Documento della Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI
Non votare i partiti e i candidati sindaco al servizio del regime capitalista e neofascista
Astieniti
Perché Catania sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo

Il prossimo 10 giugno si terranno le elezioni amministrative per il nuovo sindaco di Catania, del Consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali. Cinque i candidati per la poltrona di sindaco.
Il sindaco uscente Enzo Bianco (PD, ex repubblicano e Margherita) ha il sostegno di cinque liste di “centro-sinistra”. Citiamo Ersilia Severino, consigliere uscente del PD vicino al deputato regionale Antonio Barbagallo; Orazio Arancio, campione di rugby e consulente del sindaco; Antonio Mannino, manager di spettacoli esperto di eventi e organizzatore di “Etna comics”. Bianco è appoggiato da Matteo Ricci, della segreteria nazionale del PD, fedelissimo del nuovo duce Renzi.
Bianco cura di più l’immagine di Catania come città turistica consumistica, con un’ottica di mercato capitalistico, abbandonando le periferie. Bianco, un fedele servitore del sistema borghese capitalista, ha dato un edificio, tolto ai cittadini catanesi, al Frontex dove i migranti vengono schedati e rimandati indietro nei rispettivi paesi. Egli ha accolto la prima tappa in Sicilia del Giro d’Italia dopo quelle in Israele senza menzionare la repressione e le stragi del popolo palestinese da parte dell’esercito sionista-nazista israeliano.
Salvo Pogliese è il candidato sindaco del “centro-destra” appoggiato da nove liste. Ha designato quattro assessori: Roberto Bonaccorsi, ex sindaco della cittadina Giarre, Sergio Parisi, Fabio Cantarella e Ludovico Balsamo. Pogliese da giovane militava nel Fronte della gioventù, fascista dichiarato, segretario provinciale e dirigente nazionale. Si dice che lo sgombero violento del 30 ottobre 2009 del Centro sociale Esperia sia stato fatto per volere di Pogliese, allora deputato all’Assemblea regionale. Va avanti il procedimento sulle spese pazze al parlamento siciliano che lo vede coinvolto.
Gianni Grasso, maestro d’orchestra e insegnante all’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania, è il candidato del M5S. Propone quattro assessori: il vice sindaco Matilde Montaudo, Loredana Mazza, Guido Ciraolo, che si è ritirato perché è sotto inchiesta, e Gianfranco Caudullo. Questi politicanti borghesi vengono in soccorso del sistema capitalista marcio e in declino per salvarlo, vedi l’esperienza fallimentare della Raggi a Roma.
Emiliano Abramo, membro della comunità di Sant’Egidio, è il candidato di una lista civica. La sua squadra è composta da Giulio Toscano, Maria Luisa Gambia, Massimo Ferrante e Lorenzo Moncada.
Su Abramo in questi mesi si è detto di tutto: prossimo a un accordo con Bianco, anzi no, pende verso Pogliese. Lo stato confusionale è una norma, per questi candidati borghesi, a caccia di un posto nelle istituzioni che opprimono e massacrano le masse. Abramo vuole attirare a sé i voti di coloro che votavano quella “sinistra” che non è riuscita ad organizzarsi in questa occasione, quella “sinistra” che un primo tempo aveva puntato sul consigliere uscente Nicolò Notarbartolo, ritiratosi dalla competizione, visto che le divisioni erano incolmabili, Abramo, istituzionalizza la povertà, con la carità, la povertà non è un fatto naturale, è il prodotto del sistema capitalista il quale va abbattuto per rimuovere le cause della povertà. Sarebbe un grave errore se gli anticapitalisti e i fautori del socialismo votassero Abramo che non mette in discussione il capitalismo, è ammanigliato col Vaticano e appoggiato dai notabili catanesi ex democristiani.
Riccardo Pellegrino, ex consigliere di Forza Italia, si candida a sindaco con la lista civica “un cuore per Catania”, uno slogan che sa di tifo calcistico. I nomi dei suoi consiglieri Massimiliano Ravanelli, avvocato tributarista, Salvatore Messina, neurochirurgo presso l’unità operativa di neurotraumatologia del Garibaldi, Debora Rapisarda, Pietro Crisafulli, presidente dell’Associazione Risvegli onlus. Quattro gli assessori: Giacomo Dugo, Enrico La Delfa, Settimo Daniele Rizzo, Fabio Ursino.
