Astenersi alle elezioni comunali a Forlì

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Il 26 maggio a Forlì oltre che le elezioni europee si terranno anche le elezioni amministrative che decreteranno la prossima giunta comunale e il sindaco che succederà al PD Davide Drei in carica da 4 anni, il cui bilancio non è affatto positivo e tuttavia è stato indorato e infiorettato dal sindaco uscente, evidentemente per mascherare fallimenti ed errori, nel corso di una iniziativa tenutasi in un teatro cittadino alla presenza di varie “personalità” locali presenti a testimoniarne il “buon operato” e ad incensarlo.
La realtà dei fatti però è ben diversa da quella raccontata: la chiusura negli anni scorsi di diverse aziende, anche importanti, non è stata compensata e la disoccupazione, così come l’occupazione precaria, rimangono un problema forte che crea disagio a tante famiglie, ad esempio non accenna a fermarsi l’afflusso verso i centri di sostegno ai poveri, senza contare che questi sono solo i casi più eclatanti ma che nascondono una realtà più diffusa.
È lampante come certe zone della città siano state abbandonate, soprattutto in corrispondenza di ex attività poi chiuse e dismesse, e dove si concentra l’emarginazione sociale, con tutto ciò che ne consegue anche per quanto riguarda episodi di delinquenza e il disagio per i residenti.
Infatti per quanto riguarda la riqualificazione delle aree è stato fatto davvero ben poco, la mancanza di reali spazi sociali e aggregativi, in particolare slegati dal controllo capillare delle associazioni cattoliche è forte, e il rischio è che si passi da luoghi aggregativi massificati all’asocialità, senza la possibilità, in particolare per i giovani ma non solo, di poter vivere la città e i suoi spazi in modo creativo e condiviso.
Anche ciò che in parte è stato fatto, come la creazione della società pubblica locale “Alea” che ha sostituito il colosso Hera nella raccolta dei rifiuti, ha grossi ed evidenti limiti, basti dire che a diversi mesi di distanza dalla partenza della raccolta differenziata col metodo del “porta a porta” ancora non si conoscono nemmeno le tariffe che determineranno le bollette, senza contare che, pur essendo ovviamente positivo, anzi doveroso, ridurre la produzione dei rifiuti e aumentarne il più possibile la parte riutilizzabile, c’è da dire che questo non ridurrà la quantità dei rifiuti da conferire all’inceneritore cittadino poiché esso può reperirne in altri comuni per poter arrivare alla quota massima di rifiuti da bruciare che proprio alcuni anni fa è stata raddoppiata dal Piano dei rifiuti.
E la lista potrebbe essere ben più lunga, dalle condizioni delle strade, soprattutto nelle periferie, alla sanità che vede tempi sempre più dilatati per le visite specialistiche e i pazienti cercare altrove strutture più qualificate, al trasporto pubblico, ecc.
Al diffondersi delle organizzazioni neofasciste si è risposto solo tardivamente e in modo insufficiente.
Ma queste “criticità” Drei non lo vede, anzi non le ha volute mostrare nella sua “passerella” di commiato, un auto incensarsi davvero fuori luogo di fronte alla città che lascia.
E le prospettive non sono positive nemmeno a guardare i candidati a succedergli: da una parte Giorgio Calderoni, ex giudice amministrativo e professore all’Università di Bologna, candidato del “centro-sinistra” sostenuto dalla lista “Con Giorgio Calderoni”, Pd, “Forlì Bene Comune”, Forlife e la lista composta da Verdi e Socialisti, che di questi problemi per lo più nemmeno parla cosi come il suo avversario Gianluca Zattini sostenuto dalla sua lista “ Forlì Cambia–Zattini sindaco”, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Zattini, attuale sindaco di Meldola, ha partecipato al comizio del ducetto Salvini dal balcone del municipio di Forlì in Piazza Saffi, lo stesso dal quale Mussolini effettuava i suoi comizi e per questo non più utilizzato a tale scopo sin dagli anni ’50.
Alle elezioni comunali partecipano anche Veronica San Vincente de “L’Alternativa per Forlì”, l’ennesimo raggruppamento a “sinistra” (Sinistra italiana, Rifondazione, associazioni e movimenti tra i quali l’ex Liberi e uguali) di chi tenta disperatamente di sopravvivere a livello istituzionale, e poi Marco Ravaioli per “ForlìSiCura”, lista aggregata a “Italia in Comune” del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e Daniele Vergini per il Movimento 5 stelle.
A fronte di una vasta “scelta” di candidati e liste in realtà si tratta di liste tutte schierate nel campo della borghesia perché nessuno si prefigge di cambiare sistema economico e politico, ma solo di sostituirsi all’attuale sindaco e giunta per difendere, chi in un modo e chi nell’altro, gli interessi della borghesia, chi vuole davvero cambiare Forlì, per renderla una città governata dal popolo e al servizio del popolo, deve lottare per il socialismo, che a livello elettorale significa non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo astenendosi e delegittimando le istituzioni rappresentative borghesi, creando le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, significa dare tutta la propria forza al PMLI che è l’unico partito che da sempre difende e sostiene gli interessi delle masse lavoratrici e popolari si batte contro tutti i governi e le giunte borghesi e il capitalismo, per il socialismo!

15 maggio 2019