La prefettura “non poteva non sapere”
L'inferno del Cpr di Milano
Sequestrato il Centro di permanenza per i rimpatri​

Redazione di Milano
Lo scorso 13 dicembre la Procura di Milano ha disposto il sequestro preventivo d'urgenza della Martinina, la società privata di Ponte Cagnano (Salerno) che gestisce il Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) di via Corelli a Milano.
Il primo dicembre, nel corso di un'indagine per frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta nei confronti della società e dei suoi amministratori Consiglia Caruso e Alessandro Forlenza, condotta dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, era scattato un blitz a sorpresa e videoregistrato all'interno della struttura da parte della Guardia di Finanza che aveva rivelato l'inferno in cui i migranti erano costretti a vivere. La struttura era di fatto lasciata priva di gestione e mancavano tutti i servizi fondamentali perché, pur di arricchirsi, la società non utilizzava i fondi che le venivano corrisposti per il mantenimento di chi era trattenuto.
Nella documentazione raccolta dai magistrati vi sono testimonianze di alcuni ex operatori della Martinina, oltre che foto e video, dove risulta chiaro si trattasse di un vero e proprio lager. Ai migranti veniva somministrato cibo avariato che spesso provocava intossicazioni alimentari, non vi era adeguata assistenza medica nemmeno per casi gravi, come persone malate di tumore, e nell'ambulatorio mancava tutto, bende, disinfettanti, guanti, dispositivi di protezione individuale. Le camere erano sporche con materassi buttati a terra su pavimenti sporchi di sangue, i bagni otturati e le docce spesso inutilizzabili. Vi sarebbe stato abuso di psicofarmaci senza necessità terapeutiche e si ipotizza circolasse anche droga. Queste condizioni di vita disumane hanno fatto registrare vari tentativi di suicidio e atti di autolesionismo.
A seguito di quanto emerso i pm avevano intenzione di chiedere l'interdizione della società che gestisce il Cpr dalla possibilità di stipulare nuovi contratti con la Pubblica Amministrazione e per il 15 dicembre era già stata fissata un'udienza con il Gip ma si è scoperto che a metà novembre la prefettura aveva già rinnovato il contratto per l'intero 2024 e quindi l'eventuale accoglimento della richiesta sarebbe stato inutile, per cui si è deciso di adottare la procedura d'urgenza con il sequestro immediato per bloccare “la situazione di illegalità in atto”, come si legge nell'ordinanza del Gip di Milano Livio Cristofano.
Le associazioni a difesa dei diritti dei migranti che hanno redatto i dossier grazie ai quali è stata aperta l'indagine della magistratura denunciano come in realtà la prefettura conoscesse da tempo le condizioni in cui versava la struttura perché tutte le volte in cui tra il 2021 e il 2023 sono entrati hanno sempre avuto come interlocutore un loro funzionario al quale avevano esposto tutti i problemi ma, nonostante le decine di segnalazioni, si è sempre fatto finta di niente.
Poiché la stessa prefettura, subito dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta della procura, aveva dichiarato che nell'ambito della sua attività di monitoraggio erano emerse criticità gestionali e aveva avviato un procedimento amministrativo verso la Martinina per alcune condotte ritenute contrarie agli obblighi contrattuali conclusosi con una maxi sanzione, ci si chiede perché il contratto sia stato rinnovato per un altro anno e da più parti si auspica un allargamento dell'indagine anche sulle responsabilità della stessa prefettura, che supervisiona la gestione del centro per conto del Viminale.
In realtà quella di Milano, al di là della grave vicenda giudiziaria, non è un'eccezione e il vero problema non è il controllo della gestione dei Cpr perché trattandosi di un inaccettabile strumento razzista, essi non dovrebbero proprio esistere. Il vergognoso business milionario che le società e le cooperative private fanno sulla pelle dei migranti non può essere più tollerato e tutte queste strutture, non solo quella di Milano, devono essere immediatamente chiuse.

10 gennaio 2024