Discorso del delegato del Comitato centrale del PMLI Erne Guidi
Siamo a Cavriago per ricordare l'inestimabile patrimonio ideologico e politico di Lenin e per impegnarci solennemente ad applicare i suoi immortali insegnamenti

Pubblichiamo qui di seguito il discorso integrale, che non è stato interamente letto per rientrare nei tempi stabiliti
Care compagne e compagni,
sostenitrici e sostenitori di Lenin,
amiche e amici,
saluto tutti voi qui presenti a nome del Comitato centrale del Partito marxista-
leninista italiano. Ringrazio il PMLI.Emilia-Romagna e il suo Responsabile,
compagno Denis Branzanti, per aver fatto sì che anche quest’anno potessimo dare vita a questa ormai storica iniziativa, oggi nazionale. I nostri ringraziamenti si estendono alle organizzazioni e ai singoli copromotori o che hanno dato la loro adesione, Partito della Rifondazione comunista Federazione di Prato e Valdarno Aretino, Partito Comunista Italiano Federazione di Prato, Socialismo italico, Confederazione delle Sinistre italiane, Associazione di Amicizia e Solidarietà tra Italia e Repubblica Popolare Democratica di Corea, Inventare il futuro, La Città Futura, a tutti coloro che dall’Italia e dall’estero hanno inviato graditi messaggi di saluto, auspicando che questa importante ed esemplare unità politica e organizzativa si sviluppi nelle battaglie comuni nell'esclusivo interesse delle masse emiliano-romagnole e nazionali.
Non siamo venuti a Cavriago, né saremo andati a Capri, per pregare affinché Lenin ci ascolti. Ma per ricordare il suo inestimabile patrimonio ideologico e politico e per impegnarsi solennemente ad applicare i suoi immortali insegnamenti. Lo dobbiamo fare perché le masse comprendano che Lenin, come gli altri maestri Marx, Engels, Stalin e Mao, non sono quei mostri che la borghesia dipinge ma anzi sono degli esempi a cui il proletariato deve inevitabilmente ispirarsi nella lotta per l'emancipazione e per il socialismo.
Il pensiero, gli insegnamenti e l'opera di Lenin sono per noi marxisti-leninisti quanto mai attuali, vitali e indispensabili se non si vuole abbandonare e rinnegare la causa della rivoluzione e del socialismo. Essi costituiscono un tesoro inestimabile e inesauribile cui possono attingere liberamente tutti i rivoluzionari e i fautori del socialismo in Italia e nel mondo intero.
Stamani, tutti insieme, abbiamo ribadito la nostra eterna gratitudine al principale artefice della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, al creatore del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, al fondatore dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, primo Stato socialista del mondo, all’ideatore, dirigente e organizzatore instancabile della Terza Internazionale, a chi con la sua vita ha rappresentato e rappresenta un modello da seguire per gli autentici marxisti- leninisti di tutto il mondo, a chi ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo del marxismo, poi arricchito ulteriormente da Stalin e da Mao.
Stamani da questa Commemorazione storica, da questa piazza piena di anticapitalisti e antimperialisti, di fautori del socialismo, di sostenitori e seguaci di Lenin è uscito forte e chiaro che chi vuol capire le contraddizioni che scuotono attualmente il mondo non può che ricorrere a Lenin. Chi vuol liberarsi dalle catene, dall’oppressione e dalle guerre del capitalismo e dell’imperialismo non può che ricorrere a Lenin. Chi ricerca la via dell’emancipazione del proletariato e di tutta l’umanità non può che ricorrere a Lenin. Chi lotta per “un altro mondo è possibile” e le ragazze e i ragazzi che vogliono pace, giustizia sociale, libertà, democrazia, parità dei sessi, non possono che ricorrere a Lenin.
Siamo ancora nell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria e quindi non possiamo non ricorrere a Lenin. In ogni caso chi non teme di scalare il cielo e si propone di guidare il proletariato alla conquista del potere politico, che è la madre di tutte le questioni, non può che ricorrere a Lenin.
