Lettera da Nola
Continua il " coprifuoco" da Coronavirus

di Vincenzo – Nola (Napoli)
A una pandemia (naturale o indotta) che sia, se ne aggiunge una che rischia di non fermarsi: il controllo totale delle popolazioni.
È da tempo che le cosiddette "democrazie" liberali, tentano di incatenare i cittadini.
I mezzi son tanti e invadono la nostra quotidianità. Si indottrinano le masse.
Radio e tv ,megafoni senza contraddittorio delle imprese del potere, dei vari poteri, dittatoriali o meno che siano.
La tv poi suggestiona attraverso le immagini.
Personalmente ho già notato da moltissimo, in tempi non sospetti di virus, che molti servizi dei vari telegiornali iniziano con un'inquadratura delle videocamere o di pattuglie di forze dell'ordine ed esercito. Messaggi subliminali?
La suggestione e l'omologazione delle masse sono le pietre miliari del neoliberismo, che mira al dominio di esse, sotto una formale facciata di democrazia.
Dinanzi la propaganda non vi e' forma di governo o regime che tenga : lo scopo e' render docili ed obbedienti.
Le masse possono esser condotte facilmente.
L'emergenza coronavirus ha ridotto per decreto le libertà personali sotto l'attacco della paura.
Nessun'arma poteva esser tanto favorevole al potere "democratico" per sperimentare i suoi mezzi repressivi, da far valere in caso di dissenso e con l'approvazione dei cittadini in stato di fobia. Che equazione!
Autocertificare i propri spostamenti (con tre versioni diverse di modelli), divieto di circolazione, arriverà anche il controllo con applicazione sui telefonini per monitorare gli spostamenti e i droni.
Siamo alla prova finale del nostro modo di vivere futuro?
Dinanzi una grave crisi sanitaria, dove la costituzione prevede il divieto di circolazione, lo stato di eccezione si pone come banco di prova permanente.
Da questo stato di eccezione si tornerà indietro? Difficile.
L'Unione Europea ed il globalismo dittatoriali ci tengono per il guinzaglio. Genova 2001 è stata l' avvisaglia. Da allora si sono verificati eventi epocali. Un filo nero li unisce.
Da Settembre 2001 al Coronavirus la strada percorsa dal neoliberismo per schiavizzare i popoli con la scusa della libera circolazione delle merci e delle persone non ha conosciuto soste è stata in pianura.
Tocca adesso rimboccarci le maniche e come in ogni guerra liberarci del tiranno che ha un solo nome: neolibersimo capitalista, qualsiasi siano le facce che lo compongono.
È necessaria la rivoluzione socialista, la rinnovata consapevolezza dei popoli e assestare il colpo di maglio definitivo al sistema economico più barbaro che la storia abbia registrato: il capitalismo.
Spezziamo il filo nero del neoliberismo capitalista e cuciamo quello rosso del socialismo.
 

24 marzo 2020