Chi è il fascio-leghista Attilio Fontana
Biografia del nuovo governatore della Regione Lombardia

Dal corrispondente del Comitato lombardo del PMLI
Attilio Fontana, 66 anni, nasce a Varese il 28 marzo 1952. Di professione avvocato condivide uno studio legale con Luca Marsico, consigliere regionale di Forza Italia. Il suo debutto nella scena politica risale al 1995 nelle file del neonato partito fascista, razzista e secessionista della Lega Nord, nella veste di sindaco di Induno Olona (Varese). Dal 2000 al 2006 è consigliere regionale e presidente del consiglio regionale lombardo.
È politicamente molto legato al suo predecessore alla carica, l'inquisito Roberto Maroni, ma anche a Giancarlo Giorgetti, segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002 al 2012, capogruppo per la Lega Nord alla Camera dei Deputati nella XVII legislatura.
Nel 2009 Attilio Fontana viene nominato vicepresidente vicario della Fiera di Milano e sempre in quell’anno viene eletto presidente di ANCI Lombardia. La simpatia e il sostegno che Maroni nutre nei confronti di Fontana spingono alla sua candidatura come sindaco di Varese nel 2006, un periodo difficile per il partito fascio-leghista di Bossi e Maroni che usciva a pezzi dallo scandalo “Sex Gate” che vedeva coinvolto il sindaco dimissionario, il leghista Aldo Fumagalli, travolto dalle inchieste giudiziarie, seguite poi alla condanna a 4 anni di carcere per peculato e concussone. Così in quello stesso anno diventa sindaco di Varese, carica che ricoprirà fino al 2016.
Fontana si dichiara apertamente un “leghista borghese” in quanto appartenete alla classe dei borghesi e interessato a difendere e tutelare gli interessi della sua classe, così si è espresso nell'intervista rilasciata il 15 gennaio al giornale “La Prealpina”. E gli interessi della sua classe, a scapito del proletariato e delle masse popolari Attilio Fontana li ha fatti eccome nel suo decennio di governo a Verona, a cominciare dalle speculazioni edilizie e cementificazioni selvagge ai tempi dei mondiali di ciclismo 2008 con soldi finiti nelle tasche di palazzinari del calibro di Ligresti e Polita per la costruzione di mega-alberghi di lusso in zone a rischio idrogeologico, miliardi di euro di soldi pubblici regalati da Fontana e dalla sua giunta fascio-leghista a questi figuri mentre quartieri popolari di Varese come San Fermo e Valle Olona venivano lasciati al degrado e interi quartieri periferici della città si trovavano alluvionati a causa dei mancati lavori di rafforzamento degli argini del fiume Olona.
Nello stesso periodo in cui venivano regalati questi soldi ai privati Fontana si adoperava per chiudere diverse scuole pubbliche elementari della città, in particolare la Mameli, la Foscolo, la De Amicis, la Cairoli e la IV Novembre. Questa chiusura rischiò di portare allo scorporamento degli alunni in altri edifici scolastici lontani da casa con immancabili disagi per genitori e ragazzi. Ma l'opposizione di insegnanti, genitori e alunni fece fallire il progetto.
Non dimentichiamoci poi della vendita ai privati, per ripianare i conti del Comune, di numerose azioni delle aziende ex-municipalizzate.
Devastanti i piani di “riqualificazione” del territorio, in particolare per spazi e luoghi di socializzazione delle masse: centri commerciali, sale video poker e McDonald’s (quello di Masnago a poche centinia di metri da alcuni licei della città) sono un'altra delle chicche cui Fontana, nell'ottica borghese del “tempo libero”, ha legato il concetto di “socialità” a quello di consumismo, per la gioia dei capitalisti.
Tentativi ci sono stati da parte delle masse, in modo particolare giovanili, di emanciparsi da questa gabbia e di creare spazi sociali autogestiti liberi dalla logica del profitto capitalista, ma la risposta del fascio-leghista Fontana è stata la repressione e il manganello. Un esempio per tutti fu nel 2010 il brutale sgombero da parte delle "forze dell'ordine" neofasciste col supporto di militari, voluto proprio da Fontana e diretto dal questore di allora Marcello Cardona, dell'ex discoteca di viale Valganna a Varese occupata dal "collettivo di autogestione della selva".
