Le masse catanesi in piazza contro il dissesto economico del Comune
Nello spirito del fronte unito il PMLI partecipa al corteo del 17 novembre

 
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Indetta da “Catania bene comune” nel pomeriggio del 13 novembre si è svolta un'assemblea di strada in via Etnea (angolo Piazza Duomo) per protestare contro il dissesto del Comune di Catania. Mobilitati anche sindacati, partiti e associazioni in una Catania scossa, con decine di migliaia di lavoratori senza stipendio e un default di più di un miliardo e mezzo di euro. Sotto accusa le forze politiche di “centro-destra” e di “centro-sinistra” che hanno governato la città di Catania negli ultimi 20 anni contribuendo ad aggravare il dissesto delle casse comunali, accendendo mutui per l'Amat per centinaia di miliardi di euro per un servizio di trasporto urbani inefficiente, mutui per feste estive e capodanni, per spettacoli ecc. Dal 1993 al 2009 sono stati spesi circa 70 milioni di euro (amministrazione Bianco) contratti mutui per 39 milioni di euro (amministrazione Scapagnini, “centro-destra”), 29 milioni coperti tutti con mutui per feste varie, tipo natale e capodanno.
All'assemblea di strada contro “il loro dissesto” in tanti sono intervenuti per denunciare l'operato delle giunte che hanno governato la città etnea, preoccupati per la ricaduta che avrà sull'economia catanese già in ginocchio, soprattutto per le fascie sociali più deboli.
Il giorno prima si era svolto un corteo con la partecipazione dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Agci, con lo slogan “Salviamo Catania dal dissesto” con la partecipazione del neopodestà Pogliese e dell'amministrazione comunale, con diverse centinaia di partecipanti per chiedere alla regione Sicilia e al governo centrale aiuti, finora negati (a differenza di Napoli e Torino che versano come e peggio di Catania).
Sabato 17 novembre si è svolto un corteo indetto da Potere al Popolo. Il concentramento in via Etnea, a villa Bellini, con la parola d'ordine “No al debito, lavoro e servizi per tutte/i”. Hanno aderito il Centro sociale “Colapesce”, “I ragazzi della piazzetta”, “Liberi pensieri studenteschi” e si sono uniti il Gapa “La ragnatela”, il PCI, l'Usb e tanti catanesi, tra cui molti studenti, e molti migranti, in prevalenza africani.
Il combattivo corteo ha percorso parte della via Etnea con parole d'ordine e comizi volanti di denuncia nei confronti degli amministratori locali corrotti denunciando le condizioni di disagio sociale che vivono le masse popolari catanesi.
Il corteo si è concluso in piazza del Castello Ursino con una breve assemblea per ribadire che la lotta è solo all'inizio e continua, per rivendicare lavoro e diritti.
Il PMLI ha partecipato con la Cellula Stalin della provincia di Catania e con simpatizzanti e amici, la quale ha aderito con spirito di fronte unito per raggiungere gli obiettivi comuni. Il compagno Sesto Scembri, nei suoi interventi, sia in via Etnea che in piazza Castello Ursino, ha portato avanti la critica al sistema capitalista borghese e all'operato delle amministrazioni locali: devono dirci come hanno amministrato i nostri soldi. Scembri ha criticato le istituzioni borghesi e ha lanciato la proposta delle Assemblee popolari e dei Comitati popolari “perché Catania sia governata dal popolo e al servizio del popolo conquistando il socialismo”. Inoltre ha ricordato che le masse popolari catanesi hanno sfiduciato il 10 giugno 2018 i partiti borghesi con il 51% di astensionismo, di fatto delegittimando il nuovo sindaco Pogliese eletto con appena il 20% dei consensi del corpo elettorale.
Il compagno infine ha fatto appello per un fronte unito per Catania, per il lavoro, per le case ai senza tetto, contro il lavoro nero, per uguali diritti per i migranti.
Un migrante ha sventolato per tutto il percorso del corteo la bandiera del PMLI, un altro ha tenuto ben visibile davanti al petto il volantino del Partito con la parola d'ordine “Coi migranti porti e frontiere aperti...”. Un altro ha chiesto un po' di volantini per distribuirli. Questi migranti hanno chiaro che il PMLI li difende strumentalmente e rivendica per loro gli stessi diritti dei lavoratori italiani.
 
 

21 novembre 2018