Un migliaio di manifestanti per la seconda volta in piazza contro il raddoppio della discarica di rifiuti speciali e la privatizzazione di RiMateria
No a Piombino "città dei rifiuti"
Solo la mobilitazione popolare può portare alla vittoria questa importante battaglia in difesa della salute della popolazione e per la salvaguardia dell'ambiente
Il sindaco Pd Giuliani deve dimettersi

 
Sabato 27 ottobre circa mille persone hanno manifestato in piazza Cappelletti a Piombino contro l’ipotesi di ampliamento della discarica di Ischia di Crociano, gestita attualmente dalla partecipata RiMateria che controlla oltre 70 ettari di superficie ora destinate ai rifiuti. Durante il corteo che ha raggiunto il municipio, molti sono stati gli slogan che chiediamo il referendum consultivo ed altrettanti le dimissioni del sindaco PD Giuliani, reo di favorire l’installazione di numerosi siti di gestione di rifiuti pericolosi e speciali a Piombino.
Un altro punto che vede l'opposizione della popolazione, organizzata per la seconda volta in manifestazione dal Comitato Salute Pubblica Piombino e Val di Cornia, è la volontà di vendere a privati la maggioranza di RiMateria stessa, SpA partecipata che fin dalla fine degli anni ’90 ha agito nel piombinese gestendo rifiuti sotto la sigla di TAP, la cui composizione societaria adesso è ASIU SpA in Liquidazione (57,75%), Lucchini SpA ora in amministrazione straordinaria (12,25%), Unirecuperi Srl (30,00%).
In piazza infatti, assieme a tanti studenti, c’erano persone di ogni età che hanno chiesto a gran voce di bloccare il progetto di ampliamento della discarica; ai sindaci della val di Cornia e di Castagneto il comitato chiede anche di sospendere la vendita delle quote di RiMateria ai privati e di dare contestualmente il via ai carotaggi per conoscere la composizione dei materiali presenti in discarica che ad oggi risulta praticamente sconosciuta.
Tra gli interventi, il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi (lista civica) ha annunciato che questa volta dirà “No” alla vendita ai privati delle quote di RiMateria: “Tutto nasce dal debito ASIU; si vuole allargare la discarica per recuperare i soldi perduti. Ma i vertici ASIU dell’epoca, ci devono spiegare come è possibile che si sia creato un buco di decine di milioni, un debito che oggi pesa come un macigno ”.
A testimoniare che la via elettoralista e tutta interna alle istituzioni borghesi è fallimentare e senza sbocco è la risposta del sindaco di Piombino Massimo Giuliani, che rispondendo come si usa adesso, tramite Facebook sostiene che: “Un Sindaco ci accusa (…) ma nemmeno noi eravamo stati avvertiti nella decina (e passa) di occasioni in cui nelle assemblee dei soci (di RiMateria, ndr) votava in un modo e subito dopo andava a dire che non era d’accordo, lasciando intendere evidentemente alla gente di aver votato in modo contrario. Comportamento irrispettoso nei confronti dei soci e dell’azienda di cui è proprietario oltre che nei confronti di colleghi.
 

RiMateria aggrava la già catastrofica situazione ambientale di Piombino.
Il ministero dell’ambiente approvò già nel maggio 2014 il progetto di messa in sicurezza permanente della porzione di area su cui dovrebbe sorgere l’ampliamento della discarica per rifiuti speciali di Ischia di Crociano, chiarendo l’obbligo di realizzarli entro quattro mesi. Da allora però niente è successo, fino a pochi giorni fa quando il sindaco ha affermato di voler vendere ai privati anche una seconda tranche di azioni RiMateria.
La cosiddetta “LI53”, area demaniale inquinata contraddistinta dalla Regione con questo codice, è un’area urbana e in parte di prossimità di circa 16 ettari dove giacciono residui della lavorazione siderurgica di diverso genere, stoccati in modo incontrollato come riportato – e quindi accertato - nell’accordo di programma per la riqualificazione di Piombino firmato nell’aprile 2014 che ha per oggetto l’insieme degli interventi necessari per isolare in modo definitivo le fonti inquinanti che garantirebbe così un maggiore livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente. Ad oggi anch’esso rimane completamente inattuato.
RiMateria però il 20 marzo 2017 ha rielaborato il progetto precedentemente approvato e le sue varianti e, dopo averlo di nuovo rivisto il 2 maggio dello stesso anno, è oggi in possesso di un progetto di messa in sicurezza che deve attuare osservando 17 prescrizioni, passando al vaglio di autorizzazioni regionali e comunali che non sembrano proprio essere un problema.
Solo nel giugno 2018 però l’azienda esce definitivamente allo scoperto avviando la richiesta per un ulteriore ampliamento della discarca la quale, rimanendo comunque il centro nevralgico dei nuovi propositi, gode di buona compagnia in materia di gestione rifiuti: nei fatti si sta aprendo uno scenario terrificante per le popolazioni locali dove il business dei rifiuti comporterà l’installazione di altri centri di lavorazione e stoccaggio di rifiuti speciali che saranno importati da tutta Italia senza alcun vantaggio per il territorio di Piombino.
 

