Fare una vita regolare di Cellula. Risolvere correttamente le contraddizioni tra compagni

di Patrizia Pierattini
Pubblichiamo qui di seguito una sintesi, con qualche aggiustamento dell'intervento della compagna Patrizia Pierattini alla riunione di bilancio dell'allora Cellula “Engels” di Firenze, di cui faceva parte. La riunione si è tenuta il 21 giugno 1997.
Il tema da lei affrontato, quello della vita regolare di Cellula, è tuttora di viva attualità e riguarda tutto il Partito. La vita interna di Cellula è assolutamente fondamentale sia per programmare, attuare e verificare il lavoro, sia per risolvere le contraddizioni e correggere gli errori che possono insorgere durante il lavoro.
La vita regolare di Cellula è prioritaria rispetto a qualsiasi altro impegno politico. Per impegni urgenti della lotta di classe si può saltare una riunione, ma va considerato ciò come una eccezione alla regola. Oggi più che mai è necessario, come invita il Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, sedersi attorno a un tavolo per riflettere sui tre elementi che compongono la parola d'ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi” e prendere dei provvedimenti concreti per lavorare bene e correttamente negli ambienti in cui operiamo.
Questo passaggio è decisivo per radicare e sviluppare il nostro amato Partito, per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso. Chi non l'ha ancora fatto, lo faccia, non è poi così difficile come potrebbe sembrare. In fin dei conti si tratta di conoscere i problemi dell'ambiente in cui operiamo, stabilire quali sono quelli principali e su cui concentrare i nostri sforzi per risolverli. Non perdendo di vista il bersaglio locale, che è la giunta comunale.
 
Questa riunione di bilancio è una buona occasione per fare un bagno di Partito. Credo che ci sia la necessità, individualmente e collettivamente, di soffermarsi su due aspetti centrali del nostro problema: la qualità della vita della Cellula e dei rapporti tra i compagni, il lavoro ai vari livelli della Cellula.
La vita collettiva della Cellula deve consolidarsi in modo coerente e costante; questo non vuol dire che ci si deve vedere tutti i giorni, non sarebbe possibile, e neppure necessario, ma bisogna ragionare collettivamente e “sentirsi” una Cellula. Non vi è nessun aspetto della vita politica e dei problemi dei compagni, che coinvolgono il lavoro dell'istanza, che non riguardino la Cellula e sui quali la Cellula abbia ancor prima che il diritto, il dovere di dire la sua.
Dobbiamo seguire le indicazioni che il Partito ci sta dando e ridando in modo non certo vago o di difficile interpretazione, e cioè la necessità dello studio e della riflessione collettiva, di riunioni almeno mensili di bilancio del lavoro, e ovviamente, per fare un bilancio di verifica del programma, della quota di impegni di ciascuno, ecc., presi preventivamente. Il punto è che il Partito riesce sempre a fare ciò che ritiene effettivamente importante e necessario, stabilisce delle priorità e le persegue. Evidente, poiché fino ad oggi le riunioni di studio, sono sempre apparse meno importanti o rimandabili rispetto ad altro necessità quotidiane, forse dobbiamo riflettere su questo, sulla vita collettiva, sulla regolarità della vita di Cellula.
Voi avete ascoltato all'inizio della prima giornata di bilancio la lettura della mia autocritica, l'ho risentita con emozione e in essa credo pienamente, ma non basta evidentemente perché allora non avevo fatto quanto era nelle mie possibilità.
Se ci sono problemi su singoli compagni o compagne bisogna porli apertamente, e insieme vedere se sono giusti o meno e risolverli correttamente. Ciacun compagno ha dei difetti e il livello di coscienza di ognuno non è lo stesso o il più alto per tutti, bisogna quindi tenerne conto nel trattare gli errori dei compagni, sempre in base allo spirito di Partito. La responsabilità non è tutta dei compagni che sbagliano, quando manca una vita regolare di Cellula e di Partito a un livello soddisfacente. Il che non ci aiuta a sdrammatizzare le contraddizioni in seno al popolo e impostare meglio il proprio contributo alla loro risoluzione. Certo vedere i difetti degli altri è più facile che vedere i nostro, ma non è giusto e non è marxista-leninista. Bisogna imparare a vedere i propri difetti e denunciarli.
Vanno criticati i comportamenti e le scelte personali che arrecano danni alla vita della Cellula. Ciò è valido per ciascuno di noi, e nessuno ne è escluso. La Cellula ha il diritto di mettere in discussione la correttezza o meno delle scelte dei suoi membri, quando vanno a incidere sul lavoro di Partito. Nessuno si deve sentire umiliato per questo, o ritenersi al di sopra dei compagni da non potere o dovere essere messo in discussione. Questo al di là dei rapporti parentali nel Partito.
Sull'“anello mancante” dobbiamo radicarci nella zona di nostra competenza e fare anche interventi di Partito. Inoltre è necessario alzare il livello di lavoro nella Biblioteca popolare Isolotto-Monticelli sperimentando iniziative su temi di impatto sociale, non è sufficiente la semplice vita e attività di socializzazione, anche se su questo ci sarebbe da discutere. Abbiamo fatto molte buone cose, come ha detto una compagna, ogni volta che lavoriamo in modo coordinato e centralizzato, è un successo.
Il lavoro di massa è lavoro di Partito, quindi va impostato dalla Cellula e suddiviso tra tutti i suoi membri.
Anche il lavoro nel sindacato è lavoro di Partito. È un lavoro che richiede competenza, studio, affinare le nostre capacità e dare il meglio di noi stessi.
Riflessione generale. Il passo del Partito è un passo da montanari, dobbiamo essere allenati ai lunghi sforzi e alle asperità del percorso, pronti ad accelerare o a rallentare il passo a seconda dello stato d'animo delle masse e dell'impatto dei problemi tenendo la mente sul concreto di quello che si sta facendo.
C'è un problema di concezione del mondo e della vita familiare, forse ancor più della maternità. Penso che dovremo dedicare qualche riunione di studio per approfondire questo problema in base alla linea del Partito in merito.
Il Partito non ci chiede di “morire sul pezzo”, di andare oltre le possibilità individuali, ma di essere sempre con e del Partito.
 

5 settembre 2018