Il ministro dell'interno a Napoli non promette lavoro ma altri 150 poliziotti per controllare “via per via”
Antirazzisti napoletani contestano Salvini
Lancio di monetine sul ducetto per aiutarlo a pagare i 49 milioni rubati dalla Lega. Nella notte affissi manifesti contro Salvini. Un attivista di Insurgencia fermato e identificato. De Magistris partecipa alla riunione col denigratore dei napoletani e dei meridionali
Solidarietà al sindaco di Riace ingiustamente e provocatoriamente arrestato

Il 2 ottobre centinaia di manifestanti, antifascisti, immigrati e attivisti dei centri sociali hanno sonoramente contestato nel centro di Napoli il caporione fascio-leghista Matteo Salvini sceso nel capoluogo campano per presenziare “il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica” in prefettura.
Al vertice ha preso parte anche il neopodestà Luigi De Magistris il quale, da buon opportunista, non ha avuto difficoltà a stringere la mano al caporione fascio-leghista nonostante nei giorni scorsi avesse ripetutamente dichiarato di non volerlo incontrare.
Da parte sua il denigratore dei napoletani e dei meridionali invece di dare seguito alle sacrosante richieste delle masse popolari napoletane che da sempre si battono per il lavoro e lo sviluppo del Mezzogiorno, Salvini ha promesso di mandare a Napoli altri 150 poliziotti per controllare “via per via tutti i quartieri a rischio”.
“Il mio impegno - ha tuonato il ducetto leghista - sarà ritornare in questa città dopo aver riportato un po' di ordine in più. Entro la fine del 2018 ci saranno cento uomini delle forze dell'ordine a Napoli per controllare strada per strada, quartiere per quartiere. Non si tratta di razzismo, ma è una questione di buonsenso” ha concluso il capo del Viminale, al termine della visita alla parrocchia del Buon Consiglio nel quartiere Vasto, dove ha incontrato Don Vincenzo Balzano, il parroco che lo scorso agosto aveva dichiarato che nel quartiere della sua parrocchia a causa dell'eccessivo numero di immigrati irregolari era impossibile vivere.
Nel suo intervento in Prefettura, Salvini ha ribadito la sua linea repressiva contro rom e immigrati.
“L’obiettivo è campi rom zero, come in tutta Europa... Diritti a chi ha diritti e pugno di ferro a chi non ne ha... Io vado avanti chiudendo i porti... Verrò personalmente a fare gli sgomberi: ho chiesto di darmi un quartiere per partire con la bonifica, suoneremo campanello per campanello e prenderemo chi occupa abusivamente case”.
Esattamente come facevano i nazi-fascisti quando deportavano gli oppositori del regime e gli ebrei nei campi di concentramento.
La contestazione contro Salvini è iniziata fin dalla notte precedente con l'affissione di decine di manifesti con uno dei cori che Salvini aveva intonato in occasione della festa della Lega a Pontida nel 2009: “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani. O colerosi, terremotati, voi col sapone non vi siete mai lavati”. E, poco più in basso, come un post it, sullo sfondo del golfo: “Napoli non dimentica”.
Vista la mala parata e memore dei violenti scontri avvenuti a Fuorigrotta nel 2017 in occasione della precedente visita, il caporione fascio-leghista ha dato ordine di blindare tutta la zona del centro di Napoli; mobilitati centinaia di agenti in tenuta antisommossa e decine di camionette schierate a presidiare la “zona rossa” posta a diverse centinaia di metri dal palazzo della Prefettura.
Ma i manifestanti non si sono lasciati intimorire e al grido di "Via da Napoli" "Via da Napoli", "Siamo tutti clandestini" hanno cercato di aggirare il blocco passando per i Quartieri Spagnoli e facendo rimbombare i cori contro Salvini e la Lega anche tra i tavolini dei ristoranti affollati di turisti.
Giunto in via Chiaia, dal corteo è partito un fitto lancio di monetine in direzione della Prefettura condito dal coro “mariuò” (ladro, ndr) riferito alla vicenda dei 49 milioni di euro rubati al popolo dalla Lega e non ancora restituiti ha “calorosamente salutato” Salvini al termine del vertice.
“Siamo pronti a restituire al ladro #Salvini la prima rata dei 49 milioni di euro di cui gli italiani sono stati derubati – spiegano alcuni manifestanti dei centri sociali - Il nostro è un regalo per ricordare a Matteo Salvini che nella nostra città non è il benvenuto. Ognuno di noi lascerà uno spicciolo per rifiutare in toto le idee di odio e di discriminazione che il ministro degli interni si ostina a voler propagandare nella nostra città!
Matte' sta prima rata la paga Napoli!”.
E poi ancora slogan, cartelli e striscioni con su scritto "Salvini non vuole cancellare la povertà ma i poveri"; "Se ci sono tanti disoccupati la colpa è dei padroni e non degli immigrati", "Questa lega è una vergogna", "Assassini, basta razzismo" e "Decreto Salvini regalo alle mafie" in riferimento al decreto immigrazione e alle misure repressive previste dal governo.
La protesta si è caratterizzata anche per la vicinanza e la solidarietà espressa dai manifestanti a Domenico Lucano, il sindaco di Riace arrestato provocatoriamente per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: “Un arresto – ha detto Davide Dioguardi del centro sociale Insurgencia - quasi da regime. Ricordo che Salvini aveva detto che sarebbe andato a Riace magari con un altro sindaco. Chiediamo la sua immediata liberazione”.
Durante la clamorosa contestazione un attivista del centro sociale Insurgencia è stato fermato e identificato dalla polizia di Salvini. “A seguito della nostra contestazione – si legge sulla pagina facebook del centro sociale napoletano - Raniero, attivista di Insurgencia, è stato fermato e identificato come fosse il peggiore dei criminali.
È inconcepibile che in questo paese dopo una libera manifestazione di dissenso si possa essere arrestati semplicemente per aver ribadito che Napoli è una città antirazzista e antifascista.
Salvini, ti aspettiamo a Napoli per una prossima passerella, noi non arretriamo neanche di un passo!”.

3 ottobre 2018