Al vertice dei governanti dei paesi imperialisti dell'Alleanza atlantica
La Nato rilancia la guerra al terrorismo, ossia ai movimenti islamici antimperialisti, specialmente allo Stato islamico
Rafforzata la cooperazione militare tra la Nato e l'Ue riconoscendo a quest'ultima l'autonomia nell'ambito dell'Alleanza atlantica. Confermato l'impegno di tutti i componenti ad aumentare la spesa militare al 2% del PIL. Trump la vorrebbe portare al 4%. Conte, elogiato da Trump per la politica sui migranti, si rallegra per l'aumento dell'impegno sul fronte del Sud e per l'operatività dell'Hub della Nato a Napoli. Confermata la politica della chiusura dei confini ai migranti. Contraddizioni sul commercio tra Trump e Ue.
Rafforzata la struttura di comando con due nuovi comandi in Usa e Germania “per avere le forze giuste, nel posto giusto e al momento giusto”

 
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'alleanza militare imperialista della Nato che si è svolto al quartier generale di Bruxelles l'11 e il 12 luglio ha in estrema sintesi ratificato le decisioni della riunione tenuta ai primi di giugno nella stessa sede dai ministri della Difesa dei 29 paesi membri, dal rafforzamento della struttura di comando Nato con la creazione di un nuovo Comando della forza congiunta per l’Atlantico negli Usa a Norfolk, in Virginia, e di uno per le forze in Europa a Ulm, in Germania, alla conferma dell'obiettivo di aumentare la spesa militare al 2% del PIL; alla conferma delle iniziative militari nell'est Europa per contenere la Russia e in Iraq e Afghanistan per combattere il terrorismo, ossia i movimenti islamici antimperialisti e in particolare lo Stato islamico. Confermate anche le “divergenze sul commercio, sul clima e sul nucleare iraniano” tra gli Stati membri che allora come oggi, per dirla con le parole del segretario generale, Jens Stoltenberg, “preoccupano” ma non più di tanto poiché “la Nato è in grado di rafforzare il legame transatlantico sulla sicurezza”, ossia la cooperazione militare tra i paesi imperialisti membri, compresa quella tra Nato e l'Ue con quest'ultima che ha riconosciuta l'autonomia nell'ambito dell'Alleanza atlantica. E non ha bisogno al momento di “creare o schierare nuove forze, si tratta di aumentare la prontezza delle forze esistenti (…) per garantire che abbiamo le forze giuste, nel posto giusto e al momento giusto”.
Le cronache del vertice sono spesso concentrate sulle oramai consuete sparate del presidente americano Donald Trump che usa prendere gli avversari ma anche gli amici a pesci in faccia e poi racconta dei suoi “successi” come frutto del riconoscimento della recuperata leadership dell'imperialismo americano nel mondo. Non è proprio così ma per tutto il tempo della presidenza Trump dobbiamo abituarci alle sceneggiate, che non sono fini a se stesse ma costruite appositamente e quindi con una sostanza politica imperialista. Per quanto riguarda i risultati del vertice Nato restiamo ai termini del documento finale e delle spiegazioni date nella conferenza stampa del segretario generale Stoltenberg.
 
La dichiarazione finale per una Nato più forte
 
Nella conferenza stampa al termine del primo giorno dei lavori, l'11 luglio, Stoltenberg affermava che “oggi abbiamo deciso di rafforzare la deterrenza e la difesa della NATO, aumentando la prontezza delle nostre forze e la nostra capacità di spostarli attraverso l'Atlantico e in Europa; di intensificare il nostro ruolo nella lotta contro il terrorismo e condividere il peso della nostra sicurezza più equamente”.
Nel documento finale si elencano tra le varie minacce cui deve far fronte la Nato “le azioni aggressive della Russia, inclusa la minaccia e l'uso della forza per raggiungere i suoi obiettivi politici, che rappresentano una sfida all'Alleanza e minano la sicurezza euro-atlantica e l'ordine internazionale” e “l'instabilità e le crisi in atto in Medio Oriente e Nord Africa che alimentano il terrorismo”. Queste “minacce” per i 29 leader della Nato creerebbero “un ambiente di sicurezza pericoloso, imprevedibile e instabile, caratterizzato da sfide e minacce persistenti da tutte le direzioni strategiche, da attori statali e non statali, forze militari e attacchi terroristici informatici”, come se non fossero gli stessi paesi dell'Alleanza atlantica gli attori principali delle guerre imperialiste contro paesi sovrani e popoli in ogni angolo del mondo; che vede certo anche la partecipazione dell'imperialismo russo guidato dal nuovo zar Vladimir Putin, il principale concorrente a livello militare e nucleare, contro cui vanno una serie di mosse della Nato.
Sulla Cina socialimperialista non si dice quasi nulla ma rimane sullo sfondo e allarma la contraddizione relativa alle isole contese nel Pacifico.
L'accerchiamento della rivale imperialista Russia
 
