Diretto dai rossobruni Rizzo e Toscano
È nato il partito di Xi e Putin
Nome ufficiale: Democrazia Sovrana Popolare. Piace alla destra e al “Fatto Quotidiano” dell'ultraputiniano Travaglio

Il 27 e 28 gennaio 2024, presso l'hotel Ergife di Roma, si è tenuto il congresso fondativo di Democrazia Sovrana Popolare (DSP), il nuovo partito sovranista e rossobruno del sedicente “comunista” Marco Rizzo e del cattolico destrorso Francesco Toscano. In odore di massoneria (Movimento Roosvelt), quest'ultimo rivendica il superamento della divisione tra destra e sinistra insieme al rilancio dei valori cristiani della “sacralità della vita” e della “centralità della famiglia”: partecipa oggi alla fondazione di DSP dopo aver fondato nel 2019 col rossobruno Diego Fusaro il partito sovranista e populista Vox Italia, che replicava, almeno nel nome, il partito di estrema destra spagnolo Vox nel nostro Paese. Molto attivo nel web, è fondatore e direttore del sito visionetv.it, cura Ilmoralista, blog di politologia in rete ed è spesso ospite di talk show televisivi. Nel 2015-16 era stato nominato assessore alla Cultura nella giunta di Gioia Tauro, poi sciolta per un'inchiesta di mafia e, dalla sua biografia, risulta che in precedenza ha lavorato come consulente del gruppo parlamentare dell'Udc e collaborato con l'allora viceministro all'Ambiente Francesco Nucara nel governo Berlusconi.
I due sono stati eletti rispettivamente coordinatore nazionale e presidente, e i loro nomi compaiono anche nel simbolo (in cui campeggia ben in evidenza il tricolore) come futuri capilista alle prossime elezioni europee, se gli riuscirà di raccogliere le 150 mila firme necessarie.
Si tratta quindi di una nuova trappola elettoralista che, al pari delle altre che stanno cercando di organizzarsi alla sinistra del PD e del M5S in previsione di questo importante appuntamento elettorale – come la Lista di Michele Santoro, con l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino e l'economista ed ex ministro greco Yannis Varoufakis, e quella di Unione Popolare dell'ex sindaco di Napoli De Magistris, con Rifondazione e Potere al Popolo (che potrebbe sfilarsi da sinistra da Unione Popolare) - mira a ingannare gli astensionisti di sinistra per riportarli a votare risvegliando le illusioni elettorali e parlamentari, così da procacciare a questi imbroglioni politici dei dorati seggi al parlamento europeo con la falsa promessa di “cambiarlo dal di dentro”. Non a caso Toscano ha aperto il suo intervento con un appello agli astenuti, che a suo dire rischierebbero di “fare il gioco dei politici lestofanti”, mentre “noi vogliamo ricostruire il tessuto democratico”.
Ma l'operazione di Rizzo e Toscano è ancora più sporca e insidiosa delle altre, perché mira a pescare voti non solo tra gli astensionisti di sinistra, con le classiche posizioni revisioniste, riformiste e parlamentariste dei falsi comunisti e trotzkisti, ma anche a destra con la demagogia interclassista, sovranista, no vax, antimigranti, negazionista climatica, tipica della destra neofascista e leghista; e completando il tutto con il fiancheggiamento aperto del socialimperialismo cinese di Xi e dell'imperialismo neozarista russo di Putin, che ha molti seguaci proprio nella destra sovranista.

