Elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre
Destra e “sinistra” borghesi si contendono il comune di Bologna
Il Movimento delle “Sardine” sale sul carro del PD

Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
A mano a mano che si avvicina la data delle elezioni comunali a Bologna, il prossimo 3 e 4 ottobre, si vanno delineando gli schieramenti e le alleanze dei principali contendenti alla poltrona di sindaco sulla quale siede dal 2011 il PD Virginio Merola.
Matteo Lepore, assessore alla cultura della giunta uscente, che alle primarie ha battuto la renziana Conti, è sostenuto da PD, lista Matteo Lepore Sindaco, Anche tu Conti, Movimento 5 Stelle 2050, Lista Psi-Volt, Coalizione Civica per Bologna coraggiosa ecologista solidale (formata da Coraggiosa, Articolo 1, Coalizione civica e Possibile), Europa Verde. Il suo contendente principale è Fabio Battistini sostenuto da Forza Italia, Lega, FdI, Bologna ci piace, Popolo della famiglia.
La Sinistra unita per Bologna candida Addolorata Palumbo, Potere al Popolo Marta Collot, il PCL Federico Bacciocchi, Bologna Italexit Stefano Sermenghi (ex sindaco di Castenaso), 3V Verità-libertà Andrea Tosatto e la lista Movimento 24 agosto Luca Labanti. Coalizione civica, che raccoglie anche attivisti dei centri sociali, Lgbtqi, ecologisti, punta ad essere la seconda forza del “centro-sinistra” nell’ottica di costituire un partito unico del “centro-sinistra”, così come auspica lo stesso Lepore.
Anche la lista Sinistra Unita per Bologna raccoglie elementi e attivisti della “società civile” raccolti attorno a sindacalisti, al PRC e al PCI, e ipocritamente presenta 35 candidati anziché 36 per “lasciare uno spazio simbolico dedicato a tutte quelle persone che non possono candidarsi o votare perché senza documenti e senza diritti. Migranti, detenuti, persone senza documenti”, “Nel riconoscere i limiti di una società che non offre realmente rappresentanza a tutt*, si propone di ascoltare e portare anche le loro voci”, con la consapevolezza quindi di imbrigliare forze potenzialmente anticapitaliste all’interno delle imbelli istituzioni borghesi.
Dal canto suo il Movimento delle Sardine è scivolato nel pantano del partecipazionismo elettorale borghese con la candidatura di Mattia Sartori come indipendente nelle liste del Pd. Dopo aver occupato la sede del PD definendolo un “marchio tossico” dopo le dimissioni di Zingaretti, Sartori ha evidentemente trovato in Letta chissà quale nuovo “inizio”, o piuttosto ha visto i tempi e lo spazio giusto per “monetizzare” il lavoro fatto per impedire alla Lega di Salvini di prendersi l’Emilia-Romagna alle elezioni regionali del 2020. Ha così tentato di giustificarsi in una lettera alle Sardine: “Del resto, candidarsi non è forse la più alta forma di mobilitazione politica?” No! Candidarsi è la forma più bassa della mobilitazione politica, vuol dire illudersi e soprattutto illudere le masse che un reale e significativo cambiamento possa avvenire dentro alle istituzioni borghesi, dove invece le istanze delle masse vengono silenziate e le lotte depotenziate.
La più alta forma di mobilitazione politica è unirsi al PMLI per combattere le istituzioni borghesi, astenendosi alle prossime elezioni comunali a Bologna e battendosi per le città governate dal popolo e al servizio del popolo, che tali potranno essere solo una volta abbattuto il capitalismo e conquistata l’Italia unita, rossa e socialista!

8 settembre 2021