Elezioni comunali parziali del 28 aprile 2019
Il 41,6% dell'elettorato diserta le urne in Sicilia
Astensione record a Castelvetrano, paese del superboss Messina Denaro: alle urne il 55% dell'elettorato contro il 75% di 4 anni fa. Crolla il M5S che perde i due comuni che governa. La Lega avanza ma non sfonda. Il PD in diversi comuni si allea con FI e con i compari del fascista Micciché
Lavoriamo duramente per qualificare l'astensionismo in senso anticapitalista, per il socialismo

Domenica 28 aprile si è votato in Sicilia per le elezioni amministrative parziali in 34 comuni, sette dei quali sopra i 15mila abitanti.
Il dato principale, ridimensionato dai mass-media del regime neofascista, è la crescita dell'astensionismo: su 436.567 elettori chiamati al voto, si sono recati alle urne in 254.687 (il 58,4%) dunque hanno disertato le urne ben 181.880 elettori, il 41,6% del corpo elettorale, ai quali vanno aggiunte le schede nulle e bianche.
La provincia nella quale si è votato di più è stata quella di Messina (oggi Città metropolitana), ultima quella di Caltanissetta, a livello comunale si è votato di più a Brolo (Messina) dove si sono recati alle urne il 78,2% degli elettori, mentre a Santa Elisabetta (Agrigento) ha votato appena il 34,1% degli aventi diritto.
Una chiara bocciatura sia dei partiti e delle liste del regime tanto quanto dei governi comunali, di quello regionale del fascista Musumeci e del governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio.
L'astensionismo è dunque di gran lunga anche in questa tornata elettorale il primo ''partito'', dato per nulla scontato visto l'enorme numero di liste e candidati e considerando che l'affluenza alle comunali è di solito superiore rispetto alle regionali ed europee ma inferiore alle politiche, che quindi delegittima pesantemente le liste, i partiti, i candidati e gli eletti nelle istituzioni rappresentative borghesi locali al servizio del capitalismo.
Per quanto riguarda il voto ai partiti da segnalare l'annunciato crollo del M5S, che arretra non solo rispetto alle politiche ma anche alle comunali precedenti, perdendo la guida dei comuni nei quali ha governato fino ad oggi, male evidentemente, come Gela e Bagheria, mentre raggiunge il ballottaggio solo a Caltanissetta, unico caso tra i comuni più grandi.
Il ducetto Di Maio tende malamente a minimizzare, come si fa a parlare di ''grande soddisfazione per essere arrivati al ballottaggio nell’unico capoluogo di provincia che va al voto: Caltanissetta'' dopo una simile disfatta?
La Lega del ducetto Salvini esulta per essere diventata il traino della coalizione di destra anche in Sicilia, ma in realtà non sfonda affatto, considerando le sue liste piene di riciclati e voltagabbana, il fatto stesso di essere al governo nazionale e regionale e promettere mari e monti agli elettori, la “sovraesposizione” mediatica (per usare un eufemismo) di Salvini ed il ridimensionamento di FI e “centristi”.
Male il PD presente con il proprio simbolo solo a Castelvetrano dove raccatta il 17% dei voti al lordo degli astenuti, in tutti gli altri comuni è camuffato in altre liste e si è spinto in diverse realtà ad attuare disgustose alleanze trasversali con FI e gli uomini del presidente dell'ARS, il fascista Gianfranco Micciché.
Qui di seguito il dato dell'astensione è riferito alla sola diserzione dalle urne nei principali comuni.
Caltanissetta . Astensione al 43,3% in aumento di 8 punti rispetto alle precedenti comunali, il ''centro-destra'' del candidato Michele Giarratana si ferma al 37,5% dei voti espressi, il 21,1% del corpo elettorale e sfiderà al ballottaggio Roberto Gambino del M5S fermo al 20% dei voti validi, l'11,3% del corpo elettorale.
Seguono l'ex sindaco Salvatore Messana al 17,6% dei voti validi, il 9,9% degli elettori e il candidato della Lega Oscar Aiello con il 12,3% dei voti validi, il 6,9% degli elettori.
Bagheria. Sale la diserzione dalle urne dal 36,1 al 41,5%.
