Due episodi a Napoli e Caserta nel giro di quattro giorni
Feriti due ragazzi del Mali al grido “Salvini! Salvini!” Un altro migrante preso a fucilate
Per il ministro dell'Interno sono “notizie da Centri sociali”

Redazione di Napoli
Una nuova pericolosa spirale razzista ha travolto le città di Napoli e Caserta dove episodi del genere sono rarissimi. Infatti, a memoria non si ricordano situazioni come quelle accadute a Caserta il 18 giugno e a Napoli la sera del 21 giugno, in pieno centro tra corso Umberto e piazza Nicola Amore.
Lunedì 18, in serata intorno alle 22, i richiedenti asilo Daby e Sekou, originari del Mali, sarebbero stati avvicinati da una Fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa al grido “Salvini! Salvini!”. Dopo aver colpito al torace uno di loro, ferendolo lievemente, avrebbero sparato anche all'altro migrante, ma il colpo sarebbe andato a vuoto. Un fatto gravissimo accaduto nel centro di Caserta denunciato immediatamente dal centro sociale “Ex canapificio”: “Siamo profondamente sconcertati e indignati per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt'ora spaventati. Questo è l'ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l'aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell'Aquarius".
Dello stesso tenore, anche se più grave negli effetti, è stato episodio razzista avvenuto giovedì 21 a Napoli. Protagonista un altro giovane italiano, Konate Bouyagui di 21 anni. Mentrte sta tornando a piedi a casa dopo una giornata di lavoro al ristorante e verso mezzanotte viene preso a fucilate all’altezza della pancia, con fuoriuscita di sangue e forte bruciore: “Ho cominciato a tremare tutto - racconta - Erano in due, 30enni, in una macchina scura. Mi hanno sparato e si sono messi a ridere. Poi sono scappati via. Io ho continuato a camminare fino alla mia abitazione, poi ho chiamato un amico e sono andato in ospedale”. Konate è da 5 anni in Italia, gli è stata riconosciuta la "protezione internazionale" e da un mese lavora in una cucina italiana nei pressi di piazza Municipio: “ho avuto paura di morire. Questo governo ce l'ha con le persone di colore come me, è razzismo. Ormai siamo preoccupati anche quando rientriamo a casa la sera. Purtroppo è tutta colpa di questo clima che si sta creando in Italia”.
Provocatorio il commento del gerarca dell’Interno, il fascio-leghista Salvini: “ho letto la notizia della sparatoria di Caserta, da giornalista inviterei tutti a notare che la fonte è un centro sociale. Insomma, fossi in voi qualche verifica più approfondita mi sembra doverosa”.
Il sindaco De Magistris, dopo aver invitato Salvini “a smetterla di seminare odio e di considerare alcune persone il pericolo per il Paese” affermava: “ritroviamo la coesione nazionale che manca valorizzando le autonomie e facendo la lotta alla corruzione e alle mafie" (sic!).
Preoccupato l’intervento dell’Unhcr, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati che, in una nota, sottolinea anche l’atteggiamento razzista del governo senza però citarlo: “condanniamo con fermezza anche ogni irresponsabile tentativo di fomentare discriminazioni”. “Si tratta - sottolinea Felipe Camargo, Rappresentante dell'Unhcr per il Sud Europa - dell'ennesima aggressione ai danni di persone richiedenti asilo o titolari di protezione, persone che in Italia cercano sicurezza e diritti”. L'Unhcr auspica “che le misure previste per creare un sistema efficace per l'inclusione sociale di richiedenti asilo e rifugiati siano sostenute da volontà e risorse adeguate da parte delle istituzioni”, e si appella a tutte le componenti della società italiana “affinché si facciano promotrici di azioni concrete per scongiurare l'intolleranza e l'indifferenza e per diffondere un clima di inclusione, accogliendo i rifugiati e i richiedenti asilo e contrastando odiose strumentalizzazioni che mirano ad escluderli ed emarginarli”.
 
 

27 giugno 2018