Quasi tutti questi candidati sono accomunati dal clientelismo diffuso, in tutti i settori, uno di questi è rappresentato dai CAF (Centri per l’Assistenza Fiscale), più di 100 sparsi per la città, dei veri e propri comitati elettorali, almeno sei sono riconducibili a Riccardo Pellegrino. A Catania, come in tutta Italia, il voto di scambio è una norma, soprattutto nei CAF e nei luoghi di lavoro, con ricatti soprattutto verso i meno abbienti ai quali viene chiesto il voto anche in cambio di alimenti. Un gioco facile in una città dove esiste il 18,8% di disoccupazione e un precariato di massa, giovani e meno giovani lavorano in nero con paghe anche di 100 euro al mese, soprattutto nel settore commerciale come commesse e nel settore turistico tipo ristoranti e alberghi, B&B.
Nella tanto vantata città turistica di Bianco, che si basa sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, tanti i giovani abbandonati a se stessi e nella miseria, spesso spacciatori di stupefacenti, i quartieri periferici emarginati, la mafia infiltrata nelle istituzioni e nell’economia, disagio sociale e povertà in crescita, una città che soffre sempre di più, i poveri che non hanno un tetto, un lavoro, di che vivere.
In crescita i catanesi che si rivolgono alla Caritas per sfamarsi, decine di migliaia di persone in condizioni disperate. Nel 2017 sono stati oltre 25.000 i cittadini soccorsi dall’Unità di strada, persone che dormono in macchina, in strada e sotto i portici, l’assenza del lavoro è quella che porta maggiore sofferenze, perché dal lavoro indeterminato e con diritti sindacali dipende tutto. Migliaia i migranti che vivono in povertà a Catania. Le istituzioni borghesi con i loro politici al servizio del capitalismo, pensano solo a difendere gli interessi dei padroni. Nessuno dei candidati a sindaco ha assicurato che darà lavoro, casa e assistenza a chi ne ha bisogno.
I governi che si sono succeduti a Catania in tutti questi anni non sono riusciti a risolvere nessuno di questi fondamentali problemi e nemmeno quello delle periferie urbane.
La proposta del PMLI è di lottare contro il capitalismo, le sue istituzioni e i suoi governi che anziché cancellare le disuguaglianze sociali le aumentano. Bisogna creare un fronte unito di lotta dove al primo posto ci sia il lavoro, e i relativi diritti sindacali, la casa ai senzatetto, risanamento dei quartieri periferici e asili nido sufficienti.
Il comune deve mettere degli edifici a disposizione dei giovani, meno giovani e anziani perché possano riunirsi e socializzare, gestiti democraticamente da chi li frequenta, ciò vale anche per gli immigrati, che devono avere uguali diritti, senza discriminazione.
Il PMLI invita le masse popolari catanesi a non dare il voto a nessun partito e a nessun candidato sindaco del regime capitalista e neofascista, a cominciare dall’ambizioso politicante borghese Bianco che è incollato sulla poltrona del potere. Bisogna astenersi, che consiste nel disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco, l’astensionismo non è un non voto ma un voto che esprime una protesta, un dissenso, una sfiducia, una dissociazione nei confronti di questa ingiusta e opprimente società.
Questo sistema politico ed economico capitalistico non è riformabile dall’interno con un cambiamento di uomini, donne e partiti o governo, come si illudono molti intellettuali, democratici e antifascisti. La pratica dimostra che il cambiamento ci può essere solo col socialismo e il potere politico del proletariato. Solo col socialismo Catania potrà essere governata dal popolo e al servizio del popolo.
Affinché l’astensionismo generico e spontaneo faccia più male possibile ai nemici e agli ingannatori del popolo, occorre trasformarlo in astensionismo organizzato, in astensionismo politicamente qualificato, anticapitalista, antiparlamentare, antistituzionale e anti governativo. Per realizzare ciò proponiamo di creare in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, costituite dalle Assemblee popolari e dai comitati popolari fondati sulla democrazia diretta.
Chiediamo alle catanesi e ai catanesi di chiudere con la delega in bianco, il riformismo e il parlamentarismo.
Facciamo volare l’astensionismo il 10 giugno 2018!
Partito marxista-leninista italiano
Cellula “Stalin” della provincia di Catania

30 maggio 2018