negli anni ’80 e a lui devoto, è stato presidente della provincia di Napoli fino al 2012 per il Popolo delle libertà, ed è indagato per voto di scambio e minacce aggravate dal metodo camorristico. Nunzia De Girolamo è imputata per associazione a delinquere (Asl di Benevento), mentre Flora Beneduce risulta indagata per voto di scambio alle regionali 2015. Ancora: Domenico De Siano imputato per corruzione (appalti a Ischia), mentre Pietro Foglia, rinviato a giudizio (Rimborsopoli). Non è invece candidato, come si era ipotizzato in un primo momento, il figlio, Armando, capogruppo di Forza Italia in Regione Campania. L’ex showgirl Mara Carfagna è capolista alla Camera per Forza Italia in collegi plurinominali, quello di Napoli città e quello della provincia nord di Napoli. A Pozzuoli si candida il provocatore antidisoccupati, Severino Nappi, già assessore al “lavoro” nella gestione fallimentare della giunta Caldoro, cui si aggiunge quella di Torre del Greco con l’ex MSI ed ex Lega di Salvini, Gianluca Cantalamessa. E ancora: Crescenzio Rivellini (Fdi, coalizione) ex PSI ed ex AN; Antonio Pentangelo ex presidente della provincia per il Polo delle Libertà; la moglie del DC e sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ossia Alessandrina Lonardo.

21 febbraio 2018