Convocati da Nonunadimeno a Verona
5 mila persone in piazza in difesa dell'aborto
Condannata la posizione antiabortista del consiglio comunale di Verona. In corteo anche movimenti Lgbtqi e collettivi studenteschi

5 mila persone hanno dato vita in piazza sabato 13 ottobre a un combattivo, lungo e colorato corteo che ha attraversato le vie di Verona in difesa dell'aborto.
La manifestazione convocata la settimana precedente da Nonunadimeno in assemblea plenaria di Bologna è stata il primo appuntamento dello “stato di agitazione permanente” del movimento femminista fino allo sciopero delle donne del prossimo 8 Marzo.
Con la parola d'ordine “La 194 non si tocca” essa era necessaria per ribadire il No alla mozione antiabortista del consiglio comunale di Verona, presentata a luglio dalla Lega e sottoscritta dal sindaco Federico Sboarina, e dopo varie discussioni e rimandi, approvata nella notte fra il 3 e il 4 ottobre scorso, anche con il voto favorevole del capogruppo del PD Carla Padovani. Questa mozione dichiara Verona “città a favore della vita” e inserisce nell’assestamento di bilancio fondi per iniziative e associazioni contro l’aborto.
Forte la risposta che ha chiamato a raccolta provenienti da tutto il Paese, nella stragrande maggioranza donne, di tutte le età ma anche tanti militanti nei movimenti per i diritti dei Lgbtqi investiti da un attacco omofobo del consigliere della lega Alberto Zelger, che durante un'intervista radiofonica oltre ad affermare che “l'aborto non è un diritto, è un abominevole delitto” si è accanito contro le persone omosessuali “una sciagura per la riproduzione e per la conservazione della specie”. Numerosi gli studenti dei collettivi studenteschi.
In tante e tanti alla manifestazione di sabato hanno urlato la loro rabbia, hanno scritto frasi di protesta: “Fuori gli obiettori dagli ospedali!”, “Aborto libero, sicuro e gratuito!”. Il comune di Verona “deve finanziarie i consultori, promuovere la contraccezione gratuita, i corsi di eduzione sessuale nelle scuole” si leggeva nei vari cartelli portati in bella vista dai manifestanti. “Abbiamo cantato, ballato e resistito – ha scritto Non Una di Meno Verona su Facebook – Perché vogliamo #moltopiùdi194. Perché i diritti delle donne, la parità salariale, i diritti riproduttivi, la lotta alla violenza domestica, sono i primi e fondamentali elementi della nostra lotta”.
Non è un caso che l'attacco alla 194 sia partito proprio dal consiglio comunale di Verona di cui era vicesindaco fino al 2017 proprio il fascista, xenofobo, omofobo, razzista Lorenzo Fontana ministro della famiglia del governo Salvini-Di Maio, che fino ad oggi ha continuato ad attaccare l'aborto, le famiglie omogenitoriali ed è strenuo sostenitore del motto “Dio patria famiglia”, aiutato fra l'altro dal supporto del papa che proprio in questi giorni è tornato ad attaccare l'aborto e a criminalizzare le donne.
Il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio è paladino di questa cultura borghese antifemminile, omofoba e oscurantista e per combatterla non c'è altra via che rispondere con la lotta di piazza colpo su colpo ai suoi attacchi come ha fatto NUDM convocando prontamente a Verona la manifestazione nazionale per la difesa dell'aborto.

17 ottobre 2018