Nel discorso pronunciato davanti all'Assemblea federale della Russia
Putin illustra le nuove armi nucleari strategiche “invincibili” e “invulnerabili” dell'imperialismo russo
Il nuovo zar del Cremlino prepara la Russia non per la difesa ma per una possibile guerra contro l'imperialismo americano

Il 1° marzo Putin ha tenuto l'annuale discorso sullo stato della nazione davanti all'Assemblea federale russa. Un discorso che viene solitamente tenuto a fine anno, ma lo slittamento di due mesi si spiega forse con l'intenzione di farlo coincidere con la vigilia delle elezioni presidenziali del 18 marzo, e soprattutto per apparire come una risposta alla sfida economica e militare imperialista lanciata da Trump a Russia e Cina col suo discorso sullo stato dell'Unione, e più ancora con la presentazione dei documenti guerrafondai sulla strategia per la sicurezza nazionale e sulla strategia di difesa nazionale.
Parlando davanti ai delegati dell'Assemblea con alle spalle una gigantesca bandiera con l'aquila bicipite di tradizione zarista, con la sicurezza di chi sa di avere già in tasca il nuovo mandato presidenziale grazie ad elezioni farsa da lui perfettamente manipolate, Putin ha illustrato un programma faraonico a lunga scadenza al termine del quale a suo dire la Federazione dovrebbe uscirne profondamente rivoluzionata e ammodernata: dimezzamento del numero di persone sotto il livello di povertà, aumento del Pil pro capite a 40 mila dollari annui, creazione di 270 mila posti di asili nido e 500 euro mensili alle donne che faranno più di un figlio per fronteggiare il calo delle nascite, aumento dell'aspettativa di vita di 10 anni rispetto agli attuali 70, ammodernamento ed espansione di tutte le infrastrutture autostradali, ferroviarie ed aeree, Internet a banda larga in tutto il territorio della Federazione e così via.
Ovviamente non ha detto dove saranno reperite le risorse per finanziarie un piano così ambizioso, specie in tempi di bassi prezzi del petrolio e delle materie prime. E men che meno ha fatto cenno alla "riforma" delle pensioni di cui si parla da tempo, con il drastico aumento dell'età pensionabile che è ancora a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne, e che Putin ha rinviato prudentemente a dopo le elezioni. Una contraddizione che rende poco credibile il luccicante programma economico e sociale del nuovo zar del Cremlino, soprattutto anche alla luce dell'ancor più faraonico programma di riarmo nucleare annunciato, comprendente una serie di super armi "innovative" e di "nuova generazione", la cui presentazione, con tanto di animazioni video su un colossale schermo alle sue spalle, ha occupato circa la metà del tempo dell'intera cerimonia.

Il ritorno della Russia a superpotenza militare
Prima di dare il via alla sapiente e spettacolare rassegna delle sue nuove armi fantascientifiche, svoltasi in un'atmosfera quasi surreale, alla dottor Stranamore, per la megalomania e l'autocompiacimento con cui via via ne illustrava la smisurata potenza e i terrificanti effetti distruttivi, Putin si è concesso una lunga premessa per dimostrare che se la Russia imperialista si riarma fino ai denti non è perché vuole la guerra, ma vuole solo difendersi dall'imperialismo Usa e Nato sempre più aggressivo e che è arrivato a minacciarla fino ai suoi confini. Non senza però aver prima rassicurato con orgoglio l'Assemblea che "le operazioni in Siria hanno dimostrato le accresciute capacità delle forze armate russe", sciorinando tutta una serie di dati confortanti sulle centinaia di nuove unità in servizio, sull'ammodernamento degli armamenti aumentato di 3,7 volte, sulle decine di nuovi missili balistici terrestri e centinaia in più in dotazione ai sommergibili, e così via. Così come sulle aumentate capacità di difesa radar e antiaerea ai confini.
Tutto questo, ha detto Putin, è solo una risposta al ritiro unilaterale degli Usa dal trattato antimissili intercontinentali firmato con l'Urss nel 1972, già annunciato nel 2000 e attuato da Bush nel 2004, a cui ha corrisposto un progressivo accerchiamento della Russia da parte di Stati Uniti e Nato. In particolare e di recente con nuove difese antimissile installate in Alaska e California, così come in Giappone e Corea del Sud, e con la dislocazione di batterie radar e antimissile fino a ridosso dei confini della federazione, come in Polonia e Romania.
Non a torto Putin ha attribuito questa politica aggressiva degli Usa, compresi l'uscita dal trattato antimissili del '72 e il loro ostinato rifiuto di accogliere le offerte di pace e le proposte di negoziato, a suo dire continuamente rinnovate dal governo russo, all'intenzione di approfittare del collasso dell'Urss per assicurarsi una supremazia militare a livello globale.
È vero, ha detto Putin, che nel 2010 Russia e Stati Uniti hanno negoziato un nuovo trattato START per la limitazione delle armi strategiche, ma è anche vero che nel frattempo "una delle parti, vale a dire gli Stati Uniti, sta permettendo una crescita costante e incontrollata del numero di missili anti-balistici, migliorandone la qualità e creando nuove aree di lancio missilistico. Se non facciamo qualcosa, alla fine ciò comporterà la completa svalutazione del potenziale nucleare russo. Significa che tutti i nostri missili potrebbero semplicemente essere intercettati".

