Hamas rilascia prigionieri ma Israele nazisionista continua a occupare Gaza e Cisgiordania
Uccisi 215 palestinesi, di cui 55 bambini in Cisgiordania. Arrestato il direttore dell'ospedale di Gaza con l'accusa di aver favorito Hamas. L'ex premier israeliano Barak: “Bunker e tunnel sotto l'ospedale Al Shifa li costruì Israele”
La tregua nei combattimenti inizialmente definita per quattro giorni, scattata a partire dal 24 novembre, "è una vittoria politica ottenuta sulla base della vittoria della resistenza sul campo", una vittoria del "popolo di Gaza che è riuscito a costringere il regime sionista ad accettare le condizioni per una tregua attraverso la sua resistenza, tenacia e determinazione”, dichiarava Ismail Haniyeh, il capo dell'Ufficio politico del Movimento di resistenza islamica palestinese Hamas da Doha in Qatar, dove è rifugiato assieme ad altri dirigenti della Resistenza. "Il regime sionista ha quasi completamente distrutto Gaza e ha iniziato un massacro di massa e sta cercando di spostare le persone dal nord al sud e di spingerle in Egitto. Il mondo e le organizzazioni internazionali devono prendere posizione contro questi crimini e portare i criminali di guerra di questo regime davanti all’Aia e ai tribunali internazionali", aggiungeva il leader palestinese, sottolineando che "il nemico non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, tranne che per l'uccisione di donne, bambini e cittadini e la distruzione delle loro case", dato che “il numero dei martiri a Gaza supera le 14.000 persone, il 65% dei quali sono donne e bambini".
Il cosiddetto "diritto alla difesa" dei nazisionisti, ripetuto a oltranza dalla canea imperialista che li sostiene incondizionatamente per coprire il massacro dei palestinesi, secondo il bilancio aggiornato al 24 novembre dal legittimo governo di Hamas a Gaza e confermato sostanzialmente da Amnesty International, ha causato 14.854 morti, di cui 6.150 minorenni e 4.000 donne, altri 36.000 palestinesi sono feriti. Sempre riferito allo stesso periodo, secondo l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) in Cisgiordania sono almeno 215 i palestinesi, tra i quali 55 bambini, uccisi dalle forze di occupazione, più di 3 mila gli arrestati. Cifre che evidenziano i palesi crimini dei terroristi sionisti di Tel Aviv che da macellai impuniti dichiarano di voler continuare con la guerra per almeno altri due mesi, come ha sostenuto il ministro della Guerra di Tel Aviv, Yoav Gallant, e di continuare con l'occupazione di Gaza e Cisgiordania al termine dell'accordo temporaneo sul rilascio dei prigionieri, che al momento in cui scriviamo è stato prorogato per altri 2 giorni.
La vigilia dell'intesa sulla tregua raggiunta con la mediazione di Qatar e Egitto e scattata alle 7 del 24 novembre per avviare il primo scambio tra prigionieri, poteva essere caratterizzata da due immagini. La prima era quella del 15 novembre di una pattuglia dell'esercito occupante sionista schierata sugli scranni del parlamento palestinese a Gaza, in una posa orgogliosa che poteva ricordare quella simile del gruppo di militari della Guardia Civil spagnola dentro il parlamento di Madrid durante il fallito golpe del 23 febbraio 1981; scattata l'immagine ricordo, i militari facevano saltare in aria la sede del parlamento palestinese di Gaza legittimamente eletto nel 2006, un atto formale di terrorismo di Stato del regime nazisionista, di un paese che la canea imperialista glorifica come "l'unica democrazia della regione", quella democrazia borghese che distrugge le sedi parlamentari democratiche se non appartengono a alleati o complici.
La seconda immagine era quella dei soldati sionisti che il 14 novembre portavano le incubatrici nell'ospedale di Al Shifa a Gaza dove i neonati morivano per causa loro, una operazione palesemente e vergognosamente propagandistica. Infatti le portavano tra le rovine di reparti distrutti dalle loro bombe, con attività sanitarie pressoché bloccate dalla mancanza di luce e acqua tagliate da Tel Aviv. L'attività dei "benefattori" soldati sionisti era una copertura del macello del popolo palestinese e si affiancava a quella di altre immagini sui tunnel scoperti sotto l'ospedale che nella propaganda sionista, ripetuta ossessivamente sui media imperialisti, avrebbero dovuto provare la presenza di un comando della resistenza palestinese "protetto" dalla struttura sanitaria. Il tunnel sotto l'ospedale era distrutto dagli occupanti poco prima dell'inizio della tregua. Due considerazioni: i primi tunnel sotto l'ospedale non li ha costruiti la resistenza palestinese ma gli occupanti sionisti una quarantina di anni fa per ampliare l’area dell’ospedale che era troppo limitata, come ha rivelato l'ex premier laburista Ehud Barak, quanto all'uso da parte di Hamas è ancora tutto da dimostrare. In ogni caso, la seconda considerazione, nulla può giustificare, secondo gli accordi internazionali a partire dalla Convenzione di Ginevra e successivi protocolli, gli attacchi a strutture e personale medico, così come ai civili. Sono crimini di guerra, commessi in Ucraina dall'aggressore Putin, a Gaza e in Cisgiordania dagli occupanti nazisionisti, un parallelo ignorato opportunisticamente dagli ipocriti governanti imperialisti che sostengono sia Kiev che Tel Aviv. E che avallano senza neanche osare un minimo distinguo l'ennesima violazione delle convenzioni internazionali commessa dai nazisionisti con l'arresto del direttore dell'ospedale Shifa di Gaza, Muhammed Abu Salmya, fermato mentre cercava di raggiungere la zona meridionale della Striscia, passando lungo il "corridoio umanitario", la via "sicura" creata dall'esercito occupante e più volte da loro bombardata. Il sanitario palestinese era accusato di aver favorito Hamas con la copertura del presunto comando militare nel tunnel sotto l'ospedale.
