Risoluzione della Cellula “Il Sol dell'Avvenir” dell'isola d'Ischia del PMLI sul discorso del Segretario generale del Partito alla Commemorazione di Mao
Il discorso di Scuderi è colmo di insegnamenti, un grido tirtaico, incisivo e aggregante
Un intervento di grandissimo valore didattico, da imprimere nei testi di storia

Conclusa la giornata di Commemorazione del 45° della scomparsa di Mao, conclusa la visita alla Sede del Partito in via del Pollaiolo, che ci ha davvero lasciati senza parole per l’ampiezza, l’organizzazione, la ricchezza di materiali, per la biblioteca degna di un Partito che pone lo studio al centro dell’impegno di ogni compagno, conclusa l’esperienza con i compagni della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli che ci ha visti accomunati fraternamente, quando siamo tornati ad Ischia, il primo impegno è stato quello di leggere e studiare l’intervento di Scuderi, pubblicato integralmente su Il Bolscevico e sul sito del PMLI.
Fra le tante considerazioni da fare, resta impressa la rivelazione del rifiuto del Partito di partecipare alla manifestazione cinese dell'epoca. Una decisione coraggiosa, forte, esemplare che la dice lunga sulla capacità dei nostri compagni dirigenti di essere sinceramente coerenti, a qualsiasi costo. Una decisione che oggi ci permette di andare avanti a testa alta, di criticare la svolta vergognosa e fascista dei dirigenti del PCC. L’abbiamo vista come una sfida, ancora una volta quella di Davide e Golia e noi, piccoli ma forti delle nostre passioni e della nostra fedeltà agli insegnamenti del Maestro Mao, certamente vincitori.
Ovviamente, siamo stati ben lieti di ascoltare l’analisi di Scuderi, lucida e ampia, che ci ha permesso di approfondire le conoscenze sul revisionismo italiano, su un PCI che ci ha visto da giovani, scendere in piazza e combattere, convinti di essere dalla parte giusta, ma che in realtà, ha ingannato tanti compagni, ha sistematicamente programmato il tradimento degli insegnamenti dei Maestri del socialismo, alla ricerca di un potere parlamentare e clientelare che non ha nulla a che fare con la via dell’Ottobre.
Lo studio del discorso del compagno Scuderi ci ha offerto la conoscenza attenta e documentata di personaggi come Gramsci e Togliatti che ancora oggi, in maggioranza, pensatori e militanti di ogni parte politica, ritengono depositari del pensiero socialista e ignorano invece, il legame con una cultura idealista, filosoficamente hegeliana, politicamente pronta al compromesso, ad optare per scelte che non hanno contribuito e non contribuiscono a costruire una società socialista.
Di grande interesse l’intervento sul revisionismo di Krusciov, denunciato da Mao che affermò tra l’altro, “leggendo i suoi scritti e discorsi, tutti possono convincersi con i propri occhi del revisionismo di Krusciov” . Un’analisi lucida e sferzante, dai toni inconfutabili; nel contempo, un invito a studiare Mao. Ecco perché il discorso del compagno Scuderi è di grandissimo valore didattico. Le sue parole sono da imprimere nei testi di storia, quei testi che ipocritamente dicono ben altro. Secondo noi, che veniamo dal mondo scolastico nel ruolo di ex insegnanti e di giovani studenti, una scuola onesta dovrebbe tener conto di contributi come quello del nostro Segretario generale, perché lo studio della storia possa essere onesto, corretto e documentato. Su quegli stessi testi di storia dove non mancano altre falsità riguardanti l’opera del grande timoniere Mao, con particolare riferimento alla Rivoluzione Culturale, presentata ai giovani come un atto di violenza. Ecco perché giustamente, Scuderi ripropone quanto scrive Mao secondo cui la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese “tende a risolvere il problema della concezione del mondo” .
Abbiamo approfondito, nell’incontro della nostra Cellula, questa affermazione e secondo noi essa è di un’importanza di grande rilievo perché fa capire che l’opera di Mao incide profondamente nella comprensione del mondo, sollecita una visione del mondo che non è dogmatica, che non è legata agli insegnamenti politici, culturali e morali di una parte del mondo, di quella borghesia che deve essere distrutta, ma si alimenta invece, di ricerca, di analisi, di scelte precise che impongono un giusto spartiacque che separa sfruttati e sfruttatori, il mondo di chi si affida a soluzioni trascendentali da quello che le considera, alla stregua di Marx, sovrastrutture; il mondo di chi non abbandona sistemi arcaici da quello che tende al futuro. E la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria rappresenta il futuro, quello che i revisionisti cinesi hanno oscurato attraverso la creazione di un fascismo colorato di rosso e addobbato con una falce e un martello che non appartiene a nessun traditore cinese di ieri e di oggi.
Ma Scuderi, nel suo discorso, avanza anche delle proposte sui nostri comportamenti. In primo luogo, ci sollecita a non trascurare lo studio perché solo attraverso lo studio possiamo corazzarci contro le eventuali sirene delle borghesia che lui identifica come il Rizzo di turno. Ma anche per controbattere chi oggi sorride quando sente parlare di marxisti-leninisti, “soggetti di un’epoca antichissima”. È questa l’espressione infatti, di una nostra occasionale interlocutrice, un’espressione che denota ignoranza e assuefazione ad un modo di pensare scevro da ogni visione critica. Studiare la nostra storia politica, i testi dei nostri Maestri significa infatti, rafforzare le nostre “difese immunitarie” che ci permetteranno di affrontare e battere ogni tipo di virus borghese. Ma la strada per controbattere certi luoghi comuni, e qui ci troviamo dinanzi all’ennesimo insegnamento lanciato dal compagno Scuderi, dev'essere la nostra capacità di confrontarci, di scendere in campo, di non temere l’esiguità delle nostre forze, l’appartenenza ad una minoranza, perché sono le minoranze che hanno fatto la storia e i comunisti lo hanno dimostrato nel mondo.
Per fare questo occorre la tenacia, la costanza, la continuità della nostra azione, e Scuderi esprime quest’ultimo insegnamento, non tanto con le parola quanto con l’esempio della sua vita e di quella sua eccezionale ed esemplare vitalità che dovrebbe far vergognare un giovane quando si sente stanco e scoraggiato. E a noi che lo abbiamo sentito dal vivo, con tanto entusiasmo, è parso di sentire non solo una voce ma soprattutto un grido tirtaico, incisivo e aggregante.
Forti di queste conoscenze, di queste nuove armi culturali e politiche, e soprattutto di un rinnovato entusiasmo, la Cellula “Il Sol dell’Avvenir” ritiene doveroso mettersi al lavoro al più presto, per avviare un programma che permetta di diffondere sull’isola la conoscenza del Partito, della sua storia, delle sue lotte, delle sue scelte, di radicare il Partito su un territorio che ha bisogno della nostra massima attenzione, di promuovere fra i giovani, iniziative capaci di avvicinare il mondo della scuola al marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
Noi ce la metteremo tutta e se oggi, a testa alta, possiamo vantare di aver creato la nostra Cellula, e abbiamo la possibilità di dire “ce l’abbiamo fatta”, sin d’ora possiamo affermare con certezza che continueremo la nostra marcia, proprio nel segno di quanto affermato dal compagno Scuderi e nel rispetto dei suoi insegnamenti.

 

Cellula “Il Sol dell’Avvenir” dell’isola d’Ischia del PMLI
 

3 novembre 2021