Il vertice di Bruxelles ha confermato il dispiegamento dei circa 5 mila soldati della Divisione Multinazionale Nord-Est in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, che sarà operativa entro dicembre 2018, e lo sviluppo della “presenza avanzata” nella regione del Mar Nero, dalla base in Romania al “sostanziale aumento della presenza e dell'attività marittima della NATO nel Mar Nero”. Completano il programma di accerchiamento della Russia lo sviluppo dei rapporti con Georgia e Ucraina, i cui due presidenti erano presenti al vertice, che già sono partner operativi della Nato con la partecipazione di militari di entrambi i paesi alle missioni in Afghanistan, in Kosovo solo l'Ucraina. E alle porte per l'ingresso ufficiale nell'alleanza militare imperialista. Che già ha aperto le porte alla Macedonia, sdoganata dall'intesa con la Grecia sul nome Macedonia del nord, come rivelava Stoltenberg il 12 luglio: “oggi abbiamo accettato di invitare il governo di Skopje ad avviare colloqui di adesione. Una volta completate tutte le procedure nazionali per finalizzare l'accordo sul nome, il paese entrerà a far parte della NATO come trentesimo membro”. Senza aspettare altro tempo il governo di Skopje firmava al volo un Memorandum d'intesa definito tra 16 paesi Nato per la produzione standardizzata di munizioni per l'esercito; l'intesa sarà sottoscritta anche dai ministri della Difesa di Austria e Finlandia.
 
La guerra al “terrorismo”
 
Richiamando in particolare “l'instabilità in Medio Oriente e Nord Africa che colpisce gli alleati della NATO” Stoltenberg ribadiva la determinazione “a preservare i nostri guadagni nella lotta contro ISIS. E impedire loro di tornare” con un rinnovato impegno nell'occupazione dell'Iraq camuffato da “nuova missione di addestramento” delle forze di Baghdad “come richiesto dal governo iracheno” che sarà guidata dal Canada del “progressista” Trudeau.
La stessa operazione nell'altro paese occupato della regione, l'Afghanistan, dove il contingente Nato sarà mantenuto “fino a quando le condizioni indicheranno che un cambiamento è appropriato”. Intanto i finanziamenti alle forze di sicurezza afghane sono stati prorogati fino al 2024. “Questo li aiuterà a sviluppare ulteriormente le loro forze speciali e l'aviazione, mentre continuano a combattere il terrorismo internazionale”, ripeteva il segretario Nato, ossia a combattere i talebani e gli altri movimenti islamici antimperialisti e al contempo tenere sotto pressione il nuovo principale nemico nella regione, l'Iran.
Riguardo a Teheran, alleata della Russia e concorrente imperialista per l'egemonia locale, il capitolo del comunicato finale recitava che “siamo preoccupati per l'intensificazione dei test missilistici iraniani e la portata e la precisione dei suoi missili balistici, nonché le attività destabilizzanti che questo paese sta intraprendendo nella più ampia regione del Medio Oriente. (…) Condanniamo qualsiasi sostegno finanziario al terrorismo, incluso il sostegno dell'Iran a una serie di attori armati non statali”, leggi Hezbollah libanesi e Hamas palestinese. Per la gioia dei sionisti imperialisti di Tel Aviv che possono continuare inpuniti a bombardare Gaza e la Siria.
Della guerra al terrorismo fanno parte il sostegno a Giordania e Tunisia, come la piena operatività dell'Hub della Nato a Napoli per la copertura del fronte sud, sottolineata dal presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte.
 
Aumenta la spesa militare dei paesi Nato
 
Confermato l'impegno di tutti i partner imperialisti ad aumentare la spesa militare al 2% del PIL. Trump la voleva portare al 4% ma non c'è riuscito. Il presidente americano aveva fatto precedere il suo arrivo a Bruxelles dai consueti avvertimenti fra i quali uno che sosteneva che “i presidenti americani hanno provato per anni senza successo a far pagare di più la Germania e le altre nazioni ricche della Nato per la loro protezione dalla Russia ma questi pagano solo una frazione del costo”, invece “gli Usa pagano decine di miliardi di dollari in eccesso per sussidiare l’Europa, e perdono un sacco sul commercio!”.
“Per un quarto di secolo, molti dei nostri paesi hanno tagliato miliardi dai loro bilanci della difesa”, ricordava Stoltenberg, “ora aggiungono miliardi. Tutti gli alleati stanno aumentando le spese per la difesa” verso l'obiettivo di almeno il 2% del PIL alla difesa”, “la maggior parte degli alleati prevede di farlo entro il 2024”. “C'è un nuovo senso di urgenza a causa della forte leadership del presidente Trump sulla spesa per la difesa e oggi tutti gli alleati hanno accettato di raddoppiare i loro sforzi. E questo renderà la Nato più forte” sottolineava Stoltenberg e Trump nella sua conferenza stampa a fine vertice dichiarava che i membri Nato si sono dimostrati “tutti d’accordo ad aumentare il loro contributo. Ci sarà un aumento quantificabile in 33 miliardi di dollari in più, con il contributo dei vari paesi senza tener conto degli Stati Uniti”; certo ma non tutto per merito suo quanto in base alla strategia decisa già decisa nel 2014, ricordava l'altro galletto imperialista Macron.
La forza militare Ue complementare ma autonoma
 
