Il gip D’Onofrio accoglie la richiesta d’archiviazione del Pm D’Angelo
Strage Covid in Molise, ingiustizia è fatta!
Il Comitato familiari vittime del covid, cui siamo stati sempre vicini, non si arrende all’archiviazione e continuerà a lottare

Dal corrispondente del PMLI per il Molise
“Non vi è alcun elemento di colpevolezza a carico delle persone sottoposte ad indagini”. In questo freddo rigo si condensa il senso delle 47 pagine con le quali il tribunale di Campobasso ha archiviato le posizioni di 10 alti dirigenti medico-amministrativi coinvolti nel principale filone d’inchiesta sulla gestione della pandemia in Molise. Proprio come richiesto dal Pm D’Angelo che, da quando è iniziata la battaglia legale dei familiari delle vittime, si è sempre mostrato scarsamente “sensibile” alle loro ragioni e denunce, sostenendo invece che l’alto numero di contagi e decessi nel territorio fosse da attribuire, sostanzialmente, solo alla gravità del virus.
Le tante persone infettatesi nei plessi ospedalieri, la mancanza di un centro covid (unica regione a non aver ottemperato a tale disposizione), le palesi e certificate insufficienze dell’impianto di ossigenazione del Cardarelli, la scarsa presenza di personale per l’assistenza ai malati, ecc., tutto ciò per la giustizia borghese non ha avuto alcun peso. Tutti innocenti, tutti a casa. Le accuse di epidemia, omicidio colposo, delitti colposi contro la salute pubblica, omissione in atti d’ufficio e via a seguire per Angelo Giustini (ex commissario ad acta della sanità), Oreste Florenzano (ex direttore generale dell’Asrem), Maria Virginia Scafarto (ex direttrice sanitaria), Celestino Sassi (ex direttore sanitario facente funzioni dell’ospedale Cardarelli) e altri via via in scala gerarchica, come detto, archiviate, nessun colpevole.
Forse la colpa è stata, a ben vedere, delle stesse vittime che hanno osato recarsi negli ospedali? Cosa aspettarsi se si è arrivati a scrivere che vanno pure riconosciuti i meriti di aver fatto percorsi separati per pazienti infetti e non, se si è arrivati a sostenere che le carenze registrate per i casi non gravi sono la conseguenza di aver centrato gli sforzi per quelli gravi?
Lasciamo la parola a Nadia Perrella, attuale presidente del Comitato dei familiari delle vittime, cui siamo sempre stati vicini: “la decisione del Gip significa che non è colpa di nessuno se chi è andato in ospedale per curarsi, lì si è poi infettato di covid e quindi è morto”; e ancora, “ci è toccato sentirci ribattere che il virus era troppo forte e cose del genere sono accadute in tutto il mondo, bisogna farsene una ragione. Bella teoria!”. Chiude evidenziando: “per non parlare dei nostri cari, abbandonati a se stessi dato che per tanto tempo v’è stato a disposizione un solo medico, 2 infermieri e 2 oss per centinaia di pazienti. Potranno archiviare quanto gli pare, forse le loro coscienze hanno resettato tutto, ma noi non dimenticheremo mai! E soprattutto non ci fermeremo qui”.
E già perché i familiari aspettano ancora di avere risposte su altre denunce, ad esempio, su come funzionava l’impianto di ossigenazione, in particolare nel Cardarelli di Campobasso, il plesso ospedaliero più “delicato” durante l’imperversare del virus. Ad ogni modo, come in passato, il PMLI continuerà a tenere alta l’attenzione su questi tragici fatti affinché chi di dovere abbia la decenza di fare un minimo di giustizia, di dare risposte sensate a persone che una volta visto entrare un loro familiare in terapia intensiva non lo hanno più potuto vedere se non in un sacco nero, senza nemmeno un ultimo saluto.

7 febbraio 2024