Vertice alla Casa Bianca
Trump appoggia l'Italia sui migranti e Libia. Conte: I nostri due governi rappresentano un esempio di cambiamento
Trump: “Riconosciamo il ruolo di leadership dell'Italia nella stabilizzazione della Libia e del Nord Africa”
Cabina di regia Italia-Usa nel Mediterraneo per la lotta al terrorismo e all'immigrazione

Il 30 luglio si è svolto a Washington il vertice tra Donald Trump e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accolto dal dittatore fascista americano con il calore e gli onori riservati solo ai suoi più stretti alleati. Il premier italiano ha ricambiato l'"amico Donald" con altrettanto entusiasmo, rafforzando la sintonia personale e politica tra i due emersa fin dal primo loro incontro al G7 di Toronto e confermata successivamente al vertice Nato di Bruxelles.
Una sintonia che entrambi i leader hanno tenuto a ostentare e sottolineare ripetutamente e in tutti i modi, compiaciuto il primo di dimostrare di non essere isolato e di poter affiliare un partner come l'Italia alla sua politica mirante a rompere l'unità europea e trattare separatamente con i singoli Stati membri anziché con una più forte controparte come la UE; e ansioso il secondo di assicurare al governo nero Salvini-Di Maio un sostegno politico potente come quello del leader imperialista americano, soprattutto per quanto riguarda gli interessi dell'Italia nel Mediterraneo e in Africa e nei suoi rapporti sempre più tesi con l'Europa.
Tant'è che aprendo la conferenza stampa congiunta al termine del lungo faccia a faccia alla Casa Bianca, Trump si è detto "onorato di accogliere il mio nuovo amico Giuseppe Conte", si è congratulato per l'"enorme vittoria" elettorale della maggioranza Lega-M5S e ha definito "strategico" il dialogo Italia-Stati Uniti, sottolineando come sia lui che Conte siano due "politici outsider": "Entrambi siamo estranei alla politica - si è vantato infatti l'inquilino della Casa Bianca - ed entrambi siamo determinati a proteggere i diritti, le necessità, gli interessi e i sogni dei nostri cittadini. E lo faremo". Chi si assomiglia si piglia.
Da parte sua Conte ha subito avvalorato questo speciale legame, sostenendo che "il mio governo e l'amministrazione Trump sono entrambi governi che rappresentano il cambiamento, scelti dai cittadini per cambiare lo status quo e apportare un miglioramento alle loro condizioni di vita". E ha aggiunto che a legare i due governi ci sono molte altre cose, come il fare "le cose che abbiamo promesso in campagna elettorale" e lavorare per "dare risposte alle aspettative dei cittadini".
 

Stessa politica antimigranti di Italia e USA
Nel concreto, al di là di questa stucchevole pantomima demagogica, Trump ha annunciato di riconoscere all'Italia "un ruolo di leadership nella stabilizzazione della Libia e del Nord Africa", e che entrambi considerano urgente "proteggere le nostre nazioni dal terrorismo e dall'immigrazione incontrollata". "Come gli Stati Uniti - ha aggiunto - anche l'Italia è sottoposta ad un enorme sforzo come risultato dell'immigrazione illegale, e la combatte duramente. E il primo ministro è con noi oggi, contro l'immigrazione illegale... io applaudo il primo ministro per questa coraggiosa politica, davvero coraggiosa, e spero che altri leader seguano il suo esempio, compresi i leader europei".
Sulla politica antimigranti i due governi hanno cioè la stessa identica posizione e si sostengono a vicenda. Conte ha detto infatti di aver illustrato a Trump "l'approccio innovativo" del governo italiano nel trattare gli immigrati per costringere l'UE "a non lasciare tutto il peso della gestione dell'immigrazione sulle spalle dei paesi di primo arrivo come l'Italia". Si suppone che si riferisse alla chiusura dei porti, alla cacciata delle navi delle Ong e al sequestro dei migranti sulle navi come nella vicenda della nave Diciotti, e altre perle del genere. Un "approccio", ha tenuto a sottolineare il premier italiano, che Trump ha "molto apprezzato" e che "sta dando ottimi risultati".
Il dittatore fascista ha annunciato poi di aver discusso con Conte di come "incrementare la cooperazione nella lotta contro il terrorismo", ringraziando l'Italia per il suo contributo imperialista alle operazioni per sconfiggere l'Isis e per il sostegno alla missione Nato in Afghanistan, e ha sottolineato inoltre la loro piena identità di vedute riguardo al fatto che "al brutale regime iraniano non dovrà mai essere permesso di possedere armi nucleari": "Gli Stati Uniti salutano la partnership dell'Italia in questi sforzi vitali", ha aggiunto con compiacimento. Anche se poi si è ipocritamente dichiarato pronto ad intavolare negoziati "in qualunque momento e senza condizioni" con Teheran, fingendo di scordare le pesanti sanzioni economiche che ha decretato per strangolare quel paese.
Solo come contentino, in ringraziamento di così tanta rinnovata fedeltà all'alleato storico USA, Trump ha raccomandato agli americani di investire in Italia, "un grande paese con un grande popolo". Ma non senza ricordare a Conte che gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale di 31 miliardi di dollari verso l'Italia, deficit che intendono "sostanzialmente ridurre e incrementare la nostra mutua prosperità".
 

