Contro i voucher presidio sindacale di protesta davanti alla Camera
lavoratori e sindacati: “no voucher, sÌ contratto”

Le critiche e i commenti provenienti da sinistra fin dal primo momento avevano etichettato il cosiddetto “Decreto Dignità” come un tentativo propagandistico del Movimento 5 Stelle, e di Di Maio in particolare, di spacciare come “Waterloo del precariato” qualche piccola modifica ai contratti a tempo determinato e al Jobs Act di Renzi. In realtà più passano i giorni e più si ridimensionano quelli che sembravano piccoli miglioramenti iniziali ed emergono più chiaramente nuove norme peggiorative. Uno dei casi più eclatanti è senz'altro la reintroduzione e l'estensione dei voucher nell'agricoltura e nel turismo.
Ormai è certo che prima del testo definitivo, e anche durante l'iter parlamentare attraverso gli emendamenti, il governo Salvini-Di Maio si adopererà per reintrodurre i voucher in questi settori lavorativi, come hanno chiesto fin dal primo momento il caporione della Lega e le associazioni padronali. Anche Forza Italia è sintonizzata sulla stessa lunghezza d'onda mentre in TV la grancassa mediatica della Rai, già assoggettata al nuovo governo, trasmette servizi dove si vedono preoccupati imprenditori agricoli del nord-est prefigurare sciagure economiche nel caso di mancata liberalizzazione dei voucher.
Ancor prima della sua approvazione definitiva è chiaro il quadro generale negativo in cui si muove il “Decreto Dignità”. A fronte di lievissime restrizioni sulla durata e sulle causali dei contratti a termine che non intaccano la situazione esistente, abbiamo una riconferma degli incentivi alle imprese concesse dai governi Renzi e Gentiloni e un ampliamento dell'utilizzo dei voucher che invece porteranno conseguenze durature e amplieranno il precariato che Di Maio dice di voler combattere.
Contro le nuove norme sui voucher si sono mobilitati i sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita a un presidio di protesta davanti a Montecitorio nei giorni 24-25-26 luglio e un'altra iniziativa si svolgerà il 31, prima del voto alla Camera, previsto per il 2 agosto. Ivana Galli (Flai Cgil) ha definito l’estensione dei voucher in agricoltura, turismo e enti locali una misura “indegna e vergognosa”. “Altro che favorire i lavoratori, le uniche saranno quelle imprese che potranno nascondersi dietro a un voucher. Il 90% del lavoro in agricoltura è stagionale. È indegno pagarlo con i voucher. Sarà impedito ai lavoratori di fruire i diritti alla disoccupazione, alla maternità e alla malattia”.
Ricordiamo inoltre che i voucher esistono già adesso, anche se il governo Gentiloni gli cambiò nome per evitare il referendum abrogativo promosso dalla Cgil. Al suo posto nel 2017 furono istituiti il “Libretto famiglia” destinato alle persone fisiche, e il “Contratto di prestazione occasionale” per gli altri datori di lavoro: aziende sotto i 5 dipendenti, professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni ed altri enti di natura privata, Pubbliche amministrazioni.
Il Decreto Di Maio prevede un peggioramento delle norme esistenti. A preoccupare i sindacati l'estensione dei voucher negli alberghi che hanno fino a 8 dipendenti e in particolare l’ipotesi di estendere da 3 a 10 giorni il termine di utilizzo del voucher dopo la comunicazione all’Inps e, soprattutto, la possibilità di spalmare in questo arco di tempo le 4 ore di lavoro che oggi la legge prevede come minimo giornaliero. ”Con questo espediente”, denunciano Fai-Flai-Uila, “di fatto le aziende che vogliono utilizzare lavoro nero, saranno facilitate a farlo grazie alla fittizia copertura di un voucher da mostrare in qualsiasi momento in caso di ispezione. Inoltre, desta preoccupazione l’ipotesi di portare da 2.500 a 5.000 euro l’importo massimo in voucher per ogni lavoratore”.
Altro che “Decreto Dignità”, qui si favoriscono le imprese e in particolare quelle che fanno uso di lavoro nero e precario, a questo servono i voucher. Non c'entra nulla la flessibilità e la stagionalità, poiché nei settori dove il governo Lega-M5S vuole reintrodurre i buoni-lavoro sono già previste ampie possibilità per le imprese di gestire i lavoratori a loro piacimento. Nonostante questo i contratti nazionali di categoria assicurano ferie, malattia, previdenza, gravidanza e tfr, tutti diritti che con i voucher verranno spazzati via.
 
 

31 luglio 2018