Fedeli alla Resistenza combattiamo contro il capitalismo e il suo governo, per il socialismo e il potere politico del proletariato

Il 25 Aprile di 73 anni fa il popolo italiano in armi, guidato dagli eroici partigiani scesi dalle montagne, completava vittoriosamente l'insurrezione generale liberando definitivamente il nostro Paese dal nazi-fascismo. Le festose sfilate delle brigate partigiane in tutte le città liberate del Nord, con alla testa le Brigate Garibaldi con la bandiera rossa e la falce e martello, da Milano a Genova, da Bologna a Venezia, concludevano idealmente una lunga marcia resistenziale iniziata con gli scioperi alla Fiat e in altre fabbriche del Nord nel marzo 1943, e che aveva avuto come altre tappe fondamentali l'eroica insurrezione popolare di Napoli nel settembre di quello stesso anno, la liberazione di Roma del giugno 1944 e la liberazione di Firenze dell'agosto successivo.
A quanti oggi continuano a sostenere in studiata malafede che la Resistenza fu in fondo un movimento minoritario e marginale e che l'Italia fu liberata essenzialmente alle armate alleate, dobbiamo ricordare l'immenso contributo di sacrificio e di sangue pagato dalle partigiane e dai partigiani, dagli operai, dai contadini, dagli intellettuali, dagli studenti e dai tanti semplici cittadini per la Liberazione dell'Italia dal mostro del nazi-fascismo: 46 mila partigiani caduti e 21 mila feriti e mutilati, a cui si aggiungono altri 30 mila partigiani morti combattendo nei movimenti di Liberazione di altri paesi; e altri 14 mila caduti e 5 mila feriti tra la popolazione civile che aveva partecipato in vari modi alla Resistenza. E in particolare hanno dato un contributo decisivo alla vittoria sul nazi-fascismo le donne, che hanno partecipato in circa 2 milioni alla Resistenza, tra cui 35 mila combattendo direttamente nelle file partigiane.
Nel dare il loro sangue per la libertà le partigiane e i partigiani hanno consegnato una grande bandiera nelle mani delle generazioni successive, quella dell'antifascismo, che dobbiamo tenere sempre alta e difendere da tutti i tentativi di farcela ammainare, sostenendo come fanno i revisionisti storici della destra e della "sinistra" del regime neofascista, che l'antifascismo sarebbe una categoria ormai anacronistica e superata, come del resto tutte le categorie del Novecento, e che oggi occorre una "riconciliazione nazionale" chiudendo con le "divisioni del passato".

Contro il vecchio e il nuovo fascismo
Secondo costoro oggi l'antifascismo sarebbe superato in quanto "Il fascismo in Italia è morto per sempre", come ha dichiarato il ministro dell'Interno Minniti lo stesso giorno della grande manifestazione antifascista e antirazzista di Macerata dopo la sparatoria terrorista contro i migranti. E come ha dichiarato, facendogli prontamente eco, l'allievo di Mussolini e di Gelli, Berlusconi, proclamando che "Il fascismo è morto e sepolto" e puntando anzi il dito contro l'antifascismo, "che è pericoloso perché viene dai centri sociali, perché è molto organizzato ed ha un programma di manifestazioni inaccettabili in una democrazia".
E invece non soltanto il vecchio fascismo, quello storico di Mussolini, non è affatto morto, e si manifesta apertamente con Forza Nuova, CasaPound e gruppi simili, ma c'è anche un nuovo fascismo che vive in maniera meno visibile, ma non meno pericolosa, in Forza Italia di Berlusconi, nella Lega razzista di Salvini, in FdI della fascista Meloni, nel PD di Renzi, nel governo Gentiloni e nel M5S. È quello del regime neofascista, che ha sostituito la camicia nera con il doppiopetto, e che non ha bisogno di inneggiare apertamente a Mussolini, ma ne ha adottato l'essenza e si manifesta col ducismo all'interno dei partiti, ridotti a macchine elettorali al servizio dei rispettivi leader, e il presidenzialismo nella società e nella politica a tutti i livelli. Distorcendo e stracciando la Costituzione, assoggettando il parlamento e la magistratura, riducendo continuamente la rappresentanza e le libertà democratico borghesi, fascistizzando e militarizzando in Paese all'interno e spingendolo verso nuove avventure colonialiste e imperialiste all'esterno.
Per capire quanto siano permeati di fascismo oggi i partiti della destra e della "sinistra" borghese, basta osservare il comportamento dei loro leader in questa interminabile e squallida trattative post elettorale per la formazione di un nuovo governo: con i due ducetti, Di Maio e Salvini, che si sono spartiti d'amore e d'accordo le poltrone istituzionali mentre si misurano per stabilire chi dei due rappresenta più fedelmente gli interessi del capitalismo a Palazzo Chigi. Con il pregiudicato, piduista e mafioso Berlusconi che ricatta Salvini e si oppone alla loro intesa puntando invece ad un "governo istituzionale" col PD. E con il finto dimesso Renzi che tiene in ostaggio il PD in disgregazione in attesa che maturino le condizioni per realizzare l'alleanza di governo col delinquente di Arcore sotto l'egida di Mattarella.