Italia "partner privilegiato" di Trump
Sulla sua scia Conte ha annunciato la creazione di una "cabina di regia permanente Italia-USA nel Mediterraneo allargato", con il coordinamento dei rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa, nonché una "cooperazione strategica, quasi un gemellaggio - si è spinto a dire - in virtù del quale l'Italia diventa punto di riferimento in Europa e interlocutore privilegiato degli Stati Uniti per le principali sfide da affrontare, in primis riguardo al terrorismo, per tutte le crisi che riguardano l'intera area del Mediterraneo, con particolare riguardo alla Libia". E in questo quadro ha informato che gli Stati Uniti parteciperanno alla conferenza sulla Libia convocata da Roma in autunno.
In sostanza Trump riconosce all'Italia - almeno a parole - un ruolo egemone nel Mediterraneo e in Libia, anche sapendo di cozzare con gli interessi francesi in quel paese e irritare Macron, ma si sa che l'ultima sua preoccupazione è proprio quella di mettere i paesi alleati l'uno contro l'altro per profittare delle loro discordie e divisioni. E il governo italiano si propone in cambio come suo interlocutore privilegiato per fargli da testa di ponte in Europa per appoggiare le sue pretese di riequilibrio dei rapporti economici, politici e militari con la UE.
Non per nulla Conte ha detto di aver convenuto con Trump sulla necessità di riformare il sistema commerciale globale del WTO, "che ancora considera la Cina un paese emergente", giustificando così la guerra dei dazi intrapresa dal presidente americano per ridimensionare la superpotenza asiatica, ma anche quella europea, e ha aggiunto di "condividere personalmente" le istanze di Trump nei confronti dei partner europei della Nato per ribilanciare le spese oggi "molto sproporzionate" a danno degli USA. Quanto alla UE, in serata Conte ha ammesso di aver detto a Trump che "se davvero vuole una sponda in Europa, se davvero vuole ribaltare gli equilibri dell’Unione, noi ci siamo".
 

Complimenti dell'"avvocato" Conte all'"avvocato" Trump
Prendendo anzi spunto da questo sperticato appoggio di Conte, Trump ne ha approfittato per pavoneggiarsi, vantandosi di aver ottenuto "centinaia di miliardi di dollari in più" dagli altri partners della Nato facendo la voce grossa al vertice di Bruxelles, e scagliandosi anche contro la Germania che paga solo l'1% del PIL per l'alleanza mentre paga alla Russia miliardi e miliardi per il suo gas. E il premier italiano, per nulla imbarazzato da tanta arroganza nei confronti dei suoi stessi alleati storici, lo ha addirittura blandito con ammirazione riconoscendogli di essere "un grande sostenitore e un grande avvocato degli interessi del popolo americano e un grande negoziatore".
Trump lo ha preso in parola e gli ha fatto capire, al di là delle lodi sperticate e delle profferte di amicizia "speciale", chi è che comanda comunque il gioco: riguardo alle sanzioni contro la Russia, che il governo italiano vorrebbe fossero tolte per riattivare i vantaggiosi scambi economici con quel paese, Trump ha risposto infatti picche, sentenziando che "le sanzioni alla Russia restano come sono", e a Conte non è rimasto che prendere sommessamente atto che "è chiaro che è impensabile oggi revocare quelle sanzioni". Inoltre l'inquilino della Casa Bianca ha preteso espressamente da Conte che il gasdotto TAP in Puglia, considerato strategico anche per bypassare quello russo verso l'Europa, si completi senza altri indugi, anche piegando la resistenza della popolazione e dei comuni interessati dall'opera, che Conte aveva timidamente affacciato a giustificazione del ritardo nei lavori. Conte lo ha rassicurato che l'opera è considerata "strategica" anche dal governo italiano, e quindi si farà senz'altro. Il leader Usa ha rialzato la posta chiedendo che l'Europa apra le porte allo "shale gas" americano, e attaccando la Germania "troppo dipendente" dal gas russo".
Quanto all'ultimo punto in agenda, l'acquisto degli F-35, Conte si è guardato bene dal dire un sonoro NO al capofila dell'imperialismo, onorando così l'impegno solenne preso a suo tempo dal M5S, ma si è limitato a balbettare che il suo governo "continuerà a studiare il dossier, secondo le necessità della difesa e della sicurezza, in piena trasparenza con il nostro partner, l'amministrazione Trump". In barba ai pacifisti che hanno votato la banda di Grillo, Casaleggio e Di Maio credendo in buona fede alle sue presunte posizioni antimilitariste.

5 settembre 2018