Kermesse di sovranisti, putiniani, fascisti, no vax, industriali e monsignori
Tale è infatti il suddetto assortimento di idee e di valori che è stato celebrato dall'assemblea dell'Ergife, la quale ha assistito a interventi assai rappresentativi di questo equivoco calderone rossobruno: come quelli di Francesco Amodeo, ex esponente di Italexit, la disciolta lista sovranista e no vax fondata dall'ex leghista ed ex M5S Gianluigi Paragone, del gemello dell'ex ministro clerico-fascista Carlo Giovanardi, Daniele, del transfuga del M5S ed ex parlamentare di Alternativa, Pino Cabras, dello storico medioevista di formazione missina, Franco Cardini, del giornalista Rai filorusso e “noto per la sua cultura di destra”, Giovanni Masotti, dello storico “esperto di geopolitica” e putiniano dichiarato, Stefano Orsi, dell'ex generale ed editorialista de Il Fatto putiniano, Fabio Mini (in video), del vignettista di destra Alfio Krancic, del fascista ex sindaco e leader della “destra sociale” romana, Gianni Alemanno, dell'industriale bergamasco dell'alluminio e presidente di Confimi, Paolo Agnelli, e perfino (in video) dell'arcivescovo e nunzio apostolico negli Usa, Carlo Maria Viganò, che capeggia la fronda reazionaria ratzingheriana contro papa Bergoglio. Quasi tutti i sunnominati fanno anche parte del Comitato tecnico scientifico, come Cardini e l'ex ambasciatore Bruno Scarpini; alcuni anche a titolo di responsabili dei vari dipartimenti e candidati alle europee, tra cui Krancic, Masotti, Amodeo (sovranità), Cabras (esteri), Giovanardi (sanità) e Orsi (memoria storica).
A completare il quadro è stata la presenza di rappresentanze delle ambasciate della Repubblica Popolare Cinese, dalla Repubblica Federativa Russa, della Repubblica di Cuba, della Repubblica Bolivariana del Venezuela e della Repubblica Popolare Democratica di Corea. La delegazione russa è stata accolta con una entusiastica ovazione dagli oltre 2.000 delegati che secondo la presidenza hanno partecipato al congresso. Ciò a dimostrazione degli importanti legami e del forte sostegno politico ed economico internazionali portati in dote dal revisionista Rizzo, e del ruolo che questo imbroglione politico si è guadagnato negli anni come referente in Italia dell'imperialismo russo e del socialismperialismo cinese, accreditandoli tra i sinceri comunisti e anticapitalisti quasi fossero gli eredi e continuatori dell'URSS di Lenin e Stalin e della Cina socialista di Mao. Al punto che oggi li spaccia come alfieri della pace mondiale, del “multilateralismo” e dei popoli del Sud del mondo, in contrapposizione all'ordine “unipolare” dell'imperialismo Usa e occidentale, sicché si può ben dire che con DSP è nato il partito di Putin e Xi Jimping. Impegnati a contendere l'egemonia all'imperialismo dell'Ovest, il socialimperialismo cinese e l'imperialismo neozarista russo stanno moltiplicando la loro opera di corruzione economica e di infiltrazione politica nelle istituzioni europee e nei singoli Paesi per poterli meglio condizionare e manovrare secondo i loro interessi. E, dunque, il loro attivismo dentro e intorno al partito di Rizzo e Toscano rientra nel disegno di assicurare a questi due Paesi il controllo di nuovi partiti e correnti a loro asserviti all'interno del parlamento europeo. Non sono certo una novità gli episodi di alti burocrati ed esponenti politici europei risultati al soldo degli imperialisti dell'Est.

Il programma sovranista e rossobruno di DSP
Questa falsa rappresentazione della realtà internazionale, che tradisce gli insegnamenti di Lenin coprendo e appoggiando l'imperialismo dell'Est e sostenendo che al mondo esisterebbe solo l'imperialismo dell'Ovest, è stata riproposta infatti in tutti gli interventi, a cominciare dalla relazione introduttiva di Rizzo e dalle conclusioni di Toscano; e in particolare è stata enfatizzata da Orsi, con una sperticata esaltazione della guerra di aggressione “difensiva” di Putin per “denazificare” l'Ucraina, non facendosi scrupolo di istituire allo scopo un vergognoso parallelo storico con la gloriosa lotta dell'URSS per sconfiggere il nazifascismo.
Il programma di DSP esposto sul suo sito offre un'eloquente sintesi della sporca demagogia rossobruna di Rizzo e Toscano. Accanto a rivendicazioni formalmente di sinistra e progressiste, in cui si sente la mano dell'imbroglione falso comunista, come la “rottura della UE e della NATO”, la “lotta alle disuguaglianze tipiche del capitalismo finanziario”, il “primato del lavoro sulla rendita” e altre locuzioni generiche simili che comunque non mettono in discussione l'esistenza del capitalismo (e del resto la parola “socialismo” non è nemmeno mai stata pronunciata in tutto il congresso”), convivono parole d'ordine e concetti interclassisti che predicano la coincidenza di interessi, teorizzata particolarmente da Rizzo, tra ceti popolari e piccola e media borghesia imprenditoriale, come la “difesa e sviluppo della piccola e media impresa italiana”.
Ve ne sono poi altri tipici della destra sovranista, clericale, putiniana, no vax, negazionista, omofoba, razzista e finanche neofascista, come la “critica del fanatismo ambientalista... supportato dal falso mito del cambiamento climatico come opera dell'uomo” e la presa di posizione “contro le migrazioni forzate”, che ammicca apertamente alla teoria sovranista e razzista della “sostituzione etnica” rievocata anche nell'intervento di Viganò. Mentre in altri si sente chiaramente la mano del cattolico di destra Toscano, come nel rivendicare “la fine dell'ossessione genderista e del politicamente corretto”, il tenere “fuori dalla scuola qualunque indirizzo gender, sessuale o carriera alias per i minorenni” e il “rispetto della dignità della persona e della scralità (sic) della vita”: cosa quest’ultima che strizza palesemente l'occhio ai movimenti antiabortisti e pro-life, come del resto la “valorizzazione e difesa della famiglia come nucleo fondativo della società” sembra preso direttamente dalla demagogia familistica mussoliniana della neofascista Meloni. E non manca nemmeno l'aggancio alle teorie complottiste e no vax, con la rivendicazione della “disarticolazione dei centri di prostituzione intellettuale come l'OMS”, dalla quale si chiede l'uscita dell'Italia insieme all'uscita da UE, euro e NATO.