Ma la repressione di Fontana non si è rivolta solo ai giovani. Anche chi vive quotidianamente ai margini della società, reso disperato e indigente dal capitalismo è entrato a far parte della guerra personale del nuovo governatore lombardo contro i “questuanti” (o mendicanti che dir si voglia), marchiati come “una piaga”, tanto da arrivare a chiedere al governo centrale poteri di allontanamento dalle città nei confronti dei “questuanti recidivi”, una richiesta che avrebbe fatta da apripista a quelli che oggi sono i fascistissimi “daspo urbani”.
Sul piano politico, pur tentando di spacciarsi quale “moderato” all'interno della Lega, non ha perso occasione per offrire il fianco all'estrema destra e alle formazioni squadriste nazifasciste cittadine.
Tra l'intitolazione dei giardini pubblici al filosofo del fascismo Giovanni Gentile, una piazza al monarchico-fascista e golpista Edgardo Sogno, la concessione alla peggior feccia dello squadrismo nazifascista (DO.RA., Casapound, Forza Nuova) di sfilare in stile paramilitare per le vie di Varese per omaggiare le “vittime” delle foibe (corteo a cui partecipano ogni anno anche gli esponenti leghisti) e il via libera all'apertura di covi nazifascisti sul territorio, Fontana è diventato di fatto il portabandiera della destra nazifascista, revisionista, razzista, islamofobica e omofoba, vedi il rifiuto del patrocinio del Comune e gli ostacoli frapposti in ogni modo al Gaypride a Varese).
Ma queste scelte di chiara marca fascista non devono certo far scalpore perché sotto la copertura di “moderato” che Fontana ha sempre cercato di darsi c’è la sua appartenenza ad una “associazione culturale” come “Terra Insubre” che non lascia molti dubbi sulle sue reali inclinazioni ideologiche. Questa associazione è un gruppo di ispirazione pagana fondato dall’ex missino varesino Andrea Mascetti (ora leghista). Circa trecento gli aderenti (quasi tutti iscritti alla Lega) presenti fra la Lombardia e il Piemonte. Collaborano con il Centro identitario di Max Bastoni, il “Circolo del Regno Lombardo-Veneto” dei fratelli Zoia di Magenta (ex Fiamma Tricolore), il Comitato Destra per Milano del fascista Jonghi Lavarini e lo Spazio Ritter di Battara e Murelli. Hanno stabili contatti internazionali con l’estrema destra europea, tra cui alcune sette religiose pagane e celtiche, in particolare la Società Thule (omonima della società segreta bavarese dalla quale nacque il nazismo) e la Comunità odinista (legata al culto dei dio nordico Odino, lo stesso venerato dai nazisti e dalle SS).
E così arriviamo ai nostri giorni, Fontana diviene il candidato presidente del “centro-destra” alla Regione Lombardia, voluto a quella carica dal suo mentore Maroni, da Salvini e dal loro alleato il plurinquisito Berlusconi, col beneplacito del Gotha del capitalismo lombardo. Le sue prime esternazioni elettorali hanno chiarito il suo demagogico programma politico, perfettamente allineato con le posizioni politiche della Lega che strizzano sempre più l'occhio all'elettorato dell'estrema destra per attirarne i consensi, promettendo l'espulsione dalla Lombardia di centomila immigrati, la vigilanza e la repressione sulle moschee, il tutto nel nome della difesa della razza bianca e contro la millantata sostituzione etnica, farneticazioni degne dei nazisti del Ku klux klan.
Ma il suo punto principale è l'autonomia. Sulla scia di Maroni egli si prepara a portare a termine il piano leghista tanto agognato dalla grande borghesia lombarda di una piena podestà legislativa su sanità, pubblica istruzione, tutela e sicurezza del lavoro, trasporti pubblici, tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali per avere mano libera per far tabula rasa del diritto allo studio a totale vantaggio delle scuole private e cattoliche; del diritto alla mobilità a vantaggio delle privatizzazioni dei servizi ai trasporti urbani, ferroviari, aerei, fluviali, e lacustri; del diritto alla salute con ulteriore imbarbarimento neoliberista con privatizzazioni selvagge a partire dall'assistenza dei malati cronici; della salvaguardia ambientale con la totale deregolamentazione in merito ad inceneritori e discariche e alla destinazione d'uso dei terreni a vantaggio della speculazione edilizia.
Questo è il vero programma elettorale che Fontana, che intende ora rendere operativo appena sarà investito della carica di governatore regionale.
 

21 marzo 2018