Saluto di Denis Branzanti alla Commemorazione di Cavriago
Cavriago ha un legame stretto e speciale con Lenin, che ha aperto la strada per la conquista del socialismo

Pubblichiamo qui di seguito il discorso integrale, che non è stato interamente letto per rientrare nei tempi stabiliti
Care compagne e cari compagni,
porgo a tutti voi un caloroso benvenuto a questa Commemorazione pubblica nel 100° anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale Vladimir Ilic Ulianov Lenin, organizzata dal Partito marxista-leninista italiano e copromossa da Socialismo Italico, Confederazione delle Sinistre Italiane, Associazione di Amicizia e Solidarietà Italia-Repubblica Popolare Democratica di Corea, con le adesioni delle Federazioni di Prato e del Valdarno Aretino del Partito della Rifondazione Comunista, del Partito Comunista Italiano Federazione di Prato, Inventare il futuro e La Città futura.
Ringrazio tutti i presenti, a partire dalle delegazioni di militanti e simpatizzanti del PMLI giunte da fuori regione, dalla Toscana, dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Liguria, tutti i sostenitori di Lenin presenti, anch’essi in parte giunti da fuori regione per presenziare a questa storica manifestazione nazionale.
Sono oramai una ventina di anni che il PMLI.Emilia-Romagna organizza manifestazioni pubbliche qui in piazza Lenin, che prima si tenevano in occasione della sua nascita e successivamente in occasione della sua scomparsa, su indicazione dell’Ufficio politico e personalmente del compagno Giovanni Scuderi. In precedenza l’UP tramite il deceduto compagno Bruno Ferrari, custode del busto di Lenin, ogni anno deponeva un mazzo di gerbere rosse ai piedi del monumento.
Per tanti anni lo abbiamo fatto da soli, poi col tempo anno dopo anno, siamo riusciti a coinvolgere sempre nuovi e diversi soggetti politici che si sono uniti a noi marxisti-leninisti dando vita a iniziative che hanno avuto una partecipazione sempre più numerosa.
Anche quest’anno, in una data così importante, avremmo voluto che questi soggetti fossero presenti, ma c’è chi ha ritenuto che ciò che divide è più importante di ciò che unisce, più importante di rendere il doveroso omaggio a Lenin. Ma questo non vale per noi, la storia si sa la fa chi c’è, e non chi non c’è, e noi ci siamo e ci saremo!
Tanto più che non siamo presenti solo qui a Cavriago, siamo presenti anche a Napoli, dove il PMLI e altre organizzazioni politiche stanno rendendo omaggio a Lenin, in sostituzione della manifestazione che si sarebbe dovuta tenere a Capri di fronte al monumento eretto in sua memoria, ma che in questo momento è irraggiungibile a causa dell’allarme arancione diramato dalla Regine Campania a causa del maltempo, e che ha impedito la navigazione di aliscafi e traghetti e la possibilità di tenere iniziative pubbliche sull’isola.
Sia Cavriago che Capri hanno un legame speciale con Lenin.
Cavriago ha dedicato una piazza a Lenin, e ospita 2 busti del grande Maestro del proletariato internazionale, uno è questo, mèta politica di riflessione per tantissimi comunisti e suoi sostenitori, ed è una copia dell’originale che dopo essere stato rinchiuso per 10 anni nell’ex biblioteca municipale, dopo una serie di iniziative avviate dall’attuale amministrazione comunale, è stato spostato nell’emeroteca del centro culturale Multiplo dove è ora visibile al pubblico, in un’altra data, casuale per l’amministrazione, ma importante per noi marxisti-leninisti, e cioè il 5 marzo scorso, anniversario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale Stalin, iniziativa alla quale era presente anche l’Organizzazione di Biella del PMLI, che ringraziamo nuovamente.
Il busto originale è stato donato a Cavriago dall’ambasciata di Roma dell’URSS revisionista in occasione dell’intitolazione di questa piazza a Lenin, avvenuta il 19 aprile del 1970 per celebrare il centenario della sua nascita.