Le "armi segrete" dello zar Putin
E qui il nuovo Zar ha iniziato lo stupefacente spettacolo delle sue "armi segrete", a cui ha detto hanno lavorato per anni "letteralmente migliaia di esperti, scienziati, ingegneri" ecc., vantandosi della loro "invulnerabilità" e "invincibilità", e aggiungendo nei momenti giusti commenti revanscisti e bellicosi del tipo: "E' veramente sorprendente che, nonostante tutti i problemi con l'economia, le finanze e l'industria della difesa, la Russia sia rimasta una grande potenza nucleare. No, nessuno voleva davvero parlarci del nocciolo del problema, e nessuno voleva ascoltarci. Perciò ascoltateci ora!".
Putin ha iniziato con la presentazione di un missile balistico intercontinentale (ICBM) a propulsione liquida di nuova generazione, in "fase attiva di test", denominato RS-28 Sarmat (codice Nato SS-X-30 Satan-2), che andrà a sostituire l'attuale modello R-36M2 Voevoda (SS-18 Satan) risalente ai tempi dell'Urss. Più grande e pesante del Voevoda, il Sarmat "sarà dotato di una vasta gamma di testate nucleari, ipersoniche incluse, e dei più moderni sistemi di elusione delle difese antimissile", non ha limiti di autonomia e può colpire obiettivi sia passando dal polo Nord che dal polo Sud.
"Ma non ci siamo fermati a questo. Abbiamo iniziato a sviluppare nuovi tipi di armi strategiche che non usano affatto le traiettorie balistiche quando si muovono verso un bersaglio e, pertanto, i sistemi di difesa missilistica sono inutili contro di loro, assolutamente inutili", ha detto Putin dopo il filmato sul Sarmat. Aggiungendo che gli scienziati russi hanno sviluppato e testato con successo un motore a propulsione nucleare di piccole dimensioni e grande potenza da poter equipaggiare missili da crociera simili all'americano Tomahawk, ma con una portata praticamente illimitata, una traiettoria imprevedibile e la capacità di bypassare le difese antimissile.

Droni sottomarini e missili ipersonici
Questo motore ha permesso lo sviluppo di una serie di armi innovative basate su missili a propulsione nucleare: "Senza dubbio nessun altro paese ha sviluppato qualcosa di simile. Ci sarà qualcosa di simile un giorno ma a quel punto i nostri ragazzi avranno escogitato qualcosa di ancora migliore", ha detto ancora Putin facendo a questo punto una carrellata di questi fantascientifici sistemi d'arma, ciascuno accompagnato dai relativi filmati con animazioni.
Tra questi un drone a propulsione nucleare, trasportato da un sottomarino, capace - ha detto - di operare su scala intercontinentale, a profondità "estreme" e a velocità diverse volte maggiore di qualsiasi sommergibile, siluro innovativo o nave di superficie. "Non c'è semplicemente niente al mondo capace di opporglisi", ha esclamato compiaciuto, rivelando che nel dicembre 2017 è stato dotato di un motore nucleare completando così un ciclo di test durato molti anni.
Putin ha poi fatto una digressione sulle cosiddette armi "ipersoniche", cioè quei missili capaci di viaggiare a velocità superiori a 5 volte la velocità del suono, ovvero oltre 5 mila chilometri l'ora. Tutte le potenze stanno finanziando ricerche in questo campo, perché tali tipi di armi sarebbero praticamente invulnerabili per le difese aeree: "Ebbene amici, la Russia ha già questo genere di arma!", ha esclamato ad effetto, annunciando che i test non solo sono stati completati con successo, ma che dal 1° dicembre 2017 questi sistemi hanno iniziato il periodo di prova negli aeroporti del Distretto militare meridionale.
Uno di questi supersistemi a cui Putin allude, il Kinjial, è un missile ipersonico lanciato da aerei ad alta quota, e ha un'autonomia effettiva di 2.000 km. Il missile è in grado di viaggiare a Mach 10, ossia dieci volte la velocità del suono, è altamente manovrabile e può penetrare in modo affidabile tutti i sistemi di difesa aerea esistenti.