Oggi nel centenario della sua morte la stella di Lenin brilla alta e splendente nel cielo di Cavriago come in quelli di Capri e Napoli. Non poteva essere altrimenti visto l’intreccio comunista, proletario e rivoluzionario che lega l’artefice della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre con questa piccola ma storica realtà dell’Emilia-Romagna, come ci ha ricordato il compagno Denis Branzanti nel suo saluto iniziale.
Come è scritto nel Documento del Comitato Centrale del PMLI redatto proprio in occasione del 100° della sua scomparsa titolato : “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin ” : “Il nome di Lenin è una bandiera mondiale per la lotta antimperialista, per la rivoluzione, per l’indipendenza, la libertà e la sovranità dei Paesi, per l’autodeterminazione dei popoli e delle nazioni, per le libertà democratiche, per l’avvenire luminoso di tutti i popoli, per il socialismo ”.
Nelle sue opere fondamentali come “Che fare”, “Un passo avanti, due indietro”, “Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica”, “L’imperialismo fase suprema del capitalismo”, e “Stato e Rivoluzione”, Lenin ha tracciato le linee organizzative dell’edificazione del partito marxista-leninista, ribadendo la necessità della teoria marxista- leninista e della sua fusione col movimento operaio che porti alla conquista degli elementi avanzati del proletariato, ha battuto l’opportunismo menscevico e gettato le fondamenta del partito bolscevico, un partito che non ha eguali nel panorama dei partiti socialdemocratici del tempo, elaborato “la dottrina del partito, in quanto organizzazione dirigente del proletariato, in quanto arma essenziale nelle mani del proletariato”, esposto la tattica bolscevica dell’egemonia del proletariato sia nella rivoluzione democratico-borghese sia nella successiva rivoluzione socialista, in contrapposizione con la concezione piccolo-borghese dei mescevichi, analizzato l’imperialismo quale stadio supremo e ultimo del capitalismo in putrefazione, morente, vigilia della rivoluzione, e ristabilito e sviluppato la dottrina di Marx ed Engels sullo Stato, sulla rivoluzione proletaria e sulla dittatura del proletariato.
Inoltre ha dato un contributo decisivo nell’illustrare e propagandare il pensiero dei fondatori del socialismo scientifico. Basta pensare alle opere “Karl Marx”, “Friedrich Engels” e “Marxismo e revisionismo”.
Per non parlare poi delle tante opere scritte dopo la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre che, da una parte, disegnano ed elaborano la costruzione del socialismo in URSS e, dall’altra parte, si incaricano di chiarificare e portare fino in fondo la battaglia contro il tradimento dei partiti della II Internazionale e gettare le fondamenta teoriche e organizzative della III Internazionale.
Sul piano teorico Lenin ha quindi sviluppato la scienza marxista in base alle nuove condizioni e necessità createsi nell’epoca dell’imperialismo.
Attraverso una lucida e lungimirante analisi di esso, ha evidenziato, tra l’altro, la possibilità che la vittoria della rivoluzione socialista fosse possibile inizialmente in alcuni paesi o anche in un solo paese; la necessità per il proletariato di stabilire mirate e solide alleanze con altre classi o gruppi sociali, ed in particolare quella tra classe operaia e contadini; il forte legame che veniva a crearsi tra la lotta per il socialismo nei paesi sviluppati e il movimento di liberazione nazionale nelle colonie.
Dopo la morte di Lenin si fecero avanti Trotzki, Bucharin, Kamenev, Zinoviev e altri simili, ma furono prontamente battuti e sbaragliati da Stalin, che confutò le loro false teorizzazioni sulla edificazione del socialismo in URSS e sulla rivoluzione mondiale, salvando il Partito, lo Stato e il socialismo da coloro che volevano restaurare il capitalismo. Nel corso di questa lotta, che si era riversata anche all’interno della III Internazionale e dei Partiti comunisti dei vari Paesi, Stalin ha sistematizzato e sviluppato il leninismo per quanto concerne il Partito, l’edificazione del socialismo, la strategia e la tattica della rivoluzione proletaria, la lotta contro il revisionismo, la questione nazionale, le alleanze antimperialiste.
