Dopo la decisione della Corte dell'Aja di aprire il processo a Israele
I nazisionisti coprono il genocidio dei palestinesi attaccando le organizzazioni umanitarie dell'Onu
Ma solo dieci paesi imperialisti, Italia compresa, tengono bordone al regime di Tel Aviv. Continuano i crimini di guerra sionisti a Gaza, e in Cisgiordania.
 
L'immagine dell'azione del plotone di esecuzione sionista che il 30 gennaio, dopo aver fatto irruzione travestito da personale medico e civile, ha sparato con le armi silenziate e assassinato tre militanti palestinesi ricoverati all'ospedale Ibn Sina a Jenin, nella Cisgiordania occupata, è un crimine di guerra secondo le Convenzioni di Ginevra. L'ennesimo crimine di guerra commesso dai nazisionisti che loro stessi rendono noto col video diffuso sui media, che in questo caso è quindi ancora più arrogante e odioso perché è come se fosse una dichiarazione ufficiale alla comunità internazionale che non ci sono vincoli né legali né morali che possano fermare il genocidio del popolo palestinese; non ci sono tribunali internazionali, vedi la Corte dell'Aja, che devono osare di condizionare in qualsiasi modo la finora impunita guerra sionista ai palestinesi, impunita anche grazie alle coperture dei paesi imperialisti dell'Ovest, Usa, Gran Bretagna e Italia in testa. Questo blocco imperialista ha tra l'altro impedito all'Onu di mettere in pratica le decisioni vincolanti del Consiglio di sicurezza e ridotto la presenza di organismi internazionali alle operazioni umanitarie nei territori occupati. Che oggi sono diventate testimoni del genocidio palestinese a Gaza e da dove i nazisionisti le vogliono cacciare.
La cronaca del genocidio palestinese a Gaza del 30 gennaio inizia con la denuncia dell’agenzia palestinese Wafa di decine di civili, per lo più donne e bambini, uccisi dai bombardamenti in vari atttacchi nel sud della Striscia, da Rafah a Khan Yunis dove i raid hanno colpito una moschea e case nei pressi dell'ospedale Nasser. Nei giorni precedenti a Khan Yunis l'attacco sionista del 24 gennaio a una scuola diventata un centro per rifugiati dell'Onu aveva causato 12 morti e più di 75 feriti. Almeno altri 20 morti e 170 feriti segnavano il tragico bilancio dell'attacco dell'esercito sionista il 25 gennaio contro una folla di civili in piazza Kuwait, nel quartiere di Zeitoun a est di Gaza City, in attesa di ricevere aiuti umanitari. Secondo il ministero della Salute del governo palestinese di Gaza, il bilancio degli ultimi tre mesi della guerra nella Striscia al 30 gennaio registra 26.751 i morti e 65.636, per la maggior parte donne e bambini. L'organizzazione Save the Children denunciava che quasi la metà delle vittime sono bambini, vittime del "diritto all'autodifesa" dei criminali sionisti.
A giudicare dalla campagna propagandistica messa in piedi dai nazisionisti e vergognosamente sposata appieno dai principali mezzi di informazioni del ridotto numero dei paesi imperialisti che li coprono, sarebbe il regime sionista di Tel Aviv la vittima e non il carnefice, mentre la realtà della cronaca e dei tragici bilanci delel perdite civili dicono l'opposto. L'ennesimo tentativo lo ha fatto il boia Netanyahu che il 26 gennaio, alla vigilia della Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto per non dimenticare lo sterminio degli ebrei da parte dei nazifascisti, sosteneva che quella del suo governo era una battaglia per evitare una nuova Shoah. La realtà dice l'opposto tanto che lo stesso giorno la Corte dell'Aja comunicava la decisione di aprire il processo a Israele per genocidio dei palestinesi. E i nazisionisti sparavano a zero sulla Corte e sul Sudafrica che aveva promosso il procedimento accusandoli di antisemitismo, sulle organizzazioni umanitarie dell'Onu, dall'Unrwa per i rifugiati all'Oms, che operano a Gaza e i cui resoconti erano citati a prova della decisione del tribunale.