L'intervento dell'imbroglione Rizzo e le attenzioni de “Il Tempo” e “FQ”
Tutti questi temi hanno costituito anche la trama della relazione di Rizzo, che si è impegnato per colorarli ancor più di bruno piuttosto che di rosso, superando a destra la stessa Meloni (il cui governo neofascista non ha mai nominato, limitandosi a chiamarlo “governo della destra istituzionale”), da lui accusata di praticare solo una “sovranità di cartone”. Anzi l'ha coperta a sinistra, negando che ci sia un problema di fascismo e antifascismo in Italia e sviando il discorso sul “vero fascismo”, che “non sono cento cretini che fanno il saluto romano ad Acca Larenzia” ma sono “il sì vax e non dire una parola su Gaza e sulle multinazionali”. Secondo lui oggi la contraddizione “non è più tra destra e sinistra” (proletariato, borghesia, lotta di classe, sono termini da lui mai usati) ma “tra le élite e il popolo”.
Con la sua sfrenata rincorsa al sovranismo della destra mondiale, infatti, ha evocato il “ceto medio proletarizzato”, che dipinge come se fosse la vera classe rivoluzionaria, citando a supporto di questa tesi Trump, che “veniva censurato” quando ne parlava in campagna elettorale, e citando il partito rossobruno BSW della ex portavoce della Linke tedesca, Sarha Wagenknecht, che vuole cacciare i migranti e tratta un'alleanza con la AFD neonazista, come un modello di partito interclassista e patriottico a cui ispirarsi.
Si è spinto addirittura a esaltare il premier slovacco Fico e il dittatore fascista ungherese Orban perché “sono contro la guerra”, cioè perché si oppongono all'invio di armi all'Ucraina. Non si è fatto mancare neanche la demagogia reazionaria contro “l'utero in affitto”, sui morti sul lavoro che sono “più importanti dei femminicidi” (come se gli uni escludessero gli altri), sull'allarme per la “denatalità” e la “difesa della famiglia” (citando truffaldinamente Engels a sua giustificazione), contro l'“inclusività” che finirebbe per discriminare le maggioranze, che sono altrettanti argomenti della destra neofascista, leghista e clericale.
Non per nulla DSP piace tanto alla destra neofascista e al Fatto Quotidiano , come dimostra la grande attenzione dedicata al congresso dell'Ergife sia dal quotidiano neofascista Il Tempo , sia dal giornale diretto dall'utraputiniano Travaglio. Con il primo che parla di Rizzo come il “comunista duro e puro” che “lancia il suo progetto per le Europee 'contro il mondo unipolare governato dall'imperialismo americano'”, e mettendo anche l'accento sulla sintonia di temi con quelli del fascista Alemanno, che ha voluto manifestare la sua vicinanza sedendo in prima fila e il cui intervento di saluto è stato molto applaudito dai partecipanti; e il secondo che evidenzia il carattere “né di destra né di sinistra” ma “anti-élite”, contro la NATO, l'UE, le multinazionali e la finanza”, del nuovo partito di Rizzo e Toscano.
O sarebbe meglio dire la loro nuova lista elettorale, dato che il loro scopo è quello di farsi eleggere al parlamento europeo (in base all'assunto opportunista, come recita il loro programma, che “le fortezze si conquistano dall'interno”), e c'è da scommettere che se non riusciranno a raccattare le firme necessarie, o comunque non supereranno il quorum del 4%, DSP farà la fine di tutte le altre innumerevoli trappole elettoraliste, sparite dalla scena una volta esaurita la loro funzione truffaldina verso gli astensionisti.

7 febbraio 2024