L'astensionismo al 43% nelle elezioni parlamentari in Serbia
Vince Vucic, amico di Putin
Accuse di brogli

Le elezioni straordinarie del 17 dicembre in Serbia hanno visto la riconferma della coalizione di governo uscente, La Serbia Non Deve Fermarsi (AV-SNSDS) guidata dal Partito Progressista Serbo (SNS) del presidente Aleksandar Vucic che con 128 seggi su 250 ha mantenuto la maggioranza assoluta. Mentre festeggiava il successo elettorale Vucic comunicava che la coalizione aveva conquistato la maggioranza assoluta nelle contemporanee elezioni del parlamento locale della provincia autonoma della Voivodina e nelle elezioni amministrative in 65 città compresa la capitale Belgrado. Il presidente serbo amico di Putin, in carica dal 2017, gioiva per i risultati che erano invece contestati dall'opposizione più vicina all'imperialismo europeo.
Dei poco più di 6,5 milioni di elettori, il 58,6% pari a 3,8 milioni ha votato; i voti nulli sono stati poco più di 100 mila portando l'astensionismo al 43%. La Serbia Non Deve Fermarsi (AV-SNSDS) raccoglieva quasi 1,8 milioni di voti, pari al 48% dei voti validi e 128 seggi, 8 in più delle precedenti politiche del 3 aprile 2022; la Serbia Contro la Violenza (SPN), la coalizione delle forze di opposizione aveva 900 mila voti, pari al 24,3% dei voti validi e 65 seggi, ed era seguita dalla Coalizione Socialista (SK) guidata dal Partito socialista serbo (Sps), la prima delle formazioni minori che raccoglieva quasi 250 mila voti, pari al 6,7% dei voti validi, e 18 seggi.
Le opposizioni contestavano i risultati e denunciavano brogli chiedendo la ripetizione del voto. Anche gli osservatori internazionali confermavano “gravi irregolarità, tra cui la compravendita di voti e la pratica di inserire le schede precompilate nell’urna”. Circa 40 mila elettori registrati regolarmente nella Republika Srpska, la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, avrebbero votato non solo alle politiche ma illegalmente anche alle comunali in varie città, compresa la capitale Belgrado dove sono stati filmati mentre scendevano dai pulman che li avevano condotti ai seggi e dove le guardie giurate hanno impedito l'ingresso e il controllo da parte di rappresentanti di lista delle opposizioni. Fra i brogli denunciati la lista comprende la compravendita di voti , il ricorso a schede precompilate, il ritrovamento di schede di voto a elettori inesistenti.
La reazione delle opposizioni ai brogli era partita già il 18 dicembre quando i leader della coalizione “La Serbia contro la violenza” occupavano alcuni locali nell’edificio della sede della Commissione elettorale centrale, appoggiati dall'esterno da manifestanti che ogni sera per diversi giorni alimentavano la protesta. Tanti manifestanti eranoi davanti alla sede della commissione elettorale anche il 30 dicembre quando inziavano le operazioni di voto in soli 30 seggi, quelli dove erano state riscontrate le maggiori irregolarità.

7 febbraio 2024