"Palle di fuoco" e armi al laser
Un altro sistema missilistico non balistico e ipersonico annunciato da Putin è l'Avangard, un missile intercontinentale da crociera spinto inizialmente da un "booster" (un potente missile balistico del tipo che trasportano le navette spaziali), e che una volta sganciatosi può viaggiare a Mach 20 anche negli strati densi dell'atmosfera, per diverse decine di migliaia di chilometri e con movimenti sia laterali che verticali, rendendosi praticamente non intercettabile da nessuno scudo antimissile. I nuovi materiali con cui è costruito gli permettono di sopportare una temperatura superficiale di 1600-2000 gradi centigradi, il che - ha commentato compiaciuto Putin - lo fa sembrare una vera e propria "palla di fuoco" e piombare sul bersaglio "come un meteorite".
A chiusura della sua parata di armi mostruose, Putin ha annunciato che la Russia ha fatto "progressi significativi" anche nel campo delle armi al laser. E "non più solo a livello concettuale o programmatico - ha aggiunto con enfasi - e nemmeno allo stadio di prima produzione", ma "dall'anno scorso le nostre truppe sono già dotate di armi al laser". Egli non ha voluto aggiungere di più, limitandosi a mostrare un video in cui si vede un veicolo blindato equipaggiato con una protuberanza che sembrerebbe una sorta di cannone al laser, visto che lo ha chiamato "arma" e non "sistema".

Aumentano i rischi di guerra nucleare
Il nuovo zar ha ammonito che tutto questo non è un bluff, che queste armi esistono davvero e che "stanno funzionando benissimo". Ha auspicato che esse inducano "ogni potenziale aggressore a pensarci due volte", poiché rendono inefficace e antieconomico lo spiegamento di infrastrutture vicino ai confini russi. Ha ribadito la "volontà di pace" della Federazione russa, che con queste armi non intende attaccare né minacciare nessuno, ma solo usarle a scopo difensivo e preventivo (sic). Ma che in ogni caso "nessuno riuscirà a fermare la Russia".
Non si capisce però che funzione "esclusivamente difensiva" possano avere armi così micidiali e spiccatamente d'attacco e distruttive come quelle vantate dal nuovo zar del Cremlino. È piuttosto evidente che, se sono vere del tutto o in parte, esse corrispondano semplicemente e perfettamente alla nuova politica aggressiva ed espansionista della Russia del dittatore fascista Putin, tornata ad essere una superpotenza capitalista e imperialista di livello globale dopo l'implosione del socialimperialismo sovietico.
È altrettanto evidente che il riarmo nucleare russo è una risposta al riarmo nucleare della superpotenza americana decretato dal dittatore fascista Trump. In particolare la decisione del capo della Casa Bianca di dotare le sue forze armate delle mostruose "atomiche leggere", inseguendo la pericolosa illusione di poterle usare in teatri di guerra circoscritti e in conflitti locali, come in Corea del Nord. Non a caso Putin si è detto "molto preoccupato per certe disposizioni della revisione della postura nucleare, che ampliano le opportunità di ridurre la soglia per l'uso di armi nucleari", e ha ammonito gli Usa che "qualsiasi uso di armi nucleari contro la Russia o i suoi alleati, armi di corto, medio o qualsiasi raggio d'azione, sarà considerato un attacco nucleare a questo paese. Le ritorsioni saranno immediate, con tutte le conseguenze". Col che ha fatto a sua volta un passo avanti verso una possibile guerra nucleare totale innescata magari da qualcuno dei vari conflitti regionali in corso dove le due superpotenze sono coinvolte.
Poco importa poi se Trump reclama il riarmo non per difesa, ma per riconquistare una supremazia mondiale schiacciante, chiamando apertamente "nemici" la Russia e la Cina e rivendicando brutalmente il diritto di "vincere e dominare in cielo, mare, terra, spazio e cyberspazio". Mentre il suo omologo del Cremlino cerca di mascherare la sua politica imperialista ed espansionista proprio nascondendosi dietro la necessità di difendersi dalle minacce e dall'accerchiamento messi in atto dalla superpotenza rivale e dai suoi alleati occidentali.
Quel che conta per i popoli, che devono prenderne velocemente coscienza, è che, come afferma la legge marxista-leninista dello sviluppo ineguale del capitalismo e dell'imperialismo, il pericolo di una guerra nucleare dovuta al confronto tra le tre superpotenze per l'egemonia mondiale, Stati Uniti, Russia e Cina , non è mai stato tanto forte come oggi. Come confermano anche i sinistri prodromi della guerra commerciale globale che la sta preparando.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

14 marzo 2018