Sette vittime in una settimana nei luoghi di lavoro
Pasqua di sangue per i lavoratori
Scioperi di 8 ore a Livorno e dell'intera giornata a Genova
Non c'è sicurezza sul lavoro

Da Livorno a Bologna, da Treviglio a Marghera, da Genova a Siena e Firenze, l'ecatombe di lavoratori sui luoghi di lavoro non si è fermata nemmeno nella settimana di Pasqua
A Treviglio nel Bergamasco due operai sono morti proprio la mattina di Pasqua in seguito all'esplosione di una autoclave avvenuta alla Ecb Company, un'azienda che produce mangimi per allevamenti.
Le vittime sono Giuseppe Legnani, di Casirate d'Adda, e Giambattista Gatti, di Treviglio, entrambi sposati e padri di due figli.
I lavoratori erano stati comandati dal padrone a intervenire in seguito ad un allarme lanciato dai residenti vicini allo stabilimento che avevano sentito un cattivo odore nell'aria e visto del fumo uscire dai capannoni. Mentre si accingevano ad effettuare alcune verifiche i due operai sono stati investiti dalla violenta esplosione dell'autoclave che li ha uccisi sul colpo.
L'impianto di via Calvenzano, sorto poco più di 50 anni fa, di recente era passato sotto il controllo di una multinazionale tedesca agro-alimentare. Nel denunciare l'ennesimo lutto sul lavoro i sindacati hanno fra l'altro denunciato che si tratta del 14esimo infortunio mortale in Lombardia dall'inizio dell'anno.
Il 3 aprile a perdere la vita è stato il 55enne friulano di Sezza di Zuglio, Mauro Morassi, dipendente della Sacaim travolto in pieno da un camion in uscita da un deposito in via Righi a Marghera, provincia di Venezia.
Altro sangue operaio nella settimana di Pasqua è stato versato il 28 marzo a Livorno dove intorno alle 14 si è verificata l'esplosione di un grande serbatoio in cui vengono stoccati oli combustibili presso il porto industriale. Due operai: Nunzio Viola, 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, di soli 25 anni, sono rimasti uccisi mentre stavano effettuando la manutenzione di una cisterna all’interno del Deposito Costiero Neri. Entrambi erano dipendenti della Labromare, una ditta specializzata nelle bonifiche. Mazzoni era alla Labromar, azienda dove il papà aveva lavorato per 35 anni, da sette anni. Entrambi avevano un contratto a termine.
Centinaia di lavoratori hanno partecipato allo sciopero di otto ore indetto dai sindacati per rilanciare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Tutta la città si è stretta intorno ai familiari delle vittime e ha partecipato al lutto cittadino e alla fiaccolata di protesta in Piazza della Repubblica perché “Non deve accadere mai più”.
Un appello purtroppo caduto nel vuoto e smentito poche ore dopo, nella notte tra il 28 e il 29 marzo, quando un altro operaio, 56enne originario di Napoli, è morto folgorato da una forte scarica elettrica mentre stava lavorando al polo ferroviario della linea elettrica nei pressi di bivio Navile, alla periferia di Bologna.
Ancora il 29 marzo a San Godenzo in provincia di Firenze un operaio edile è morto dopo essere precipitato per quattro metri da traliccio mentre lavorava su un ripetitore della Vodafone.
Il 26 marzo è toccato a un autista del Porto di Genova che ha perso la vita a causa di un incidente sul lavoro al Terminal Vte. Dopo l’infortunio mortale è scattato lo sciopero di 24 ore dei lavoratori portuali e degli autotrasportatori indetto dai sindacati di categoria.
Sempre il 26 marzo è morto un operaio edile di 57 anni caduto da un tetto a Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena.
Dall'inizio dell'anno sono già 151 i lavoratori morti sul lavoro e la strage purtroppo non accenna a placarsi.

4 aprile 2018