Il busto, realizzato nel 1922 dagli operai della città ucraina di Vorošilovgrad (oggi Lugansk) e collocato originariamente di fronte alla fabbrica statale di locomotive a vapore Luganskij, venne rubato dalle canaglie della milizia fascista durante la campagna italiana di Russia dalla sede del Partito Comunista di Woroscilowsgrad il 22 luglio del 1942 e portato in Italia. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il busto venne ritrovato in Toscana e restituito all’ambasciatore sovietico a Roma, che poi appunto lo donò alla popolazione di Cavriago.
Ma il legame di Cavriago con Lenin ha inizio ancora prima ed è ancor più stretto, perché il 6 gennaio del 1918 il circolo cavriaghese del Partito Socialista Italiano approvò una mozione a sostegno del giornale socialista “Avanti!” e del suo direttore per “l’incessante lotta che continuamente combattono per il trionfo dell’intransigenza assoluta e di approvazione del programma degli spartachisti tedeschi e il programma del Soviet di Russia, e plaudono il suo capo Lenin per l’instancabile opera che sostiene contro i reazionari sostenitori dell’imperialismo”. L’iniziativa venne plaudita il 6 marzo 1919 durante il primo Congresso della Terza Internazionale che si teneva a Mosca, dallo stesso Lenin che ne ebbe notizia tramite un articolo pubblicato su l’“Avanti!”: “Compagni, si tenta di isolarci dal resto del mondo in modo tale che noi riceviamo i giornali socialisti degli altri Paesi come una grande rarità. Come una rarità ci è pervenuto un numero del giornale socialista Avanti!. Vi leggo una corrispondenza sulla vita del partito da una località chiamata Cavriago - un piccolo paese, evidentemente, perché non si trova sulla carta geografica - e vedo che gli operai, dopo essersi riuniti, hanno approvato una risoluzione in cui si esprime simpatia al giornale per la sua intransigenza e dichiara di approvare gli spartachisti tedeschi.
Ebbene, quando leggiamo una tale risoluzione di una qualsiasi sperduta Poscekhonie italiana, possiamo dire a buon diritto che le masse italiane sono per noi, che le masse italiane hanno capito cosa sono i socialisti russi”.
Il 6 settembre 1921 il consiglio comunale di Cavriago, governato a maggioranza dal Partito Comunista, e che di lì a poco dovette dimettersi in seguito alle violenze delle squadracce fasciste, approvò una donazione con queste parole: “Accogliendo l’invocazione di dolore e di fame che i fratelli della Russia lanciano al mondo troppo estraneo alla grande sventura, interpretando nel soccorso oltre all’aiuto materiale, la morale assistenza, l’incoraggiamento al Governo proletario sovietista delibera di elargire un sussidio non inferiore a £ 500”.
A Capri, invece, dopo approvazione di una delibera comunale fu realizzato nel 1968 un monumento dedicato a Lenin, dal famoso scultore Giacomo Manzù al quale l'ambasciata sovietica in Italia commissionò l'opera, composta da diversi blocchi di marmo alti 5 metri su cui svetta un busto di Lenin, e che si trova nei "Giardini di Augusto'' ai piedi della casa del grande scrittore russo Massimo Gorkij dove Lenin fu ospite durante l'esilio a Capri nel 1908 e nel 1910.
Oggi, qui a Cavriago i presenti danno grande forza a questa manifestazione, trasmettono la determinazione, l’organizzazione e la passione rivoluzionaria di chi si ispira a Lenin, ma anche coloro che oggi non sono presenti spingono avanti e in alto le Commemorazioni di Lenin, a partire dal Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, del quale leggeremo in seguito un messaggio di saluto, assente qui stamani per motivi di sicurezza, così come faremo anche per altri sostenitori di Lenin che ci hanno inviato messaggi dall’Italia e dall’estero.
