A Milano, Roma, Catania e in altre città, sfidato il vergognoso e antidemocratico divieto del governo neofascista Meloni di manifestare nella Giornata della Memoria richiesto dalla comunità ebraica e cioè da Israele
Combattive manifestazioni per la Palestina libera
Sabato 27 a Milano, come nelle altre città, la manifestazione è stata vietata e repressa. L'Ansa cita il nostro volantino ma non il Partito a Milano. A Roma manichino di Netanyahu in divisa da deportato con la stella di David e una svastica. Forte comunicato degli studenti Palestinesi
 
Nonostante il divieto a manifestare per la Palestina libera imposto dalle questure del governo neofascista Meloni, in diverse città italiane il 27 gennaio, in concomitanza con la Giornata della Memoria, si sono svolte in numerose città della penisola partecipate e combattive manifestazioni.
Il divieto di manifestare proprio nella Giornata della Memoria è scattato dopo che il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi chiedeva di vietare quello di Milano, che insieme a Roma aveva un carattere nazionale ed erano stati tutti e due programmati da tempo per il 27 gennaio, definendolo “un'iniziativa inquietante”, perché “tra gli organizzatori della manifestazione ci sono associazioni che hanno come simbolo una mappa senza Israele, un chiaro programma genocidario”. Una richiesta subito accolta dal fascioleghista ministro di polizia del governo neofascista, Piantedosi che tramite una circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza ha formalizzato l'invito ai questori a prevedere il rinvio ad altra data delle manifestazioni a favore della Palestina, coll'ipocrita pretesto che avrebbero potuto “assumere connotazioni lesive dello spirito commemorativo a favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico” e spostando l'autorizzazione a manifestare per il giorno 28 gennaio. Un atto gravissimo, oltre che antidemocrtico, che la dice lunga della complicità del governo della ducessa Meloni con il nuovo Hitler Netanyahu. Grave anche il silenzio connivente di buona parte della “sinistra” borghese, che non ha speso una parola per contrastare tale decisione, anzi, come nel caso del PD milanese con a capo il sindaco Sala l'ha appoggiata.
Ma a migliaia, dal Nord al Sud, in gran parte giovani e studenti, dei collettivi, dei Centri sociali, dei sindacati non confederali, sono scesi in piazza al grido “Palestina libera!”, sfidando il diktat filosionista del governo, dando vita a combattive manifestazioni e sit-in a fianco del Movimento Studenti Palestinesi in Italia che fin da subito ha rifiutato le prescrizioni delle questure, manifestando apertamente la volontà di scendere in piazza comunque e che dopo le manifestazioni svolte ha diramato un importante comunicato, che pubblichiamo a parte, dove fa un conciso resoconto di quella che è stata la giornata del 27 gennaio, condannando le scelte del governo neofascista Meloni e gli atti di violenza nei confronti dei manifestanti oltre la connivenza con i sionisti di Israele.
A Milano (si legga l'articolo a parte), si sono ritrovati in tanti in piazzale Loreto, i manifestanti hanno tentato di rompere il cordone di “sicurezza” della polizia per svolgere il corteo ma sono stati brutalmente manganellati dalle “forze dell'ordine” di Piantedosi. Un giovane è rimasto ferito. Il sit-in è comunque andato avanti e i giovani sono rimasti in piazza.
Alcuni studenti di Cambiare Rotta hanno condannato “l'ipocrisia dell'università e della ministra Bernini che parlano astrattamente di memoria per poi sostenere attivamente il genocidio del popolo palestinese perpetrato da Israele”. Una serie di insulti sono piovuti contro chi dal balconcino di uno dei palazzi sovrastanti aveva mostrato un cartello con la scritta “Free Gaza from Hamas” ('Liberare Gaza da Hamas'). “Questa per noi è comunque una vittoria politica", hanno detto i manifestanti al megafono, chiedendo il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
A Roma , si sono dati appuntamento in Piazza Vittorio Emanuele. Una grande bandiera palestinese è stata srotolata con sopra un cartello “Antisionisti sempre, antisemiti mai”. Tutti con l'unico obiettivo: il “sostegno alla resistenza palestinese”.
Viene tenuto alto un manichino raffigurante il nuovo Hitler Netanyahu con la divisa da deportato e la stella di David e da una svastica, con le mani legate dalle manette.
