Gli inviati dell'amministrazione imperialista americana Blinken e Austin in Giappone e in Corea del Sud per rafforzare l'alleanza contro il socialimperialismo cinese

 
Il segretario di Stato Antony Blinken e il segretario alla Difesa Lloyd Austin in vista della loro partecipazione al primo incontro a alto livello fra Washington e Pechino in programma ad Anchorage, in Alaska, sono partiti dalla Casa Bianca con un piccolo anticipo di tre giorni per passare prima da Seul e Tokyo, il 15 e 16 marzo, dove hanno dato una lucidata ai rapporti della nuova amministrazione americana con i fidati alleati asiatici Corea del Sud e Giappone e consolidato la loro alleanza imperialista contro il principale concorrente, il socialimperialismo cinese, nella sfida per il dominio del mondo.
Senza troppi giri di parole lo spiegava chiaramente il segretario Blinken a Seul quando dichiarava che "il nostro viaggio nella regione fa parte dell'impegno dell'amministrazione Biden-Harris per rinvigorire e modernizzare le nostre alleanze e partnership in tutto il mondo che sono fondamentali e cruciali per la sicurezza e la prosperità del popolo americano", ossia per gli interessi dell'imperialismo americano. E quando metteva in evidenza che non era un caso che il primo viaggio di un membro dell'amministrazione Biden fosse stato in Corea del Sud a dimostrare che l'alleanza, imperialista, tra i due paesi è "il fulcro della pace, della sicurezza e della prosperità nell'Asia nord-orientale, nell'Indo-Pacifico e in tutto il mondo". Che poi il fulcro della pace sia stato consolidato sulla riaffermazione dell'impegno degli Usa per la difesa dell'alleato sudcoreano con la possibilità di usare "l'intera gamma di capacità statunitensi", leggi financo le armi nucleari, sulla conferma quindi degli accordi militari diretti contro Corea del Nord e Cina significa che a Seul si è parlato di una pace imperialista che lucida le armi per la guerra. Iniziando come ha fatto Blinken a Seul a accusare il nemico, dal sottolineare la necessità di affrontare "una serie di sfide alla sicurezza condivise nella regione" che sarebbero generate dalla "minaccia" rappresentata dalla Corea del Nord e dal "comportamento aggressivo e autoritario di Pechino" a partire dalla regione indo-pacifica, Birmania compresa.
Lo stesso copione veniva recitato il 16 marzo a Tokyo tra Blinken e Austin e i colleghi nipponici Toshimitsu Motegi e Nobuo Kishi con la variante della presenza di Taiwan al posto della Corea del Nord. I due ministri della Difesa, Austin e Kishi, ragionavano sul recente aumento del numero di aerei da guerra cinesi che attraversano la linea mediana nello stretto di mare tra la Cina continentale e l'isola di Taiwan e convenivano sulla necessità di studiare le modalità di intervento delle Forze di autodifesa giapponesi a fianco delle forze statunitensi presenti nella regione nel caso in cui Pechino volesse risolvere con la forza la questione dei rapporti con l'isola.
Al termine delle due tappe Blinken volava in Alaska al vertice con la delegazione cinese mentre Austin si dirigeva su Delhi per esortare i leader indiani che hanno stretto un importante accordo di cooperazione militare con la Russia a non acquistare attrezzature per la difesa da Mosca, inclusi i missili S-400 che arriveranno a fine anno, per evitare le sanzioni per ora solo ventilate ma già applicate per la stessa situazione alla Turchia dell'ex alleato Erdogan.
L'India guidata dal premier Narendra Modi è un pezzo non secondario della strategia dell'imperialismo americano di contenimento della Cina, è fa le altre membro del Dialogo di Sicurezza Quadrilaterale (Quad), il Forum promosso da Usa e Giappone con India e Australia, che Pechino ha bollato come la “Nato indo-pacifica” perché al momento la collaborazione a quattro si è evidenziata soprattutto nelle manovre militari che hanno iniziato a svolgersi regolarmente con cadenza annuale e con la partecipazione contemporanea delle forze di tutti e quattro i partner. Il progetto del Quad nasce in Giappone con una prospettiva più ampia e fa parte della Free and Open Indo-Pacific Strategy (Foip), la Strategia indo-pacifica libera e aperta, l'alternativa di Tokyo alla Nuova Via della Seta dei socialimperialisti cinesi. A questi progetti finora non ha voluto aderire la Corea del Sud che più che partecipare alle iniziative di confronto nel Mar Cinese Meridionale pensa a tenere il fronte Nord in stretta connessione con gli Usa.
La riunione del 12 marzo in videoconferenza del Quad, aperta del presidente americano Joe Biden che ha definito il gruppo un’arena “vitale” per la cooperazione nell’Indo-Pacifico, ha dato il via alla tappe della prima missione politica della nuova amministrazione della Casa Bianca nella regione che conferma la priorità data dall'imperialismo americano nella contesa col socialimperialismo cinese.

24 marzo 2021