I criminali attacchi contro le strutture ospedaliere da parte dell'esercito sionista proseguivano fino a un minuto prima dell'entrata in vigore della tregua, con l'irruzione nell'ospedale indonesiano nel nord di Gaza dove gli occupanti uccidevano una donna e ferivano altri tre ricoverati. L'ospedale a Beit Lahiya è stato costruito nel 2011 con i fondi provenienti da donazioni indonesiane; ricordiamo che l'Indonesia non riconosce lo Stato di Israele mentre fin dal 1988 ha riconosciuto lo Stato palestinese e dopo l'attacco della resistenza palestinese del 7 ottobre e l'avvio del macello sionista a Gaza il governo di Jakarta ha chiesto un cessate il fuoco immediato e ha denunciato che all’origine del conflitto ci sono le politiche e l’occupazione da parte di Israele dei territori palestinesi.
Più di una volta il premier sionista Benjamin Netanyahu ha ripetuto che il suo governo sarebbe impegnato a ridurre "al minimo le morti dei civili a Gaza" nelle quasi quotidiane pantomime col protettore imperialista americano che fa finta di chiedergli di rispettare i civili e poi continua a mandargli armi per quello che i numeri dimostrano essere il macello dei palestinesi. Il nuovo Hitler nazisionista lo ha ripetuto anche al premier spagnolo Pedro Sanchez, presidente di turno della Ue, in visita in Israele il 24 novembre assieme al premier belga Alexander de Croo che guiderà l’Unione nel prossimo semestre. Alle autorità sioniste Sanchez ha chiesto il rispetto del diritto internazionale nella risposta agli attacchi di Hamas, un principio ripetuto nella visita al valico di Rafah, dal lato egiziano della striscia di Gaza dove ha sostenuto che "confermo il diritto di Israele a difendersi, ma all’interno dei parametri e dei limiti che impone il diritto internazionale umanitario. E ciò non sta avvenendo. Il massacro indiscriminato di civili innocenti, compresi migliaia di bambini e bambine, è completamente inaccettabile". Ha sostenuto che la tregua appena iniziata era insufficiente e che c'era bisogno di un cessate il fuoco permanente e ha concluso affermando che il suo governo potrebbe prendere una decisione unilaterale sul riconoscimento dello Stato palestinese se l'Unione europea non lo farà. Una voce fuori dal coro della Ue imperialista che gli arroganti sionisti hanno definito un "appoggio al terrorismo", come definiscono qualsiasi affermazione non allineata al servizio dell'occupazione e della mattanza dei palestinesi. In altri casi, vedi le denunce della pur alleata Giordania il cui ministro degli Esteri Ayman Safadi nell'intervento del 27 novembre al Forum per l'Unione del Mediterraneo di Barcellona ha chiesto "la fine della brutale aggressione" di Tel Aviv contro la Striscia di Gaza, le ignorano arrogantemente.
Con ben altri sorrisi i rappresentanti sionisti hanno accolto il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto che sempre il 24 novembre è sbarcato a Tel Aviv per salutare la liberazione dei bambini prigionieri di Hamas, non anche di quelli palestinesi rinchiusi nelle carceri e liberati in cambio, per sostenere che quello era un risultato anche dell'iniziativa dell'Italia, anzitutto del premier Meloni, senza specificare in che modo, e per appoggiare il tentativo sionista di liquidare fisicamente Hamas e nominare altri rappresentanti palestinesi compiacenti. Una figura vergognosa quella di Crosetto, una marchetta a favore dell'imperialismo italiano e della neofascista Meloni.
Dei bambini palestinesi imprigionati nelle carceri sioniste non si è dimenticato solo Crosetto ma tutta la paranza schierata nella campagna propagandistica dell'imperialismo che riempie i notiziari a favore della rappresaglia di Netanyahu. Ce li ricorda invece una recente denuncia di Save the Children, secondo la cui indagine sono quasi un migliaio all'anno i bambini palestinesi della Cisgiordania che passano dalle carceri militari sioniste accusati principalmente del lancio di pietre e rischiano fino a 20 anni di carcere. Denuncia l'organizzazione umanitaria che i palestinesi “sono gli unici bambini al mondo a essere sistematicamente processati da tribunali militari, con processi iniqui, arresti violenti, spesso notturni e interrogatori coercitivi. In prigione sono sottoposti ad abusi emotivi e fisici, l’assistenza sanitaria e il sostegno psicosociale sono per loro molto limitati”, nonostante che il regime sionista abbia ratificato la Convenzione dei Diritti del Bambino nel 1991. E da Stato terrorista e razzista non li rispetta quando riguardano i palestinesi, così come rispetta la sovranità degli Stati confinanti non sulla base del diritto internazionale ma solo in base ai suoi interessi egemonici locali e il 26 novembre ha mandato i suoi caccia a colpire nuovamente in Siria, questa volta è toccato all'aeroporto di Damasco.

29 novembre 2023