Elezioni comunali del 10 giugno
A Catania gli astenuti sfondano il muro della metà dell'elettorato
Il 6,1% in più delle comunali 2013 e il 5,7% in più delle politiche 2018. Il nuovo sindaco Pogliese eletto da un catanese su quattro

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
I catanesi hanno ancora una volta delegittimato i politicanti borghesi, arrivando a superare il muro della metà dell'elettorato: ben 133.167 (il 50,2%) si sono astenuti, un grande risultato che supera del 6,1% quello già alto delle comunali del 2013 (110.209) e del 5,7% quello delle elezioni politiche del 2018.
Il neo sindaco, già segretario del fascista Fronte della gioventù, Salvo Pogliese, è stato eletto al primo turno col 52,3% dei voti validi ma per effetto dell'astensionismo può contare sul consenso del 26% dell'intero corpo elettorale. Senza contare che rischia la sospensione della nomina in caso di condanna per le spese pazze al Parlamento siciliano, vicenda che lo vede coinvolto.
Nessun partito del regime capitalista può davvero cantare vittoria. Ad esempio, il M5S, cinque anni fa in “embrione” e quindi poco raffrontabile, adesso frana di brutto rispetto alle politiche di tre mesi fa con un arretramento di oltre 48 mila voti, addirittura a -20%. Dal canto suo la lista “È Catania-Abramo sindaco”, dove dovevano andare i voti della sinistra antagonista, non entra nel nuovo Consiglio comunale, così come “Un cuore per Catania” con Pellegrini candidato sindaco.
Per il sindaco uscente Enzo Bianco, candidato in una lista del “centro-sinistra” in cui il simbolo del PD era nascosto in nome di un progetto civico, il trucchetto non ha funzionato e l'ex ministro degli Interni lascia Palazzo degli Elefanti dov'era entrato per la prima volta nel 1988; un sindaco borghese che ha servito la sua classe d'origine e trascurato le periferie e gli strati sociali più deboli della città non realizzando la tanto promessa “primavera”. Ha servito la Catania affaristica contrapposta alla Catania dei disoccupati, dei senza casa, dei giovani costretti ad emigrare e dei migranti.
Con Pogliese le cose non cambiano per le masse catanesi che stanno ancora aspettando i finanziamenti promessi dall'allora governo Renzi, 1 miliardo e 700 milioni, del famoso “patto per Catania” stretto fra l'ex nuovo duce Renzi e Bianco.
La Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI con i simpatizzanti e gli amici ha fatto quanto ha potuto per propagandare l'astensionismo marxista-leninista. I rossi banchini sono stati un punto di riferimento per tanti catanesi di tutte le età che con i compagni hanno avuto proficui dialoghi e confronti. Il sito del PMLI ha dato un contributo determinante a questa campagna astensionista. E come viene scritto nel documento del CC sul nuovo governo nero Salvini-Di Maio: “Non solo i marxisti-leninisti, i fautori del socialismo e gli anticapitalisti, ovunque organizzati, i partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, ma anche gli antifascisti consapevoli e informati hanno il dovere storico di unirsi per sbarrare la strada ai fascisti del XXI secolo”.

20 giugno 2018