Nella Giornata mondiale di mobilitazione per Gaza
A Milano combattivo presidio per “il diritto ad una pace giusta, senza più apartheid e senza più l’occupazione militare sionista”
A ruba il volantino del PMLI col fotomontaggio dal titolo “Il nuovo Hitler Netanyhau responsabile di genocidio, deportazione di massa, attacchi terroristici in Libano e Siria”

Redazione di Milano
Il 13 gennaio, giornata mondiale di mobilitazione per Gaza, si è svolto a Milano un combattivo presidio per “il diritto ad una pace giusta, senza più apartheid e senza più l’occupazione militare sionista” rivendicando “Fermiamo il genocidio, salviamo Gaza” e il “Cessate il fuoco”.
L’evento si svolgeva 99 giorni dopo l’inizio dell’offensiva “Diluvio Al-Aqsa” contro l’aggressore e invasore nazisionista israeliano che da allora ha incessantemente bombardato a tappeto Gaza nel suo intento genocida di completare la soluzione finale della questione palestinese come preconizzato dal nuovo Hitler Netanyahu.
Centinaia di manifestanti, al grido di “Free free Palestine”, “Palestina libera”, “Per Gaza vogliamo la libertà” e “Netanyahu assassino”, si sono riuniti in Piazza Castello alla grande fontana davanti all’ingresso del Castello Sforzesco.
Cominciato sulle note dell’inno nazionale palestinese “Fida'i”, il presidio organizzato da un gruppo di associazioni con alla testa l’Associazione dei Palestinesi in Italia (API), ha visto come protagoniste le comunità palestinese e delle altre nazionalità arabe - rappresentate soprattutto da ragazze e ragazzi, oltre che da famiglie con bambini e donne e uomini d’ogni età - con una selva di bandiere palestinesi e al grido di slogan inneggianti alla Resistenza palestinese, contro la criminale entità sionista d’Israele per la liberazione di Gaza e di tutta la Palestina “Dal Fiume (Giordano) al Mare (Mediterraneo)”. Presenti anche le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta (CR) e OSA, le associazioni pro-migranti mentre di partiti politici c’erano solo PMLI, PRC, PaP e PC.
Tantissimi i giovani, italiani, migranti e figli di migranti di nazionalità arabe, molti dei quali indossavano la kefiah; alcuni di loro hanno srotolato un’enorme bandiera palestinese che hanno fatto ondeggiare al centro della piazza.
Sugli striscioni si legge: “Palestina libera! Con la Resistenza fino alla vittoria!” (OSA, CR), “Fermare il genocidio, Palestina libera, Israele terrorista”, mentre tra i cartelli tenuti a mano si legge “Le bombe cadono, le case crollano, ma il coraggio del popolo palestinese non si spegne!”, “Cessate il fuoco adesso!”. Sullo striscione dell’API si legge: “Contro il regime di apartheid, libertà per il popolo palestinese” con foto che mostrano soldati sionisti che braccano e immobilizzano brutalmente giovani manifestanti palestinesi. Sul cartello di una bambina di origine palestinese sono affisse foto strazianti di suoi coetanei morti, feriti e in lacrime per la perdita dei loro affetti più cari, immagini indelebili della barbarie sionista.
Letteralmente andato a ruba il volantino diffuso in centinaia di copie dai compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI che mostrava l’apprezzato fotomontaggio “Il nuovo Hitler Netanyhau responsabile di genocidio, deportazione di massa, attacchi terroristici in Libano e Siria” affiancato al QR code che collega al relativo articolo de “Il Bolscevico” e con al disotto altri quattro QR code che portano ad approfondimenti sull’importante comunicato della Resistenza palestinese unita contro l'aggressore sionista israeliano fino alla vittoria, sulla verità a proposito dei civili israeliani uccisi il 7 ottobre, sulla storia della lotta per la liberazione della Palestina e sulla costituzione dello Stato sionista d’Israele e l’attuale necessità di costituire un solo Stato di Palestina a maggioranza e guida autoctona arabo-palestinese con cui conviva la minoranza allogena ebraica. Il volantino è stato accolto con estremo interesse, alcuni manifestanti hanno voluto subito visualizzato l’articolo con lo smartphone, altri lo hanno tenuto in evidenza.
I marxisti-leninisti erano presenti col cartello: “Col popolo palestinese e con chi guida la sua Resistenza. Per la liberazione della Palestina”, apprezzatissimo e superfotografato per l’aperta solidarietà antimperialista e internazionalista. Nei “corpetti” indossati dai compagni, oltre alla riproduzione del manifesto esposto sul cartello, c’era quello: “Palestina libera! Uno Stato, due popoli”.
Nei comizi è stato denunciato il sistematico genocidio sionista di palestinesi attuato nella Striscia di Gaza con una metodica distruzione delle abitazioni, delle infrastrutture civili e di tutto il sistema sanitario, prendendo di mira persino ambulanze e personale medico, col fine evidente di allargare la portata dello sterminio facendo morire i feriti sopravvissuti ai bombardamenti oltre che provocare altrettante morti per fame e malattie infettive tra la popolazione. A tiro delle armi sioniste anche i giornalisti palestinesi che documentano quotidianamente il genocidio in atto. Un grande elogio è stato espresso (accolto da applausi) alle autorità del Sudafrica che (a differenza di quelle di molti Stati arabi) hanno avuto il coraggio di denunciare il führer sionista e il governo israeliano per violazione della “Convenzione sul genocidio” presso la Corte Internazionale di giustizia. Per questo tra quelle palestinesi sventolavano alcune bandiere sudafricane. Elogiate anche le forze armate Houthi yemenite che hanno chiuso l’accesso navale mercantile del Mar Rosso dall’Oceano Indiano in segno di solidarietà e sostegno al popolo palestinese. Forte è stata la solidarietà espressa dalla piazza allo Yemen antimperialista vilmente bombardato dall’imperialismo Usa e britannico. “Quello che lo Yemen sta facendo è quello che dovrebbe fare l’intera comunità internazionale imponendo sanzioni a Israele”.
Dure le accuse di ipocrisia al governo neofascista e filosionista Meloni che vede solo i crimini di guerra dell’imperialismo russo in Ucraina mentre sostiene il genocidio attuato dall’“amico” Netanyahu il cui governo fa apertamente apologia dei crimini di guerra e contro l’umanità.
Il presidio ha avuto anche significative performance artistiche come quella di un giovane rapper che ha cantato in free-style: “Gaza sotto attacco, Palestina resisti, siamo con te anche in questi giorni tristi, con la Resistenza dei palestinesi che in 70anni non si sono mai arresi (…) la Resistenza non si ferma anche contro i carri armati, sionisti peggio dei nazisti, Palestina resisti!”.
È stato realizzato un flash-mob durante il quale è stato riprodotto il rumore dei bombardamenti e delle sirene antiaeree mentre attivisti vestiti da giornalisti (con indosso la tipica pettorina blu con la scritta “Press”), da sanitari (coi camici bianchi) e da madri con fagotti bianchi (a rappresentare i bambini morti), tutti con le mani macchiate di rosso sangue, alcuni mostravano cartelli con le cifre che quantificano l’entità delle morti e dei feriti di civili, bambini, giornalisti e operatori sanitari mentre dei fumogeni riproducevano gli incendi dei bombardamenti.

31 gennaio 2024