E sulla base della restaurazione capitalistica avvenuta in URSS dopo la morte di Stalin col colpo di stato, smascherato da Mao, col quale Krusciov prese il potere nel febbraio del 1956, lo stesso Mao elaborò la teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato che fu attuata con la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria per impedire la restaurazione del capitalismo in Cina, poi purtroppo avvenuta dopo la sua morte.
Lenin è stato il primo marxista che ha teorizzato l’imperialismo e che ha indicato come combatterlo e annientarlo. L’ha fatto attraverso la sua celebre opera “L’imperialismo fase suprema del capitalismo” che dimostra che l’imperialismo dei nostri giorni conserva interamente le stesse caratteristiche attribuitegli da Lenin.
L’attuale situazione nel sistema imperialista internazionale, dove cresce il capitale accumulato che non trova sbocchi di investimento, dimostra l’estrema attualità di questa analisi. Crescono i conflitti tra i paesi imperialisti per il controllo e la redistribuzione dei mercati, le fonti di energia e in generale dei territori con grande rilievo economico. Le superpotenze imperialiste sono unite nel depredare le ricchezze dei paesi del mondo e nel soggiogare i rispettivi popoli, ma si dividono quando si tratta di spartirsi il bottino e di occupare più terreno possibile.
Le contraddizioni interimperialiste sfociano inevitabilmente in guerre economiche, commerciali e finanziarie e possono generare anche guerre militari, come accade tutt’oggi, finanche mondiali come è accaduto nel passato e come tocchiamo con mano oggi.
Riflettere sugli insegnamenti di Lenin sull’imperialismo e la lotta all’imperialismo è quanto mai attuale, illuminante e utile soprattutto a comprendere la guerra del nuovo zar Putin all’Ucraina, la Resistenza palestinese all’aggressore israeliano e i pericoli di guerra imperialista mondiale che fanno da sfondo alla lotta senza quartiere tra l’imperialismo americano che cerca di conservare l’attuale ordine mondiale da essa egemonizzato, e il socialimperialismo cinese che si batte per un nuovo ordine “multipolare” da essa egemonizzato.
I marxisti-leninisti italiani non possono che difendere il diritto dei popoli del mondo all’autodecisione contro l’aggressione e l’occupazione militare imperialiste, per questo siamo ad esempio con il popolo ucraino contro l’aggressione del nuovo zar Putin, e con il popolo palestinese contro l’occupazione e il genocidio perpetrato dal governo sionista nazista d’Israele, indipendentemente da quali che siano le forze che guidano la Resistenza di questi popoli e paesi, senza farci condizionare dalla propaganda dell’imperialismo, che sia dell’Ovest o dell’Est, che taccia di terrorista qualsiasi forza o movimento osi impugnare le armi e combattere contro la sua rapacità e prepotenza.
L’imperialismo è un’epoca di crescente oppressione delle nazioni di tutto il mondo da parte di un pugno di grandi potenze – scrive Lenin - e perciò la lotta per la rivoluzione socialista internazionale contro l’imperialismo è impossibile senza il riconoscimento del diritto delle nazioni all’autodecisione. Non può essere libero un popolo che opprime altri popoli (Marx ed Engels). Non può essere socialista un proletariato che si dimostri conciliante con la minima violenza della sua nazione su altre nazioni ”.
Ciascun popolo deve quindi mettere nel mirino in primo luogo il “proprio” imperialismo. Lo deve fare anche il popolo italiano, denunciando soprattutto le mire egemoniche dell’imperialismo italiano, che col governo neofascista Meloni vuole aumentare il proprio peso economico, politico e diplomatico a livello mondiale, rilanciando le proprie ambizioni in particolare in Africa e nel Mediterraneo.
