Contro il governo Salvini-Di Maio e i tagli alla scuola e all'istruzione manifestazione da Torino a Palermo
Gli studenti tornati in piazza bruciano i manichini di Salvini e Di Maio
“Le riforme della passata legislatura vanno abolite”. Identificate e denunciate per vilipendio alle istituzioni due studentesse di 17 e 18 anni. Salvini: “Che schifo: studenti coccolati dai centri sociali e da qualche professore”. Di Maio: “Gli studenti possono andare anche un po' oltre le righe. Un po' come ha fatto il M5S, a patto di non andare contro la legge e di non usare la violenza”.

Con l'inizio del nuovo anno scolastico le masse studentesche ritornano protagoniste di una rovente lotta che oggi nel nostro Paese si prefigge come una battaglia feroce tra il governo nero dei ducetti Salvini-Di Maio e le masse popolari, che già da tempo si stanno mobilitando attraverso molte organizzazioni antifasciste e antirazziste per arrestare il fascismo e il razzismo di questo governo.
Oggi le masse antifasciste lavoratrici e popolari trovano al loro fianco un combattivo alleato: le studentesse e gli studenti! Che non si sono fatti abbindolare dalle parole del ducetto Di Maio sul millantato “governo del cambiamento”, ma hanno invece subito riconosciuto e indicato questo governo come un governo fascista, un governo a loro nemico, un governo da cacciare via al più presto. Così, decine di migliaia di studenti sono scesi sul terreno della lotta, nelle piazze e nelle strade, circa 70 mila studenti di scuole superiori e università, in oltre 50 città da Nord a Sud dell'Italia. Tra le parole d'ordine: “Le riforme della passata legislatura vanno abolite”.
A Torino , dove si sono svolte le manifestazioni più combattive centinaia di studenti hanno percorso le strade della città organizzati dagli “studenti indipendenti” rete che raggruppa 13 collettivi universitari di Torino. Durante il corteo animato da cori e slogan antifascisti e antigovernativi, sono stati portati in piazza e bruciati due manichini dei vicepremier Salvini e Di Maio, altre immagini dei due ducetti, esposte lungo i lampioni della città e imbrattati di vernice, mentre davanti al Miur (Ministero dell'istruzione, università e ricerca) in corso Vittorio è stata bruciata una telecamera di cartone posta sopra a dei mattoni. Una serie di dimostrazioni dal forte messaggio politico quelle di Torino, il muro e la telecamera come simbolo dei muri e dei tetti che ogni giorno crollano sulle teste degli studenti delle scuole pubbliche e le università pubbliche per le quali si è tagliato e si continua a tagliare soldi (100 milioni nell'ultima manovra del governo) e la telecamera di cartone, denuncia del regime che il vicepremier fascista Salvini vuole introdurre all'interno delle scuole e delle università pubbliche di cui un assaggio c'è stato all'inizio dell'anno scolastico con la massiccia presenza di polizia con controlli repressivi a tappeto all'interno degli istituti e l'idea di dare il via libera all'installazione di telecamere per spiare e controllare gli studenti. Una fascistizzazione e militarizzazione delle scuole studiata a tavolino da questo governo che ben conosce la forza delle lotta delle masse studentesche e per tanto vorrebbe mettere al guinzaglio. Le effigi di Salvini e Di Maio bruciate in piazza sono state la degna risposta. Alle due giovani studentesse denunciate per vilipendio alle istituzioni dagli sgherri di Salvini, va tutta la nostra solidarietà militante
Cinquemila, secondo gli organizzatori, gli studenti scesi in piazza a Roma per manifestare contro il governo Lega-Cinque Stelle. Partiti dalla Piramide sono sfilati in corteo fino al Miur.
Durante il corteo è stato eretto il muro del razzismo e dell’ignoranza, formato da scatole di cartone con una foto di ogni componente del governo. Il muro è stato poi travolto e calpestato dagli studenti. Nessun incidente, anzi, grande incitamento da parte degli abitanti delle strade percorse dagli studenti. Un’anziana signora ha sventolato un tappeto rosso dalla sua finestra all’ultimo piano di un palazzo per salutare e incoraggiare i ragazzi. La risposta è stata un lungo applauso e l’invito a unirsi a loro.
Sempre a Roma, nel corso della manifestazione, un gruppo di studenti ha attaccato con vernice e fumogeni la sede del comitato per la privatizzazione dell’Atac.
A Napoli sono state due le manifestazioni contro le “riforme” per la scuola e soprattutto l’alternanza scuola/lavoro. In piazza Garibaldi si sono concentrati i manifestanti dell’Unione degli studenti, circa 500, hanno sfilato in corteo lungo corso Umberto per arrivare a piazza Municipio. In piazza del Gesù, invece, raduno dei collettivi studenteschi sotto la sigla Csac, cui si sono unite sigle di disoccupati organizzati e anche rappresentanze di migranti per una manifestazione conclusasi anch'essa in piazza Municipio. “Mimmo Libero”: uno degli slogan del corteo di migranti e studenti per esprime solidarietà e vicinanza al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, colpito negli scorsi giorni dalla repressione del governo.
A Bari alcune migliaia di studenti hanno partecipato alla manifestazione con corteo organizzata per protestare contro la manovra finanziaria del Governo che a detta degli studenti, ignora i loro problemi, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca
A Catanzaro  oltre 500 studenti delle scuole superiori hanno partecipato allo sciopero nazionale. Un corteo ha attraversato le principali strade del centro storico. Gli studenti hanno protestato per i continui tagli ai fondi per il diritto allo studio, per i disagi derivati dall'alternanza scuola-lavoro, per la mancata sicurezza nelle scuole a causa di edifici troppo vecchi e fatiscenti.
Anche gli studenti di Palermo  si sono radunati in piazza Castelnuovo per un corteo nelle strade del centro storico nonostante la pioggia battente. Le rivendicazioni, portate oggi in piazza, parlano di scuole gratuite per tutti, di libri a costo zero, dell'abolizione delle ore investite nel progetto di alternanza scuola-lavoro e di un intervento immediato sull'edilizia scolastica. In tante altre città – tra cui Firenze – si sono svolte combattive manifestazioni.