 
Come ha detto il suo più stretto compagno d’armi e continuatore della sua opera, Josif Vissarionovic Dzugasvili Stalin: “Lenin è stato e rimane il discepolo più fedele e coerente di Marx ed Engels, un discepolo che si è basato interamente e completamente sui principi del marxismo. Ma Lenin non è soltanto stato I’esecutore della dottrina di Marx ed Engels. Egli è stato nello stesso tempo il continuatore di questa dottrina. Che cosa significa ciò? Significa che egli ha sviluppato ulteriormente la dottrina di Marx ed Engels in conformità con le nuove condizioni di sviluppo, con la nuova fase del capitalismo, con l’imperialismo. Significa che sviluppando ulteriormente la dottrina di Marx nelle nuove condizioni della lotta di classe, Lenin ha apportato al comune tesoro del marxismo qualcosa di nuovo rispetto a quanto era stato dato da Marx ed Engels, rispetto a quanto si poteva dare nel periodo del capitalismo preimperialistico, e quel che di nuovo ha apportato di Lenin al tesoro del marxismo si basa interamente e completamente sui principi enunciati da Marx ed Engels.
Appunto in questo senso noi diciamo che il leninismo è il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.
Il merito di Lenin, e di conseguenza quel che c’è di nuovo in Lenin, è che egli, sulla base dei principi fondamentali del Capitale, ha fatto un’argomentata analisi marxista dell’imperialismo come fase suprema del capitalismo, mettendone a nudo le piaghe e scoprendo le condizioni che ne determinano la fine inevitabile. Questa analisi costituisce la sostanza della nota tesi di Lenin secondo cui nelle condizioni dell’imperialismo è possibile la vittoria del socialismo in singoli paesi capitalistici presi separatamente”.
La sua è stata la vita modello del rivoluzionario integrale, un marxista instancabile, un uomo modesto e schivo alle adulazioni e alla ribalta, dedito invece all’azione, alla lotta politica, abituato a dedicare il minor tempo possibile agli affari personali in favore di quelli della causa rivoluzionaria. Era veramente il genio delle esplosioni rivoluzionarie. Come spiega ancora Stalin, “Lenin era nato per la rivoluzione. Era veramente il genio delle esplosioni rivoluzionarie e il più grande maestro nell’arte di dirigere la rivoluzione. Mai si sentiva così a suo agio e così felice come nei momenti di scosse rivoluzionarie”.
Nato il 22 aprile 1870 nella città di Simbirsk, Lenin ricevette un’educazione che contrastava con i principi su cui si fondava il dispotico regime dell’assolutismo zarista. Nonostante l’impostazione religiosa del padre, Lenin a sedici anni si staccò definitivamente dalla religione e a 17 anni, già immerso nello studio de “Il Capitale” e di altre opere di Marx ed Engels, aderì ai circoli studenteschi rivoluzionari partecipandone alle lotte che gli costarono l’espulsione dall’università e un primo arresto. Ne seguirono altri, nel 1895, poi nel 1897 quando venne deportato in Siberia, e successivamente nel 1900, scontando complessivamente 4 mesi di prigionia, 3 anni di deportazione e 10 anni vissuti fuori dalla Russia a causa delle continue persecuzioni ad opera del regime zarista, rimanendo nell’illegalità per ben 24 anni, dal 1893 sino al 3 (6) aprile del 1917 quando rientrò illegalmente in Russia per dirigere in prima persona la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre.
Ma le persecuzioni e le grandi privazioni a cui fu costretto non lo fermarono, dovunque si trovasse, in Russia come all’estero, la sua vita era tra i lavoratori e gli studenti, da allievo e da dirigente marxista.
Fu ad esempio proprio in uno dei tanti periodi di prigionia che Lenin scrisse il progetto di programma del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR), poi fondato nel 1898, che fece seguito all’“Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia” costituita nel 1895 per unire gli operai d’avanguardia ai circoli di propaganda sparsi in tutta la Russia.