Il boia Netanyahu definiva "oltraggiosa" la decisone della Corte, "un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni", ossia quello che ha fatto finora il regime di Tel Aviv ignorando le sue decisioni, attaccava il governo del Qatar perché "ospita e finanzia Hamas", che lo ha fatto per anni col suo permesso "scaduto" il 6 ottobre scorso, e dava il via libera per gli attacchi più beceri e arroganti degli esponenti del suo governo. La lista sarebbe lunga ma la teoria che i boia di Tel Aviv sarebbero i paria di un mondo che nonostante i loro sforzi insiste a sostenere i presunti "terroristi" palestinesi, da Hamas a tutte le organizzazioni della resistenza alla popolazione decimata senza scrupoli cade alle prime accuse, ridicole se non fosse per la tragedia palestinese. Il Sudafrica è antisemita, il "braccio legale di Hamas" per il ministro della Difesa Yoav Gallant, non solo, lo è tutta la Corte dell'Aja per il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir perché "non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico". L'accusa di antisemitismo a Sudafrica e Corte dell'Aja conferma che questo è un parametro strumentale del regime di Tel Aviv e dei suoi sostenitori imperialisti per tentare di mettere a tacere le ragioni degli antisionisti, compresi pacifisti ebrei, che si oppongono alla politica sionista di negazione dei diritti e di genocidio del popolo palestinese.
Rigirare la frittata è la costante politica sionista per coprire il genocidio palestinese. Lo conferma l'ennesimo attacco dell'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan al segretario generale dell'Onu Guterres per aver invitato i paesi membri a non tagliare i fondi all'Unrwa, l'agenzia creata dall'Onu per i rifugiati palestinesi cacciati dalle loro terre dai sionisti durante gli ultimi 75 anni, promossa da Israele e seguita finora solo da dieci paesi, che pure rappresentano più della metà dei finanaziatori. Ciò non deve nascondere che la stragrande maggioranza dei paesi dell'Onu resta a favore dell'agenzia che non fiancheggia i terroristi ma aiuta anche le vittime palestinesi dei criminali sionisti.
Come ricordava il ministro degli Esteri sionista Israel Katz "da anni avvertiamo che l’Unrwa perpetua la questione dei rifugiati, ostacola la pace e funge da braccio civile di Hamas a Gaza" e, dopo due mesi di notizie fatte filtrare sul legame tra membri palestinesi dell'agenzia e Hamas, è partita la denuncia sionista contenuta in un documento spedito alla Casa Bianca che accusa 12 palestinesi. Le prove ancora non sono arrivate all'Onu che intanto ha sospeso gli accusati e avviato una indagine ma tanto è bastato a Stati Uniti e Canada, seguiti a ruota da Italia, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Finlandia, Australia e Austria a congelare i finanziamenti, che possono paralizzare il lavoro dell'agenzia per i profughi. Il ministro Katz completava l'opera chiedendo le dimissioni del responsabile dellUnrwa, Philippe Lazzarini e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, definiva le prove ricevute "altamente credibili", pur precisando di "non aver avuto la possibilità di indagare". Una farsa. In ogni caso ricordiamo che per l’Unrwa assiste quasi 6 milioni di rifugiati palestinesi, con i suoi 30 mila dipendenti palestinesi, dei quali erano 13 mila a Gaza, oggi solo 3 mila. E che nel corso di quasi quattro mesi ha contato oltre 140 sedi danneggiate o distrutte dai sionisti e 152 morti, più del 10% dei lavoratori.
Certamente è una tragica combinazione ma proprio il 30 gennaio il Wall Street Journal , ricevuta una velina dai servizi americani, rivelava che in base al rapporto inviato a Washington da Tel Aviv sono circa il 10% i dipendenti dell'Unrwa a Gaza che hanno legami con Hamas o con la Jihad islamica e la metà di loro hanno parenti che appartengono a queste organizzazioni.
Non bastano i 12 accusati per far sì che la dichiarazione di guerra formale di Tel Aviv all'Unrwa, già decimata dall'attacco sionista, non sia palesemente strumentale tanto che anche la larga maggioranza dei paesi imperialisti europei non ha seguito immediatamente i fedelissimi nazisionisti Germania e Italia nel boicottaggio. La Spagna ha confermato appoggio e finanziamento all'agenzia Onu e il capo della Politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell, in una nota del 30 gennaio, scriveva che "il ruolo dell'Unrwa è vitale nelle attuali circostanze a Gaza", "2 milioni di persone hanno un disperato bisogno degli aiuti forniti dall'Unrwa e da altre agenzie delle Nazioni Unite" e concluso che l'Ue attenderà l'esito delle indagini.
Dal polverone propagandistico per occultare l'accusa di genocidio sollevato dai nazisionisti non si salvava neanche l'Oms accusata nella riunione del Consiglio esecutivo a Ginevra del 25 gennaio di essere collusa con Hamas, di chiudere gli occhi sulla sofferenza degli ostaggi tenuti a Gaza e non reggere il sacco alla oramai logora e non provata tesi che la resistenza palestinese usa gli ospedali della Striscia di Gaza "per fini terroristici". Accuse respinte dal responsabile dell'Oms. In ogni caso ricordiamo che attacccare le strutture ospedaliere, sparare su chi esce dall'ospedale a Khan Yunis come a Gaza city da parte dei soldati occupanti rappresenta un crimine di guerra a prescindere.

31 gennaio 2024