In occasione della loro visita a Forlì
Gli alluvionati protestano contro Meloni e von der Leyen
Il vice ministro fascista Bignami alza la voce perché non è stata impedita la manifestazione

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Mercoledì 17 gennaio è andata in scena l’ennesima “passerella” pre-elettorale a cui i rappresentanti delle istituzioni borghesi hanno oramai da tempo abituato le masse lavoratrici e popolari, sempre più indifferenti a questa pubblicità fatta a loro spese.
Infatti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si sono incontrate alla presenza del sindaco di destra Gian Luca Zattini, sostenuto guarda caso anche dal partito della Meloni, nel municipio di Forlì, città dove tra qualche mese ci saranno le elezioni comunali.
Le due più alte rappresentanti della borghesia italiana ed europea hanno avuto un colloquio privato di 1 ora durante il quale la von der Leyen ha garantito la possibilità di utilizzare 1,2 miliardi del Pnrr da investire "sulla difesa idraulica e il ripristino di viabilità e infrastrutture stradali". Al termine è andata in scienza la rispettiva legittimazione, con la Meloni che dichiarava “Grazie a von der Leyen, non ha lasciato sola la Romagna” e lei che rispondeva “Tin bota” (“tenete duro” in dialetto romagnolo), “l’Europa rimane con voi”.
In mattinata era stato firmato un accordo anche presso la sede della regione Emilia-Romagna tra il presidente Bonaccini e la Meloni che stanzia 480 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, con la ducessa che dichiarava: "Queste risorse consentiranno di portare avanti azioni di risanamento ambientali ma anche il ripristino e la riqualificazione, cioè facciamo ricostruzione ma anche una cosa più importante che è la prevenzione".
Ma gli alluvionati, dalla tragica alluvione del maggio scorso, di cifre ne hanno sentite tante ma di soldi ne hanno visti pochi, e i ristori al 100% promessi subito dal governo sono ben lontani dall’essere realizzati.
Ecco perché centinaia di alluvionati hanno protestato in Piazza Saffi all’arrivo della Meloni e della Von der Leyen con fischi e chiedendo "Rispetto per la Romagna, no a questa passerella".
Il comitato Appello per l’Appennino romagnolo, i rappresentanti di quartieri, Fridays For Future, Legambiente, i sindacati, l’Anpi e altre associazioni e comitati hanno manifestato perché “Questa non è vicinanza ai territori, è solamente campagna elettorale", “Riteniamo di poter giudicare le poche risposte finora giunte alle urgenze delle terre alluvionate come assolutamente inadeguate, gravemente tardive ed estremamente farraginose”, "Stiamo vivendo da otto mesi una situazione drammatica. Abbiamo decine di migliaia di persone disperate e rovinate che non hanno avuto assolutamente niente, una ricostruzione che fino ad ora è stata fatta solamente sugli annunci e sulla carta di cui, nel concreto, si sono fatti carico i romagnoli con i propri risparmi e il proprio lavoro". E ancora “Altro che ristoro del danno al 100%. La copertura è calcolata sulle risorse disponibili che sono meno di quanto stimato dallo stesso Governo. Servono 8 miliardi e mezzo di euro e al momento sono stati stanziati 4 miliardi e mezzo più il miliardo e 200 milioni investiti nella ricostruzione dall’Unione Europea”, inoltre si critica la mancanza di una legge nazionale sull’emergenza “Non è possibile che tutte le volte che siamo vittime di un disastro si debba ricominciare da capo. Occorre stabilire una volta per tutte le procedure - come risarcire -, la gestione delle persone sfollate, l’iter burocratico per distribuire i primi contributi. E invece non esiste una legge nazionale che definisca a monte un protocollo d’azione. Si deve fare sempre tutto da capo”.
Una bella risposta popolare alla falsa propaganda delle istituzioni borghesi, che ad ogni occasione annunciano soldi per le masse mentre poi a chi ne ha bisogno spettano le briciole e il grosso se lo dividono i capitalisti e i loro rappresentanti istituzionali.
C’è inoltre da condannare duramente la gravissima interferenza del vice ministro fascista delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami (FdI), quello che ad una festa si era fatto fotografare vestito da nazista e che andava in giro a segnalare su Facebook i nomi degli inquilini stranieri delle case popolari a Bologna, che, come ha denunciato l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia: “poco prima che arrivassero le personalità ha platealmente protestato con il dirigente del servizio di ordine pubblico perché, a suo dire, si consentiva a dei facinorosi di manifestare vicino al palazzo del Comune, accusando d’incompetenza i responsabili dell’ordine pubblico”, sollevando “questioni importanti che riguardano il diritto alla libera espressione, la partecipazione civica e la responsabilità dell’ordine pubblico”, “La libertà di manifestare pacificamente è un diritto fondamentale nelle democrazie moderne e rappresenta un pilastro cruciale per la partecipazione civica. Le azioni e le opinioni del sottosegretario potrebbero apparire e/o essere interpretate come un tentativo di limitare questo diritto fondamentale, soprattutto considerando la natura pacifica della manifestazione e l’importanza pubblica degli alluvionati”, “Perciò, il comportamento del Sottosegretario Bignami ci lascia molto, ma molto perplessi!”. Una denuncia durissima, arrivata addirittura da un sindacato delle “forze dell’ordine” borghese, che supera ampiamente l’imbelle “sinistra” borghese incapace di fare una qualsiasi analisi, anche di stampo riformista, che indichi nell’attuale governo neofascista un pericolo per la stessa democrazia borghese, alla quale la ducessa Meloni sta rimettendo la camicia nera.

31 gennaio 2024