Come è scritto chiaramente nel documento del Comitato centrale del PMLI per il Centenario della morte di Lenin “In tal caso, in qualsiasi forma l’Italia entrasse in guerra, chiameremo il nostro popolo a unirsi come un sol corpo e a insorgere. Noi marxisti-leninisti non accetteremo mai che l’Italia partecipi, da sola o insieme ad altri, a nuove aggressioni o guerre imperialiste e agiremo di conseguenza come abbiamo sempre fatto nel passato: denunciando e smascherando politicamente l’imperialismo, partecipando attivamente ai movimenti di massa contro la guerra imperialista, chiedendo al governo nostrano il ritiro di tutte le forze militari ancora impegnate nelle missioni imperialiste in tutto il mondo. Chiedendo con più forza che mai la chiusura delle basi NATO e USA in Italia, a cominciare da quella di Sigonella (... ) Bisogna essere chiari fin da ora. Noi chiameremo il proletariato e tutto il popolo italiano alla guerra civile se l'Italia imperialista parteciperà alla nuova guerra mondiale imperialista ”.
Ma il governo neofascista Meloni va contrastato su tutto, a partire dai temi più urgenti che stanno più a cuore al proletariato e alle masse lavoratrici, pensionate e popolari, lavoro, salario, pensioni, precariato, la scuola pubblica, il caro vita, le disuguaglianze sociali, la sanità, il fisco, il Mezzogiorno, la violenza di genere che culmina con gli interminabili e odiosi stupri e femminicidi, e la lotta al patriarcato che non ha fatto nessun serio passo in avanti col Decreto legge non condivisibile varato dal governo lo scorso novembre, solo se sarà fatta tabula rasa del sistema capitalista potremo “eliminare” la violenza fisica e di genere, l’oppressione, il super sfruttamento e la discriminazione sulle donne e sulle persone LGBTQI+. Se non si conquista il socialismo sarà impossibile assicurare la piena emancipazione alle masse femminili, la loro effettiva emancipazione economica, sociale e culturale.
Ma nessun progresso è stato fatto anche su ambiente, clima, dissesto idrogeologico, alluvioni, in particolare quella disastrosa dell’Emilia-Romagna del maggio scorso per la quale continuiamo a chiedere i rimborsi totali, il ripristino, e manutenzione del territorio.
Qui da Cavriago condanniamo con sdegno il feroce manganellamento dei sostenitori della Palestina avvenuto ieri a Vicenza. Ammiriamo il loro coraggio e combattività. Non si illuda la ducessa Meloni, le piazze d’Italia non si fermeranno fino alla vittoria della Resistenza palestinese e finché cessi il genocidio del popolo palestinese.
Il governo Meloni è il nemico politico principale del proletariato e delle masse popolari, femminili e giovanili, va buttato giù dalla piazza prima che riesca a raggiungere tutti i suoi obiettivi.
Per questo, come recita il Documento del Comitato Centrale del PMLI del 25 ottobre 2022 “Su questi temi, come su tutte le altre rivendicazioni immediate e a lungo termine delle masse e dei migranti, bisogna creare contro il governo Meloni, almeno nella pratica, un fronte unito più ampio possibile composto dalle forze anticapitaliste, a cominciare da quelle con la bandiera rossa, dalle forze riformiste e dai partiti parlamentari di opposizione. Senza settarismi, pregiudizi ed esclusioni. Deve contare solo l’opposizione a questo governo.
Sul campo di battaglia antineofascista c’è posto per tutti, il PMLI ci sarà senz’altro adottando la politica di unità e lotta, di dialettica e combattività... Finché non si riuscirà ad abbattere il governo neofascista Meloni bisogna rimanere uniti, poi ognuno andrà per la propria strada. Il PMLI andrà fino in fondo sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista.”