Bocciato il sindaco uscente ex M5S, Patrizio Cinque, espulso per il coinvolgimento nell'inchiesta sul palazzetto dello sport, il partito di Di Maio si ferma infatti ad appena l'11% dei voti validi, il 6,4% degli elettori con la candidata a sindaco Romina Aiello, segno che gli elettori non hanno gradito né la sindacatura di Cinque, nè le ''delizie'' del governo Lega-M5S.
Vince con il 46% dei voti validi (in Sicilia la soglia da superare per ''vincere'' senza accedere al ballottaggio è il 40%, non il 50%) ma appena il 26,9% degli elettori Filippo Tripoli, con un'immonda coalizione che mette insieme pezzi di destra e ''sinistra'' borghese.
Si ferma ad appena il 31,4% dei voti validi, 18,3% del corpo elettorale, il candidato di Lega e pezzi di ''centro-destra'' Gino Di Stefano, male la Lega che non prevale nella coalizione e si ferma appena all'8,5% dei voti validi, il 5% degli elettori.
Gela. Diserzione dalle urne in aumento di 10 punti dal 31,4 al 41,4%.
Ballottaggio tra Lucio Greco, fermo al 36% dei voti validi, il 21% degli elettori, candidato del PD e degli uomini di Micciché e Giuseppe Spata, 31% dei voti validi, 18,1% degli elettori, candidato della Lega e dei dissidenti di FI.
Male il M5S con Simone Morgana fermo al 15% dei voti validi, 8,9% degli elettori, sorpassato dal civico Maurizio Malfa con il 17% dei voti validi, 9,9% degli elettori.
Castelvetrano. Esplode la diserzione dalle urne di 20 punti, passando dal 24,7% delle precedenti amministrative al 45,7% nel comune sciolto per mafia e tristemente noto per aver dato i natali al mafioso Matteo Messina Denaro.
Al ballottaggio Calogero Martire del ''centro-destra'' (senza Lega e FdI) fermo al 30,1% dei voti validi, il 16,1% degli elettori e Enzo Alfano dei 5 stelle con il 28,4% dei voti validi, il 15,4% del corpo elettorale.
Male il candidato del PD Pasquale Calamia, fermo al 16,3% dei voti validi, 8,8% degli elettori nonostante il comizio di Nicola Zingaretti in persona in suo favore.
Monreale . La diserzione dalle urne sale del 9,3%, passando dal 31,4 al 40,7%.
Ballottaggio tra Alberto Arcidiacono degli Autonomisti e della lista Diventerà Bellissima del governatore Musumeci con il 24% dei voti validi, il 14,2% degli elettori e il sindaco uscente Pietro Capizzi appoggiato da PD e pezzi del ''centro-destra'' fermo al 21% dei voti validi, 12,4% degli elettori.
Roberto Gambino, ex vicesindaco con pezzi di ''sinistra'' borghese è al 15,6% dei voti validi, il 9,2% degli elettori.
Salvino Caputo di FI, primo politico decaduto per effetto della legge Severino in seguito ad una condanna per tentato abuso d'ufficio ottiene il 14% dei voti, l'8,3% del corpo elettorale, quindi il candidato della Lega Giuseppe Romanotto fermo al 13% dei voti validi, il 7,7% degli elettori, male il M5S con appena il 6% dei voti espressi, il 3,5% del corpo elettorale con il candidato Fabio Costantini.
Gli altri candidati non arrivano all'1% dei voti validi.
Mazara del Vallo . Diserzione dalle urne in crescita di quasi sette punti, dal 28,3 al 35%.
Ballottaggio tra Salvatore Quinci, liste civiche, fermo al 33,2% dei voti validi, il 21,5% degli elettori e Giorgio Randazzo della Lega al 21,1% dei voti validi, il 13,7% del corpo elettorale.
Aci Castello . Hanno disertato le urne il 41,59% degli elettori, con un incremento di ben il 13,32% rispetto al 2014.
Vince al primo turno Carmelo Scadurra del PD e liste civiche con il 53% dei voti validi che prevale su Ignazia Carbone della destra ferma al 30%.
Male il M5S al 15,6% con Antonio Bonaccorso.
Di fronte al dilagante astensionismo generico sta a noi marxisti-leninisti lavorare duramente per qualificarlo in astensionismo anticapitalista e per il socialismo, inteso quindi come un voto di classe dato al PMLI e al socialismo.
Indicando anche alle masse siciliane l'obiettivo strategico della creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente: le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari.

8 maggio 2019