Stato di agitazione degli studenti
Gli organizzatori delle più importanti associazioni studentesche proclamano lo stato di agitazione permanente contro i problemi che attagliano le masse studentesche: diritto allo studio, mancanza di sicurezza nelle scuole, carenza di personale e di materiale didattico, lo sfruttamento derivante dall'alternanza scuola-lavoro e la mancata abolizione della legge 107 la famigerata “Buona scuola”.
Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, denuncia il rifiuto dell'attuale governo a investire nell'istruzione pubblica. Il ministro dell'Istruzione in carica, Marco Bussetti, non ha neppure voluto incontrare una rappresentanza degli studenti.
Gianmarco Manfreda, Coordinatore della rete degli Studenti Medi punta il dito contro la militarizzazione delle scuole e il taglio dei 100 milioni al comparto scuola.
Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, accusa il governo di non farsi carico dalle gravi problematiche che riguardano l'università, tra cui il numero chiuso e le tasse universitarie che ogni anno spinge migliaia di studenti soprattutto figli di operai e lavoratori ad abbandonare le università pubbliche italiane. Tutte posizioni condivisibili nel comune fronte di lotta anche se nessuna di esse pone all'ordine del giorno la cacciata del governo fascista Salvini-Di Maio, una necessità impellente quanto l'abrogazione di tutte le leggi controriformatrici scolastiche e universitarie degli ultimi decenni.
Di fronte alla grande mobilitazione studentesca la risposta del governo è stata quella dello “Sbirro buono, sbirro cattivo” con Salvini che arrogantemente mostrava il vero volto del governo e si scagliava contro le masse studentesche con parole del tipo “Che schifo: studenti coccolati dai centri sociali e da qualche professore”. Mentre Di Maio, opportunisticamente e probabilmente per tentare di spegnere la miccia della protesta studentesca, infiammata anche dal suo compare politico, rivolgendosi agli studenti, ha aggiunto che gli studenti “possono anche andare oltre le righe, un po' come ha fatto l'M5S a patto di non andare contro la legge e di non usare violenza”.
Le masse studentesche che hanno fiutato la natura fascista del governo non si sono fatte abbindolare e hanno risposto picche alle aperture di Di Maio, annunciando a breve nuove mobilitazioni di lotta e protesta. Li invitiamo a battersi per una scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti

Cacciamo il governo
Il PMLI da canto suo saluta con gioia le grandi mobilitazioni studentesche che si devono propagare in tutto il Paese come un incendio nella prateria! Le masse studentesche non devono mollare la piazza, ora che il terreno della lotta è caldo e il nemico di classe mostra i muscoli attraverso uno dei governi più reazionari degli ultimi decenni, occorre moltiplicare le azioni di lotta, le manifestazioni di piazza, le occupazioni delle scuole e delle università, la messa in discussione delle autorità scolastiche e il boicottaggio della didattica, la richiesta di abrogazione di tutti i dicktat e le leggi che oggi rendono la scuola inaccessibile e invivibile ai figli delle masse popolari, rivendicare con forza, l'abrogazione della legge 107 sulla “Buona scuola”, sull'alternanza scuola-lavoro, impedire che prenda piede il modello Salvini della scuola militarizzata e fascistizzata, ricercando l'unità d'azione con tutte le organizzazioni democratiche e antifasciste incluso il PMLI che sono pronte a dare battaglia fino in fondo per la cacciata del governo.
I giovani e gli studenti il 12 ottobre ci hanno mostrato la strada da seguire: Bisogna unirsi, scendere in piazza e cacciare il governo fascista, antipopolare e antistudentesco Salvini-Di Maio, prima che faccia manbassa degli ultimi brandelli della scuola pubblica, dei diritti dei lavoratori e delle masse popolari, della Costituzione del '48 e stabilizzi il regime dei fascisti del XXI secolo.
 
 
 
 
 
 

17 ottobre 2018