Nelle oltre tre ore del sit-in un microfono aperto da la parola ai manifestanti: "Non siamo qui per dire che siamo contro gli ebrei. Siamo qui per dire no al genocidio a Gaza", sottolinea un attivista palestinese. “Siamo qui anche contro questo divieto della manifestazione - spiega Khaled El Qaisi dell’Udap, Unione democratica arabo palestinese -, divieto che non ha nulla a che fare con l’ordine pubblico ma è semplicemente un cedere alle pressioni politiche. Ritenevamo importante rispedire al mittente le accuse infamanti che ci siamo sentiti rivolgere e chiedere lo stop ai bombardamenti. Ma anche chiedere all’Italia di fare un passo indietro rispetto alla complicità con lo Stato di Israele”. Alla manifestazione era arrivata l’adesione anche del movimento neofascista “Ancora Italia” di Giuliano Castellino, la quale è stata prontamente rifiutata dalle associazioni palestinesi con la seguente motivazione: “Ci sono alcuni fascisti che alzano la bandiera palestinese ma si devono vergognare, non li vogliamo in mezzo a noi”.
A Napoli si è svolto un partecipato sit-in in piazza San Domenico Maggiore, in pieno centro storico, organizzato dal centro sociale “Mezzocannone occupato”, che ha definito il 27 gennaio “la Giornata della memoria tradita, innanzitutto da Israele e da chi è complice del suo progetto di apartheid e di pulizia etnica, come il nostro governo”, e ancora “Il mondo non potrà mai dimenticare l’orrore dell’Olocausto, il genocidio perpetrato dal regime nazista che portò alla morte sei milioni di ebrei ed altre 10 milioni di persone, tra cui le popolazioni slave dell’est Europa, rom, minoranze etniche, gruppi religiosi, dissidenti e prigionieri politici, omosessuali, persone con disabilità. Oggi come allora sentiamo viva e fortissima la necessità di onorare la memoria delle vittime del nazismo, la nostra coscienza di antifascisti, infatti, ci impone di contrastare quotidianamente qualsiasi reminiscenza antisemita, razzista e di estrema destra. La 'memoria' non può essere un concetto vuoto e rituale, ma è anzitutto uno strumento potentissimo che dobbiamo utilizzare per impedire ed impedirci di ripetere gli orrori del passato". “Rigettiamo l’equiparazione tra antisemitismo ed antisionismo, poiché in nessun caso criticare il progetto sionista può corrispondere ad un sentimento di odio nei confronti della popolazione ebraica. Non possiamo accettare un uso strumentale della giornata della memoria”.
Nel centro di Torino a decine con del nastro nero sulle loro bocche in protesta contro la circolare anti corteo hanno distribuito volantini in cui si spiega che in "Palestina il bilancio umano è terribile con circa 30mila morti e quasi 60mila feriti dal 7 ottobre. Più del 70% delle vittime sono donne e bambini".
Da Napoli a Trento, passando per Roma, Bologna, Torino e Cagliari, si sono svolti presidi.
A Massa a centinaia hanno partecipato al presidio della Cgil provinciale contro la presentazione in città del libro del generale Roberto Vannacci, ritenuta inopportuna durante la ricorrenza del ricordo delle vittime della deportazione nazista.
A Cagliari l'iniziativa, a cui hanno aderito anche qui a centinaia, è stata invece organizzata dagli attivisti di A Foras (un’assemblea permanente composta da comitati territoriali, collettivi studenteschi, associazioni, realtà politiche e individui che si oppongono all’occupazione militare della Sardegna). "i valori della giornata stessa sono finalizzati a far sì che non si ripeta più quanto accaduto. E oggi in Palestina si rischia di distruggere un popolo intero" hanno spiegato dal microfono aperto gli attivisti.
Anche la giornata di domenica 28 gennaio ha visto scendere in piazza a sostegno della resistenza palestinese migliaia di manifestanti antisionisti, in questo caso le manifestazioni erano autorizzate e hanno invaso i centri storici di numerose città. Dove è stato possibile il PMLI era presente e ben accolti sono stati i suoi volantini con Netanyahu nuovo Hitler, in alcuni casi citati anche nella cronaca dell'Ansa locale come a Milano. Per i particolari delle manifestazioni rimandiamo alle cronache locali.
Quella di sabato 27 gennaio è stata una bella dimostrazione di forza del popolo antisionista e antifascista nei confronti del governo neofascista Meloni che sostiene il regime sionista israeliano in Palestina e il suo governo nazisionista Netanyahu coprendone la criminale shoah di palestinesi che sta mettendo in atto.
Il governo della ducessa Meloni ha cercato inutilmente di impedire con misure liberticide e a suon di manganelli affinché si manifestasse nel Giorno della Memoria che, ricordiamo, ricade ogni 27 gennaio, il giorno della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa di Stalin. Una data storica e importante per ogni sincero antifascista che oggi viene mistificata e travisata dalla borghesia e dall'imperialismo che intendono appropriarsene a proprio comodo, e le prescrizioni sulle manifestazioni ne sono un esempio lampante. Gli imperialisti USA e i loro stretti alleati sionisti si riempiono ipocritamente la bocca ammonendo sempre i popoli a "non dimenticare l'olocausto", ma nei fatti si comportano come i nazisti che lo attuarono.

31 gennaio 2024