Nonostante il silenzio stampa, compreso "Il Manifesto" trotzkista, sull'inedita iniziativa della Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi
Segnali incoraggianti dallo sciopero generale del 29 gennaio
Manifestazioni in 30 città. Il PMLI presente a Milano, Napoli, Catania e Prato

La data del 29 gennaio rappresentava un banco di prova molto importante. Riuscire a mettere in campo uno sciopero generale in una fase in cui i maggiori sindacati italiani, Cgil Cisl e Uil, sono completamente allineati al governo e in rapporti collaborativi con il padronato, e in una situazione di pandemia dove si deve lavorare in qualsiasi condizione ma si limita fortemente il diritto alla mobilità quando si tratta di mettere il freno ai movimenti sociali e alla lotta di classe.
Possiamo dire che questa prova è stata superata con successo perché in tutta Italia si sono registrate molte adesioni e abbiamo visto scendere in piazza i lavoratori dei magazzini della logistica, una parte del movimento studentesco, organizzazioni dei disoccupati, lavoratori di alcune fabbriche, sopratutto metalmeccaniche, operatori sanitari e della scuola, come ha giustamente sottolineato il comunicato sullo sciopero di SI Cobas e Slai Cobas (che pubblichiamo a parte). In esso peraltro si legge: “Questo sciopero è stato per noi un banco di prova fondamentale. Dobbiamo cogliere la risposta data dalla combattività e dalla tenacia di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici per allargare il fronte di lotta.”
Era previsto che in questa prima mobilitazione generale non fosse possibile aggregare grandi masse di lavoratori ma lo sciopero è stato diffuso e questo rappresenta già un risultato positivo e poi, come ripetutamente affermato dagli stessi organizzatori, questa iniziativa non era certo un punto di arrivo ma l'inizio di un percorso unitario che intende costruire un fronte di lotta contro il padronato e il governo, con una piattaforma dal forte carattere anticapitalista e di classe.
Su alcune manifestazioni ci sono degli articoli a parte che troverete su questo stesso giornale, qui diamo un quadro generale delle iniziative più significative che complessivamente hanno riguardato 30 città. Partiamo dal Piemonte dove a Torino lavoratori, disoccupati e studenti sono scesi in strada per lo Sciopero Generale di 24 ore. Altissima l'adesione nei magazzini Fedex/Tnt di Orbassano, ManHandWork e Brt di Settimo Torinese, ai mercati generali Caat di Grugliasco, con ogni attività paralizzata già dall'alba.
Iniziativa anche davanti la prefettura di Alessandria dove è stato lanciato questo segnale forte e chiaro: “qualunque governo che Confindustria&soci "eleggeranno" - da Conte a Draghi, da Berlusconi a Renzi - non sarà nostro amico, dai cancelli e nelle piazze continueremo la nostra lotta di classe per: patrimoniale Million Tax sui ricchi, salario garantito, fine del ricatto del permesso di soggiorno, salute per tutte e tutti”.
Importanti iniziative anche in Lombardia. A Brescia la giornata di lotta è iniziata alle 6,45 col presidio-volantinaggio ai cancelli dell’IVECO, ed è proseguita nella piazza centrale della città, per diffondere gli obiettivi dello sciopero alle masse e poi incontrare il Prefetto. Nel pomeriggio picchetto combattivo di solidarietà ai 15 lavoratori licenziati dalla cooperativa PK Work.
A Milano invece manifestazione in Piazza Duomo il 30 gennaio con la partecipazione di oltre un migliaio di persone tra lavoratori della logistica, degli alberghi, riders, del pubblico impiego, metalmeccanici e studenti, scesi in piazza per ribadire che i costi della crisi devono pagarli i padroni e che la salute dei lavoratori vale più dei loro profitti (presente anche il PMLI, si veda articolo a parte). Sempre il 30 gennaio importante manifestazione dei riders a Padova .
Tornando a venerdì 29 combattivo presidio davanti alla sede locale della Confindustria a Genova. Sit-in in molte città dell'Emilia-Romagna. A Bologna corteo per le vie della città fino a Piazza Maggiore e alla sede del comune. Altre iniziative si sono svolte a Piacenza e Modena . In quest'ultima città manifestazione in Piazza Grande nel pomeriggio mentre in tutta la provincia fin dalla prima mattinata sono state presidiate le strade e le aziende a Campogalliano, Sassuolo, Castelnuovo Rangone.
