San Ferdinando (Gioia Tauro)
Sciopero e corteo dei migranti per la morte di Gassama, bracciante maliano

 
Lunedì 21 Dicembre centinaia di migranti hanno scioperato e manifestato a San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro (Città Metropolitana di Reggio Calabria) per protestare contro le inumane condizioni di vita e per ricordare Gassama Gora, il 34enne di origine maliana investito e ucciso da un'auto, il cui conducente è stato arrestato per omicidio stradale da Carabinieri e Polizia e i due passeggeri denunciati per omissione di soccorso in concorso, mentre tornava dal lavoro in bicicletta.
Il corteo pacifico si è indirizzato verso Gioia Tauro, i manifestanti hanno esposto striscioni e cartelli bilingue quali: “il troppo è troppo, basta uccidere i neri”, “Black Lives Matter”, “anche le nostre vite contano”, “vogliamo diritti”.
Il corteo ha dato poi il via ad un blocco stradale nella zona del porto, interrotto solo quando il sindaco di Gioia, Aldo Alessio (Lista civica), ha accettato di ricevere una delegazione dei manifestanti.
“Oggi nessuno va al lavoro perché un amico e fratello, dopo una vita di razzismo e sfruttamento, da quel razzismo è stato ucciso. La rabbia è troppa, non restare zitti, scendere in strada per ricordare Gora e lottare contro tutto questo è l’unica arma che ci resta”, hanno dichiarato alcuni manifestanti in una lettera aperta ai mass-media e aggiungono:
“Un altro fratello ucciso, un’altra morte che si poteva evitare. Per questo, per tutta la giornata di oggi noi lavoratori della terra saremo in sciopero. Non troverete nessuno di noi nei campi, nei magazzini e nelle serre. Siamo stanchi di essere sfruttati e ammazzati dagli stessi che di giorno ci obbligano a lavorare senza contratti né garanzie nei campi, a vivere come animali e la sera ci tirano giù come birilli, perché la vita di un africano non conta. Non siamo braccia, siamo uomini.
Da decenni ormai veniamo qui per lavorare e senza le nostre braccia non ci sarebbero frutta e verdura né sugli scaffali, né sulle tavole ma questo non importa. Nonostante le promesse che arrivano ad ogni stagione, per noi non ci sono mai stati e continuano a non esserci alloggi decenti, contratti regolari, certezza e celerità nel rinnovo dei documenti, con lungaggini che ci costringono a rimanere qui per mesi. Vogliamo casa, diritti, documenti e lavoro regolare, vogliamo vivere una vita dignitosa come ogni essere umano meriterebbe. Schiavi mai”.
I manifestanti hanno espresso la loro esasperazione per le continue promesse mai mantenute di bonifica del territorio e di diritti quotidianamente calpestati sotto gli occhi di tutti, sull'altare della legge del massimo profitto e con la complicità dei politicanti borghesi nazionali e locali del regime neofascista, completamente asserviti ai pescecani sfruttatori borghesi dei migranti spesso e volentieri in odor di 'ndrangheta.
Urge riconoscere ai migranti libero accesso nel nostro Paese, pari diritti e il reddito di emergenza di 1200 euro al mese per tutta la durata della pandemia, come a tutti i disoccupati, ai senza lavoro e ai senza reddito.

6 gennaio 2021