La posizione dei comitati ambientali
Non c’è solo RiMateria nei piani dei nostri amministratori ma un progetto molto più ampio, per trasformare Piombino in un centro nazionale di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Un progetto al quale ci opporremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione .” Inizia così il comunicato di denuncia del Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia, promotore delle due giornate di mobilitazione.
Sostanzialmente si contesta al PD locale e al sindaco di non aver né informato il consiglio comunale, né di aver approfondito l’impatto ambientale sull’ampliamento della discarica e sulla situazione da vera e propria bomba ecologica che si verrà a creare sul territorio se andrà avanti il piano di forte industrializzazione nel settore della lavorazione e stoccaggio dei rifiuti speciali.
Un allarme importante e ben supportato dai fatti e dagli intenti che il PD adesso non nasconde più, rilanciando anche in risposta alle adesioni alla manifestazione, piena fiducia in RiMateria e nel piano rifiuti che il partito di Renzi definisce addirittura “la soluzione ” per Piombino e per tutti i comuni della Val di Cornia.
Nei fatti, dopo il sì a un impianto per lo smantellamento delle navi militari al porto, sono arrivate le autorizzazioni per un nuovo impianto – l’unico in Europa - di trasformazione di rifiuti ad alto contenuto organico in carbone; alla CREO, l’azienda interessata, è stato addirittura assegnato un terreno “vergine” all’ingresso di Piombino.
Insomma, accettato l’aumento fino a 2 milioni e 850 mila metri cubi di nuovi rifiuti da conferire in discarica (il che sarebbe stato sufficiente a scatenare l’allarme), l’amministrazione non si è dichiarata contraria a far installare all’ingresso di Piombino un impianto per il riciclo a freddo dei pneumatici; come se non bastasse, è stata anche autorizzata una ulteriore sperimentazione di un nuovo tipo d’impianto che a Montegemoli intende riciclare pneumatici mediante una sorta di grande forno a microonde.
È indicativo infatti che lo scambio ferroviario di Fiorentina, frazione poco fuori della città di Piombino, dove esiste già una discarica, sia al centro di un progetto di potenziamento per lo scambio merci, ed è più che lecito pensare che questa operazione che costerà anche soldi pubblici, sia proprio fatta in funzione dello smistamento di materiali pericolosi, e comunque di rifiuti da trattare e smaltire.
Il comunicato si conclude sostenendo che: “Vi sono dei limiti che un territorio non può oltrepassare, perché questo è il tempo in cui la difesa dell’acqua, dell’aria e della terra vanno messi al primo posto, accanto alla difesa dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente. Se nel nostro territorio non facciamo scelte che rendano possibile la diversificazione accanto alla siderurgia creeremo il deserto: disoccupazione in altri settori e profitti solo per pochi ”.
 

Serve una grande mobilitazione popolare
La posizione del PD e del sindaco di Piombino è quindi chiara e sta tutta in questa volontà di ampliamento industriale altamente rischioso da un punto di vista sanitario ed ambientale, senza che certe scelte strategiche fossero mai state riportate in alcun programma elettorale. La volontà di ripianamento del buco di bilancio lasciato dalla ASIU, società di raccolta e gestione rifiuti sul territorio che controllava fino al 2014 anche Rimateria (75%) e che aveva partecipazioni per oltre 68.000 euro nella Banca Popolare di Vicenza oggi saltata, già accennato e stimato in circa 50 milioni di euro, non giustifica neanche da un punto di vista meramente economico un ampliamento così smisurato della discarica che conterrà un quantitativo di rifiuti pari alla grandezza della piramide egizia di Cheope, tanto per rendersi conto della capacità del sito. Secondo gli esperti infatti, sarebbero stati sufficienti ulteriori 500 mila metri cubi aggiuntivi di spazio per migliorare sensibilmente i conti della partecipata.
In questa fase, le opposizioni paiono darsi un gran da fare per risolvere la questione. Sarebbe però molto più corretto dire che questi partiti tentano con tutte le loro forze di cavalcare l’onda della protesta popolare, in un’ottica meramente elettoralista in previsione delle prossime amministrative piombinesi del 2019. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ora chiede che RiMateria rimanga pubblica mentre solo pochi mesi fa ne chiedeva la privatizzazione totale; così come alla Lega di Salvini mai sono stati a cuore i problemi sanitari e dell’ambiente né a Piombino né altrove e tantomeno a livello nazionale, più preoccupati invece assieme a Forza Italia ed a tutti gli altri di far crescere i soli profitti degli industriali. Ambiguo è anche l’atteggiamento di Rifondazione e delle altre sigle civiche che paiono accontentarsi del referendum consultivo il cui esito positivo dovrebbe – secondo loro - essere sufficiente a far fare retromarcia al PD e puntare tutto sul fronte elettoralistico nelle prossime consultazioni amministrative.
Secondo noi, per tutto quanto sopra esposto, il sindaco Giuliani deve dimettersi immediatamente; tuttavia non basta un referendum, per giunta consultivo, per vincere questa importante battaglia in difesa della salute della popolazione e per la salvaguardia dell'ambiente.
Solo la mobilitazione popolare può chiudere la partita contro il tentativo, adesso venuto allo scoperto, di fare di Piombino una vera e propria città dei rifiuti. La popolazione deve fermare questo pericoloso progetto, chiedere l’immediata bonifica degli ex siti siderurgici unitamente a un nuovo sviluppo industriale coniugando salute e lavoro, che potrebbe essere in parte anche quello della differenziazione dei rifiuti inerti come carta, plastica, vetro o verde, ma non di certo rifiuti speciali o pericolosi proprio perché la stessa natura di questi ultimi e la prossimità urbana porterebbe rischi incalcolabili ad una intera città ed al territorio circostante.
 

14 novembre 2018