Per aumentare la sicurezza comune ma anche per una “ripartizione degli oneri tra le due sponde dell'Atlantico” va bene pure lo sviluppo “della cooperazione NATO-UE, che si riflette nelle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2018. Notiamo che l'UE sta studiando le condizioni alle quali i paesi terzi che condividono le stesse opinioni possono partecipare alle sue nuove iniziative, se del caso, e vorremmo incoraggiare eventuali ulteriori azioni al riguardo”, sostengono i 29 dopo aver sottolineato che “la NATO riconosce l'importanza di una difesa europea più forte e più efficace. Lo sviluppo di capacità di difesa coerenti, complementari e interoperabili, evitando inutili duplicazioni, è essenziale per i nostri sforzi congiunti volti a rendere più sicuro lo spazio euro-atlantico”. Certo una Nato “più forte” ma anche una presenza militare con maggiore autonomia della Ue che intanto viaggia per conto proprio tra la realizzazione della Pesco e di accordi militari tra gruppi di paesi.
 
L'Italia imperialista di Conte si prende gli elogi
 
Al suo esordio ai summit Nato il presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte ha anzitutto sottolineato che “ci accingiamo a questo vertice per ribadire la nostra fedeltà all'Alleanza atlantica. Siamo qui per prendere atto dei passi fatti per l'allargamento ad Est dell'Alleanza ma siamo qui anche per ribadire l'interesse dell'Italia e degli italiani a rafforzare il fronte Sud” e in merito ricordava l'importanza del rafforzamento dell'hub Nato di Napoli spiegando che “è un passagio molto importante perché significa rafforzare il presidio sul fronte Sud dove le minacce per il terrorismo sono molto importanti e significative”. Trovava porte aperte con Stoltenberg che rispondeva: “sono grato all'Italia non solo perché ospita il comando sud della Nato a Napoli ma anche per il ruolo che svolge” a presidio del fronte sud.
Si guadagnava gli elogi sperticati di Trump che già durante il vertice aveva sostenuto che “l'immigrazione è un tema sensibile. Guardate in Italia: Giuseppe ha vinto le elezioni perché ha fatto una politica forte sull'immigrazione”. Il fascista Trump apprezzava soprattutto la politica di Roma contro i migranti e definiva Conte un suo emulo, “ha una linea dura sull'immigrazione, come me. Ora sembra che essere duri sull'immigrazione paghi”. In effetti tante parti significative dei programmi dei due governi si assomigliano.
 
L'arroganza di Trump per rilanciare l'imperialismo Usa
 
Trump si è autoproclamato vincitore al vertice, conquistandosi ben più del dovuto la scena mediatica con una nuova ben studiata sceneggiata pirotecnica di dichiarazioni contrastanti; aveva cominciato prima del vertice Nato e ha continuato nella visita a Londra prima del suo incontro con Putin a Helsinki, con un atteggiamento pieno di arroganza ma anche di sostanza dato che continua nella sua opera di demolizione o rivisitazione per quanto possibile in base ai puri rapporti di forza degli esistenti legami fra partner e/o concorrenti imperialisti. Nel mirino la più debole Ue e la sua guida tedesca, la Russia di Putin e la Cina di Xi, al fine di bloccare la sempre più evidente caduta di egemonia, in tutti i settori tranne che in quello militare, degli Usa nel mondo. Altrimenti non si capirebbero le bordate che hanno affondato l’ultimo G7 nel Québec per dividere e rendere più deboli i partner, quelle alla Nato con la ridicola minaccia di abbandono in caso gli alleati non aumentassero le spese militari fino al 4% del PIL, alla guerra dei dazi dichiarata alla Cina e all'Ue, il tradizionale partner commerciale degli Usa, per raddrizzare il pesante deficit della bilancia commerciale americana. Al momento sembra l'Unione europea alle prese con la Brexit la più in difficoltà, messa sotto pressione anche da Putin che fa affari con la Ue e in particolare col paese guida, la Germania della Merkel, ma non disdegna di dare dei colpetti all'egemonia di Berlino dando sostegno alle forze fasciste cosiddette “euroscettiche”; quelle stesse forze, governo italiano compreso, che Trump appoggia provando a smantellare l'Ue e a dettare la legge del più forte nei rapporti coi suoi singoli Stati.
La faccia di bronzo imperialista di Trump è certamene senza pari, sfiora il ridicolo se non costituisse una pericolosissima spinta all'imbarbarimento dei rapporti fra i paesi imperialisti aumentando lo scontro politico, commerciale e in ultima analisi militare che rischia di sfociare in una terza guerra mondiale imperialista.
 

18 luglio 2018