Il 2° congresso del POSDR svoltosi nel 1903 fu il teatro dello scontro dove Lenin e i bolscevichi batterono i menscevichi di Trotzki e Martov. Ma la battaglia ideologica e politica attraversò tutta la storia del Partito, e vide Lenin come sempre in prima linea contro le tendenze economiciste e populiste prima, e poi contro l’anarchismo, il frazionismo, il correntismo e l’individualismo, che minavano continuamente l’unità del Partito mettendone in discussione persino l’esistenza.
Ma Lenin diede battaglia anche al di fuori del Partito, nel campo internazionale, in particolare allo scoppio della carneficina della prima guerra mondiale, quando molti partiti aderenti alla II Internazionale si schierarono con le proprie borghesie nazionali in difesa della “patria” borghese, anziché inasprire la lotta di classe nel loro momento di difficoltà, denunciò aspramente questi socialsciovinisti che decretarono poi il fallimento della II Internazionale, dando poi un impulso fondamentale allo sviluppo del movimento comunista internazionale grazie alla fondazione della Terza Internazionale, che organizzò e diresse tutti i partiti, le organizzazioni e le correnti comuniste.
Anche dopo la rivoluzione di febbraio del 1917, quando si fece spazio la tendenza ad appoggiare il governo provvisorio democratico borghese e la resistenza al lancio dell’insurrezione, fu Lenin a dare al Partito e al proletariato la linea per passare dalla rivoluzione borghese alla rivoluzione socialista con le sue celebri “Tesi di Aprile”, fondamentali per chiarire in maniera inequivocabile che la questione della guerra o della pace è risolvibile soltanto attraverso la conquista del potere politico da parte del proletariato.
Fino ad arrivare alla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, della quale Lenin è stato il più grande stratega, avendolo preparato in tutti i suoi aspetti, sia sul piano teorico che politico, sia sul piano organizzativo che militare, e diretto in prima persona, per questo l’Ottobre porta impresso a caratteri d’oro il nome di Lenin e nessuno lo potrà mai cancellare.
Fu Lenin a dirigere il Partito, l’Esercito Rosso, il Governo, il proletariato e i contadini durante la guerra civile e l’avvio dell’edificazione del primo Stato socialista del mondo, fino alla sua scomparsa, avvenuta il 21 gennaio del 1924 a Gorky, a causa di un male aggravato dai postumi dell’attentato subito 6 anni prima per mano socialista-rivoluzionaria, e dai tanti anni vissuti in difficilissime condizioni.
L’apporto politico-pratico di Lenin alla costruzione del Partito bolscevico in Russia e alla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, nonché ai primi passi del neonato Stato sovietico, è stato quindi enorme ed indispensabile; al pari se non maggiore possiamo dire sia stato il suo contributo ideologico e strategico allo sviluppo del marxismo, tale che ancora oggi, e finché esisteranno il capitalismo e l’imperialismo, pur nelle loro diverse forme, vanno doverosamente studiate, sviluppate e applicate le sue teorie fondamentali sul Partito, la rivoluzione, il socialismo, l’imperialismo e il revisionismo.
Queste non possono che essere, in estrema sintesi, alcune delle principali tappe della vita e dell’opera di Lenin, il cui studio occorre approfondire così come in generale quello del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, era comunque necessario ricordarle per ribadire l’importanza fondamentale che hanno rivestito nella storia del proletariato mondiale, nella storia della lotta per l’emancipazione dalla schiavitù salariata, nella storia della costruzione del socialismo.
I suoi insegnamenti non sono limitati al periodo storico in cui è vissuto, e nemmeno al periodo storico che gli è succeduto, essi sono di straordinaria attualità e valevoli almeno fino a quando non saranno cancellati completamente il capitalismo e l’imperialismo, del quale ha messo a nudo le sue leggi e le sue contraddizioni fondamentali, dimostrando con precisione scientifica che l’imperialismo spinge l’umanità nell’abisso di guerre sanguinose e di catastrofi economiche, come la situazione attuale conferma pienamente.