La pratica dell’unità d’azione è una costante del PMLI, accentuatasi negli ultimi anni con le importanti esperienze del Coordinamento delle sinistre di opposizione e Unità Popolare. Noi abbiamo fatto quanto era nelle nostre disponibilità e possibilità per far sì che queste esperienze decollassero, lanciando al tempo stesso calorosissimi appelli alle forze anticapitaliste affinché si uniscano per concordare una linea comune contro il governo Draghi prima e Meloni poi, e, novità assoluta, per elaborare assieme un progetto per una nuova società. Gli appelli sono stati rivolti in primo luogo ai Partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, al proletariato perché rifletta sul suo compito storico che Marx e Engels per primi gli hanno indicato, alle anticapitaliste e agli anticapitalisti sempre più numerosi e combattivi presenti nella CGIL, nei sindacati di base, nelle Assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, nei centri sociali e nei movimenti di lotta, compreso quello importantissimo delle donne, perché rompano col riformismo, il parlamentarismo, il costituzionalismo e imbocchino la via dell’Ottobre per il socialismo. Un appello rivolto anche alle ragazze e ai ragazzi di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, compresi quelli ecologisti e per il clima, perché siano gli alfieri della lotta contro il governo. Infine alle intellettuali e agli intellettuali democratici e antifascisti.
Il Segretario generale e Maestro del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, nel messaggio che ha inviato qui a Cavriago e a Capri per le Commemorazioni
di Lenin ha esortato all'unità contro l'imperialismo e le guerre imperialiste, contro il governo neofascista della rampante ducessa Meloni e ci fornisce con lungimiranza preziose indicazioni ed esortazioni politiche per “un'unità di azione anticapitalista, antimperialista, antifascista e rivoluzionaria che sia in grado di dare del filo da torcere al regime capitalista neofascista e di rilanciare la lotta di classe rivoluzionaria” e lanciato il seguente messaggio: “Forze politiche e sociali sostenitrici di Lenin, uniamoci! ” E allora che le nostre bandiere rosse sventolino assieme creando un’unica grande bandiera di Lenin, la bandiera della riscossa e della vittoria del proletariato, la bandiera del socialismo e del comunismo.
Per abbattere il capitalismo e l’imperialismo e conquistare il socialismo nel nostro Paese, noi siamo fedeli agli insegnamenti di Lenin e della storia del movimento operaio e comunista nazionale e internazionale, e come tali lavoriamo, seppur in organizzazioni diverse. Oggi qui a Cavriago e a Napoli siamo insieme per Lenin, ma l'impegno comune dovrebbe essere quello di essere insieme anche domani e negli anni a venire per unire le nostre forze nella lotta per migliorare le condizioni di lavoro, di studio e di vita delle masse popolari e lavoratrici del nostro Paese, contro il governo neofascista Meloni, fino all’abbattimento del capitalismo. Solo così i partiti con la bandiera rossa possono lasciare un segno indelebile nella storia della lotta di classe in Italia.
In ogni caso, come ha fatto Lenin, i marxisti-leninisti italiani con il suo stesso ardore anticapitalista, antimperialista e antirevisionista, porteranno fino in fondo il proprio compito storico rivoluzionario. Poco importa se ci vorranno pochi o cento anni; noi siamo qui per fare la nostra parte e la faremo ad ogni costo, oggi come ieri e come in futuro. Questo è l'impegno solenne che rinnoviamo oggi, a cento anni dalla scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale. Per i marxisti-leninisti italiani non c'è cosa più bella, più utile, più rivoluzionaria, più appagante che servire con tutto il cuore il popolo e lavorare per il trionfo della nobile causa del socialismo.
Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin!
Uniamoci sotto la sua rossa bandiera per il socialismo e il potere politico del proletariato!
Viva Lenin!
Gloria eterna a Lenin!
Arrivederci a tutte e tutti. Buon pranzo e buon ritorno a casa.

24 gennaio 2024