7 mila militanti al Capodanno di lotta all'ex Gkn
Castellina del Manifesto trotzkista getta acqua sul fuoco: “Non si tratta di occupare il Palazzo d'Inverno”
il Tribunale del lavoro di Firenze annulla i licenziamenti

Oltre 7 mila militanti: operai di altre fabbriche in lotta, solidali, studenti dei Collettivi medi e universitari, Centri sociali, delegati sindacali, rappresentanti di varie realtà ecologiste e associazioni ambientaliste fra cui i No Tav e folte delegazioni di attivisti impegnati nella lotta contro la guerra e per la liberazione della Palestina provenienti da varie parti d'Italia e perfino dall'estero, hanno preso parte il 31 dicembre al Capodanno di lotta organizzato dal Collettivo di fabbrica della ex Gkn davanti ai cancelli dello stabilimento di Cambi Bisenzio (Firenze).
Una grande vittoria politica, organizzativa e sindacale che, come hanno evidenziato gli indomiti lavoratori della ex Gkn durante gli interventi dal palco: “segna l'inizio di un anno nuovo” di lotta contro i licenziamenti, le delelocalizzazioni selvagge e a sostegno del progetto di reindustrializzazione elaborato dal Collettivo di fabbrica della ex Gkn in collaborazione con un gruppo di ricercatori e ingegneri della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed esperti solidali per dare vita (attraverso una raccolta fondi lanciata su Internet, l'intervento del credito cooperativo e una campagna di azionariato popolare guidata dalla cooperativa GFF – Gkn For Future) a una fabbrica pubblica e socialmente integrata col territorio in grado di produrre pannelli solari di ultima generazione e cargo bike.
Per l'occasione fuori dai cancelli della fabbrica era stato allestito un grande palco per i concerti e gli interventi, mentre all’interno era organizzato uno spazio bimbi autogestito, aree per l'ospitalità e il pernottamento, uno spazio relax con musiche e canti ispirati alla Resistenza e alle lotte operaie, il servizio mensa, i tavoli per mangiare, un sevizio d'ordine e di assistenza medica ecc., coordinati da un’organizzazione impeccabile e dai vari responsabili di settore per “festeggiare” non solo i due anni e mezzo di resistenza e di lotta, ma anche la sentenza del Tribunale del lavoro di Firenze che il 27 dicembre ha accolto il ricorso per condotta antisindacale (art. 28 dello Statuto dei lavoratori) promosso dai lavoratori tramite la Fiom Cgil contro QF, la società in liquidazione di Francesco Borgomeo che oggi è proprietaria della ex Gkn, per aver violato gli obblighi di informazione e comunicazione previsti per la procedura di licenziamento collettivo dei 185 lavoratori rimasti e licenziati per la seconda volta il 18 ottobre scorso dal nuovo padrone Francesco Borgomeo che dal 23 dicembre 2021 ha rilevato lo stabilimento.
Subito dopo la mezzanotte, il nuovo anno è stato salutato dai manifestanti con un breve ma combattivo corteo che si è snodato lungo i viali antistanti lo stabilimento. Al canto dell'ormai storico inno di lotta “Occupiamola fino a che ce ne sarà” composto e lanciato dai lavoratori Gkn intervallato da slogan contro la guerra e per la liberazione della Palestina, il corteo è sfilato lungo i cancelli del vicino stabilimento di Leonardo-Finmeccanica e poi ha fatto sosta davanti al deposito di Mondo Convenienza in Via Gattinella al centro di un'altra combattiva vertenza promossa e vinta lo scorso novembre dopo 160 giorni di sciopero dal Si Cobas Parato-Firenze.
Nel corso del suo intervento dal palco, Dario Salvetti, Rsu ex Gkn, ha scandito: "Andiamoci a prendere il futuro, smettiamo di vivere in un eterno presente senza prospettiva, proviamo a vincere in Gkn per dare un esempio contagioso a questo paese e al resto d'Europa, perché non sia solo il nuovo anno, da fare passare
invano, ma perché sia un nuovo anno".
Tra gli intervenuti anche Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti repubblichini a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943, e la trozkista ex “Il Manifesto” Luciana Castellina la quale, invece di spronare i lavoratori a innalzare il livello di lotta contro il governo neofascista Meloni che fino ad oggi si è completamente disinteressato della vertenza Gkn e rivendicare un intervento pubblico per salvare lo stabilimento dalla speculazione immobiliare di Borgomeo e rilanciare la reindustrializzazione della fabbrica come chiedono i lavoratori, ha invece gettato acqua sul fuoco affermando fra l'altro che: “Siamo di fronte alla prima grande crisi del capitalismo. Dobbiamo combattere l'illusione che con un po' di lotta poi si torna al bel tempo del compromesso sociale. Oggi dobbiamo capire cosa vuol dire rivoluzione. Quella che conosciamo occupò il Palazzo d'Inverno, oggi se andassimo a occupare Palazzo Chigi non ci troveremmo nessuno, perché il capitalismo sta da un'altra parte. Io credo che dobbiamo reinventarci un altro tipo di società, come fa il movimento ambientalista. Io la rivoluzione oggi la chiamo: decrescita comunista".
Insomma, secondo Castellina, il proletariato deve arrendersi al capitalismo, rinunciare alla lotta di classe, alla rivoluzione, alla conquista del potere politico e al socialismo e accontentarsi di “costruire dal basso un’altra società dove la felicità sia lavorare meno e studiare tutti”. Teorizzazioni degne di un'impareggiabile imbrogliona trozkista tra l'altro smentite a tambur battente proprio dalla lotta e dalla determinazione dei lavoratori capaci di sventare con una grande manifestazione di piazza la fatidica “ora X” che nei piani di Borgomeo doveva segnare il perfezionamento dei licenziamenti, la fine della vertenza Gkn-QF e lo sgombero dello stabilimento per darlo in pasto alla speculazione immobiliare.
Dal primo tentativo di licenziamento collettivo del 9 luglio 2021 annunciato via mail agli allora 429 lavoratori Gkn dai vertici della multinazionale inglese Melrose (anch’esso fermato dal giudice del lavoro per condotta antisindacale il 20 settembre 2021) sono passati due anni e mezzo, ma tra i lavoratori la voglia di lottare è ancora tanta.
“La sentenza del Tribunale del lavoro del 27 dicembre scorso – ha chiarito il Collettivo di fabbrica in una nota diffusa sui social - ha solo annullato la procedura di licenziamenti. Senza reindustrializzazione, i licenziamenti ripartiranno. Senza intervento pubblico, non ci sarà reindustrializzazione. Il governo tifa evidentemente speculazione e licenziamenti. La Regione intervenga con intervento pubblico diretto o indiretto. Noi siamo pronti a metterci la classe dirigente dal basso, operaia e sociale, in grado di dare vita a una fabbrica socialmente integrata... Non torneremo alla normalità, perché la normalità ha partorito tutto questo. Ci meritiamo una nuova normalità: un polo delle energie rinnovabili e della mobilità leggera”.
Tra qualche settimana Borgomeo quasi sicuramente tornerà alla carica con una nuova procedura di licenziamento collettivo. Perciò gennaio e febbraio saranno mesi cruciali per la vertenza, innanzitutto per la proroga della cassa integrazione scaduta il 31 dicembre e per la lotta in generale che, assicurano i lavoratori andrà avanti “fino a che ce ne sarà”.

10 gennaio 2024