Per questo il PMLI pianta con forza e in maniera profonda le sue radici nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, cioè quell’invincibile ideologia del proletariato che è nata, si è sviluppata e si è affermata grazie ai cinque grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, che oggi simbolicamente è rappresentata da questo busto e da questa piazza rossa!
E da questa piazza rossa, che siano le parole di Lenin, ancora una volta, a guidarci e spronarci, a darci forza e fiducia nella titanica ma esaltante lotta contro il marcio e inumano sistema capitalista, per la conquista del socialismo e del comunismo.
“Abbiamo il diritto di essere fieri - disse Lenin in un suo discorso - e siamo fieri che ci sia toccata la fortuna d’incominciare la costruzione dello Stato sovietico, d’iniziare perciò una nuova epoca della storia mondiale, l’epoca del dominio di una nuova classe, oppressa in tutti i paesi capitalistici e che dappertutto marcia verso una vita nuova, verso la vittoria sulla borghesia, verso la dittatura del proletariato, verso la liberazione dell’umanità dal giogo del capitale, dalle guerre imperialiste (…) Per la prima volta dopo centinaia e migliaia di anni questa parola d’ordine si è trasformata, da confusa e impotente aspettazione, in un programma politico chiaro e preciso, in una lotta attiva di milioni di oppressi sotto la guida del proletariato, in una prima vittoria del proletariato, in una prima vittoria della causa dell’unione degli operai di tutti i paesi contro l’unione della borghesia delle diverse nazioni, di quella borghesia che fa la guerra e conclude la pace a spese degli schiavi del capitale, a spese degli operai salariati, a spese dei contadini, a spese dei lavoratori.
Questa prima vittoria non è ancora una vittoria definitiva ed è stata ottenuta dalla nostra rivoluzione d’Ottobre attraverso ostacoli e difficoltà senza eguali, sofferenze inaudite… per la prima volta, dopo centinaia e migliaia di anni, la promessa di ‘rispondere’ alla guerra tra gli schiavisti con la rivoluzione degli schiavi contro tutti gli schiavisti è stata mantenuta fino in fondo e lo è stata malgrado tutte le difficoltà.
Noi abbiamo cominciato quest’opera. Quando, entro che termine precisamente, i proletari la condurranno a termine? Ed a quale nazione apparterranno coloro che la condurranno a termine? Non è questa la questione essenziale.
E’ essenziale il fatto che il ghiaccio è rotto, la via è aperta, la strada è segnata”.
Oggi, a 100 anni dalla sua scomparsa, i popoli del mondo non possono e non devono dimenticarsi di Lenin, perché quella via è stata segnata anche grazie a lui, e anche grazie a lui è ancora aperta, e nel nostro Paese grazie anche al PMLI che non lo dimentica di certo, anzi lo ricorda con eterna gratitudine, e ne applica dialetticamente gli insegnamenti in base alla situazione specifica.
Tutti gli anticapitalisti e tutti i rivoluzionari e rivoluzionarie, in primo luogo le figlie e i figli migliori, donne, uomini, ragazze e ragazzi, Lgbtqia, più avanzati e più combattivi del proletariato, comprendano che devono costituire la testa e l’ossatura portante del PMLI, capiscano che il loro dovere rivoluzionario è di dare tutta la propria forza intellettuale, morale, politica, organizzativa e fisica al PMLI per il trionfo del socialismo in Italia!
Che tutti gli oppositori del governo neofascista Meloni si uniscano per spazzarlo via!
Che tutti i sostenitori di Lenin si uniscano nel suo nome e nelle sue opere per ricordarlo, onorarlo, e portarne avanti gli immortali insegnamenti!
Che le nostre bandiere rosse sventolino assieme creando un’unica grande bandiera di Lenin, la bandiera della riscossa e della vittoria del proletariato, la bandiera del socialismo e del comunismo.
Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin!
Con Lenin per sempre, contro l’imperialismo, per il socialismo e il potere politico del proletariato!

24 gennaio 2024