Far uscire l'Italia dalle alleanze imperialiste
Basta guardare anche le posizioni di sostanziale approvazione che si sono delineate nei confronti del criminale, illegittimo e illegale bombardamento imperialista della Siria da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, e all'uso delle basi americane in Italia concesso dal governo Gentiloni per il "supporto logistico" a quell'operazione militare, compreso il permesso ad un sottomarino nucleare Usa armato con missili nucleari di attraccare nel porto di Napoli. Al di là delle diverse sfumature, tutti i suddetti leader e partiti senza eccezione, hanno ribadito la loro fedeltà all'Alleanza atlantica e all'imperialismo Usa, e hanno avallato e coperto la bugia di Gentiloni sulla concessione dell'uso "solo logistico" delle basi per l'attacco al territorio siriano. Compreso l'ambizioso aspirante premier Di Maio, che dichiarando di voler restare "al fianco dei nostri alleati", come del resto aveva già assicurato a Mattarella, si è completamente rimangiato la promessa del M5S di far uscire l'Italia dalla Nato. Cosa che fra l'altro ha suscitato non poca indignazione e proteste nella stessa base del movimento.
Essere oggi fedeli alla Resistenza e difendere la bandiera dell'antifascismo e dell'antimperialismo significa perciò non dare alcuna fiducia né a Di Maio né a Salvini, né a Renzi né a Berlusconi, né a qualsiasi altro esponente della borghesia e del capitalismo, ma lottare senza tregua contro il governo antioperaio e interventista Gentiloni e all'eventuale governo M5S-Lega, o di "Centro-destra" o "del presidente" che possa succedergli: per difendere i diritti sindacali e sociali e le condizioni di vita e di lavoro del proletariato e di tutte le masse lavoratrici e popolari, per la messa al bando di Forza Nuova, CasaPound e tutte le organizzazioni fasciste o che si richiamano al fascismo, attuando finalmente la XII Disposizione transitoria della Costituzione e delle leggi Scelba e Mancino, per il ritiro dell'Italia dalla Ue, dalla Nato e da tutte le missioni di guerra internazionali in cui è impegnata, per la chiusura delle basi Usa e Nato sul territorio italiano.
Ma per far rivivere fino in fondo lo spirito della Resistenza e dei partigiani comunisti occorre anche che il proletariato e gli antifascisti comprendano che non si può cambiare veramente l'Italia se non si cambia tutto, se non si lotta per abbattere il capitalismo e il suo Stato e conquistare il socialismo, se non si passa dalla dittatura della borghesia alla dittatura del proletariato, come ha indicato Marx, di cui il 5 Maggio ricorre il Bicentenario della nascita, ai proletari e ai veri comunisti di tutto il mondo.
Così come durante la Resistenza il proletariato italiano prese coscienza del suo ruolo guida nel riunire e portare alla vittoria sul nazi-fascismo tutte le masse antifasciste e democratiche, così oggi, ispirandosi a quella gloriosa e incancellabile stagione, deve prendere coscienza studiando e applicando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao del suo ruolo storico di classe sfruttata destinata a conquistare il potere, per cambiare dalle fondamenta la marcia società capitalista e abolire per sempre lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Fedeli alla Resistenza combattiamo contro il capitalismo e il suo governo, per il socialismo e il potere politico del proletariato!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 

18 aprile 2018