In Toscana manifestazione a Prato davanti al comune, a seguire presidi davanti ad alcune fabbriche che non rispettano i più elementari diritti dei lavoratori e le retribuzioni stabiliti dai contratti nazionali (presente anche il PMLI, si veda l'articolo a parte). A Roma la mattina gli scioperanti si sono concentrati davanti i magazzini di FedEx, la multinazionale americana che vuole licenziare 6mila lavoratori in tutta Europa, la sera davanti alla SDA di Passo Corese, in provincia di Rieti. In mattinata gli studenti avevano manifestato davanti al Ministero della Pubblica Istruzione.
Giornata intensa a Napoli . Per circa 10 ore, dalle prime ore dell'alba fino alle 16, in centinaia tra lavoratori e lavoratrici, studenti, disoccupati e solidali hanno bloccato il Porto e gran parte delle arterie della città. Nel mirino alcune società operanti nello scalo partenopeo che licenziano e opprimono i lavoratori e i sindacati più combattivi che reclamano i loro diritti. In serata volantinaggio per denunciare il disastro sanitario nazionale e Campano e in solidarietà con i lavoratori del settore (presente anche il PMLI, si veda l'articolo a parte).
Contemporaneamente gli studenti e le studentesse dell'Università hanno occupato la Facoltà di Lettere. I motivi alla base dello sciopero sono centrali anche nel mondo dell'istruzione perché le università sono completamente fuori dalle priorità del governo. Chiedono una didattica mista e il ritorno in presenza con la garanzia del rispetto delle misure di contenimento dei contagi e, quindi, il superamento delle condizioni di precarietà e fatiscenza delle strutture, contro le proposte di rinvio della riapertura fino addirittura a Luglio.
Assemblea in piazza di lavoratori e studenti a Taranto . Manifestazioni nelle città più importanti della Sicilia. A Palermo si è tenuto un sit in combattivo davanti la prefettura con la presenza di delegazioni di lavoratori e lavoratrici dell'informazione, dello spettacolo e dei servizi ospedalieri privati, precari assistenti igienico-personale specializzati da nove mesi senza lavoro e senza alcun reddito, disoccupati. Le lavoratrici Ata delle scuole hanno denunciato l’attacco al diritto di sciopero del Governo con la connivenza dei Confederali del settore.
A Messina sono scesi in piazza i lavoratori disoccupati e le lavoratrici disoccupate organizzati dal Si Cobas per rivendicare che sia garantito il diritto ad un lavoro stabile e dignitoso, al salario e alla salute per tutti/e. A Catania si è invece tenuto un presidio studentesco per pretendere un rientro in sicurezza (presente anche il PMLI, si veda l'articolo a parte). Alla vigilia della riapertura delle scuole, poche sono le certezze degli studenti. Nessun intervento strutturale è stato preso in questi mesi per garantire il distanziamento a scuola e nei mezzi di trasporto.
Tante iniziate sparse in tutta Italia che lo sciopero del 29 gennaio promosso dall'Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi ha unificato e indirizzato contro governo e padronato, con una piattaforma che prevede, tra l'altro, l'introduzione di una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione, stipendio pieno ai cassintegrati, rinnovi contrattuali, un serio protocollo di prevenzione e contrasto dei contagi da CoVid 19 sui luoghi di lavoro, blocco dei licenziamenti e assunzioni nella sanità e nella scuola, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
Al momento la spina dorsale di questo movimento di lotta sono i lavoratori della logistica e il sindacato Si Cobas che in gran parte li rappresenta, assieme allo Slai Cobas e a lavoratori della sinistra Cgil. A questo proposito un gruppo di militanti dell'area Riconquistiamo Tutto (RT) ha fatto pressione sui dirigenti affinché questa, che si definisce Opposizione Cgil, dia il suo sostegno agli scioperi e alla piattaforma di questo percorso di lotta unitario che rappresenta una delle poche realtà che mette al centro gli interessi dei lavoratori e non quelli della borghesia e del capitalismo.
Se RT ancora tentenna c'è stato invece l'appoggio convinto e il sostegno del Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione, di cui fa parte anche il PMLI. Ci auguriamo che altre realtà politiche e sindacali si uniscano a questa lotta e che le Assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi siano radicate a livello regionale e locale (in alcune zone d'Italia ci sono già). Intanto salutiamo con gioa la riuscita questa importante mobilitazione a cui se ne dovrà aggiungere una successiva che preveda una manifestazione nazionale a Roma.

3 febbraio 2021